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Coerentemente con il nuovo Piano regionale in Valle d’Aosta le tariffe più contenute verranno applicate solo ai SubAmbiti che differenziano meglio

Coerentemente alle misure previste nell’aggiornamento del Piano regionale per la gestione dei Rifiuti della Regione autonoma Valle d’Aosta (redatto da ESPER insieme ad Ambiente Italia, Scuola Agraria del Parco di Monza e Zimatec) è stata recentemente approvata dalla Giunta una diversa articolazione delle tariffe di trattamento in riferimento alla qualità dei flussi differenziati nei vari sub-ambiti.

A partire dal 2023, i cinque Sub-ambiti della Valle d’Aosta saranno quindi sottoposti a controlli più restrittivi riguardo non solo alla quantità ma anche e soprattutto alla qualità dei rifiuti raccolti in modo separato. Secondo il nuovo PNGR una corretta differenziazione dei rifiuti urbani risulta essenziale per poter contenere i costi del servizio di igiene urbana. Il criterio premiante non è quindi più esclusivamente legato all’elevata percentuale di raccolta differenziata e le tariffe più favorevoli saranno riconosciute solo ai sub-ambiti caratterizzati dalla migliore qualità dei rifiuti differenziati.

A fronte di una serie di controlli nell’impianto di trattamento e recupero di Brissogne sono state rilevate “frazioni estranee” in numero molto maggiore rispetto a quello atteso soprattutto per quanto riguarda la raccolta multimateriale, che per la Valle d’Aosta prevede plastica, metalli e alluminio. Queste frazioni estranee sono state finora presenti in percentuali che variano dal 17% al 35%. La conseguenza è una netta riduzione dei ricavi ottenuti dalla valorizzazione e riciclo di tale flusso differenziato multimateriale.

In accordo con Enval, società che gestisce l’impianto di Brissogne, sono state quindi introdotte le nuove tariffe e sanzioni che, a fronte di specifiche analisi merceologiche sulle frazioni di rifiuto differenziato, verranno eventualmente applicate ai Sub-ambiti caratterizzati da percentuali troppo elevate di “frazioni estranee”. Per i sub-ambiti caratterizzati da una migliore qualità delle raccolte differenziate, le tariffe applicate saranno più vantaggiose e quindi anche le bollette per i propri utenti saranno minori rispetto a quelle degli altri sub-Ambiti.

Un’ulteriore novità è l’esclusione delle plastiche dure (giocattoli, bacinelle, secchi…) dalla raccolta del multimateriale. Questi rifiuti dovranno essere portati nelle isole ecologiche o nei centri di conferimento.

Tutte queste iniziative mirano a garantire il raggiungimento degli obiettivi assunti dalla Regione cioè un tasso netto di effettivo riciclo per i rifiuti urbani del 65% e un tasso di raccolta differenziata almeno pari all’80% entro il 2026.


A cura di Andrea Tornavacca, ESPER

Tavola rotonda a Cagliari riguardo al docufilm “Oltre i luoghi Comuni”

Il 29 marzo 2023, presso la Sala MEM del Comune di Cagliari, ha avuto luogo una tavola rotonda a seguito della presentazione di “Oltre i luoghi Comuni”, il docufilm del regista Alessandro Scillitani realizzato da Greenaccord Onlus e da un’idea del Direttore generale di ESPER, Attilio Tornavacca.

Il Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ha dichiarato la sua soddisfazione per i progressi che Cagliari ha compiuto nella raccolta differenziata e nella valorizzazione dell’ambiente, passando da essere uno dei comuni con i dati peggiori ad uno dei migliori, insieme alla Città Metropolitana.

L’inviato della RAI ha poi chiesto cosa caratterizzi i cittadini delle realtà più virtuose “Si rileva spesso un sentimento di orgoglio, c’è un senso di appartenenza riacquistato, perché – ha chiarito il Dott. Tornavaccaci si sente parte di una comunità che sta facendo del suo meglio per difendere le generazioni future.

