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Il record di Troina

Con una percentuale del 78% registrata nel mese di marzo, mai sfiorata fino ad ora, la raccolta differenziata nel Comune di Troina (EN) raggiunge un nuovo record.

A renderlo noto, il sindaco Fabio Venezia: “Grazie alle scelte lungimiranti compiute negli ultimi anni, oggi Troina è una cittadina pulita e decorosa con un sistema di gestione dei rifiuti molto efficiente. I risultati straordinari della raccolta differenziata sono frutto del lavoro della società ‘Troina Ambiente’, ma soprattutto del senso civico dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali. Quando mi sono insediato, nel 2013, la differenziata era inchiodata al 3%. Sarebbe bello poter concludere il mio secondo mandato arrivando all’80%”.

Dall’1 gennaio 2018, l’amministrazione comunale ha fatto la scelta di uscire dall’Ato rifiuti, creando una sistema di gestione pubblico del servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti. È nata così la società in house “Troina Ambiente srl”, guidata dal presidente Giovanni Suraniti, che ha dato una svolta al sistema locale dei rifiuti, con dei risultati molto positivi sia sul fronte dell’efficienza del servizio, sia per quanto riguarda gli investimenti.

Nei giorni scorsi Troina ha inoltre ottenuto un contributo premiale di 42 mila e 700 euro da parte della Regione Siciliana, quale Comune virtuoso, in quanto nel 2019 ha superato il 65% di raccolta differenziata. Un risultato ancora più lusinghiero nel 2020, in cui, invece, si è raggiunto il 75%.

In questi anni, sul versante dei rifiuti, si sono fatti notevoli passi in avanti anche per quanto riguarda l’impiantistica, con la realizzazione di una funzionale isola ecologica in contrada Pizzo San Pietro.

Grazie al lavoro dell’assessore al ramo Giuseppe Schillaci sono stati inoltre predisposti due importanti progetti esecutivi, attualmente in attesa di finanziamento: il primo riguarda la costruzione di un moderno Centro Comunale di Raccolta (1 milione e 100 mila euro), il secondo la realizzazione di piccoli impianti di compostaggio locale (800 mila euro).

Fonte: Comuni Virtuosi

Rifiuti: le proposte dei Comuni Virtuosi al ministro Costa

Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha incontrato ieri in audizione una delegazione di sindaci e amministratori locali appartenenti all’Associazione Comuni Virtuosi.

L’incontro, svoltosi in modalità da remoto, è stata l’occasione per presentare all’On. Sergio Costa le istanze, le criticità e le proposte delle comunità locali in tema di sostenibilità ambientale, burocrazia e risorse.

E’ stata una discussione a tutto campo che ha permesso ai nostri sindaci di evidenziare le fortissime criticità che le comunità locali stanno attraversando – commenta Marco Boschini, coordinatore della rete -, ma anche per mettere in luce i tanti progetti e buone pratiche dai quali scaturisce una visione di società e modello di sviluppo radicalmente diversa da quella purtroppo ancora in voga. Il Ministro si è impegnato a fare sue le istanze che riguardano le deleghe dell’economia circolare e del dissesto idrogeologico, condividendo con i suoi colleghi di Governo le nostre proposte legate alla mobilità e all’energia“.

IL DOCUMENTO

L’Associazione Comuni Virtuosi è una rete di 130 comuni che, dal 2015, opera per diffondere a livello culturale buone pratiche in campo ambientale sperimentate con successo dalle comunità locali. Gestione del territorio, impronta ecologica e beni comuni, rifiuti, mobilità e nuovi stili di vita, partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini, accoglienza ed inclusione sociale: sono queste le tematiche intorno a cui si svolge l’azione nei territori della nostra associazione.

Negli anni sono numerosi gli strumenti messi in campo per assolvere al compito di scoprire, far conoscere e valorizzare, per poi diffondere, progetti e idee che mettono al centro la sostenibilità ambientale non come moda del momento, ma come paradigma culturale attraverso cui declinare tutta la politica di un ente. Per portare luce un po’ prima che arrivi l’alba.

Da quando il Covid-19 si è abbattuto su di noi, viviamo un tempo complicato e drammatico. I nostri sindaci sono il terminale delle istituzioni repubblicane, il km. Zero della democrazia. I nostri sindaci non hanno filtri o anticamere, tutti i giorni sono in contatto diretto con i cittadini che amministrano e con i quali condividono la quotidianità. Stiamo vedendo morire parenti, amici, conoscenti. Un pezzo importante di comunità che se ne va in silenzio, in un dolore intimo e collettivo che non ha precedenti nella storia recente dei nostri territori. All’emergenza sanitaria si è subito affiancata quella sociale, economica ed occupazionale, mettendo in discussione l’ordine delle priorità, i programmi e le progettualità previste fino a pochi giorni prima da tutti i comuni colpiti dalla pandemia.

Abbiamo dovuto azzerare tutto, fermarci, e costruire daccapo esperimenti di welfare emergenziale che hanno in primis tentano di arginare l’emorragia, sottraendo interi nuclei familiari alla minaccia della povertà e dell’isolamento. Ci siamo fatti carico di tradurre in pratica molti dei provvedimenti previsti dal Governo, e ce la stiamo mettendo davvero tutta per mantenere uniti i paesi e quindi il Paese nel suo insieme.

In questo momento sentiamo l’esigenza di avanzare una serie di richieste e di proposte che possano aiutarci ad esercitare al meglio il nostro ruolo istituzionale temporaneo. Non le nascondiamo che in questi mesi ci siamo sentiti spesso lasciati soli, senza informazioni, con pochi strumenti (risorse economiche e risorse umane), schiacciati dal peso di una burocrazia quanto mai intollerabile che ci ha reso a volte incapaci nell’azione, come una situazione emergenziale richiederebbe per rendere più efficaci le misure studiate. Prima di qualsiasi altra cosa i nostri sindaci chiedono di essere messi nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio compito, e di immaginare una nuova fase che non sia la ripartenza del mondo com’era prima, ma la progettazione di una società che rimetta al centro le persone, la cura del creato, e la sostenibilità ambientale come paradigma culturale ed economico per ricostruire la società dalle macerie di un modello di sviluppo che dobbiamo avere il coraggio di abbandonare.

L’Associazione Comuni Virtuosi proponeuna strategia volta ad interrompere il consumo di suolo, la messa in sicurezza del territorio (dissesto idrogeologico) e del patrimonio edilizio pubblico e privato (anche in chiave antisismica), la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico (sedi istituzionali, scuole, biblioteche, musei, impianti sportivi, ecc.) e privato, il recupero e il riuso di aree dismesse, edifici e luoghi abbandonati.

Chiediamo, a questo proposito, una premialità finalizzata a trasferire maggiori risorse dallo Stato ai comuni, per quelle municipalità che rinuncino agli oneri di urbanizzazione per la preservazione del territorio, così come per quei comuni che hanno percentuali elevate di raccolta differenziata, di riciclabilità effettiva dei materiali raccolti e soprattutto di riduzione nella produzione dei rifiuti stessi. Chiediamo che chi adotta piani energetici comunali che garantiscono all’ente un’effettiva riduzione di consumi energetici da fonti fossili venga premiato a discapito di chi insiste nella strada dello spreco e delle inefficienze. Il tutto a parità di risorse destinata dallo Stato agli enti locali, secondo il principio che i maggiori contributi per i virtuosi vengano dai comuni “spreconi”.

RIFIUTI

Introduzione

In un paese come l’Italia, caratterizzato da importanti carenze infrastrutturali nella filiera di gestione dei rifiuti e profonde differenze nella qualità dei servizi di gestione erogati a livello territoriale, l’attenzione del legislatore nazionale e degli enti locali è comprensibilmente posta in via prioritaria al miglioramento dei sistemi di raccolta e avvio a riciclo, alla regolazione del servizio e a colmare il gap impiantistico, specie nelle regioni del centro sud. Il recente D.lgs. 116/2020, di recepimento delle Direttive 851 e 852/2018, i lavori in corso per la definizione del Programma nazionale di gestione dei rifiuti e la condivisibile attenzione posta nel quadro della legge di Bilancio alla diffusione sul territorio nazionale di sistemi di tariffazione puntuale dei rifiuti vanno certamente in questa direzione. 

Come Associazione Comuni Virtuosi (nel seguito ACV) riteniamo tuttavia imprescindibile, considerata l’entità delle crisi ambientale (e di conseguenza economica e sociale) che si paventa all’orizzonte, rafforzare le misure finalizzate alla prevenzione dei rifiuti alla fonteanche (ma non solo) attraverso l’estensione e il miglioramento degli schemi di responsabilità estesa del produttore (nel seguito schemi EPR), con l’obiettivo di incidere in maniera strutturale sulla quantità di rifiuti prodotti e, conseguentemente, sul consumo di risorse naturali e sugli impatti ambientali che tale consumo porta con se. 

