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Giornata Mondiale del Riciclo 2021: grazie al riciclo degli imballaggi cellulosici, risparmiate oltre 1 milione di tonnellate di emissioni di CO2 nel 2019

Il 18 marzo è la Giornata Mondiale del Riciclo, ricorrenza dedicata a celebrare l’importanza della corretta differenziazione dei rifiuti per lo sviluppo di un’economia circolare, che valorizzi appieno le risorse e tuteli il futuro del pianeta, sulla quale basare la ripresa post pandemia.

Un obiettivo possibile attraverso l’impegno di istituzioni e governi, ma per raggiungere il quale sono indispensabili anche le buone pratiche sostenibili che fanno parte della nostra quotidianità, ancora più importanti nei momenti difficili come l’anno appena trascorso. Tra queste, spicca senza dubbio la raccolta differenziata, alla quale gli italiani hanno dimostrato di saper guardare con rinnovata responsabilità e attenzione.

Secondo un recente studio Astra Ricerche commissionato da Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, infatti, per 9 italiani su 10 la raccolta differenziata di carta e cartone è un’abitudine quotidiana irrinunciabile, che si è ulteriormente consolidata proprio durante la pandemia. Questo risultato si innesta in un sistema già ampiamente efficiente, che vede l’Italia ai primi posti in Europa con un tasso di riciclo degli imballaggi in carta e cartone che nel 2019 si è attestato all’81%  – ben oltre gli obiettivi di riciclo previsti al 2025 (75%) e vicino all’85% fissato dall’UE per il 2030 – e la raccolta differenziata urbana di carta e cartone che ha raggiunto i 3,5 milioni di tonnellate.

Una tale quantità di materiali cellulosici correttamente differenziati certifica l’affidabilità del sistema di recupero e riciclo in Italia, che ha saputo reggere anche durante i mesi più difficili della pandemia. Risorse preziose in grado di alimentare ulteriormente la circolarità della filiera cartaria che già oggi basa i57% della produzione nazionale sull’utilizzo delle fibre di riciclo. Nel 2019, se si considera solo il riciclo degli imballaggi in carta e cartone, il settore ha risparmiato più di un milione di tonnellate di materia prima vergine, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per quasi 1,1 milioni di tonnellate*” – commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco.

Con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza della raccolta differenziata e far conoscere il funzionamento della filiera del riciclo di carta e cartone, Comieco organizza la Paper Week, una settimana di eventi digitali in programma dal 12 al 18 aprile prossimi. Il calendario degli appuntamenti include iniziative divulgative dedicate al grande pubblico – tra cui spicca la prima edizione interamente virtuale e interattiva di RicicloAperto, l’ormai consueto “porte aperte” della filiera del riciclo della carta che in 20 anni ha coinvolto oltre 300.000 studenti in tutta Italia e che, oggi, porta il “ciclo del riciclo” di carta e cartone nelle case di tutti gli Italiani – accanto a momenti di approfondimento e dibattito rivolti a stakeholder e pubblici specializzati.

Il programma completo e tutti i dettagli di partecipazione saranno presto disponibili sul sito di Comieco.

*fonte: Green Economy Report CONAI

Fare la differenza attraverso semplici gesti

Sono poche e semplici le regole per differenziare carta e cartone in modo corretto: ognuno di noi, rispettandole, può apportare un prezioso aiuto e contribuire al raggiungimento di risultati collettivi importanti.

1.         Ogni rifiuto al suo posto! Carta e cartone da riciclare vanno collocati all’interno degli appositi contenitori; 

2.         Si chiama “carta”, va bene? Non sempre! Materiali come la carta oleata, ad esempio, non vanno con la carta. Così come la carta stagnola…

3.         E il sacchetto in cui tengo la carta da buttare? Se è di plastica, non va con la carta!

4.         Solo carta e cartone puliti. Gli imballaggi con residui di cibo, o sostanze chimiche/velenose, non vanno con carta e cartone

5.         I fazzoletti di carta? Nemmeno loro vanno con la carta perché, anche se puliti, sono anti spappolo e difficili da trattare

6.         Diventa rompiscatole! Scatole e scatoloni vanno appiattiti e compressi per ridurne il volume

7.         E gli scontrini? Non vanno gettati con la carta perché sono fatti con carte termiche che generano problemi nel riciclo

8.         Niente scotch! Tutti i pacchi o gli scatoloni vanno ripuliti da nastro adesivo o parti metalliche

9.         Dubbi sui cartoni per liquidi? Questi imballaggi si riciclano con la carta ma ogni Comune ha la sua modalità di raccolta. Informati sul corretto conferimento nella tua zona

Carta, ecco le proposte della filiera per il Recovery Plan

Federazione Carta Grafica, Comieco  e Unirima hanno presentato “La Carta per il #RecoveryPlan”. Biodegradabile, Riciclabile, Compostabile e Rinnovabile: quattro virtù che fanno della carta un attore naturale degli obiettivi sostenibili alla base del PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza – per l’utilizzo delle risorse del #RecoveryFund assegnate all’Italia. Con “La Carta per il #RecoveryPlan”, la filiera presenta le sue proposte per inserirsi nel PNRR e dare un contributo alla transizione ecologica e allo sviluppo di modelli industriali ancora più efficienti, sostenibili e tecnologici.