Nel docufilm vengono infatti smentite una serie di errate convinzioni che a volte scoraggiano e rendono meno lungimiranti, sul tema dei rifiuti, sia le amministrazioni che i cittadini. Si è cercato di mostrare un’Italia ricca di eccellenze che sono poco conosciute ma che potrebbero trainare tante altre realtà verso percorsi più virtuosi, come quello dell’economia circolare, della tariffazione puntuale e della tutela ambientale.

Sono infatti molte le testimonianze da Nord a Sud che promuovono i traguardi raggiunti e le buone pratiche, permettendo così di stimolare non solo altre amministrazioni ma anche i cittadini, senza i quali non sarebbe stato possibile puntare o addirittura superare il traguardo dell’80% della raccolta differenziata nei Comuni mostrati nel docufilm.

Dopo la proiezione si è aperto un dibattito moderato dal Direttore di “Italia Libera”, Igor Staglianò, al quale hanno preso parte anche la Presidente Regionale di Legambiente, Annalisa Columbu, il Segretario generale della CGIL Sardegna, Fausto Durante, il vice Sindaco Metropolitano con delega all’ambiente, Roberto Mura e l’Assessore all’Innovazione tecnologica, Ambiente e Politiche del Mare, Alessandro Guarracino.

Si riporta di seguito il link al servizio del TG Regione di Rai3: Cagliari tra i comuni più virtuosi per la gestione dei rifiuti

ed il link al docufilm: Oltre i luoghi Comuni


A cura di Andrea Tornavacca, ESPER

Presentato a Fiumicino il docufilm “Oltre i luoghi Comuni”

Si è tenuta il 22 marzo 2023 a Maccarese, nel Comune di Fiumicino, la presentazione di “Oltre i luoghi Comuni”, il docufilm sviluppato da Alessandro Scillitani e Greenaccord con il supporto di Esper Società Benefit e Editrice Italia Libera. L’occasione della proiezione, oltre a favorire un confronto di qualità tra comunicatori ed esperti del settore, ha permesso la partecipazione e l’incontro di vari amministratori di Comuni protagonisti del documentario. Da questo incontro sono nate tutta una serie di proposte per il futuro, in primis la volontà di mantenere attivo, per tramite di Greenaccord ed ESPER, un coordinamento tra i comuni per favorire un proficuo scambio di buone pratiche, volte a migliorare sempre di più l’approccio alla gestione dei rifiuti ed al loro smaltimento.

Tra gli ospiti Luca Mercalli, in collegamento dalla Val di Susa, che ha evidenziato quanto sia sempre più necessario destinare maggiore spazio alla diffusione di reali buone pratiche realizzate ovunque in Italia da amministrazioni di diversa estrazione politica. Occorre anche che si conducano inchieste serie ed indipendenti finalizzate ad un serio discernimento sulla veridicità della comunicazione aziendale che intende valorizzare la reputazione ecologica, frutto, a volte, di operazioni di greenwashing usate sempre più spesso dalle aziende. Tale prassi è stata stigmatizzata e sottolineata dal giornalista e direttore di Italia Libera Igor Staglianò e dall’ex magistrato Gianfranco Amendola. Il direttore generale di ESPER e ideatore del documentario, Attilio Tornavacca, ha evidenziato che il dibattito nazionale viene spesso inquinato da informazioni non veritiere volte, ad esempio, a contrastare la necessaria diffusione di un sistema di cauzionamento dei contenitori per liquidi a fronte di una presunta incompatibilità con l’attuale sistema di raccolta e recupero coordinato dal Conai mentre, al contrario, mediante il vuoto a rendere sarebbero garantiti maggiori quantitativi di imballi ben selezionati al settore industriale nazionale che si dedica all’effettivo riciclo riducendo le esportazioni all’estero di materiali di scarsa qualità, spesso smaltite illegalmente, come recentemente documentato dalla trasmissione “Presa diretta” in un servizio realizzato in Turchia.