Risulta ormai evidente che senza un cambio di paradigmaed interventi strutturali di modifica dei modelli prevalenti di produzione e consumo, la raccolta differenziata e il riciclo non saranno sufficienti a “ricondurre lo sviluppo sui binari della sostenibilità”. A quasi 50 anni di distanza dai primi allarmi provenienti dalla comunità scientifica internazionale sui “limiti dello sviluppo”, il tempo a nostra disposizione è ormai finito. 

Nel seguito, nel solco delle brevi riflessioni sopra esposte, sono sinteticamente elencate alcune proposte finalizzate in primo luogo a dare corpo, dignità e struttura alle politiche di prevenzione dei rifiuti, a sostenere la diffusione di sistemi, prassi operative e modelli di business basati sull’utilizzo di prodotti riutilizzabili (sia nell’ambito dei beni durevoli che in sostituzione dei prodotti monouso) e ad estendere il ruolo e il campo di applicazione della responsabilità estesa del produttore.

Azioni di sistema

Decreto per incentivare il riutilizzo

La Direttiva SUP (Dir.904/2019), nonché le Direttive 98/2008 e 94/62/CE come modificate rispettivamente dalle Direttive 851 e 852/2018, chiariscono inequivocabilmente quali sono gli obiettivi primari da perseguire, richiamando l’attenzione sulla necessità di una drastica riduzione dei rifiuti e del consumo di risorse naturaliassociato al ciclo di vita dei relativi prodotti, e sulla promozione di sistemi basati sull’impego di prodotti riutilizzabili. Va ricordato inoltre che nell’ambito del nuovo Piano di Azione per l’Economia circolare (COM(2020)0098), la Commissione Europea si è impegnata ad avviare un lavoro di analisi per determinare l’ambito di applicazione di un’iniziativa legislativa specifica sul riutilizzo al fine di sostituire, nei servizi di ristorazione, gli imballaggi, gli oggetti per il servizio da tavola e le posate monouso con prodotti riutilizzabili. Ai fini dell’identificazione delle misure atte ad incentivare il riutilizzo di cui all’ articolo 219-bis comma 2 del decreto legislativo 3 aprile 2006 riteniamo opportuna la costituzione di un tavolo intersettorialecon i principali portatori di interesse al quale, fin da ora, ACV comunica il proprio interesse e la propria disponibilità a partecipare.

Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (PNPR)

In analogia al percorso intrapreso per la definizione del Programma Nazionale di Gestione Rifiuti riteniamo opportuna la costituzione di un tavolo istituzionale al quale invitare anche i principali portatori di interesse, per la ridefinizione del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti ai sensi dell’articolo 180 del Dlgs 152/2006 e dei relativi indicatori. Anche in questo caso ACV comunica fin da ora il proprio interesse e la propria disponibilità a fornire il proprio contributo.

Osservatorio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti

Costituzione dell’Osservatorio Nazionale sulle politiche locali di Prevenzione dei Rifiuti ai fini del monitoraggio e della diffusione delle buone pratiche adottate dalle amministrazioni locali (Regioni, Comuni, Città metropolitane…). Al fine di garantire la diffusione delle buone pratiche e la trasparenza delle iniziative avviate dagli enti locali, si propone inoltre di istituire un meccanismo di rendicontazione e pubblicazione dei progetti e delle iniziative di prevenzione dei rifiutiavviate dai Comuni i cui costi ricadono nel perimetro del Piano Economico Finanziario (PEF) del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Come noto, il nuovo metodo tariffario (MTR) introdotto dalla delibera ARERA 443/2019 ha introdotto la possibilità di inserire nel PEF (nella voce CARC) i costi dei progetti e delle iniziative finalizzate alla prevenzione della produzione dei rifiuti urbani. 

Fondo nazionale per l’attuazione del PNPR

Costituzione di un capitolo di spesaspecifico, all’interno delle disposizioni finanziarie del MATTM, finalizzato a garantire la realizzazione degli interventi del PNPR di competenza ministeriale.

Ecotassa

a) Intervento sull’art. 3 comma 27 della Legge 28 dicembre 1995 n. 549 al fine di assicurare la destinazione di una quota minimadel gettito dell’ecotassa (dovuta alle Regioni) all’attuazione dellepolitiche regionali di prevenzione dei rifiuti;

b) Estensione dell’Ecotassa agli impianti di trattamento termico dei rifiuti indifferenziati.

EPR e nuove filiere

Accelerare il processo di definizione e introduzione di schemi EPR per altre filiere con particolare riguardo ai seguenti settori: prodotti tessili e di abbigliamento, mobili ed arredi (es. armadi, tavoli, sedie, letti, materassi, divani, poltrone etc…), carta non da imballaggio (es. carta grafica, carta assorbente e per usi igienici), plastiche non da imballaggio, articoli sportivi, pannolini, farmaci e parafarmaci, materiali da costruzione, filtri di sigarette,salviettine umidificate.

Preparazione per il riutilizzo

Completare il quadro di riferimento normativo per consentire la realizzazione e la gestione dei centri per la preparazione al riutilizzo dei rifiuti di cui all’art. 181 del TUA.

Pianificazione e finanziamento per la costruzione di impianti di trattamento dell’organico nelle regioni del SUD Italia.Pianificare e cofinanziare la costruzione entro il 2023 di impianti per la valorizzazione della frazione organica in particolare nelle regioni del Sud Italia. 

Definizione del redigendo Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti secondo determinanti coerenti con la visione della Economia Circolare

In merito, vanno evitati approcci riduzionisti basati in particolare sull’applicazione della formula semplificata (ed errata) “100-65-10”, proposta per calcolare una malintesa “necessità di incenerimento”.La formula è errataper le motivazioni esposte nel documento a firma congiunta delle principali ONG[1]Il “Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti”: occasione per guidare un’accelerazione virtuosa da parte dei territori, o l’ennesimo errore tecnocratico? “. La formula è errata: nell’approccio metodologico, in quanto il 65% è obiettivo minimo, non massimo di recupero netto di materia, e molti territori, anche vasti, hanno già dimostrato che il sistema può evolvere ben oltre tale livello, nel rispetto della visione della Economia Circolare;nei presupposti operativi, in quanto l’incenerimento, che può causare l’ingessamento del sistema in molte aree configgendo con gli scenari evolutivi previsti dall’agenda sull’ economia circolare,  non è l’unica tecnologia di trattamento del RUR, né l’unica che ne riduce impatti e quantità destinate a discarica.

Azioni specifiche

Product as a service

Introduzione di specifiche misure, con particolare riguardo alle misure di carattere economico e fiscale, finalizzate a favorire la nascita e il consolidamento di nuovi modelli di business ispirati al modello “PaaS – Product as a Service[2]”. Tali misure potrebbero riguardare un’ampia gamma di prodotti di largo consumo, e in particolare:

Contenitori riutilizzabili per l’asporto di alimenti e bevande nel settore della ristorazione;

Contenitori riutilizzabili per la movimentazione delle merci (es. cassette riutilizzabili per la logistica distributiva nel settore alimentare: ortofrutta, prodotti da forno, prodotti ittici, carne e prodotti di derivazione animale in genere etc…; cassette riutilizzabili per la logistica distributiva nel settore NON alimentare). Tali sistemi di logistica inversa che sono già una pratica matura nelle movimentazioni merce della GDO e industriale andrebbero estesi ai settori del commercio ambulante soprattutto alimentare come da sperimentazione avvenuta a Torino con il progetto Oikos presso il CAAT | Centro Agro Alimentare di Torino[3].

Abbigliamento

Prodotti non alimentari per l’infanzia (articoli sportivi, abbigliamento, giocattoli etc…) 

Imballaggi per e-commerce

Pannolini

Riparazione dei beni

Introduzione di specifiche misure, con particolare riguardo alle misure di carattere fiscale(es. IVA agevolata), destinate alle attività artigianali di riparazione dei beni (es. abbigliamento e calzature, arredo domestico, biciclette, apparecchiature elettriche ed elettroniche, etc…). Si ritiene che il Ministero dell’Ambiente dovrebbe farsi promotore di un approfondimento nel merito in stretta collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Centri del Riuso

Sostenere, anche economicamente, lo sviluppo di Centri del Riuso a sostegno di reti locali di  riutilizzo e di riparazione, finalizzate al riuso dei beni ancora utilizzabili.

Biblioteche degli attrezzi/repair cafè

Istituire un fondo nazionale per la realizzazione da parte dei Comuni di “biblioteche degli attrezzi” ovvero di luoghi destinati alla condivisione di attrezzature e conoscenze per la manutenzione e riparazione dei beni.

Portale della prevenzione

Predisposizione del Portale Nazionale sulla Prevenzione dei rifiutiprevisto dal PNPR di cui al decreto direttoriale del 7 ottobre 2013 in stretta sinergia con l’Osservatorio di cui al punto 3).