Come funziona il sistema industriale
Il sistema industriale che ruota attorno alla carta è un esempio di filiera virtuosa, con un tasso di circolarità (rapporto tra materie prime secondarie e la produzione di carta e cartoni) pari al 57%, con punte di eccellenza nel settore degli imballaggi dove è stato raggiunto l’81% di riciclo. In Italia si riciclano 8 imballaggi su 10 e la carta può essere reimmessa nel processo produttivo fino a 7 volte, con oltre la metà dei residui di processo avviato al recupero. Uso di materiali rinnovabili, riciclo e economia circolare rappresentano strumenti fondamentali per conseguire il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di CO2. L’insieme dell’industria italiana nel 2018, attraverso l’uso di materie seconde, ha evitato il consumo di 23 milioni di TEP – tonnellate equivalenti di petrolio (14,6% della domanda interna di energia) e la produzione di 63 milioni tonnellate di CO2 (14,8% delle emissioni nazionali di CO2).

Le proposte
“La proposte si muovono su tre direttrici principali – spiega Girolamo Marchi, Presidente della Federazione Carta e Grafica. – La prima proposta per il #RecoveryFund” è mettere la filiera nella condizione di aumentare la capacità di riciclo della carta da riciclare da parte delle  cartiere e degli scarti al servizio dell’ambiente e dell’efficienza energetica. Aumentando l’utilizzo dei materiali prevalentemente rinnovabili (fanghi e residui), scartati dai processi di lavorazione si possono produrre bio-combustibili integrando il gas, ad oggi la fonte che alimenta in cogenerazione il comparto cartario in Italia e in Europa (il consumo nel 2019 è stato di 2,5 miliardi di mc)”.
La seconda proposta è quella di promuovere la ricerca e lo sviluppo a livello industriale di nuovi processi e nuovi prodotti necessari a sostituire quelli impattanti sull’ambiente. A questo proposito, Amelio Cecchini, Presidente di Comieco, commenta “Le caratteristiche della carta fanno sì che il settore cartario abbia un importante campo di espansione industriale nella creazione di nuove filiere dell’imballaggio bio-based, riciclato e riciclabile, così come di prodotti mono-uso ad alto contenuto di riciclo, rinnovabili e riciclabili che rispondono anche alle nuove abitudini di acquisto e consumo degli Italiani. Grazie a questo, gli investimenti in R&D possono aiutare così a migliorare anche la qualità delle oltre 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte tramite i circuiti comunali e, di conseguenza, il valore della materia prima seconda generata” Per l’Italia si tratta dunque di una grande opportunità non solo ambientale, ma anche economica.
La terza proposta della filiera riguarda lo sviluppo ulteriore della digitalizzazione per migliorare la logistica e la tracciabilità dei rifiuti e degli scarti. Federazione Carta  e e Grafica, Comieco e Unirima ritengono strategico il processo di upgrade tecnologico innescato negli ultimi tre anni dal Piano Industria 4.0 e suggeriscono, pertanto, l’introduzione di incentivi gli investimenti aziendali in infrastrutture digitali per ottimizzare la logistica dei flussi di carta da riciclare e la tracciabilità, facilitando il riciclo delle diverse frazioni.

“Favorire investimenti che puntino al rinnovamento tecnologico degli impianti è fondamentale per migliorare la sostenibilità del processo di trasformazione del rifiuto in materia prima secondaria. Attraverso strumenti di trattamento più avanzati sarà così possibile aumentare anche la qualità del materiale riciclato ottenuto dagli impianti di recupero/riciclo – commenta Giuliano Tarallo, Presidente Unirima. – Le risorse del #RecoveryFund devono migliorare la circolarità, che costituisce un asse essenziale per il #Next Generation UE e lo sviluppo del Paese. Ciò anche grazie alla sostenibilità della filiera della carta, che si integra con innovazione e digitalizzazione” conclude Marchi.