Si riporta di seguito il link al docufilm: Oltre i luoghi Comuni

Presentazione docufilm “Oltre i luoghi Comuni”

Occorre andare oltre la narrazione non sempre veritiera sulla gestione dei rifiuti, indispensabile risorsa per l’economia circolare

Oltre i luoghi comuni” è il titolo del film-documentario che il regista Alessandro Scillitani ha realizzato, su proposta dell’associazione Greenaccord Onlus e con la partnership di E.S.P.E.R. Società Benefit e l’Editrice Italia libera, per “contribuire a far scoprire un’Italia ancora troppo poco conosciuta che – secondo il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccioha affrontato e risolto con successo, anche attraverso il sostegno tecnico di ESPER, le criticità e difficoltà che spesso scoraggiano altre amministrazioni meno lungimiranti, coraggiose e perseveranti”.

Il documentario “Oltre i luoghi comuni” si propone di “smentire i tanti luoghi comuni di una narrazione non sempre veritiera – ha sottolineato il segretario dell’associazione Greenaccord, Giuseppe Milanovalorizzando le tante eccellenze che in Italia abilitano la conversione ecologica rendendola socialmente desiderabile sull’insegnamento di Alex Langer”, ma anche, come spiegato dall’ideatore Attilio Tornavacca, direttore generale di ESPER,per riflettere sui danni arrecati da chi usa alcuni luoghi comuni come alibi per giustificare il mantenimento di modelli di consumo e di gestione dei rifiuti che dovrebbero essere invece superati ed abbandonati”.

Esperienze sviluppate da donne e uomini di tutti i principali movimenti politici e di ogni area geografica nazionale, unite dal comune impegno e ingegno di amministratori e dirigenti che hanno avuto, ad esempio, il coraggio di smentire il pregiudizio secondo cui la tariffazione puntuale non si possa applicare nelle grandi città o nei comuni con grandi flussi turistici oppure la diffusa ed errata convinzione secondo cui le attività di riduzione a monte e di diffusione del compostaggio domestico siano scarsamente efficaci.

Raccontare è il modo migliore per riuscire a infondere speranza, far sognare, coinvolgere. Abbiamo scelto di analizzare vari luoghi comuni documentando proprio le esperienze di buon governo che smentiscono tali errati preconcetti” ha spiegato il regista Alessandro Scillitani ringraziando, in particolare, per la loro disponibilità e competenza, le due voci narranti: il meteorologo Luca Mercalli ed il direttore di “Italia Libera” Igor Staglianò che, quali esperti divulgatori scientifici, hanno saputo smentire i luoghi comuni secondo cui i comportamenti dei singoli non possano influenzare le strategie ambientali dei governi oppure che non si può fare a meno di produrre sempre più rifiuti.

Un contributo tecnico assai qualificato è stato inoltre cortesemente fornito da Enzo Favoino, Direttore scientifico Zero Waste Europa e tecnico della Scuola Agraria del Parco di Monza, e da Gianfranco Amendola, ex magistrato ed esperto in normativa ambientale, che hanno illustrato e chiarito alcune criticità ancora presenti nel settore del riciclaggio e trattamento dei rifiuti.

Il documentario non avrebbe potuto essere realizzato senza la preziosa collaborazione degli amministratori e dirigenti dei seguenti enti locali che hanno collaborato in precedenza con ESPER: la Città metropolitana di Cagliari, Parma, Trento, Ragusa, Capannori (LU), Cattolica (RN), Fiumicino (RM), Oriolo Romano (VT), Santeramo in Colle (BA) e l’Ambito di Raccolta Ottimale Bari 2 (in particolare dei Comuni di Modugno e Bitetto). Un particolare ringraziamento anche agli amministratori di alcune realtà industriali che dimostrano l’efficienza raggiunta da varie aziende pubbliche quali ASCIT SpA di Capannori, Dolomiti Ambiente di Trento, IREN Ambiente e da impianti di riciclaggio e compostaggio pubblici quali l’ACEA di Pinerolo, REVET SpA di Pontedera (a maggioranza pubblica) o privati quali l’impianto di riciclaggio ECOMEC di Augusta e la cartiera Bartoli Spa che hanno contribuito a smentire il luogo comune secondo cui i rifiuti differenziati non vengono poi effettivamente riciclati o compostati.