EPR e prevenzione

Assicurare che i regimi di responsabilità estesa del produttore garantiscano risorse finanziarie specifiche(es. attraverso la costituzione di uno specifico Fondo sulla prevenzione e il riutilizzo alimentato con una %le del contributo ambientale versato dalle imprese) destinate al sostegno di progetti e iniziative di riduzione dei rifiuti alla fonte – diverse dalla riduzione del peso dei prodotti immessi sul mercato -, ivi inclusi, ove pertinente, i progetti e le iniziative volte a favorire l’adozione di sistemi basati sull’utilizzo di prodotti riutilizzabili in sostituzione dei prodotti monouso;

Sistemi di depositi su cauzione per i contenitori di bevande

sistemi di deposito con cauzioneche vengono indicati tra le azioni da intraprendere nella Direttiva SUP per migliorare le capacità di intercettazione delle raccolte differenziate (Art.9[4]) sono uno strumento imprescindibile per raggiungere percentuali di intercettazione che vanno ben oltre al 90% con tutti i ben noti effetti positivi per l’ambiente, l’economia circolare, l’occupazione e le casse comunali che possono beneficiare del risparmio di risorse finanziarie importanti che vengono impiegate attualmente nella raccolta differenziata, nello svuotamento dei cestini stradali e nelle pulizie ambientali di pertinenza comunale. Non avendo ancora raggiunto il 60% di intercettazione delle bottiglie in PET ( 58,29 % ultimo dato del 2019 elaborato da varie fonti ) è alquanto improbabile che si arrivi al 77% tra 4 anni (2025) e al 90% al 2029 come prevedono gli obiettivi della Direttiva SUP. Non per nulla alla decina di paesi europei che hanno da tempo in vigore un sistema di deposito per bottiglie di plastica e lattine si aggiungeranno altri 11 paesi europei che hanno deciso di introdurre o espandere il proprio sistema nazionale nei prossimi due-tre anni. Tra questi ci sono paesi come il Portogallo, la Romania, la Grecia e la Turchia. A questo proposito va detto che per aumentare la quota di vuoto a rendere disponibile in commercio casi studio internazionali hanno dimostrato che sia indispensabile avere un sistema di deposito per i contenitori monouso già in vigore. Oltre che un contesto legislativo che imponga ai produttori e rivenditori obiettivi di prevenzione, riduzione e riuso per tutte le categorie di contenitori monouso. Ci sono paesi europei che hanno allo studio misure in tal senso.   Riteniamo, anche come membri della Piattaforma multi-takeholder Reloop[5]per la promozione dell’Economia Circolare sia pertanto necessario aprire un tavolo di confronto con tutti i portatori di interesse pubblici e privati che ne saranno coinvolti. Abbiamo a disposizione una rilevante evidenza documentale tra studi di fattibilità economica e ambientale realizzati da paesi membri che sono in fase avanzata di introduzione del sistema, sia come accordi tra le parti coinvolte che come predisposizione di leggi nazionali per una prossima introduzione del sistema.

EPR e diversificazione contributiva

Assicurare che i regimi di responsabilità estesa del produttore garantiscano trasparenza e pubblicità sull’efficacia del sistema di diversificazione contributiva adottato. L’efficacia del sistema di diversificazione contributiva dovrebbe essere valutata in relazione alla sua capacità di incentivare i produttori, al momento della progettazione dei prodotti, a tenere conto in maggior misura della riciclabilità, della riutilizzabilità, della riparabilità e della presenza di sostanze pericolose.

Tariffazione puntuale

Prevedere l’obbligatorietà dell’introduzione di sistemi di tariffazione puntualenella tariffazione dei servizi di igiene urbana a utenze domestiche e non domestiche, entro il 2023. L’obbligo potrebbe essere rinviato di un anno per le città oltre i 150 mila abitanti. Questo strumento, come da sempre per i servizi idrici ed elettrici, potrebbe spingere l’utenza a comportamenti più attenti alla sostenibilità e di conseguenza, anche di maggiore sensibilità fin dagli acquisti, prediligendo una minimizzazione degli scarti non riciclabili.

Semplificazione amministrativa nel settore riciclo

L’attuale normativa che regola le autorizzazioni per la realizzazione di impianti di trattamento rifiuti prevede iter amministrativi che mettono sullo stesso piano impianti per lo smaltimento, con impatti ambientali superiori, ad impianti per la selezione/riciclo/pressatura dei materiali da raccolta differenziata che di fatto hanno in molti casi impatti ambientali poco rilevanti. Questo comporta tempi lunghi anche per l’autorizzazione e l’avvio di piattaforme a supporto delle filiere dell’economia circolare, deficitarie soprattutto al centro-sud. Prevedere iter amministrativi semplificati per queste tipologie impiantistiche aiuterebbe sia le aziende che effettuano la raccolta che quelle che si occupano dei passaggi successivi fino al riciclo.

Una carbon tax per accelerare la conversione ecologica

L’introduzione di una carbon tax che penalizzi economicamente le produzioni ambientalmente più impattanti favorirebbe la loro progressiva conversione verso una maggiore sostenibilità e potrebbe generare un importante flusso finanziario da destinare a progetti a livello locale di riduzione della produzione di Co2. 

Capitolo rifiuti, autori: Silvia Ricci, Paolo Azzurro, Ezio Orzes, Enzo Favoino, Paolo Contò, Alessio Ciacci.

MOBILITA’

Il problema

L’Italia ha il record europeo per quanto riguarda il tasso di motorizzazione, con una media di 625 auto ogni 1.000 abitanti. Milano, al momento la città più virtuosa in Italia con 52 auto ogni 100 abitanti, ha comunque il doppio delle auto rispetto alle grandi città europee come Berlino, Parigi, Amsterdam Londra, Monaco, …

Automobile che secondo una recentissima ricerca europea:

‐ è parcheggiata per il 92% del tempo ad occupare prezioso spazio pubblico;

‐ si trascorre 1/3 del tempo di guida in cerca di parcheggio;

‐ di media, i 5 posti dell’auto spostano solo 1,5 persone;

‐ il 40% dei tragitti effettuati in auto in ambito urbano è inferiore ai 3 Km, il 60% inferiore ai 5 Km.

Le conseguenze di questo uso eccessivo dell’automobile sono evidenti nell’invasione della strada come spazio pubblico(frequente presenza di sosta illegale con pochissime sanzioni), crollo della qualità della strada come spazio pubblico, percorsi pedonali sempre più stretti ed inaccessibili. Abbiamo massimizzato l’uso della strada per l’automobile a discapito degli spazi delle persone e della qualità urbana.

La soluzione

RIDUZIONE DEL PARCO AUTO E DELLA SOSTA IN STRADA

Le migliori esperienze europee in fatto di mobilità sostenibile hanno lavorato sul disincentivo dell’auto privata e sulla riduzione della sosta in strada per recuperare spazio a favore delle persone: marciapiedi più ampi, piste ciclabili, verde, sedute, spazi per il commercio locale, …

Alcuni esempi:

Prof. Greg J. Ashworth, dell’Università di Groningen: Il modo migliore per convincere la gente a non usare la macchina è ridurre i parcheggi. A Groningen (Olanda, 190mila abitanti) il 50% degli spostamenti avviene in bicicletta. A partire dagli anni 70 l’amministrazione ha realizzato un serie di progetti che hanno scoraggiato l’uso dell’auto a favore della bicicletta. Il risultato è che oggi ci sono 75mila auto e 300mila biciclette. «Le aziende devono incoraggiare i loro dipendenti a non usare la macchina e ci sono vari modi per farlo: possono mettere dei parcheggi coperti per bici, delle docce oppure degli armadietti. Alcune offrono abbonamenti al trasporto pubblico o dei bonus per chi non usa l’auto. L’ideale però è rendere difficile parcheggiare».

Amsterdam, città per eccellenza della ciclabilità in cui solo il 25% della popolazione utilizza l’auto privata, ha recentemente approvato un PUMS che prevedere di eliminare 1.500 posti auto all’anno fino al 2025. Lo spazio ricavato sarà destinato alle piste ciclabili, all’allargamento dei marciapiedi o alla messa a dimora di nuovi alberi: insomma sarà spazio restituito alla collettività e alla vivibilità della strada come spazio pubblico.

Copenhagen, città di 1.200.00 abitanti in cui oltre il 50% della popolazione si muove regolarmente in bicicletta, il Dirigente del settore Mobilità afferma che: “non è possibile creare città per ciclisti senza fare scelte politiche forti. Serve darsi delle priorità e cioè rimuovere parcheggi in strada e ridurre la capacità stradale”

Parigirecentemente il vicesindaco Belliard ha annunciato l’eliminazione del 50% degli stalli auto di superficie per far posto a nuovi spazi pubblici, nuove piazze, nuove aree verdi e nuove ciclabili.

Il problema

Nelle città italiane la strada è purtroppo ancora considerata assoluta proprietà dell’automobile.

Lo si vede:

‐ nel fatto che siamo l’unico paese in Europa in cui il pedone ringrazia l’automobilista quando attraversa sulle strisce pedonali, dove si misura il valore della vita e dove ancora nel 2019 sono stati investiti e uccisi 600 pedoni;

‐ nella presenza purtroppo troppo frequente di auto in divieto di sosta (in doppia fila, sulle strisce pedonali, sui marciapiedi,…) tanto che abbiamo ormai accettato socialmente tale illegalità;

‐ nelle polemiche sorte recentemente per le nuove corsie ciclabili, attuate con successo da decenni in tutta Europa ed ora finalmente realizzabili anche in Italia grazie alla nuova Normativa, perché è stato sottratto giustamente spazio alle auto e non più ai pedoni, potendo così evitare il conflitto tutto italiano tra gli utenti deboli della strada (pedoni e ciclisti).

