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Plastic Tax: anni che se ne parla ma ancora nessun risultato 

Anche quest’anno si è tanto sentito parlare di plastic tax, molti pensavano fosse arrivato il momento renderla operativa, ma a quanto pare non sarà così. All’articolo 3 della Legge di Bilancio 2022, si legge la richiesta di posticipare ulteriormente l’entrata in vigore di questa tassa al 1° gennaio 2023. 

Quella che però non viene posticipata è la plastic tax europea, entrata in vigore il 1° gennaio 2021. Quest’ultima obbliga gli stati membri a versare un’aliquota uniforme sui rifiuti d’imballaggio di plastica non riciclati pari a 0,8 €/kg. Per l’Italia si stima che il pagamento in favore dell’Unione Europea ammonti a circa 800 milioni di euro (secondo i dati del 2018), che contribuiscono al budget che viene stanziato per i piani di Recovery europei, soldi che gravano sul bilancio pubblico e avrebbero potuto essere raccolti attraverso la plastic tax nazionale. 

La grande distribuzione esulta poiché non ci sarà nessun disincentivo, almeno fino al 2023, ad usare le cosiddette MACSI, ovvero tutto il materiale plastico con singolo impiego avente funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci alimentari. Tutto ciò contribuisce a rendere l’Italia la seconda consumatrice di plastica a livello europeo. 

E mentre nel nostro paese si combatte con i rinvii dal 2020, nel Regno Unito tutti i produttori e commercianti di materie plastiche dovranno tener conto della plastic tax che è entrata in vigore il 1° aprile 2022, che prevede il pagamento di 200 sterline per tonnellata e riguarda gli imballaggi in plastica contenenti meno del 30% di materiale plastico riciclato. 

Plastic Tax, pubblicato il regolamento in Gazzetta Ufficiale UE

Scatterà da gennaio in Europa e da luglio nel nostro Paese; 80 centesimi al kg sui rifiuti plastici non riciclati

La plastic tax costerà 0,80 euro per chilogrammo da applicare ai rifiuti plastici da imballaggi non riciclati e dovrà essere versata dai Paesi UE a partire da gennaio.  Lo segnala il regolamento pubblica sulla Gazzetta Ufficiale europea.

Come funziona
I contributi, applicati a livello di singolo stato, saranno calcolati dalla Commissione Europea e l’introito verrà utilizzato per finanziare il piano di ripresa economica in seguito alla pandemia Covid-19. La plastic tax può essere pagata dal Paese, invece che dai singoli individui o società. I singoli stati-nazione, tuttavia, possono cercare di reintegrare la quota versata mediante l’imposizione di tasse. Entro il 15 aprile di ogni anno, ogni stato dovrà trasmettere alla Commissione, le previsioni concernenti il peso dei rifiuti di imballaggio di plastica che non saranno riciclati per l’anno in corso e l’anno successivo. Entro il 31 luglio di ogni anno, ogni stato membro trasmette alla Commissione un estratto annuale relativo al secondo anno precedente l’anno corrente che fornisce i dati statistici relativi al peso dei rifiuti di imballaggio di plastica prodotti e il peso di tali rifiuti di imballaggio di plastica che sono stati riciclati, in chilogrammi.

Come è noto in Italia si è deciso di far scattare la plastic tax a partire dal mese di luglio 2021, così sollecitato da diverse associazioni di categoria come la Federazione Gomma Plastica/Unionplast e le stesse Organizzazioni Sindacali Filctem/Cgil, Femca/Cisl e Uiltec/Uil.

Fonte: e-gazette

Plastic Tax: Costa, la norma Ue così non ci va bene, uccide il settore delle bioplastiche

La Plastic Tax europea va armonizzata con la tassazione italiana: per questo “siamo in prima linea e stiamo negoziando con l’Unione Europea, proprio per evitare di ritrovarci in ginocchio rispetto ad altri Paesi, e stiamo dicendo che così a noi non sta per niente bene. L’Italia in Europa non è un Paese qualsiasi, pesiamo molto nelle votazioni”.  Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in merito alla Plastic Tax europea (800 euro a tonnellata sui rifiuti plastici da imballaggio, approvata dal Consiglio europeo lo scorso 21 luglio e in vigore a partire dal prossimo gennaio), intervenendo a Radio 24.