L’Associazione Greenaccord Onlus concepisce, programma e realizza convegni, manifestazioni e forum nazionali ed internazionali prefiggendosi l’obiettivo di favorire la salvaguardia dell’ambiente, rivolgendosi in particolare al mondo dell’informazione. Tali iniziative hanno l’obiettivo di offrire ai giornalisti la possibilità di conoscere e confrontare le più attuali esperienze scientifiche, istituzionali ed aziendali, volte ad una concreta sostenibilità ambientale.

E.S.P.E.R. Società Benefit si è sempre impegnata nella continua diffusione di esperienze di buone pratiche, conoscenze relative all’economia circolare attraverso la diffusione gratuita di studi, newsletter, articoli, pubblicazioni, libri, blog così come già accaduto con il precedente documentario di Alessandro Scillitani dal titolo “Sogni Comuni”, sempre senza alcuno scopo di lucro.

Si invita la S. V. alla presentazione in anteprima nazionale del documentario presso la Casa della Partecipazione di Maccarese il prossimo mercoledì 22 marzo 2023 come da programma allegato.

Iscrizioni, Contatti e Segreteria:

Francesco Cauteruccio: segreteria.greenaccord@gmail.com – cell. 3450500370

Cambio di passo necessario sulle plastiche non da imballaggio secondo Eea

Dalla Commissione europea quest’anno si è vista una lotta sempre più mirata verso gli imballaggi in plastica, il che si dimostra un grande passo avanti, è però necessario portare all’attenzione un’altra enorme fetta di plastica della quale non si parla abbastanza, quella non per imballaggi.

È stato da poco messo in risalto dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) che la maggior parte del consumo di plastica in Europa non dispone di dati e obiettivi politici diretti. Tutto ciò si ripercuote anche sull’uso che facciamo di questa plastica e sugli oggetti di uso comune che la contengono sotto forma di Pvc, Ps, Pp ed altre tipologie. Queste plastiche, dette comunemente “plastiche dure”, sono contenute nei giocattoli, nelle auto, in una moltitudine di prodotti elettronici, nell’edilizia ed in tantissimi altri ambiti.

Secondo le recenti stime dell’Eea, il 40% dei rifiuti di plastica annuali è costituito da plastica non da imballaggio, con un trend in aumento e ricadute molto gravi per l’ambiente.

L’Eea propone, per iniziare almeno a capire quanto sono grandi questi flussi e come poterli controllare, di cominciare a raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sui livelli generali del consumo e della produzione di rifiuti in plastica, al momento risultanti non sufficienti. La richiesta è “sviluppare una metodologia più standardizzata per il monitoraggio dei flussi di plastica non da imballaggio nell’Unione europea”, in modo da avere un controllo efficace della quantità totale dei rifiuti di plastica e per poter presentare maggiori informazioni sul piano politico e decisionale.

In Italia è stato sviluppato il Progetto PLASMARE (PLAStiche per nuovi MAteriali mediante un Riciclo Ecosostenibile), grazie alla collaborazione di ESPER Società Benefit Srl con il CNR-ISMN, il CNR-IIA ed il cofinanziamento del Ministero dell’Ambiente. Tale progetto si occupa di dimostrare la fattibilità di una filiera per riciclare le plastiche dure non da imballaggio, sviluppare tecnologie innovative ed ecosostenibili per la separazione delle plastiche dure, incentivare il riutilizzo delle materie prime seconde ottenute in nuovi cicli produttivi, promuovendo l’ecodesign dei prodotti ed applicare le metodologie su scala industriale per un riciclo ottimale del rifiuto e la realizzazione di nuovi prodotti.

Fonte: liberta.it

Riunione comitato scientifico ESPER a Vazon di Oulx

Il 22/10 del corrente anno, tra i paesaggi della Val di Susa e nella splendida frazione Vazon di Oulx, si è tenuta la riunione del Comitato Scientifico di ESPER, ospitata nella splendida casa del Prof. Luca Mercalli.