In realtà, la strada è uno spazio urbano in cui devono convivere diverse categorie di utenti, dal pedone al ciclista, dall’automobilista al motociclista. L’effetto di questa errata convinzione è un uso della strada aggressivo soprattutto da parte degli automobilisti, con conseguenze negative sul piano della sicurezza, della qualità ambientale ed anche dal punto di vista educativo.

La soluzione

LA STRADA È DI TUTTI A PARTIRE DAL PIU’ FRAGILE

Considerare la strada urbana non solo come asse di scorrimento del traffico veicolare quanto come spazio di relazione tra una pluralità di utenti (automobilisti, pedoni, ciclisti, residenti, studenti, …) e di funzioni (concetto di living street nato in Inghilterra negli anni ‘70).

L’80% dello spazio aperto accessibile nelle nostre città, il luogo delle attività e delle relazioni sociali, è costituito dalle strade, che devono tornare ad essere un luogo sociale, il luogo di vita per eccellenza delle città, per usi decisamente più ricchi e inclusivi.

Citando Gil Penalosa: “Le strade per le persone includono le automobili. Le strade per le automobili non includono tutte le persone. Creiamo città per tutte le persone. Adesso!”

Il problema

La strage quotidiana e la violenza stradale. In Italia ogni anno per incidente stradale si verificano quasi 3.500 morti e quasi 250.000 feriti. Stiamo parlando di un morto ogni 2,5 ore e un ferito ogni 3 minuti (e di 43 bambini morti nel solo 2019). Siamo l’unico paese europeo in cui l’incidentalità urbana continua a crescere, con numeri doppi rispetto alla media europea:

‐ ITALIA 28.9 morti per milione di abitanti

‐ NORVEGIA 5.3 morti per milione di abitanti

‐ GRAN BRETAGNA 10.9 morti per milione di abitanti

‐ GERMANIA 15.7 morti per milione di abitanti

I costi sociali di tale strage sono stimati nell’ordine di 17 miliardi l’anno da ISTAT, che “incomprensibilmente” sottostima notevolmente il dato, come evidenziato molto bene da Stefano Guarnieri in un recente articolo scritto per Asaps (https://www.asaps.it/downloads/files/pag_8‐cent232.pdf) in cui evidenzia che il costo è in realtà il doppio, quasi 34 miliardi di euro, quasi il 2% del PIL italiano.

La soluzione

LA CITTA’ 30

Da uno studio condotto dai ricercatori olandesi Piet Rietveld e Vanessa Daniel emerge che il principale deterrente all’utilizzo della bicicletta e aggiungo della mobilità pedonale) è la scarsa sicurezza stradale. Il rischio di essere coinvolti in un incidente stradale è percepito al punto tale da convincere molti potenziali ciclisti a lasciare a casa la bici per utilizzare anche loro l’automobile. E sappiamo bene che il fattore determinante della gravità dell’incidente è la velocità. È per questo che la maggior parte delle nazioni e città europee stanno lavorando per avere la “città 30”, cioè limite di velocità a 30Km/h su tutte le strade urbane, in alcuni casi ad eccezione della viabilità principale. Esempi concreti sono le città di Parigi, Berlino, Bilbao, Lille, Valencia, Madrid, Amsterdam, Bruxelles, Copenhagen, etc… solo per citarne alcune.

Ma soprattutto:

‐ il Governo olandese ha recentemente (27/10/2020) votato in Parlamento una legge che prevede il limite di velocità a 30 km/h come norma per TUTTE le strade urbane in tutto il paese (utilizzando il claim: Strade per le persone, non per le auto)

‐ il Governo spagnolo ha modificato la legislazione per ridurre gli incidenti stradali introducendo il limite di 30km/h su TUTTE le strade urbane con una corsia per senso di marcia (il limite di 50Km/h rimarrà solo per le strade con 2 o più corsie per senso di marcia).

Serve al più presto anche in Italia seguire l’esempio di questi paesi, per salvare vite umane e ridurre i costi sociali che ne derivano. Ridurre la velocità in ambito urbanosignifica inoltre poter dedicare meno spazio all’automobile a favore di maggiori spazi per le persone e la qualità e vivibilità delle nostre città. Significa spazi pedonali più ampi e sicuri, spazi per la ciclabilità, per il verde urbane, per il commercio locale. Città realmente inclusive e accessibili.

Il problema

In Italia lavoriamo troppo poco con la comunicazione, fondamentale invece per raccontare e far comprendere la necessità del cambiamento. Nella città di Monaco, dove solo il 27% dei cittadini utilizza l’automobile, per ogni progetto di mobilità sostenibile investono il 25% delle risorse in comunicazione. Hanno capito che anche il più bel progetto se non viene spiegato e raccontato non viene compreso ed anzi spesso rifiutato.

La soluzione

COMUNICAZIONE

Serve al più presto un dibattito pubblico a livello nazionalesulla necessità di cambiare il modello di mobilità nelle città italiane, raccontano nel miglior modo possibili i vantaggi della mobilità sostenibile, che riguardano tutti e non solo una delle categorie del traffico.

Abbiamo gli argomenti (alcuni già evidenziati nei punti precedenti), utilizziamo insieme a professionisti di ogni settore (non solo esperti di mobilità, ma anche pediatri, psicologici, esperti di rumore, inquinamento, …).

Solo qualche esempio:

‐ raccontiamo cos’è una zona 30 (troppo spesso diamo per scontato che il semplice cittadino ne comprenda i benefici);

‐ mostriamo come l’occhio umano non sia fatto per le grandi velocità, tanto che gli spicologi del traffico europei sostengono che la velocità di 50 Km/h è incompatibile con la precedenza accordata ai pedoni;

‐ facciamo vedere come riducendo la velocità, lo spazio di frenata dei veicoli è molto più breve;

‐ raccontiamo che i pericoli del traffico frenano lo sviluppo dei bambini (uno studio danese effettuato su 19.527 studenti di età compresa tra 5 e 19 anni ha dimostrato che Chi va a scuola in autonomia, a piedi o in bicicletta, ha maggiore capacità di apprendimento e di concentrazione);

‐ raccontiamo l’efficacia della moderazione del traffico: il traffico diventa più fluido e scorrevole, il traffico di transito viene disincentivato, migliora la qualità dello spazio urbano, diminuisce notevolmente il numero e la gravità degli incidenti, vengono eliminate le barriere architettoniche, viene favorito lo sviluppo della personalità del bambino che entra in relazione e si rapporta con le auto, miglioramento ambientale: minori emissioni inquinanti (ossidi d’azoto, anidride carbonica, polveri.) e minor inquinamento acustico e non ultima la rivalutazione delle proprietà immobiliari;

‐ mostriamo come Numerose ricerche, condotte nei paesi che hanno adottato da molti anni gli indirizzi di intervento caratteristici delle tecniche di moderazione del traffico, evidenziano che la riduzione di velocità comporta benefici non soltanto per gli utenti deboli della strada, ma anche per gli stessi automobilisti. Non sono quindi misure contro gli automobilisti, bensì a favore della sicurezza e della convivenza tra tutti gli utenti della strada, per ridare qualità alla strada come spazio pubblico.

Capitolo Mobilità, autore: Matteo Dondé 

ENERGIA

Il consumo energetico è una delle fonti indirette di inquinamento più rilevanti della attività dei comuni e dei loro territori.  E parallelamente la spesa energetica è una delle voci di uscita più implacabilmente costanti nei bilanci delle amministrazioni locali: una voce in crescita continua, perché costantemente cresce il costo di gas e di energia elettrica. 

Perciò i Comuni vanno supportatiad avviare sistematicamente una politica energetica pubblica che veda l’energia, la sua produzione e il suo risparmio (e in generale l’accesso stesso all’energia da parte dei cittadini) come uno dei beni comuni, come strumento per la diminuzione dell’inquinamento e della dipendenza energetica, sia delle comunità locali che del Paese.

Riqualificazione energetica degli immobili

I fondi attuali sono congrui. Va aumentata la possibilità di anticipo da parte del GSE, per facilitare la partenza dei progetti, e la consulenza agli enti. Va incentivata la possibilità di cessione del creditoalle aziende realizzatrici o al Comune stesso per consentire la riqualificazione dell’enorme (ed energivoro) patrimonio dell’Edilizia Residenziale Pubblica. Oggi i cittadini più fragili non hanno accesso al risparmio energetico e alle energie rinnovabili (per mancanza di capienza fiscale e di accesso al credito) proprio i cittadini che più ne avrebbero bisogno, e proprio chi meno ha più paga consumi energetici che sarebbero facilmente comprimibili.