Fonte: e-gazette

La Sicilia spinge la raccolta differenziata di carta e cartone crescendo del +15,9%

Con quasi 16 punti percentuali in più rispetto al 2018, la Sicilia mette a segno il maggior incremento annuo nella raccolta differenziata di carta e cartone, trainando la forte crescita registrata in tutto il Sud Italia.  Secondo i dati contenuti nel 25° Rapporto annuale sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia curato e diffuso da Comieco, infatti, nel 2019 in Sicilia sono state raccolte e avviate al riciclo 162.689 tonnellate di carta e cartone, rivelando una crescita particolarmente consistente rispetto alle 140.423 tonnellate del 2018. La quota media pro-capite, invece, è pari a 31,9 kg.
L’eccellente risultato registrato in Sicilia è la migliore espressione di un generale miglioramento registrato soprattutto nelle regioni italiane meridionali. Complimenti a tutti i siciliani per il sempre maggior impegno che stanno mettendo nello svolgimento della raccolta differenziata, pratica sostenibile essenziale per la società intera” – spiega Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco. “Comieco ha gestito direttamente 144.854 tonnellate – ovvero l’89% del totale –  riconoscendo ai Comuni convenzionati corrispettivi economici che hanno superato i 7,82 milioni di euro.”I dati per provincia

Disaggregando il dato complessivo su base provinciale, troviamo andamenti diversi: in provincia di Agrigento sono state raccolte 15.601 tonnellate di carta e cartone, pari a 34,8 kg pro-capite; in quella di Caltanissetta le tonnellate sono state 11.251 tonnellate e 41,1 kg il pro-capite; in provincia di Catania 39.375 tonnellate di carta e cartone raccolte, pari a una raccolta media pro-capite di 35,3 kg; ad Enna 4.788 con 28 kg/ab; in provincia di Messina sono state raccolte 
20.454 tonnellate con una media pro-capite di 31,7 kg; in quella di Palermo 27.981 tonnellate pari a una media pro-capite di 21,9 kg; in provincia di Ragusa le tonnellate sono state 12.139 con una media pro-capite di 38,1 kg; in quella di Trapani sono state raccolte 16.254 tonnellate di carta e cartone, pari a 37,3 kg/ab mentre in provincia di Siracusa con 14.846 tonnellate e 36,6 kg pro-capite.Un’abitudine virtuosa sempre più diffusa 

È lecito affermare che il primato nell’incremento annuo di raccolta differenziata di carta e cartone in Sicilia vada interpretato come un ottimo risultato frutto di investimenti mirati e da una coscienza ambientale sempre più diffusa.
Secondo una recente ricerca quantitativa condotta da Astra Ricerche per Comieco, le risposte fornite dagli intervistati siciliani sono percentualmente in linea con quanto affermato dalla media dei connazionali. L’86% dei siciliani si dichiara infatti preoccupato per il tema ambientale a livello mondiale e il 69% si impegna nell’adozione di comportamenti sostenibili. Lievemente inferiore alla media nazionale del 79,7% è la percentuale dei siciliani (75%) che, come pratica sostenibile, fa “sempre/spesso” la raccolta differenziata, attività in cui i cittadini si danno comunque un voto ben più che sufficiente, attestandosi – in una scala da 1 a 10 – su una media di 7,39 (media nazionale 7,50).
Per ottenere informazioni o risolvere i dubbi quotidiani in tema di raccolta differenziata, gli abitanti della Sicilia sfogliano principalmente la guida cartacea fornita dal Comune (40%) e cercano sui motori di ricerca (40%), ma visitano anche il sito del Comune (26%) o siti dei consorzi per il riciclo come Comieco (15%), chiedono informazioni a familiari ed amici (15%), oppure si affidano ad una app specifica sul proprio smartphone (13%). Quando non sa cosa fare, per fortuna, solo il 3% degli intervistati dichiara di non informarsi e di mettere tutto nell’indifferenziata.La raccolta differenziata di carta e cartone in Italia 

A livello nazionale, la raccolta differenziata di carta e cartone ha fatto registrare nel 2019 una crescita del 3% e complessivamente sono state raccolte 3,5 milioni di tonnellate. L’eccellente stato di salute del settore trova conferma anche nel tasso di riciclo degli imballaggi a base cellulosica, attestatosi all’81% con un ritmo di crescita che rende fattibile centrare l’obiettivo dell’85% fissato dall’Unione Europea al 2030. 
Nel 2019, inoltre, è emerso un importante miglioramento sotto il profilo qualitativo dei materiali a base cellulosica avviati al riciclo, con l’incidenza delle impurità nella raccolta differenziata svolta dalle “famiglie” tornata sotto la soglia del 3%, mentre viene confermata l’eccellente qualità delle raccolte sui circuiti “commerciali”.

Fonte Eco dalle Città

Rapporto Comieco, cresce del 3% il riciclo carta in Italia nel 2019

La raccolta differenziata di carta e cartone non arresta la sua corsa e anche nel 2019 conferma il trend degli ultimi anni, migliorando le performance nazionali del 3%. Con 100mila tonnellate in più rispetto al 2018, viene superata quota 3,5 milioni di tonnellate differenziate dai cittadini, con un pro-capite di 57,5 kg/ab. È quanto rileva Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica, nel suo Rapporto annuale sulla raccolta differenziata e riciclo di carta. I nuovi dati trovano spiegazione in due diversi fattori: da una parte l’impegno sempre crescente dei cittadini nel fare la raccolta differenziata, dall’altra una filiera efficiente – quella del riciclo – che non si è mai fermata, nemmeno in pieno lockdown.
 