È stata un’occasione d’oro per permettere al nostro direttore generale e ai direttori tecnici di rivedere alcuni colleghi, ma soprattutto amici, che non si vedevano ormai da più di due anni a causa della recente pandemia che ci ha colpiti. In questa riunione si è fatto il punto su moltissimi argomenti e ci si è aggiornati su molte situazioni riguardanti il mondo nel quale operiamo, vorremmo poterle riportare tutte ma non basterebbero 10 pubblicazioni, quindi riportiamo di seguito gli obiettivi che la ESPER si impegnata a portare avanti durante il prossimo anno coerentemente con gli indirizzi ricevuti dal Comitato Scientifico.

Nel 2022, ESPER è infatti diventata una Società Benefit, poiché ha voluto attribuire sempre più importanza a tutte le attività autofinanziate che già da molti anni porta avanti, come la distribuzione di documenti, libri, pubblicazioni ed un documentario, a titolo completamente gratuito sempre senza scopo di lucro. Con questa modifica della statuto ESPER si è impegnata a destinare ogni anno almeno il 10% degli utili a questo tipo di attività.

Quest’anno il Comitato Scientifico ha deciso di destinare le risorse principalmente su due aspetti, entrambi relativi alla volontà di sostenere una campagna sull’importanza del “vuoto a rendere“, finanziando in primis la traduzione in italiano di una serie di studi fatti da Zero Waste Europe, permettendone così l’uso facilitato e la maggiore diffusione anche in Italia. La seconda iniziativa che è stata individuata come necessaria ed utile, sarà uno studio a cura di ESPER con la supervisione del Comitato Scientifico per quantificare i vantaggi ottenibili dagli enti locali grazie alla diffusione del vuoto a rendere. Tale studio verrà sviluppato coinvolgendo rappresentanti delle amministrazioni pubbliche che già collaborano con ESPER.

Differenziata a Trento: il ‘Grande Fardello’ e il contrasto al ‘disobbediente incivile’

Quando Trento, nel 2006, con il supporto tecnico di ESPER, cominciò a riorganizzare il servizio rifiuti per passare al ‘porta a porta’, i responsabili si chiesero, prima di tutto, come avrebbe reagito i concittadini a un cambio tanto radicale di abitudini. Conoscendone la spiccata attitudine a difendere la sfera del privato, prevedevano che l’ostacolo più difficile, anche più del dover fare i conti con le forti oscillazioni del turismo stagionale e con l’impianto medioevale del centro storico, sarebbe stata la cosiddetta ‘sindrome del Grande Fardello’: il timore, cioè, di vedersi imporre una sorta di faticosa rivoluzione domestica, della cui utilità, oltretutto, non erano affatto convinti. La previsione si rivelò corretta e le contromisure efficaci. «La campagna d’informazione pubblica, mirata, appunto, a dimostrare che un piccolo impegno personale a mettere le mani e soprattutto ‘la testa’, nella pattumiera, poteva generare grandi vantaggi per tutti, riuscì ad abbassare in poche settimane il tasso di diffidenza e insofferenza alla novità. Il piano entrò nella vita di tutti i giorni senza particolari resistenze. E lo dico da semplice cittadino, perché allora non avevo cariche politiche né amministrative», ricorda il sindaco, Franco Ianeselli.

In ogni caso, anche nei due anni di mandato da Sindaco dell’ex segretario generale della Cgil tridentina, Trento ha continuato a scalare la classifica dei comuni ecovirtuosi.

— Trento differenzia oggi l’83.4 per cento dei rifiuti prodotti dai suoi 118 357 mila abitanti, una quota, superiore di 20 punti alla media italiana e di 10 punti della media regionale. Era un obiettivo previsto?

«Posso dire che siamo andati oltre le aspettative. All’inizio gli scettici, quelli abituati a considerare senza valore tutto quel che scartiamo, o a ritenere un insopportabile perdita di tempo lo slalom tra vari tipi di scarto, erano molti. In questi casi, l’informazione diventa strategica, perché è anche formazione».   