Fotovoltaico

Potenziare lo Scambio Sul Posto Altrove, (SSP), uno scambio sul posto senza obbligo di coincidenza tra i punti di prelievo e di immissione che, consentendo l’utilizzo di reti pubbliche per gli scambi di energia in prelievo e immissione, rappresenta un’approssimazione ad una micro-rete urbana. Questo andrebbe aumentato con copertura anche dei costi di dispacciamento e soprattutto aperto ai comuni sopra i 20.000 e ai privati cittadini (magari raccolti in comunità energetiche). Infatti i comuni sopra i 20.000 abitanti rappresentano un consumo rilevante, ma non hanno disponibilità di superfici proprie. Ciò consentirebbe di sfruttare le superfici coperte (industrie, stalle) da parte delle città e dei privati cittadini.

Eolico

I Comuni dovrebbero avere la possibilità di investire e realizzare impianti eolici o fotovoltaici, vedendosi riconosciute le produzioni ad abbattimento dei propri consumi e/o di quelli dei cittadini. Tale possibilità andrebbe garantita anche alle comunità energetichee gruppi di consumo dei cittadini. Perché solo i grandi investitori privati hanno di fatto la possibilità di investire in questi impianti? Sole, aria, vento, sono beni pubblici, e gli impianti che ne traggono energia e utili dovrebbero essere anche pubblici. 

Biometano e idrogeno

Questa risorsa energetica rinnovabile, assieme alla riqualificazione energetica, è potenzialmente una delle poche opportunità di produrre energia rinnovabile. Va creato un ‘conto GAS’simile al vecchio conto energia dove, sfruttando le reti di distribuzione esistenti (specie nelle regioni metanizzate e non solo), sia possibile immettere biometano in rete e vederselo riconoscere nel contatore di consumo. L’incentivo attuale, orientato soloall’autotrazione destina il biometano all’uso meno efficiente e quindi –di fatto- lo incentiva per sprecarlo. Bisogna incentivare anche il metano utilizzato nelle caldaie a condensazionee nell’industria, dove viene utilizzato con livelli di efficienza molto più alti dei motori endotermici delle auto. Anche in questo ambito i Comuni devono essere incentivati a realizzare impianti pubblici, che invece vedono ormai il protagonismo di pochi grandi player legati al mondo degli idrocarburi fossili.

Va affrontato anche il tema delle proprietà delle matrici. Gli impianti di biometano utilizzano anche FORSU, cioè una materia di qualità, prodotta dai cittadini, che i cittadini devono pagare perché sia ritirata, e che poi viene utilizzata dai gestori del servizio per realizzare impianti dove, trasformata in biometano, produce ulteriore utile. Se si vuole seriamente parlare di valorizzazione dei rifiuti e della differenziata, questo valore intrinseco va messo in comune coi cittadini che devono, come minimo, godere di un sensibile calo dei costi legati al servizio rifiuti.

Utilizzare biomasse da rifiuti in centrali per produrre energia elettrica e calore. Se non sono incentivati, anche quelli esistenti, a fine incentivo, chiuderanno lasciando il problema di gestione del verde. Ipotesi di utilizzare il Combustibile Solito Secondario derivante da rifiuti in sostituzione del carbone nelle centrali. 

Bond ambientali e fondi rotativi 

L’abbattimento delle spese correnti per gli interventi di efficientamento non richiedono enormi interventi finanziari: potrebbe essere utile l’accesso a un credito specifico a fondi rotativi, con strutture in grado di supportare e valutare i progetti, che consentano ai Comuni di valutare i progetti e ripagarli con la diminuzione delle spese correnti. Potrebbero essere coperti da BOND specifici, “Titoli di Stato per la riqualificazione energetica”. Oggi grandi gruppi privati si accaparrano anche le capacità di risparmio dei Comuni (nell’illuminazione, nel termico) trasformando questi progetti in un consolidamento delle spese correnti dei comuni e in un profitto solo privato sui risparmi generati. 

Capitolo energia, autore: Maurizio Olivieri

I CAM PER I COMUNI VIRTUOSI

L’associazione nazionale Comuni Virtuosi – con il supporto di Punto 3 Srl – ha deciso di avviare una rendicontazione puntuale dell’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM). 

L’indagine – che si è conclusa a luglio 2018 – ha riguardato le procedure di approvvigionamento di 40 Comuni (sul totale dei 102 comuni soci in quell’anno) rappresentativi di tutte le tipologie di soci della rete.  Le informazioni richieste, riferite all’anno 2017, hanno riguardato il numero totale di bandi emanati ed il loro importo, relativamente agli approvvigionamenti pubblici di lavori, servizi e forniture normati dai CAM. 

Dall’indagine è emersa una notevole difficoltà di applicazione dei Criteri Ambientali Minimiil 55% degli approvvigionamenti realizzati nell’anno di riferimento non ha previsto l’applicazione di nessun CAM. 

La difficoltà di applicazione dei CAM deriva principalmente dalla mancanza di conoscenza tecnica e normativa da parte del personale adibito alla gestione delle procedure di approvvigionamento e del personale tecnico chiamato a redigere i capitolati. 

Sulla base dell’esperienza maturata nel settore del GPP si elencano una serie di proposte di azioni che potrebbero facilitare l’applicazione dei CAM: 

Rendere più capillare la formazione specialistica sul GPP realizzata del Ministero dell’Ambiente nell’ambito del progetto CReIAMO PA coinvolgendo direttamente nell’organizzazione dei corsi oltre le Regioni anche le Provincie, le Unioni di Comuni e le associazioni/reti di Enti locali: ciò permetterebbe di raggiungere più facilmente soprattutto i piccoli Comuni; 

Rendere più celere l’iter di aggiornamento del Piano d’Azione nazionale sul GPP e dei CAM esistenti, soprattutto di quelli che sono stati approvati prima dell’entrata in vigore dell’attuale Codice dei Contratti (19 aprile 2016). Ad esempio l’aggiornamento dei CAM relativi all’affidamento del servizio di pulizia (che sono stati approvati nel 2012) ha visto nel 2019 la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico (composto da rappresentanti ed esperti della Pubblica Amministrazione, delle centrali di committenza, di enti di ricerca, di università, nonché dei referenti delle associazioni di categoria degli operatori economici del settore del cleaning professionale) che ha terminato le proprie attività nel mese di luglio. Ad oggi l’aggiornamento di questi CAM non è stato ancora formalizzato mediante la promulgazione di un apposito Decreto Ministeriale; 

Rendere attuativo il protocollo d’intesa tra Ministero dell’Ambiente e ANAC sul monitoraggio dei CAM e del GPP a livello nazionale. Non sono noti a livello nazionale i dati relativi al grado di applicazione dei CAM da parte delle stazioni appaltanti. 

Capitolo CAM, autore: Paolo Fabbri (Punto 3 srl)

FINANZA E RISORSE

La situazione finanziaria dei Comuni, a seguito dell’avvio della riforma contabile di cui al D.Lgs. 118/2011 negli Enti locali, è progressivamente peggiorata, com’è dimostrato dal numero sempre crescente dei Comuni che sono in piano di riequilibrio o lo stanno attivando e dei Comuni in dissesto. Una delle cause principali è costituita dall’istituto “Fondo crediti di dubbia esigibilità” (FCDE).

Quanto sopra anche nella contezza che la generalità dei Comuni non ha più margini significativi di ridimensionamento della spesa, non presentando più spese discrezionali, se non in misura irrisoria.

Le criticità che si registrano, generalmente, sono collegate, in primo luogo, alla difficoltà di riscossione, come di seguito sintetizzato per due principali risorse di bilancio.

Servizio idrico– di norma, la lettura delle bollette viene effettuata verso la fine dell’anno e, seppure inviate tempestivamente agli utenti, le stesse restano, in gran parte, non riscosse nell’esercizio. La bollettazione di acconti in corso d’anno, spesso risulta difficile per carenza di risorse e per i maggiori costi, stante anche le basse previsioni di incasso. In conclusione, buona parte dell’entrata accertata viene riportata a credito non riscosso, con incremento significativo del FCDE, senza nessuna analisi di contesto.

TARI– le bollette sono inviate nei primi mesi dell’anno, ma anche in questo caso il credito non riscosso è di ammontare significativo e va ad incrementare il FCDE, senza nessuna analisi di contesto.

Supponendo che nei Comuni (anche se i numeri sono diversi da Comune a Comune) nell’anno di competenza si arrivi ad incassare il 20% del servizio idrico anche a seguito di acconto inviato agli utenti, mentre per la TARI si arrivi al 50%, mentre alla fine del 3° anno le due entrate si attestano, senza nessuna azione di recupero, a circa il 75%, appare chiaro che la consistenza dei crediti è data da semplice ritardo nel pagamento per difficoltà economiche dei cittadini e non già da dubbia esigibilità.