“Stiamo negoziando con l’Unione Europea – ribadisce il ministro – per chiedere che non sia danneggiata la filiera delle bioplastiche, nella quale siamo leader: bioplastiche che poi possono andare nel compostaggio e attivare l’economia circolare. E non è una difesa quasi ideologica di una linea italiana, ma un’occasione a livello europeo e anche oltre”. Poi, ha concluso Costa, “stiamo provando il credito di imposta per le aziende che diminuiscono gli imballaggi: io ti favorisco e riconosco un quid, un qualcosa economicamente anche significativo, nel momento in cui mi diminuisci l’imballaggio. La norma già l’abbiamo fatta, e il decreto attuativo finalmente è all’ultimo miglio”.

Rinviata al 2021 l’entrata in vigore di sugar e plastic tax

“Sapevamo che il Paese era in attesa ma è stato un lavoro con un tempo necessario. La parola passerà al Parlamento. Penso e spero che questo lavoro potrà essere migliorato. È la manovra per fronteggiare questa fase di emergenza”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza dopo l’approvazione del dl Rilancio. “Ci siamo impegnati al massimo. Facendosi carico alla sofferenza” degli italiani, ha detto il premier. Molte le misure approvate per un totale di 55 miliardi. In tutto 256 articoli e 464 pagine di decreto. Tra misure c’è il rinvio al 2021 dell’entrata in vigore della tassa sullo zucchero e sulla plastica. Una decisione che molti si aspettavano, ma già fortemente criticata da diversi ambientalisti.

Di seguito i commenti che avevamo raccolto nelle scorse settimane:

Gianluca Bertazzoli, amministratore unico di Hub15: “Già prima del Covid19 c’erano forti pressioni affinché questa misura venisse rinviata. È quasi scontato che in questa situazione di crisi sanitaria si vada in quella direzione. Non è comunque un bel segnale rispetto a tutta un’altra serie di disposizioni ambientali che vanno al di là della plastic tax. Tutti coloro che hanno interesse a bloccare un determinato tipo di processo e di tendenza, agitando il Coronavirus a tutti i livelli, sia italiano che europeo, cercano di cambiare il corso delle cose per ‘riaprire la partita’: dalle disposizioni sulle emissioni di CO2 nel settore automobilistico, fino ad arrivare, nel suo piccolo, alla plastic tax. Tuttavia, non mi scandalizza che quest’ultima venga rinviata di qualche mese, l’importante – evidenzia Bertazzoli – è che l’emergenza sanitaria non diventi il ‘Cavallo di Troia’ dove tutti quelli che hanno interesse a rimettere in discussione un percorso più green sfruttino questa situazione per cercare di ribaltare le decisioni”.

“Il tema a mio avviso – afferma Roberto Cavallo, amministratore delegato di ERICA – non è il rinvio o meno della tassa sulla plastica, ma il fatto che nonostante si ripeta a mo’ di aforisma, un po’ da tutte le parti, che non potremo uscire dalla crisi come ci siamo entrati, assisto in realtà in modo reiterato a approcci identici al sistema dal quale proveniamo. Esattamente come dopo la crisi finanziaria del 2008 si ripeteva e si leggeva che il capitalismo era finito e che la finanza avrebbe cambiato radicalmente modo di funzionare, ma poi non è cambiato nulla, temo, nonostante io sia un inguaribile ottimista, che non stiamo imparando nulla da questo periodo. Nel merito la plastica è indubbiamente utile per certe funzioni, come è indubbio che ci sia un’overproduzione e soprattutto un abuso. Dunque qui non si tratta solo di ragionare di plastic tax, che era una proposta ante-Covid19, ma se dovesse essere confermata la correlazione tra particolato e diffusione del virus e sua letalità (si veda il recentissimo studio dell’Università di Harvard) alcune plastiche non andrebbero proprio più prodotte” conclude Cavallo.

Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta: “E’ profondamente scorretto e strumentale approfittare di un’emergenza sanitaria per cercare di smontare norme e indicazioni che vanno verso una maggiore tutela ambientale. Soprattutto quando il tentativo di affossarle risale a ben prima della contingente emergenza sanitaria. E’ necessario uscire dall’impostazione che vede attività economiche e tutela ambientale come antagonisti. Non è possibile continuare a crogiolarsi in un modello di sviluppo che prevede cantierizzazione e cementificazione come unico modello di sviluppo possibile. L’emergenza sanitaria non cancella quella climatica e ambientale: va ad aggiungersi ad essa e da essa non può prescindere”.

Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy: ” Ancora una volta il partito trasversale dell’industria dello spreco messo all’angolo dai disastri ambientali e dalla mobilitazione mondiale in primis dei giovani e dei ragazzi strumentalizzando la crisi del covid cerca la rivincita.  Non solo la lobby dell’incenerimento “ringalluzzita” da tutta l’ondata di usa e getta falsamente sponsorizzato come necessaria dal punto di vista sanitario (mascherine, guanti, dispositivi di protezione) cerca di riaccreditarsi come “necessaria” per “gestire” i rifiuti di “questa nuova fase” ma adesso sembra che tutto l’universo politico si unisca per dare l’ultima spallata anche alla non irresistibile “plastic tax”. È una vergogna e sintomo di un modo di concepire l’attuale crisi in modo sbagliato. non si esce dalla crisi covid 19 concependo un “ritorno alla normalità” sinonimo di inquinamento e avvelenamento delle città e dei mari! la normalita’ non puo’ essere distruggere l’ambiente e sprecare risorse naturali! la crisi dev’essere una grande opportunita’ per cambiere registro nel segno di quella transizione ecologica che ormai sembrava acquisita a partire dall’unione europea”.

Fonte: Eco dalle Città

In arrivo proroga per la plastic tax

Nel Decreto Rilancio (ex Decreto Aprile) che dovrebbe essere approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri c’è posto anche per il rinvio di due imposte particolarmente sgradite agli imprenditori del settore packaging e bevande: la plastics tax e la sugar tax, la cui decorrenza – se il provvedimento non verrà stralciato all’ultimo momento – viene rinviata al 1° gennaio 2021.  

L’articolo 139 del Decreto Rilancio  (nella  bozza che circola in questi giorni, non definitiva) s’intitola infatti “Differimento dell’efficacia delle disposizioni in materia di imposta sul consumo dei manufatti con singolo impiego e di imposta sul consumo delle bevande edulcorate” e prevede: “All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, sono apportate le seguenti modificazioni:a) al comma 652, le parole:” dal primo giorno del secondo mese successivo alla data di pubblicazione del provvedimento di cui al comma 651” sono sostituite dalle seguenti: “dal 1° gennaio 2021”;b) al comma 676, le parole:” dal primo giorno del secondo mese successivo alla pubblicazione del decreto di cui al comma 675” sono sostituite dalle seguenti: “dal 1° gennaio 2021”.

Introdotta con la legge 27 dicembre 2019, n. 160 (disposizioni per la formazione del bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020) la plastics tax è una imposta di 45 centesimi di euro per ogni chilo di materiale plastico che colpisce tutti i manufatti con singolo impiego (MACSI), ad eccezione di quelli prodotti con bioplastiche compostabili o con materiali riciclati, oltre a dispositivi medici e packaging farmaceutici o medicali. Il costo per l’erario di un rinvio al 2021 di questa tassa, in termini di minor gettito, è stimato in 140 milioni di euro.

Fonte: Polimerica.it

La Plastic tax è legge

La Camera dei Deputati ha approvato oggi con 334 voti favorevoli e 232 contrari il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, che contiene anche una delle misure più contestate, la plastics tax, imposta di 45 centesimi di euro per ogni chilo di manufatti con singolo impiego in plastica (MACSI), ad eccezione di bioplastiche compostabili e materiali riciclati (oltre a dispositivi medici e packaging di medicinali). Entrerà in vigore il 1° luglio 2020 con primo versamento il 1° ottobre.
Il testo della manovra di Bilancio, visti anche i tempi molto stretti per la sua approvazione, non ha subito variazioni rispetto a quella votata in Senato (in allegato i commi dal 634 al 658 che si occupano della tassa sulla plastica), quindi può dirsi definitivo; il via libera è previsto in serata. Entrerà in vigore una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, entro il 31 dicembre 2019.