— Come è stata accolta la tariffazione puntuale, nel 2013, e qual è il bilancio di questa tassa che fa pagare in base alla quantità di rifiuti, premiando chi ne produce di meno, quindi, si suppone, le famiglie più numerose e meno agiate, ma penalizzando chi ‘consuma e spreca’ di più?

«È stata accolta bene e per quel che deve essere: una misura di equità, che va comunque calibrata, non brandita come una spada. Noi aiutiamo, ad esempio, chi è costretto a usare grandi quantità di pannolini, pannolini e altri presìdi: per i bambini, 40 euro l’anno fino ai tre anni; per gli anziani, la parte del servizio relativa ai rifiuti sanitari è gratis; per i malati di lungo decorso, sono previste altre formule di sconto».

— Quanto è diffuso il fenomeno della dispersione dei rifiuti e come fate a tenerlo sotto controllo?

«È innegabile che ‘sacchetto selvaggio’ ci sia anche da noi, ma non è un fenomeno molto diffuso o che ci assilla particolarmente. Lo contrastiamo con fototrappole fisse e droni, o proviamo a risalire ai responsabili cercandone la ‘firma’ all’interno del rifiuto. Spesso li cogliamo sul fatto grazie alle segnalazioni». 

— Avete elaborato un identikit del ‘disobbediente incivile’?

«A parte i tanti incivili nati e cresciuti qua, dal punto di vista percentuale è un fenomeno legato, più che all’inciviltà, a diversità culturali che vanno ricondotte con una paziente e un’opportuna informazione alle necessità della convivenza. Chi arriva qui da lontano porta con sé tradizioni, abitudini e automatismi cristallizzati in ambienti e climi molto differenti, che si manifestano anche nel quotidiano e sono dure da scalfire. In questo caso l’esperienza insegna che gli ambasciatori più efficaci sono i bambini in età scolare, che possono orientare gli adulti verso nuovi comportamenti senza suscitare il sospetto di tradire le proprie radici».   

— L’esperienza dice anche che dai livelli cui siete arrivati, guadagnare altri punti nella differenziata sarà sempre più difficile e costoso. Quali obiettivi vi siete dati e come farete a raggiungerli?

«Andremo avanti come sempre, limando giorno per giorno le imperfezioni del servizio, consapevoli che una quota di rifiuti indifferenziati resterà sempre, come dimostra anche il fatto che al vertice della classifica, appunto, tutte le amministrazioni si stanno allineando verso gli stessi valori e le differenze tendono ai decimali».

— Che orientamento ha il Comune di Trento sugli inceneritori, o termovalorizzatori che dir si vogliano?

«Non facciamo barricate. Affinando il percorso di separazione, la qualità dei rifiuti riciclabili aumenterà, e con quella aumenteranno le possibilità e i volumi da ritrasformare in materie prime. Ma dal momento che una parte, pur minima, di indifferenziato è inevitabile, e che, prima o poi, le discariche si riempiono — la nostra, infatti, è colma — confidiamo nell’evoluzione tecnologica, che oggi vede già all’opera nel mondo impianti termici capaci di scomporre gli scarti negli elementi chimici fondamentali, recuperando energia, ma senza produrre inquinamento e gas serra».

A cura di Igor Staglianò

I record di Fiumicino: «se ce l’abbiamo fatta noi…»

Dal 38 per cento del 2016 all’attuale 80, il Comune di Fiumicino ha scalato a passo di carica la montagna della raccolta porta a porta, dopo aver liquidato la municipalizzata ed esternalizzato il servizio perché la «differenziata stradale non funzionava, non portava miglioramenti e non permetteva di controllare la qualità dei rifiuti». Più che da quelli, però, la montagna era rappresentata dalla stessa fisionomia della città alle porte di Roma, fatta di aree densamente abitate e di zone rurali: estendere il porta a porta a tutti gli 85 mila concittadini, superando le diversità urbanistiche e logistiche, per il trentenne Enzo Di Genesio Pagliuca, vicesindaco Pd e consigliere dal 2011, è stata la vera palestra politica. Tante le difficoltà, racconta, ma tutte superate sul campo, sperimentando e collaborando, caso per caso, o meglio, casa per casa.