In merito alle due casistiche sopra evidenziate, l’accantonamento al FCDE è pari al 100% in rapporto al non incassato negli ultimi cinque anni, mentre potrebbe non essere necessario un accantonamento tanto pesante e ingiusto, in quanto non si tratta di crediti di dubbia esigibilità, bensì di crediti che saranno incassati, in gran parte, nell’esercizio successivo o, al massimo, per una modesta differenza, nel corso del secondo esercizio successivo. Soltanto dal terzo anno, potrà realmente attestarsi la dubbia esigibilità dei crediti non ancora riscossi.

Sarebbe, quindi, opportuno e più aderente al significato di “dubbia esigibilità” l’accantonamento rapportato alle somme riportate a residuo fino al 3° esercizio antecedente, ossia sui crediti per i quali si rende veramente necessaria una riscossione coattiva.

Costituiscono ulteriore problematica, ed è tra le motivazioni per le quali sono in aumento i disavanzi di gestione, i maggiori costi del servizio idrico derivanti da consumi energetici elevati ed, in generale, il costo dell’energia elettrica.

A causa della carenza di liquidità, infatti, i Comuni non riescono ad essere puntuali nel pagamento delle bollette relative ai consumi di energia elettrica (per tutti i consumi, non solo per quelli relativi al servizio idrico che, comunque, può rappresentare le quota più elevata). Anche se si provvede al pagamento solo dopo poco tempo dalla scadenza, i Comuni morosi passano in regime di salvaguardia, con un incremento dei costi che raggiunge il 40% e, persistendo i ritardi senza il totale pagamento di tutte le bollette in salvaguardia, non possono accedere al mercato libero che comporterebbe una riduzione dei costi.

Non dimentichiamo che, sia l’illuminazione pubblica che il Servizio acquedotto che utilizza l’energia elettrica, sono servizi indispensabili.

L’accesso al mercato libero, sia utilizzando i sistemi telematici di negoziazione messi a disposizione da Consip o dalle centrali di committenza regionali che l’approvvigionamento attraverso le convenzioni o gli accordi quadro messi a disposizione da Consip e dalle centrali di committenza regionali (art. 1, comma 7, legge 7 agosto 2012, n. 135), viene, infatti, di fatto, impedito per il rifiuto del fornitore di partecipare alla gara indetta da un Comune in regime di salvaguardia, nel primo caso, e dalla facoltà di rifiutare gli ordinativi di fornitura da parte di un fornitore Consip, nel secondo caso.

Per i motivi sopra esposti, chiediamo di prendere in esame e in considerazioni le seguenti proposte:

In relazione alla necessità di ridurre gli effetti dell’accantonamento al FCDE sui bilanci, liberando risorse per i servizi essenziali, e sui rendiconti, contenendo gli effetti negativi sul risultato di amministrazione, oltre che utile a rendere l’accantonamento medesimo più coerente con la reale consistenza dei crediti di dubbia esigibilità, di modificare il principio contabile 4/2 allegato al D.Lgs. 118/2011 (punto 3.3. e esempio n. 5) che prevede la determinazione della posta contabile dell’accantonamento in base alla natura e all’andamento del fenomeno negli ultimi cinque esercizi precedenti, disponendo che il calcolo vada operato in base alla natura e all’andamento del fenomeno negli ultimi cinque esercizi precedenti il penultimo rendiconto approvato o i cui termini di approvazione sono scaduti.

In relazione ai costi dell’energia elettrica per i Comuniin regime di salvaguardia, i cui oneri producono il maturare di posizioni debitorie sempre più insostenibili, che si autoalimentano e che aggravano sempre più le finalizzati difficoltà finanziarie e di cassa:

interventi volti ad abbattere i fattori che aggravano i costi della fornitura;

inderogabilità per i fornitori Consip di accettazione degli ordinativi di fornitura da parte dei Comuni nei confronti dei quali sono vantati crediti derivanti da precedenti rapporti contrattuali o da Comuni in regime di salvaguardia.            

DAI TERRITORI

Problematica Eolico Selvaggio in Basilicata – Vietri di Potenza (PZ)

La regione Basilicata è stata paradossalmente martoriata da quelli che avrebbero dovuto essere degli strumenti per la produzione di energia pulita, e che rischiano di compromettere ogni altro tipo di sviluppo virtuoso legato per esempio alla fruibilità turistica di un territorio ancora incontaminato. Il tema, chiaramente, non è legato a questioni ideologiche bensì a delle circostanze attinenti evidentemente alla loro “sostenibilità”. 

Le rinnovabili rappresentano sicuramente la strategia vincente per ridurre l’inquinamento ma, come ogni tipo di installazione, se non è inserita correttamente nel contesto territoriale rischia di comprometterne la sostenibilità ambientale. 

L’eolico selvaggio in Basilicata è certamente frutto di una legislazione superficiale perpetratasi negli anni. I comuni del territorio stanno lottando con ogni mezzo per provare a difendere il paesaggio da eventuali installazioni non sostenibili. 

La definizione del Piano paesaggistico regionale richiederà però ancora del tempo e si ritiene pertanto che, in attesa di tali definizioni normative, sarebbe utile una moratoria o sospensione di ogni richiesta di nuove progettualitàcon un intervento ad hoc da parte del Ministero o del Governo.

Problematica cave dismesse e/o abbandonate

Si propone l’istituzione di contributi specifici per i comuni che decidono di recuperare le caveanche con progetti tradizionali o innovativi. 

Quello legato alle attività estrattive è un dibattito non più rimandabile in quanto coinvolge tutto il territorio nazionale (1.680 comuni hanno almeno una cava dismessa o abbandonata. Fonte: Rapporto cave 2017 – Legambiente). Anche in questo caso si tratta di ferite che penalizzano l’appeal dal punto di vista turistico del nostro Belpaese.

Christian Giordano, sindaco di Vietri di Potenza (PZ)

UNA FRANA NEL PARMENSE – Collecchio (PR)

L’11 giugno del 2011 un violentissimo nubifragio si è abbattuto in pochissimo tempo in tutto il parmense. La zona maggiormente colpita è compresa fra i comuni di Collecchio, Fornovo e Sala Baganza. I danni più rilevanti riscontrati nel collecchiese sono legati al deflusso delle acque piovane nella zona collinare tra Ozzano e Gaiano (frazioni di Collecchio). Da allora l’Amministrazione Comunale ha presentato numerose istanze elaborando un progetto per intervenire sui suddetti versanti e metterli in sicurezza. Gli interventi prevedono un impegno di spesa di circa 2 milioni e 300.000 euro, che possono essere attuati anche per stralci. Ci stiamo adoperando per ricevere i finanziamenti necessari, ma il tempo passa e la possibilità che l’alluvione possa ripetersi è reale e spaventa i cittadini del territorio. Abbiamo inoltrato al Ministero dell’Interno il progetto per un primo stralcio di lavori e siamo in attesa di risposta. Chiedo a Lei, Signor Ministro, quali altri percorsi posso seguire per ottenere finanziamenti per questo indispensabile lavoro.

Maristella Galli, sindaca di Collecchio (PR)

COMUNI VIRTUOSI DELL’ALTA MARMILLA – Baradili, Villa Verde (OR)

In premessa va detto che molti comuni in Sardegna sono proprietari e gestiscono importanti patrimoni forestali, soprattutto quelli montani o parzialmente montani come ad esempio Villa Verde, alcuni di questi però non avendo il proprio territorio comunale ricompreso all’interno dei cantieri forestali dell’Agenzia Forestas della Regione Sardegna (5.000 dipendenti), si ritrovano a gestire e mantenere il proprio patrimonio forestale praticamente da soli, utilizzando quasi sempre fondi di bilancio propri o qualche raro finanziamento del Piano di Sviluppo Rurale. Esistono poi dei finanziamenti regionali con cadenza annuale denominati Cantieri Verdi che però paradossalmente sono riservati ai comuni nel cui territorio opera già l’agenzia Forestas (in realtà nati per compensare il mancato turn over degli operai forestali andati in pensione in quei comuni). 

Questo affatica finanziariamente i nostri comuni, che non ostante tutto non demordono per impegno e creatività, abbiamo addirittura partecipato ad un bando promosso da una Onlus, la Mediafrieds, con un progetto di riqualificazione forestale ed educazione ambientale che è risultato vincitore della gara, consentendoci di realizzare un meraviglioso intervento di valorizzazione forestazione e ambientale nel Monte Arci.

Credo che queste realtà meritino un’attenzione particolare, perché dimostrano di essere capaci di far fronte alla valorizzazione delle proprie risorse ambientali con idee e progetti, ma spesso mancano le risorse finanziarie, specialmente se si ragiona in un arco temporale di medio termine. Sarebbe utile poter attingere o partecipare a bandi dedicati specificatamente a queste realtà, con un disponibilità di risorse distribuite in un arco temporale di almeno tre anni, tempo minimo necessario per dare vita e realizzare progetti di sviluppo, manutenzione e valorizzazione ambientale utili a tutta la collettività.