Via libera del Senato alla legge di Bilancio: la plastic tax prende forma definitiva

45 centesimi per chilogrammo di MACSI (manufatti con singolo impiego) in plastica. Esentata la quota di plastica riciclata eventualmente presente. Esclusi anche i manufatti in bioplastica compostabile, i dispositivi medici e quelli adibiti a contenere e proteggere preparati medicinali. Salvo sorprese, questa dovrebbe essere la formulazione definitiva della tassa sulla plastica. La legge di Bilancio ha infatti passato l’esame del Senato e dovrebbe arrivare alla Camera ‘blindata’ per via della fiducia. La plastic tax entrerà in vigore dal 1 luglio 2020 con primo versamento in ottobre (con conseguente minore entrata nel primo anno di applicazione). Secondo le stime nel 2020 lo Stato incasserà 140,6 milioni (anziché 1 miliardo come previsto all’inizio). Nel 2021 la cifra di introito sarà poco più di 521 milioni invece di 1,8 miliardi. Nel 2022 passa a 462 milioni e 395,4 milioni nel 2023.

Plastics tax più snella da luglio 2020

Il vertice di maggioranza dello scorso 5 dicembre ha portato ad una leggera riformulazione della plastics tax, sotto la pressione di Italia Viva, che aveva minacciato una crisi di Governo qualora il provvedimento non fosse stato stralciato dalla Manovra economica all’esame del Senato insieme all’altrettanto contestata sugar tax.

L’accordo raggiunto faticosamente in serata tra i partiti di maggioranza, che dovrà essere formalizzato lunedì 9 al Senato,  prevede – secondo indiscrezioni – una tassa di 50 centesimi per chilo di imballaggio ( e non 40 centesimi come si ipotizzava) e il rinvio dell’entrata in vigore da aprile a luglio 2020 (a ottobre 2020 per la sugar tax), con primo versamento in ottobre.  “Ci siamo resi conto che la tassa sulla plastica poteva avere impatto problematico, sono arrivate segnalazioni dalle imprese del settore – ha spiegato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte -. Pur considerandola una tassa di scopo, abbiamo ritenuto di doverne ridurre l’impatto dell’85%, mentre lo spostamento a luglio offrirà alle imprese l’agio per adottare strategie imprenditoriali conseguenti”.

La nuova rimodulazione dell’imposta non piace però all’associazione dei trasformatori di materie plastiche Unionplast (Federazione Gomma Plastica), che la giudica “una soluzione di facciata”. “Lunedì cercheremo, con i sindacati, di replicare al Governo con proposte di sostenibilità concreta tentando di mantenere l’occupazione e il primato industriale italiano nella trasformazione della plastica”, spiega Angelo Bonsignori, Direttore Generale di Federazione Gomma Plastica.

Il correttivo giunge a 24 ore dalla presentazione del maxi emendamento del Governo che aveva già dimezzato l’importo della tassa, da 1 euro a 50 centesimi per chilogrammo di plastica utilizzata nei MACSI (imballaggi monouso in plastica), escludendo dal conto bioplastiche (secondo la norma UNI EN 13432), materiali riciclati (anche per quota parte nel manufatto finale), dispositivi medicali e manufatti in plastica con singolo impiego adibiti a contenere e proteggere preparati medicinali (leggi articolo).

Federazione Gomma Plastica chiede al Governo di revocare il provvedimento e sostituirlo con un meccanismo di premialità che incentivi la transizione del settore verso l’economia circolare.

“La nostra proposta è quella di un credito d’imposta a premialità crescente per le imprese che propongono soluzioni innovative di eco-design, facilitando l’avvio a riciclo e ospitando al proprio interno quote crescenti di materia prima frutto di riciclo – spiega Angelo Bonsignori, Direttore Generale di Federazione Gomma Plastica -. Grazie a questa proposta, il nostro settore potrebbe consolidare la propria posizione di eccellenza in Europa e nel mondo, contribuendo a quel Green New Deal, il piano green per le imprese, su cui il Governo dice di voler investire consistenti energie e risorse”.

Secondo la Federazione, già oggi il 15% della plastica utilizzata proviene da economia circolare. Con un adeguato supporto da parte del Governo, l’industria potrebbe raddoppiare questa quota entro il 2030.

Andando avanti con la tassa sugli imballaggi in plastica (MACSI), invece, si metterebbe a rischio la sopravvivenza di 3mila imprese sull’intero territorio nazionale, con 50.000 addetti e 12 miliardi di fatturato.

“Più in generale – sostiene il Presidente di Unionplast, Luca Iazzolino -, chiediamo di fondare ogni provvedimento legislativo su dati oggettivi e certificati provenienti dall’analisi del ciclo di vita dei prodotti, sulla base di un concetto di sostenibilità globale, che prende in considerazione sia il rispetto dell’ambiente sia la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini”.