«Nelle zone a maggior densità —sottolinea il vicesindaco Pagliuca—, come il nuovo quartiere San Leonardo, tra palazzi di dieci piani con centinaia di appartamenti, dove era difficile fare accettare i bidoni condominiali, i condòmini si sono messi d’accordo, distribuendosi i compiti per radunare e poi esporre all’esterno i rifiuti che in un primo tempo andavano accumulandosi negli androni. Il meccanismo oggi funziona come un orologio. Nella zona rurale i problemi della raccolta erano anche più imprevedibili, legati alla frequenza, all’effetto della temperatura sui rifiuti, all’opera degli animali, ma anche lì abbiamo preso le misure». Per un comune turistico, oltretutto, i problemi si moltiplicano nrel periodo estivo. «Fiumicino ha 800 strutture di somministrazione, tra ristoranti e stabilimenti balneari, cui si aggiungono i rifiuti di due milioni di turisti all’anno: un carico che stiamo imparando a fronteggiare, calibrando le forze in base alle previsioni».

— Ma i costi di un porta a porta così spinto?

«Milioni di euro in più, ma vendiamo i materiali separati ai consorzi che li riciclano. Così, negli ultimi nove anni, da quando il centro-sinistra guida il Comune, siamo riusciti a non alzare di un centesimo la Tari, senza contare che Fiumicino è vistosamente più pulita e, aggiungo, che la differenziata domestica è fondamentale per educarci alla gestione consapevole dei rifiuti. In ogni caso, non dimentichiamo che 13 anni fa, quando chiuse la discarica di Malagrotta, l’indifferenziato, che era quasi il totale dei rifiuti conferiti, ci costava 70 euro a tonnellata, e ora ne costa quasi 200. Se non lo avessimo ridotto dell’80 per cento, la spesa sarebbe insostenibile».

— L’aeroporto Leonardo da Vinci come viene gestito?

«Per fortuna gestisce in modo indipendente i rifiuti dei suoi 44 milioni annuali di arrivi».

—Vi siete avvalsi di consulenti esterni?

«Sì, in particolare di E.S.P.E.R, che ci ha seguito a lungo ed anche attualmente, prima come supporto tecnico per lo sviluppo del progetto, poi come direzione per l’esecuzione del contratto. Professionisti del settore molto qualificati che operano solo per soggetti pubblici e che hanno curato anche la redazione del Piano regionale per la gestione dei rifiuti».

— Dove sono stati più utili?

«Nella corretta gestione della plastica in particolare, anzi, delle plastiche. Sono i materiali che ormai incidono di più sui costi, perché sono i più voluminosi».

— E la tariffazione puntuale, cioè ‘pago-per-i-rifiuti-che-produco’?

«È un passaggio importante per raggiungere i nostri prossimi obiettivi, che sono l’ulteriore riduzione sia della quota di rifiuti indifferenziati, sia della Tari, attraverso un sistema di sconti, legati, ad esempio, all’uso delle compostiere, all’età, al reddito, al numero di componenti la famiglia. La tariffa a volume è prevista nel nuovo piano rifiuti regionale, insieme a una forte campagna di informazione. Partirà dopo l’estate per le utenze commerciali, che ne avranno anche un vantaggio economico, perché prima, quando superavano una certa quantità, erano costrette a stipulare contratti a parte, mentre così non ci saranno limiti. Poi sarà allargata alle utenze domestiche».

— Inceneritori?

«Non ci servono, puntiamo a diminuire lo scarto migliorando la selezione, specie quella più problematica dei vari polimeri plastici, ma anche quella degli scarti umidi che oggi costa da smaltire ben 130 euro a tonnellata. Per questo, abbiamo deciso di girare al gestore i proventi della vendita dei materiali riciclati».

— Come combattete ‘Sacchetto Selvaggio’?

«La rimozione è compresa nel nuovo contratto con la ditta. Questo, insieme alle fototrappole, servirà a tenere pulite le strade e a disincentivare eventuali interessi di parte che contribuiscono ad aumentare il fenomeno».