Un altro aspetto che merita attenzione, ritenendo possa anche essere preso a modello, è il servizio di manutenzione ambientale e protezione civile attuato dall’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla, dove 19 comuni assieme gestiscono un servizio che si occupa della manutenzione di siepi, cunette e fasce verdi di tutte le strade rurali del territorio, oltre alla manutenzione delle fasce parafuoco presenti nei comuni montani. Anche in questo caso, tutto viene svolto utilizzando quasi esclusivamente i fondi dei propri bilanci. Forse si potrebbe pensare alla creazione di bandi dove vi sia una premialità per chi gestisce tali servizi in forma associata. La nostra Unione dei Comuni sta inoltre predisponendo un piano di Protezione Civile intercomunale che metterà assieme e armonizzerà i singoli piani di Protezione Civile comunali permettendoci di gestire al meglio tutte le emergenze.

Lino Zedda, sindaco di Baradili (OR) e Sandro Marchi, sindaco di Villa Verde (OR)


[1]Greenpeace, Zero Waste Italy, WWF, Legambiente e Kyoto Club

[2]product as a service – prodotto come servizio: la soluzione per cui un’azienda non vende il prodotto, ma vende il servizio corrispondente, garantendo il ritiro del bene a fine uso, e dunque il suo ricondizionamento (riparazione, sanitizzazione, o qualunque azione serva a ripristinarne la funzionalità) prima della re immissione all’impiego

[3]https://comunivirtuosi.org/mercati-circolari-serve-volonta-politica/

[4]Art.9raccolta differenziata …..(A tal fine gli Stati membri possono tra l’altro:
a) istituire sistemi di cauzione-rimborso;
b) stabilire obiettivi di raccolta differenziata per i pertinenti regimi di responsabilità estesa del produttore….)

[5]https://www.reloopplatform.org/

‘Ridurre i rifiuti da prodotti in plastica monouso’: vademecum per i Comuni

Questo vademecum è stato realizzato da ANCI-Emilia Romagna per supportare i Comuni  nella definizione e implementazione di strategie locali di riduzione dei rifiuti derivanti dall’utilizzo di prodotti in plastica monouso , coerenti con il paradigma dell’economia circolare e con le disposizioni e lo spirito della Direttiva SUP (Direttiva UE 2019/904) sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.

Vademecum per i Comuni e schede progetti – Versione estesa (4.979kB – PDF)
Vademecum per i Comuni – Versione sintetica (4.116kB – PDF)

Fonte Anci Emilia Romagna

Sogni Comuni – Un viaggio nelle amministrazioni virtuose

Per gran parte dei suoi quindici anni di attività Esper ha avuto il piacere e l’onore di essere partner tecnico della coetanea Associazione Comuni Virtuosi.

Negli anni passati abbiamo collaborato alla realizzazione e alla pubblicazione di volumi monotematici in free download presenti nella homepage.
Quest’anno abbiamo avuto il piacere di cambiare lo strumento di divulgazione, pur mantenendo lo stesso obiettivo. Sogni Comuni è il docu-film che racconta diverse storie di ordinaria virtuosità (anche un paio di Comuni con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare).

Vi invitiamo alla visione, nella speranza che possa interessare e, perché no, essere anche di ispirazione!

#Esper15 #15annidiEsper

https://youtu.be/RXrrT8NHrO4

I CAM nella pubblica amministrazione, report di una norma che non funziona

Il 12 febbraio alla Camera dei Deputati è stata presentata l’indagine sul livello di applicazione dei Criteri ambientali minimi (CAM)- resi obbligatori dall’articolo 34 del Codice degli Appalti realizzato dall’Associazione Comuni Virtuosi e dalla società di consulenza Punto 3 Srl, con il supporto di due realtà economiche da sempre impegnate nella green economy: il Consorzio Ecopneus e Sumus Italia Srl.

I dati raccolti grazie al monitoraggio forniscono informazioni sulle tendenze in atto presso gli associati mettendo in rilievo motivazioni, esigenze, numero di bandi pubblicati con e senza Criteri Ambientali Minimi (CAM) ed importi complessivi delle gare con e senza criteri verdi.

Gli strumenti utilizzati per la realizzazione dell’indagine sono rappresentati dalle schede di monitoraggio e da domande a risposta multipla relative alle esigenze ed alle difficoltà nell’applicazione dei CAM nelle politiche di approvvigionamento pubblico, comprensive di focus tematici afferenti gli ambiti di attività di Sumus Italia e del Consorzio Ecopneus. Sono state inoltre utilizzate le informazioni disponibili online sui siti web dei Comuni coinvolti, per la verifica della completezza dei dati a disposizione.

La realizzazione del monitoraggio si è sviluppata in diverse fasi già a partire dalle scelte fatte in merito al campione selezionato ed alla modalità di coinvolgimento dei Comuni aderenti all’Associazione dei Comuni Virtuosi. In prima battuta la segreteria dell’Associazione dei Comuni Virtuosi ha inviato una e-mail ed una PEC con al totale dei comuni aderenti all’associazione. Successivamente, anche alla luce delle risposte ricevute, sono stati stabiliti dei criteri per la scelta del campione da sottoporre ad azioni di recall.

Complessivamente l’indagine ha riguardato le procedure di approvvigionamento- riferite all’anno 2017- di 40 Comuni (su un totale di 102) rappresentativi di tutte le tipologie di soci dell’associazione dei Comuni Virtuosi. Dall’indagine emerge che il 55% di questi Comuni non applica i CAM in nessuna categoria merceologica. Le maggiori percentuali di bandi con Criteri Ambientali Minimi rispetto al totale dei bandi di settore, risultano essere quelli relativi alle forniture di carta per ufficio (60%), al servizio di ristorazione (50%) ed alle forniture di apparecchiature elettriche ed elettroniche per ufficio (43%), unitamente alla fornitura di arredi (43%) ed al servizio di gestione dei rifiuti (42%). In valore assoluto, invece, il maggior numero di bandi aggiudicati nel 2017 con CAM si riscontra per le forniture di prodotti elettrici ed elettronici (26 bandi con CAM).  Molto bassa la percentuale di applicazione dei CAM relativi all’acquisizione di veicoli adibiti al trasporto su strada (6%), ai servizi di gestione del verde pubblico (6%) e all’Edilizia (5%).

Analizzano, invece, i dati in forma aggregata emerge che il 34% della spesa complessiva prevede l’applicazione dei CAM, mentre la percentuale di bandi contenenti Criteri Ambientali Minimi è del 21%.

L’appuntamento di oggi – ha affermato Marco Boschini – coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi conferma quanto emerso dal report. Affinché la legge sui CAM trovi effettiva applicazione occorre una visione di insieme. Serve senso di responsabilità e convergenza di vedute. Come Associazione siamo fortemente motivati a promuovere la formazione e a valorizzare le eccellenze dei nostri comuni.”

Hanno ‘ospitato’ la presentazione presso la sala Stampa della Camera gli On. Rossella Muroni e Luca Pastorino di Liberi e Uguali.

Per favorire uno sviluppo più equo e sostenibile – ha commentato la deputata di LeU Rossella Muroni – servono politiche adeguate e coerenti, occorre orientare l’innovazione verso l’efficienza e il futuro, così come serve orientare la spesa pubblica verso la green economy. Per questo è importante che il nuovo Codice degli Appalti abbia previsto l’obbligo dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli approvvigionamenti degli Enti Pubblici. Un fronte strategico su cui, come testimonia questa indagine, stiamo facendo passi avanti ma sul quale c’è ancora molta strada da fare”.

Nella mia esperienza da sindaco ho sempre trovato una sensibilità forte sul tema. Questa Legge di Bilancio ha lasciato da parte le politiche ambientali, nonostante le aperture inizialmente arrivate dal governo. Il report presentato oggi deve essere uno stimolo per il Parlamento a prendere una precisa direzione. Ma per farlo serve un legislatore lungimirante, occorre una vera volontà politica”, ha affermato Luca Pastorino, deputato e segretario di presidenza alla Camera per Liberi e Uguali.

SCARICA IL REPORTREPORT

Fonte: Comuni Virtuosi

Comuni, virtuosi e premiati

Nel corso della sua quasi ventennale attività, ESPER ha avuto modo di collaborare con decine di Comuni sparsi su tutto il territorio nazionale.
Nel corso del 2018 moltissimi di questi hanno raggiunto performances ambientali di assoluta eccellenza, a partire dalle percentuali di raccolta differenziata, fino ad arrivare alla gestione dei materiali post-consumo.

Proviamo a fare un riassunto dei premi ricevuti dai Comuni con cui ESPER ha avuto il piacere di collaborare:

Lanuvio (RM) – Cominciamo dal pluripremiato Comune di Lanuvio. La gestione dei rifiuti organici è il fiore all’occhiello di questa amministrazione: 2169 utenze gestiscono in autonomia i propri rifiuti organici che ammontano a circa 867 tonn/anno. L’eccellenza di Lanuvio non è passata inosservata: il Comune ha ricevuto il premio “La Città per il Verde 2018” per la sezione “Il Comune più organico”.
Non solo: Nel corso del 2018 Lanuvio è entrato nel novero del “Comuni Ricicloni” e dei “Comuni Plastic-Free”, e come tale premiato da Legambiente.

