Deposito cauzionale in Italia: nuova proposta in Parlamento

Il trattamento degli imballaggi in plastica è emerso negli ultimi anni come una delle questioni centrali della politica ambientale in Europa. Tuttavia, mentre gran parte della discussione pubblica si concentra sul riciclaggio, c’è un crescente riconoscimento che il problema più grande non è tanto cosa facciamo con la plastica una volta che abbiamo finito di usarla, quanto come la produciamo in primo luogo.

In questo senso, il sistema di deposito è una delle soluzioni più tangibili per agire sull’intera catena del valore degli imballaggi e per intervenire all’inizio del ciclo, nella fase di concezione e introduzione nel consumo.

È un sistema semplice che è già stato testato sul campo in diversi paesi europei. L’acquirente paga un deposito nominale, di solito 10 o 25 centesimi per bottiglia o lattina al momento dell’acquisto. Riceve indietro il deposito quando restituisce la lattina vuota a un punto di raccolta. Questo sistema aiuta anche la persona che acquista la bottiglia a gestire il ritorno rapido della materia prima, in modo che il materiale possa essere riciclato in modo più pulito e tracciabile. Nei paesi dove esiste il sistema di deposito cauzionale – tra cui Germania, Lituania e Norvegia – i tassi di raccolta superano il 90%, mentre quelli senza tale sistema hanno una media del 57% in tutta Europa.

Ma il vero potere del sistema di deposito cauzionale non risiede solo nell’aumento dei tassi di riciclaggio. Il suo effetto maggiore è a monte: come influenza ciò che viene prodotto. In un mondo in cui ogni contenitore è un costo per l’azienda che confeziona il prodotto, la spinta a creare imballaggi più duraturi, riutilizzabili o facilmente riciclabili è maggiore. Questo provoca un circolo virtuoso di competizione verso l’efficienza – nel tempo, ci sono sempre meno materiali inutili e sempre meno design superflui. Attualmente in Italia produciamo circa 7 miliardi di bottiglie di plastica all’anno. Senza un sistema di deposito, più di 3 miliardi di esse non vengono raccolte e riciclate.

A differenza di molte operazioni di sensibilizzazione, che spesso si basano sulla buona volontà dei cittadini, il sistema di deposito cauzionale è una vera leva economica: porta cambiamenti tramite incentivi diretti, sia per il consumatore che per il produttore. È un approccio pratico che non si limita alla comunicazione ambientale, ma entra anche nelle dinamiche di mercato.

Inoltre, la struttura può essere progettata in modo flessibile, secondo le condizioni territoriali. I suoi modelli di gestione differiscono da paese a paese: alcuni delegano la gestione a consorzi di produttori, altri a istituzioni pubbliche, altri ancora a organizzazioni non profit. Fondamentale è che il sistema sia chiaro, efficiente e orientato a massimizzare il ritorno del materiale.

Il sistema di deposito cauzionale, quindi, non è solo una soluzione tecnica, ma anche un’opportunità politica: un’opportunità per collegare gli obiettivi ambientali con strumenti economici, potenziando l’economia circolare non attraverso appelli all’azione, ma con un sistema sicuro e dimostrabile. E soprattutto, trasforma i rifiuti come li conosciamo ora, in qualcosa di nuovo valore.

Il DRS torna al centro del dibattito politico italiano, e a questo fa anche da cornice una recente uscita pubblica dell’onorevole Massimo Milani, che ha affermato il valore di questo strumento come leva per raggiungere il target di raccolta e riciclo europeo per le bottiglie in plastica entro il 2029. La proposta, presentata in Parlamento, raccomanda l’istituzione di un sistema nazionale di deposito cauzionale per imballaggi in plastica, vetro e alluminio, in linea con i modelli già in vigore in altri stati membri. L’obiettivo è rendere il sistema di raccolta più efficiente e aumentare la responsabilità del produttore. La proposta prevede anche che venga avviata una fase sperimentale in collaborazione con le Regioni, contemporaneamente con le grandi catene di distribuzione e i piccoli rivenditori locali, al fine di fornire un servizio il più possibile diffuso e limitare gli ostacoli di accesso ai cittadini.

Se viene introdotto un sistema di deposito cauzionale, non sarà solo un deterrente contro l’abbandono dei rifiuti – ci fornirà un mezzo per rimodellare il modo in cui produciamo e consumiamo. E in un momento in cui le risorse materiali e la fiducia nelle istituzioni sono entrambe fragili, la necessità di costruire catene di approvvigionamento più responsabili e trasparenti non è una scelta, ma un requisito.

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