— Giusto a un tiro di sacchetto da qui, c’è Roma, della quale Fiumicino faceva parte fino al 1992. Un paragone è inevitabile…

«Con tutte le differenze e le difficoltà della Capitale, il nostro Comune, per la sua estensione, la varietà ambientale — comprende anche riserve naturalistiche e archeologiche — e la complessità urbanistica e sociale, rappresenta un modello plausibile dei problemi di una grande città. Va anche detto che l’integrazione è essenziale: il nostro nuovo impianto per gli umidi, a Maccarese, potrà accogliere sessantamila tonnellate, di cui diecimila di Fiumicino e il resto a disposizione dei comuni vicini. Insomma, mi sembra di poter dire che se ce l’abbiamo fatta noi…».

A cura di Igor Staglianò

Nuove linee guida per i centri del riuso nel Lazio

Approvata dalla Giunta Regione Lazio la delibera riguardante le “Linee guida ai Comuni per la realizzazione e gestione dei centri del riuso”, proposta dall’assessore Massimiliano Valeriani e dall’assessora Roberta Lombardi, redatta grazie al supporto tecnico di Esper e che contiene al suo interno molte iniziative di finanziamento, potenziamento e monitoraggio di tali strutture, promuovendo anche una grande sinergia tra i vari centri sparsi sul territorio. Viene inoltre fornito un inquadramento regolamentare non solo ad ambito regionale ma anche nazionale ed europeo.

Dalle parole di Massimo Valeriani si evince quanto questa disposizione sia importante per gli obiettivi contenuti nel Piano regionale dei rifiuti poiché il centro del riuso è uno dei punti nevralgici per il recupero, il riciclo e il riutilizzo dei materiali permettendo a questi rifiuti di non essere direttamente smaltiti, riducendo molto l’impatto ambientale.

L’assessora Roberta Lombardi mostra come, con un buon 22%, l’Italia è al primo posto nell’UE in termini di utilizzo della circolazione dei materiali e che punta a raggiungere il 30% entro il 2030, con una riduzione dei rifiuti in linea con gli scopi del PNRR.

Il Direttore generale di ESPER, Attilio Tornavacca, evidenzia che “l’illustrazione e l’analisi delle realtà citate in queste linee guida rappresenta una formidabile raccolta di esperienze da cui trarre spunto. Le esperienze censite più interessati sono quelle che, al netto di contributi pubblici acquisiti per le spese di investimento iniziali per l’avvio del Centro del Riuso, riescono poi ad autosostenere economicamente la propria gestione quotidiana senza dover ricorrere a sovvenzioni pubbliche”.

Si rimanda al seguente link per consultare le linee guida complete: https://www.legislazionetecnica.it/system/files/fonti/allegati/22-6/8866300/La_21062022_458.pdf

Esper è orgogliosa di annunciare che da quest’anno diventa Società Benefit

Abbiamo voluto dare ancora più importanza alle attività autofinanziate per la diffusione di buone pratiche riguardanti l’ambiente e la corretta gestione dei rifiuti, diventando a tutti gli effetti Società Benefit. Con questo titolo ci impegniamo a destinare ogni anno almeno il 10% degli utili alla diffusione gratuita di materiali disponibili per Comuni, scuole, professionisti del settore o chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo. Tutto ciò è possibile anche grazie ad una scelta che è stata presa fin dalla creazione dell’azienda: non destinare fondi in pubblicità. Tutto ciò per un motivo molto preciso, crediamo che nel nostro settore, la migliore pubblicità che può essere fatta, è il passaparola tra i soggetti per i quali abbiamo lavorato e quelli interessati al nostro lavoro. Negli anni ci ha permesso, non solo di essere conosciuti in tutta Italia ed all’estero per i lavori svolti con grande passione e dedizione, ma anche di concentrare parte degli utili alla continua diffusione di conoscenze e notizie legate all’ambiente e alla sostenibilità attraverso articoli, pubblicazioni, libri, blog e documentari (ad esempio, grazie alla preziosa collaborazione dell’Associazione Comuni Virtuosi, il docu-film “Sogni Comuni”), sempre senza alcuno scopo di lucro.