Quanto al tasso di riciclo di carta e cartone in Italia, si attesta all’81%, vicino agli obiettivi previsti dalle Ue per il 2030 (85%). Il gap tra le macroaree Nord, Centro e Sud intanto si riduce. Rispetto al 2018, il Sud Italia supera le 873mila tonnellate, pari a un +8,5%, portando a 41,8 kg la raccolta pro-capite e superando per volumi raccolti le regioni dell’Italia Centrale. A tirare le fila di questa progressione è la Sicilia, con un +15,9%, seguita dal Molise (+12,5%) e dalla Calabria (+9,3%). Nel Centro Italia sono state raccolte oltre 841mila tonnellate di carta e cartone (+2,8% vs. 2018), per una media pro-capite di 69,0 kg. La Toscana guida gli incrementi, mettendo a segno un +4,4%. Malgrado il segno positivo riscontrato in tutte le Regioni, il Centro continua a pagare dazio alle problematiche nella raccolta rifiuti a Roma, che frenano il raggiungimento di risultati in linea con il potenziale. Il Nord Italia si conferma primo nella raccolta differenziata di carta e cartone con 1,8 milioni tonnellate (+0,6%). In volumi la migliore è la Lombardia, con poco meno di 568mila tonnellate, mentre l’Emilia-Romagna si conferma leader per raccolta media pro-capite con 85,2 kg. L’incidenza delle impurità nella raccolta differenziata di carta e cartone svolta dalle “famiglie” torna sotto la soglia del 3%.

Le dichiarazioni – “Adesso è il momento dell’impiantistica”, dichiara il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che giudica troppo poche le sette cartiere del Mezzogiorno. Il ministro punta sul recovery plan per l’apertura di nuovi stabilimenti e sprona le regioni, che hanno appena acquisito la competenza sulla valutazione dell’impatto ambientale, a cogliere “fino in fondo questa opportunità”. Questa posizione è accolta con soddisfazione dal presidente di Comieco, Amelio Cecchini. “Creando questi impianti – dice Cecchini – si crea lavoro, si crea ricchezza e si porta in pareggio la bilancia dei pagamenti perché non importeremmo più carta ma utilizzeremmo la nostra”.

Fonte: E-Gazette

Covid-19 e plastica: + 8% di imballaggi gestiti da Corepla nel bimestre marzo-aprile 2020

Prima parte di uno studio di Corepla in collaborazione con SUSDEF Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile fotografa la reazione del sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi alle restrizioni imposte dal lockdown di marzo e aprile 2020

Quanto e come hanno inciso i mesi di lockdown sulla filiera della raccolta e del trattamento degli imballaggi in plastica e quali indicazioni giungono da un periodo così difficile per prospettare un futuro di maggiore efficienza in questo ambito? Domande a cui ha tentato di dare risposta uno studio avviato da Corepla, il Consorzio nazionale senza scopo di lucro per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, in collaborazione con SUSDEF la Fondazione Sviluppo Sostenibile.

La prima parte dello studio è stata presentata oggi nel corso di un webinar dal titolo “Raccolta e Riciclo degli Imballaggi in Plasticaun’opportunità di crescita sostenibile per il Paese • Gli effetti del Covid-19 sulla filiera della gestione dei rifiuti di imballaggi in plastica”, appuntamento d’avvio del nuovo ciclo dei Corepla Green Talks. Lafotografia registra, in prima battuta, un incremento dell’8% dei quantitativi di rifiuti di imballaggio in plastica gestiti da Corepla nel bimestre marzo-aprile 2020, in rapporto allo stesso periodo del 2019; un aumento, quest’ultimo, in controtendenza rispetto alla riduzione dei consumi (-4%) e della produzione dei rifiuti urbani (-10/14%) del medesimo periodo. La quarantena ha indotto importanti modifiche nei comportamenti dei consumatori, che hanno privilegiato l’acquisto di generi alimentari imballati, incrementato gli acquisiti online e del  cibo da asporto. Nel secondo bimestre 2020 sono cresciuti anche i quantitativi sia dei rifiuti di imballaggio avviati a riciclo sia di quelli valorizzati tramite recupero energetico. 

Nello stesso periodo, una forte criticità si è manifestata sia a causa della chiusura delle attività commerciali e produttive, sia per il brusco arresto dell’export dei rifiuti urbani: in 7 settimane di lockdown è stata bloccata l’esportazione di oltre 16.000 tonnellate di rifiuti urbani.  In più, il blocco quasi totale del settore delle costruzioni ha fortemente ridotto l’utilizzo della porzione di imballaggi non riciclabili meccanicamente (Plasmix) come combustibile nei cementifici. Tale settore rappresenta il 75% circa dell’utilizzo del Plasmix.