 

Dimezzata la plastic tax

Il governo ha depositato in commissione Bilancio al Senato un pacchetto di emendamenti che affronta molti dei nodi della manovra. Nel ‘mini-maxiemendamento’, tra le misure, ci sono le modifiche alla plastic tax, alle auto aziendali e le norme sui comuni. La plastic tax viene dimezzata a 50 centesimi di euro e non si applica al materiale che proviene da processi di riciclo, a quelli compostabili (secondo la norma UNI EN 13432), ai dispositivi medici e ai manufatti in plastica con singolo impiego adibiti a contenere e proteggere preparati medicinali.  Per gli articoli monouso costituti da materia prima vergine e riciclata – si legge nella nella relazione tecnica – l’imposta sarà dovuta per la quota parte di plastica non riciclata.. La rimodulazione dovrebbe ridurre il gettito di 767 milioni nel 2020, rispetto agli 1,1 miliardi stimati originariamente.

E’ quanto prevede l’emendamento del governo alla manovra che, dopo le polemiche sollevate, corregge la misura. Sono esclusi dal pagamento dell’imposta i dispositivi medici e i manufatti in plastica con singolo impiego adibiti a contenere e proteggere preparati medicinali. Inoltre, l’emendamento, si legge nella relazione tecnica, “prevede che non sia considerato fabbricante chi produce manufatti in plastica con singolo impiego utilizzando, come materia prima o semilavorati, altri manufatti in plastica con singolo impiego sui quali l’imposta è dovuta da un altro soggetto, senza l’aggiunta di ulteriori materie plastiche”.

“Sono stati fatti passi avanti ma non siamo ancora soddisfatti”. Cosi’ il capogruppo al Senato di Italia viva, Davide Faraone, commentando l’emendamento del governo che corregge la plastic tax. “C’e’ un abbattimento della plastic tax del 70 per cento, noi vogliamo abbattere anche il restante 30 per cento cosi’ come vogliamo togliere la sugar tax. Presenteremo i sub emendamenti, siamo fiduciosi sul lavoro che c’e’ ancora da fare”, ha aggiunto.

Ministro Gualtieri: ‘La plastic tax colpisce solo il monouso’

“L’imposta sulla plastica ha lo scopo di disincentivare i prodotti monouso e promuovere materie compostabili ed eco-compatibili. Non è un’imposta generalizzata sulla plastica, materiale di cui difficilmente riusciremo a fare a meno, ma ha l’obiettivo di limitare l’impiego di oggetti che usi una volta e rimangono nell’ambiente per centinaia di anni”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel corso del convegno organizzato dal Messaggero. “L’imposta sarà per esempio applicata sulla bottiglietta di acqua minerale ma non sulla borraccia che viene riempita più volte”.

E ancora, dice Gualtieri la plastic tax colpirà “la vaschetta per prodotti alimentari che si trovano al supermercato ma non i contenitori domestici per il frigorifero; il bicchiere di plastica usa e getta, ma non quello di plastica progettato per essere messo a tavola e utilizzato un numero indefinito di volte”. Inoltre, spiega il ministro, “è limitata e commisurata al peso della plastica e quindi volta a incentivare la riduzione di plastica monouso introdotta, mentre non tocca le bioplastiche”.

“Introdurremmo anche un incentivo per l’innovazioni dei processi produttivi che sostenga la riconversione verso la produzione di bioplastiche o di plastiche compostabili, che non saranno soggette all’imposta”, ha detto ancora Gualtieri.

Per il ministro, l’aumento di investimenti pubblici contenuto nella manovra è distribuito in tre fondi, uno per le amministrazioni centrali, uno gli enti territoriali e un fondo speciale ‘green new deal’ che sarà anche alimentato anche dall’emissione di ‘green bond’, ovvero di titoli pubblici che noi emetteremo vincolati specificatamente alla sostenibilità dell’economia”.

Costa, accordo per non tassare plastica compostabile. Sull’ipotesi di plastic tax “c’e’ un bell’accordo nella compagine di governo sul non toccare tutto cio’ che e’ compostabile, riciclabile e biodegradabile, e sul diminuire il packaging di plastica. Credo che l’accordo su questo sia raggiunto”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S), a margine di un convegno del Messaggero a Roma.

Fonte: Ansa Ambiente