Queste cause, unite alla saturazione della capacità disponibile negli impianti nazionali nel secondo bimestre 2020, hanno provocato da una parte l’aumento della quota di rifiuti di imballaggio destinata a riciclo in impianti esteri (+27%, ovvero 3mila tonnellate) e dall’altra, la crescita della percentuale conferita a termovalorizzazione. La chiusura di alcune settori operativi utilizzatori di materie prime seconde, le forti difficoltà nella movimentazione delle merci e la ridotta capacita disponibile negli impianti di termovalorizzazione hanno spinto, come ultima ratio, anche alla crescita del conferimento in discarica (circa 42mila tonnellate in più rispetto all’anno precedente).  

In sostanza, il sistema ha dato prova di grande resilienza, riuscendo ad  individuare soluzioni senza ulteriori ripercussioni sulla collettività per garantire lo svolgimento del servizio essenziale anche in un momento di enorme criticità. La tenuta del sistema è stata  garantita grazie a interventi straordinari in assenza dei quali la filiera avrebbe rischiato la chiusura e che hanno evidenziato le carenze strutturali impiantistiche e del mercato nazionale delle materie prime seconde, rispetto alle quali occorrerà lavorare di concerto con le istituzioni per evitare crisi future. 

Il Governo rischia di mandare “al macero” il riciclo della carta

Preoccupa molti addetti ai lavori la decisione del Ministero dell’Ambiente di assimilare rifiuti speciali recuperabili (gestiti soprattutto da privati) e rifiuti urbani (gestiti dai Comuni): “Un colpo mortale” per Unirima, “un intero settore cancellato per legge”

Insieme ai rifiuti il Governo con una modifica normativa rischia di mandare “al macero” interi comparti del settore, come quello del riciclo di carta e cartone. A quel punto sì definitivamente carta straccia anche dal punto economico. Si stanno domandando in tanti il perché della scelta del Ministero dell’Ambiente di assimilare rifiuti speciali recuperabili e rifiuti urbani. Già bell’e definita, scritta nero su bianco nel decreto con cui il Governo si appresta a recepire la direttiva quadro europea sui rifiuti, al centro della discussione in corso nelle Commissioni Ambiente di Camera e Senato. Un tecnicismo, si dirà, magari un modo per semplificare le cose, in fondo sempre di rifiuti si tratta.

E invece no. Perché i rifiuti urbani sono gestiti dai Comuni, quelli speciali riciclabili in gran parte dai privati. E dunque, far passare il testo che ha già incassato il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni, così come è scritto, senza eliminare quell’equiparazione nella catalogazione tra le due tipologie di rifiuti, significherebbe innescare un effetto domino sul mercato, con ripercussioni negative su alcuni comparti del settore.PUBBLICITÀ

Quello del recupero e del riciclo di carta e cartone, ad esempio, come fa notare Francesco Sicilia, che parla di “colpo mortale”. Il direttore generale dell’Unirima, l’Unione nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, si dice “fortemente preoccupato” e per più di una ragione. La prima deriva dal fatto che a differenza dei rifiuti urbani, di proprietà dei Comuni, quelli speciali recuperabili sono in gran parte gestiti da privati, dal cosiddetto mercato. “Con la “trasformazione” decisa dal Ministero – spiega Sicilia – oltre otto milioni di tonnellate di rifiuti speciali riciclabili diventati di colpourbani verrebbero sottratte al mercato delle imprese del riciclo, per essere sottoposte alla privativa comunale, con gravi ripercussioni economiche e perdita di competitività del settore”.

Una vera e propria “distorsione del sistema”, rincara la dose il direttore generale di Unirima, prefigurando il rischio di un quadro di incertezza sulle attività di riciclo che, numeri alla mano, nel nostro Paese sviluppano oltre 2 miliardi di euro di investimenti e collocano l’Italia, con il 2,1%, al primo posto tra i maggiori paesi europei per quota di occupati nell’economia circolare, davanti a Spagna (2%), a Regno Unito (1,6%), Francia (1,5%) e Germania (1,5%) – la media Eu è pari all’1,7%.

Né la scelta del ministero può essere motivata sulla base di eventuali inefficienze del sistema di gestione dei rifiuti speciali recuperabili perché “come si evince dati in tale settore siamo leader in Europa. In un paese con carenza cronica di materie prime come il nostro, tale comparto rappresenta da sempre un’eccellenza e in alcuni settori – come la carta – dove la raccolta da rifiuti speciali pesa per circa il 60% ed è gestita da imprese private, l’Italia ha raggiunto con 10 anni di anticipo gli obiettivi che la comunità europea si è data per il 2025”, ragiona Sicilia. E aggiunge: “il legislatore europeo ha voluto precisare che le definizioni di rifiuti “urbani” e “rifiuti simili” sono tali solo ed esclusivamente ai fini dei calcoli degli obiettivi di riciclo fissati nella direttiva, non per affidarne la gestione e quindi “la privativa” esclusivamente ai Comuni”.

Allora che fare? La soluzione, per Unirima, è mantenere inalterata la distinzione tra rifiuti speciali riciclabili e rifiuti urbani e nella gestione, tra pubblico e privato recependo così com’è la direttiva quadro europea che ha come obiettivo quello di rendere il più possibile circolare l’economia, incentivando recupero e riutilizzo. Ma, altro che mercato ed economia circolare, le modifiche introdotte dal Ministero dell’Ambiente, “somigliano piuttosto a una statalizzazione forzata del sistema”. Sfugge ai più l’obiettivo finale: c’è chi sostiene possa essere quello di aumentare la base imponibile della tassazione alle attività che producono rifiuti speciali riciclabili. “Il motivo non mi è chiaro – taglia corto Sicilia – so per certo però che se non si tornasse indietro, un intero settore, vitale per l’economia del Paese, verrebbe cancellato per legge”.

Fonte: Huffington Post

Osservatorio Comieco-Ipsos: ’ La raccolta differenziata si conferma indicatore importante di responsabilità civile’

Dall’Osservatorio Comieco-Ipsos 2020 emerge il risveglio del senso civico degli italiani. Il lockdown sembra aver mitigato l’inclinazione al “familismo amorale” a favore di atteggiamenti più rispettosi nei confronti della collettività

Comiecoha reso disponibile l’edizione 2020 dell’Osservatorio sul Senso Civico degli Italiani realizzato in due tranche, una a febbraio e la seconda a maggio 2020in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Ipsos. Svolta a cadenza annuale o biennale dal 2001, l’indagine Comieco-Ipsos di quest’anno fornisce un contributo analitico e di conoscenza particolarmente significativo a fronte dell’evento globale che ha contrassegnato il primo semestre 2020: l’epidemia di COVID-19.

Malgrado lo stravolgimento della quotidianità dovuto all’emergenza sanitaria, 1 italiano su 2 ha dichiarato di prestare maggiore attenzione alle abitudini che hanno a che fare con le regole di convivenza civile. Tra queste spicca la raccolta differenziata che per il 30% degli intervistati è stata fatta anche più diligentemente” – commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco. “In particolare La filiera della raccolta differenziata di carta e cartone ha continuato a garantire l’efficienza del riciclo anche in piena pandemia. Solo nei mesi di marzo, aprile e maggio Comieco ha erogato ai Comuni in convenzione per i servizi di raccolta oltre 30 milioni di euro. In definitiva possiamo dire con orgoglio che tutto il sistema della raccolta differenziata ha tenuto in un momento difficile, anche grazie all’impegno e alla collaborazione dei cittadini”.

Noi & gli altri prima e dopo la “Fase 1”

Lo spartiacque costituito dalle drastiche misure di distanziamento sociale emerge chiaramente nella crescita dell’attenzione e della fiducia degli italiani nei confronti degli altri e della collettività. Rispetto a prima dell’epidemia, infatti, cala di 4 punti – dal 26% al 22% – la percentuale di coloro che considerano che la principale responsabilità di una persona sia verso la propria famiglia e non verso la collettività. È lecito perciò affermare che la pandemia abbia mitigato quella inclinazione al “familismo amorale” che era aumentata costantemente da inizio millennio (11% nel 2001, 28% nel 2018), accelerando peraltro un trend in discesa già in atto.

Rispetto alla rilevazione di febbraio, inoltre, cresce il consenso verso affermazioni di fiducia nei confronti degli altri (+4%).

Responsabilità civile

Messi di fronte alla situazione emergenziale del tutto inedita, gli italiani hanno riscoperto una rinnovata responsabilità civile che conferma, tuttavia, la sua origine nella sfera privata. Il campione Ipsos, infatti, è omogeneo nell’indicare come fonte del senso civico i valori individuali (79%) che si formano principalmente  all’interno della famiglia (65%): fondamentale in questo senso è insegnare fin da piccoli a prendersi le proprie responsabilità nei confronti della collettività (72%). Ma nella formazione del senso civico cresce anche il ruolo chiave riconosciuto all’educazione (51%+1%) mentre è secondaria la rilevanza attribuita alle sanzioni (42%, -2%).

È interessante notare come l’indagine Comieco-Ipsos metta in luce un tangibile miglioramento nella percezione della classe dirigente come esempio di senso civico. Chiusa la Fase 1, infatti, la percentuale di quanti si dichiarano molto/abbastanza d’accordo nel guardare alla classe dirigente come esempio, pur rimanendo su livelli piuttosto bassi, è comunque passata dal 14 al 25%.

Il lockdown ha confermato il ruolo della raccolta differenziata come espressione del senso civico

La raccolta differenziata, espressione elettiva del senso civico inteso come attenzione all’ambiente e alla collettività, non ha subito battute d’arresto a causa del lockdown.  La maturazione della sensibilità ambientale avvenuta nell’arco di 15 anni – con l’attenzione alla qualità dell’ambiente che sale al terzo posto nelle priorità degli italiani accanto a “sicurezza e “amore” e l’aumento dal 65 al 91% per quanto riguarda l’attenzione nel differenziare carta e cartone – è confermata dall’indagine demoscopica. Ben l’88% dichiara che farsi carico della raccolta differenziata è un gesto utile alla collettività a maggior ragione perché fatto in assenza di benefici economici individuali.

Fonte: Eco dalle Città

Anci-Conai, rinnovato l’allegato per gli imballaggi in carta: passerà a 128 euro/t nel 2025

In vigore dal 1° maggio, prevede anche un aumento della percentuale di imballaggio riconosciuto per la raccolta domestica e introduce strumenti per la tracciabilità dei rifiuti

Comieco, ANCI e CONAI hanno sottoscritto il nuovo Allegato Tecnico Carta, l’accordo che disciplina i rapporti, anche economici, tra Comieco e i Comuni in convenzione per la gestione dei rifiuti di imballaggio cellulosico. Comieco è il primo tra i Consorzi a sottoscrivere il nuovo Allegato tecnico, in vigore dal 1° maggio e valido per i prossimi 5 anni, che prevede importanti novità per rendere la raccolta differenziata di carta e cartone sempre più efficiente, adeguando il contributo economico per i Comuni con l’80% dei costi, in linea con le nuove direttive Europee, assicurando l’avvio a riciclo su tutto il territorio nazionale, tra queste l’ aumento dei corrispettivi economici riconosciuti ai Comuni in convenzione. Il contributo per l’imballaggio in carta e cartone (raccolta selettiva) passerà da subito da 98,91 €/t a 115 €/t, per aumentare progressivamente fino a raggiungere i 128 euro a tonnellata.
 
Ecco alcuni delle principali novità derivanti dall’accordo:
           
Aumento della percentuale di imballaggio cellulosico riconosciuta nel circuito della raccolta domestica (congiunta) – Dal 35% al 40% per poi arrivare al 44% a regime con conseguente aumento del corrispettivo che per il 2020 passa da 34,62 euro/t a 46 euro/t. Si tratta di un segnale importante che recepisce il cambiamento nelle abitudini degli Italiani che da una parte consumano meno carta grafica e dall’altra ricorrono sempre più a forme di acquisto online.
           
Confermata la garanzia di ritiro volontario della componente di carta grafica non imballaggio – Prevista una remunerazione che varia in funzione delle quotazioni della carta da macero sul mercato ma sconta gli eventuali costi di lavorazione a valle. Resta quindi confermato l’impegno al ritiro anche del materiale cellulosico non imballaggio (le cosiddette Frazioni Merceologiche Similari) che Comieco ha sempre garantito anche in condizioni di mercato dove la carta da macero ha avuto valore negativo, allineandone la valorizzazione al mercato.
           
Incremento significativo delle verifiche merceologiche –  Serviranno a garantire una maggiore qualità del materiale avviato a riciclo e, di conseguenza, una ancora maggiore efficienza complessiva della filiera volta a stimolare un miglioramento della qualità in fase di raccolta e a supportare un corretto comportamento del cittadino.
                       
Rafforzamento del sistema di tracciabilità della carta e del cartone raccolti per Comune – Per identificare l’origine del macero avviato a riciclo e implementare azioni di continuo miglioramento per tutto il ciclo.

Introduzione di specifiche regole per la presa in carico della raccolta imballaggi effettuata sulle superfici privati. In ottemperanza al principio di sussidiarietà al mercato che ispira l’attività di Comieco a garanzia della concorrenza.
 
Queste novità consolideranno ulteriormente un sistema di gestione della raccolta differenziata che, anche in un periodo di grande difficoltà come la pandemia da coronavirus, non ha subito rallentamenti ma anzi ha continuato a crescere e a garantire il ritiro e il riciclo di carta e cartone su tutto il territorio nazionale, Isole comprese. Le stime per il 2020 mostrano infatti un incremento di circa il 3% della raccolta differenziata di carta e cartone, che si dovrebbe assestare sui 3,5 milioni di tonnellate di cui 2,5 milioni gestite da Comieco (+24% rispetto al 2019)

Economia circolare e carta: mancano gli impianti

L’industria della carta, in Italia, è presente con 117 imprese e 19.300 addetti in 150 stabilimenti: si tratta in molti casi di veri e propri impianti industriali dediti al riciclo, dato che complessivamente vi si riciclano 10 tonnellate di carta ogni minuto. Una capacità che potrebbe crescere fino a 12 tonnellate al minuto secondo le stime fornite ieri a Terni da Assocarta, durante il convegno Chiudere il Cerchio: recuperare gli scarti per migliorare il riciclo e l’economia circolare nel settore della carta, organizzato insieme ad Acea Ambiente, Assocarta e Comieco. Un obiettivo per raggiungere il quale è però necessario chiudere davvero l’anello dell’economia circolare: come da ogni processo industriale anche nel riciclo esitano scarti che necessitano di essere gestiti, e nel caso delle cartiere questi scarti sono in primo luogo pulper.

«Lo scarto di pulper viene generato dalle cartiere nel momento in cui viene spappolata la carta da riciclare – spiega il direttore di Assocarta, Massimo Medugno – Si potrebbe quindi presupporre che questo scarto sia dovuto a un’inefficienza del processo produttivo e che la sua generazione, per qualità e quantità, possa dipendere dalla capacità tecnologiche e gestionali delle imprese cartarie. In realtà lo scarto di pulper è per la cartiera inevitabile in quanto deriva dalla raccolta e dalla selezione della carta da riciclare, che contiene al suo interno impurità, ma anche alcune parti non cellulosiche legate indissolubilmente alla carta. Si tratta in buona sostanza di rifiuti domestici provenienti dalla raccolta urbana che vanno avviati in via prioritaria in discarica e al recupero energetico in quanto derivanti dal riciclo. Le uniche destinazioni ad oggi disponibili per lo scarto di pulper sono la discarica e il recupero energetico tramite combustione in impianti di termovalorizzazione».

Come nel caso di Acea Ambiente, che utilizza come combustibile del suo impianto di termovalorizzazione UL1, a Terni, esclusivamente il pulper, uno scarto della lavorazione della carta altrimenti non riciclabile e quindi destinato alla discarica. L’impianto, che tratta 100.000 tonnellate annue di rifiuti, si colloca tra i primi soggetti industriali su scala nazionale per quantità di pulper convertito in energia elettrica, mediamente 75.000 MWh/anno.

«Forme alternative alla discarica e al recupero energetico sono state studiate e sperimentate e alcuni progetti di studio sono tuttora in corso, ad esempio nell’ambito del progetto Life EcoPulpPlast e nel progetto del Conai/Cnr. Al momento non sono però ancora disponibili tecnologie applicate su scala industriale e sostenibili da un punto di vista tecnico, economico ed ambientale», conclude Medugno.

Fonte: Green Report

Rapporto Comieco: cresce la raccolta carta in Italia

Con quasi 3,3 milioni di tonnellate di materiale cellulosico raccolto dai Comuni(+52.600 tonnellate rispetto all’anno precedente) e un pro-capite che supera i 54 kg/abitante, la raccolta differenziata di carta e cartone in Italia nel 2017 è cresciuta del 1,6% rispetto al 2016. Risultati importanti che confermano il trend di incremento degli ultimi anni e che testimoniano come la raccolta differenziata sia ormai un’abitudine consolidata di senso civico.

L’Italia è un paese ricco di boschi poveri e per questo la nostra industria cartaria ha sempre fatto un ricorso massiccio al macero per alimentare i processi produttivi: con 10 tonnellate di macero riciclate al minuto l’Italia si conferma leader in Europa per il riciclo di carta e cartone. L’apertura di nuove cartiere (2 già operative e 1 in avviamento) potrà aumentare la richiesta di questa “materia prima seconda” di ulteriori 1,2 milioni di tonnellate garantendo così un importante sbocco interno al materiale raccolto dai Comuni.

Proseguendo l’analisi dei dati del 23° Rapporto, notiamo che a spingere il positivo risultato del 2017 è ancora una volta il Sud Italia con un +6,1%; a livello di raccolta pro-capite, l’Abruzzo ha confermato le performance migliori dell’area. Il Centro Italia è cresciuto dell’1,6% grazie soprattutto alle performance della già virtuosa Toscana. Il Nord si trova in una situazione di sostanziale stabilità, garantendo costanza in una raccolta già matura da anni anche se le performance migliorative di regioni storicamente ai vertici della classifica nazionale come Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Lombardia confermano che l’abitudine a fare bene stimola ognuno per la propria parte (filiera, amministrazioni, gestori e cittadini) ad un continuo sviluppo.

I numeri della raccolta differenziata di carta e cartone in Italia sono destinati a salire se si considerano i nuovi obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione Europea che coinvolgono rifiuti e imballaggi. Il primo target è quello di raggiungere 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte in modo differenziato entro il 2020. Se si continua sulla buona strada intrapresa le 200mila tonnellate ancora da intercettare non sono un traguardo impossibile. Il secondo obiettivo, entro il 2035, sarà il raggiungimento di un tasso di riciclo di imballaggi cellulosici dell’85%. Ad oggi il tasso di riciclo è poco sotto l’80%, ovvero in Italia si riciclano 4 imballaggi su 5

Scarica il XXIII Rapporto Comieco