Bitritto (BA) – Il Comune di Bitritto vince il titolo di “Comune Riciclone 2018” per la regione Puglia sia per la sua categoria (Comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti) sia nella classifica regionale.

Castelnovo del Friuli (PN) – Con il suo 75% di RD ed i soli 72.8 chilogrammi di rifiuto indifferenziato pro capite rientra nei Comuni Ricicloni del Friuli Venezia Giulia

Trento – E’ il terzo capoluogo di provincia a livello nazionale nella classifica di Legambiente dei Comuni Ricicloni per raccolta e gestione rifiuti, con il suo 80,6% di RD, e risulta anche la città più virtuosa nella raccolta e riciclo del legno, ricevendo per questo il Premio Rilegno

Petrosino (TP) – Petrosino è il terzo comune più virtuoso in Italia. Lo ha decretato la giuria del premio “Comuni Virtuosi 2018”, iniziativa promossa ogni anno dall’Associazione dei Comuni Virtuosi al fine di divulgare le esperienze virtuose, i progetti concreti, le iniziative realizzate a favore dell’ambiente e delle comunità locali

Molfetta (BA) – Il Comune è stato  premiato da Corepla nella categoria «Migliore raccolta degli imballaggi in plastica». nel 2017 ha concluso l’attivazione del porta a porta su tutta la città ha superato la percentuale del 70% di raccolta differenziata e il valore pro capite di raccolta degli imballaggi in plastica ha raggiunto 22 chili

Anci: incontri territoriali in vista del nuovo Accordo Quadro con CONAI

Ivan Stomeo lo aveva promesso: “Nella nuova veste di delegato nazionale Anci per il tema Rifiuti, il mio principale impegno sarà rivolto dunque alla collaborazione e alla valorizzazione dell’esperienza di tutti quei Comuni che hanno messo in campo le migliori pratiche per lo sviluppo di progetti locali finalizzati alla  promozione di modelli di economia circolare. Quello che vorrei promuovere dunque come nuovo delegato Anci, è una maggiore apertura verso le esperienze di gestione dei rifiuti e degli imballaggi di successo che avvengono in Italia e anche all’estero da parte di governi, enti locali e industria”[1].

Ed è stato di parola: la parola ora passa ai Comuni, a quelli più virtuosi. Quei Comuni che più di altri si sentono penalizzati per lo scarso ritorno economico determinato dai precedenti Accordi Quadro (“Il finanziamento da parte dei produttori (attraverso il sistema CONAI) dei costi della raccolta differenziata non supera il 20% del totale, laddove invece, dovrebbe essere per intero a loro carico” testimonia l’Antitrust[2]), nonostante il grande impegno profuso, sia in termini politici che in termini meramente economici.

Saranno dunque anche loro a collaborare alla definizione del nuovo accordo quadro Anci-Conai, attraverso una serie di incontri pubblici organizzati da ANCI.
Il primo della serie è previsto per il 5 ottobre. Bari è la prima tappa di una serie d’incontri in vista del rinnovo dell’Accordo Quadro Anci Conai. I 6 incontri territoriali sono pensati come momento di ascolto degli amministratori e degli operatori che a vario titolo sono interessati dalla gestione dei Rifiuti e raccogliere contributi quanto più possibili puntuali e concisi relativi all’articolazione ed al funzionamento dell’accordo vigente e alle modifiche che si ritiene sarebbero necessarie apportare.

La finalità è dunque quella di fornire un’occasione agli Amministratori ed operatori del settore di esprimere il proprio punto di vista, attraverso osservazioni, eventuali criticità o suggerimenti, al fine di poter elaborare insieme la nuova piattaforma negoziale dell’Accordo Quadro Anci Conai.

 

NUOVO ACCORDO ANCI CONAI
INCONTRI CON I TERRITORI
BARI, CORSO VITTORIO EMANUELE II
5 OTTOBRE, ORE 14.00-16.30

Ore 14,00
Saluti
Antonio Decaro Presidente ANCI e Sindaco di Bari
Giorgio Quagliuolo Presidente CONAI

Introduzione
Agata Fortunato Componente delegazione trattante ANCI

Interventi Programmati:
Giovanni Francesco Stea Assessore Ciclo Rifiuti e bonifiche, Ambiente, Rischio industriale, Vigilanza ambientale della Regione Puglia
Fiorenza Pascazio Sindaco di Bitetto e Presidente Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (AGER) Puglia
Raffaele del Giudice Vice Sindaco del Comune di Napoli
Enrico Manscia Sindaco del Comune di Policoro
Nicola Magrone* Sindaco del Comune di Modugno
Francesco Tarantini Presidente di Legambiente Puglia
Gianfranco Grandaliano Commissario ad Acta Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (AGER) Puglia

Ore 16,00

Dibattito
Il nuovo Accordo quadro Anci Conai: Opportunità e Criticità.
Ascolti di idee e suggerimenti dei presenti.

Modera:
Carmelina Cicchiello Responsabile Ufficio Patrimonio, Politiche abitative, Demanio e Ciclo integrato dei Rifiuti

Interventi e contributi dei presenti

Conclusioni
Ivan Stomeo Comune di Melpignano e Delegato Anci all’Energia e ai Rifiuti

Nel corso dell’incontro sarà presentato ed illustrato il funzionamento della Survey on-line: Un questionario liberamente accessibile via internet con cui potete fornire il vostro contributo alla Consultazione Nazionale sul rinnovo dell’Accordo Quadro Anci Conai

 

[1] Sostenibilità, partecipazione, economia circolare: il progetto per il futuro – intervento per il volume “20 anni di gestione degli imballaggi: cosa è stato fatto e cosa resta da fare” https://esper.it/20-anni-di-gestione-degli-imballaggi-cosa-e-stato-fatto-cosa-resta-da-fare

[2] http://www.agcm.it/dotcmsdoc/allegati-news/ic49_sintesiindagine.pdf

Premio Comuni Virtuosi: aperto il bando 2018

E’ ufficialmente aperto il bando per la dodicesima edizione del Premio nazionale dei Comuni Virtuosi, promosso dall’Associazione Comuni Virtuosi, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Anci, Ispra, Agenda 21 Italia, Borghi Autentici d’Italia.
Al premio possono concorrere tutti gli enti locali che abbiano avviato politiche (azioni, iniziative, progetti caratterizzati da concretezza ed una verificabile diminuzione dell’impronta ecologica) di sensibilizzazione e di sostegno alle “buone pratiche locali” con particolare riferimento alle seguenti categorie: gestione del territorio (Opzione cementificazione zero, recupero aree dismesse, progettazione partecipata, bioedilizia, ecc.); impronta ecologica della “macchina comunale” (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, ecc.); rifiuti (raccolta differenziata porta a porta spinta, progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso); mobilità sostenibile (car-sharing, carpooling, traporto pubblico integrato, piedibus, biocombustibili, ecc.); nuovi stili di vita (progetti per stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili, quali: filiera corta, disimballo dei territori, diffusione commercio equo e solidale, autoproduzione, finanza etica, ecc.).
La Commissione Giudicatrice del Premio è composta da: Maria Rita Crisci (Sindaca di Montelepre), Massimo Buccilli (A.D. Velux), Leyla Ciagà (Assessore di Bergamo), Tiziana Benassi (Assessore di Parma), Stefano Ciafani (Presidente Legambiente), Alessandra Bonoli (Università di Bologna), Alessio Maurizi (Radio 24), Paolo Pileri (Politecnico di Milano), Eliana Bruschera (Novamont SpA), Michele Munafò (Ispra).
La graduatoria finale con cui la giuria decreterà il comune più virtuoso dell’anno sarà stilata entro il mese di novembre, segnalando le progettualità ed esperienze più significative. Il termine per la presentazione dei progetti è fissato per il 31 ottobre 2018. La Cerimonia di premiazione avverrà nel corso di un incontro pubblico che si terrà a Trento presso il “Muse” sabato 15 dicembre. Al comune vincitore verrà donato un audit dei servizi espletati per ottimizzazione i servizi e i costi della gestione dei rifiuti, anche in relazione al benchmarking dei costi ed alla Redazione della relazione ex art. 34 comma 20 D.L. 179/2012. Il valore di tale servizio, che verrà effettuato da Esper (sponsor tecnico del Premio) è pari a circa 10.000 euro. In alternativa, se il Comune non ha ancora attivato la tariffazione puntuale, lo studio potrebbe riguardare le migliori e più opportune modalità di implementazione della tariffa puntuale con valutazione del rapporto costi/benefici di vari scenari di implementazione.

Per informazioni, richieste e segnalazioni: Associazione dei Comuni Virtuosi – P.zza Matteotti, 17 – 60030 Monsano (AN) Tel. 33843092695 – info@comunivirtuosi.org

Segreteria organizzativa
Marco Boschini
Tel. 3384309269 – info@comunivirtuosi.org

Scarica il bando

20 anni di gestione imballaggi: presentato il libro di ACV e ESPER

20 anni di gestione imballaggi: presentato il libro di ACV e ESPER

Giovedì 11 gennaio è stato presentato presso la sede romana di ANCI il volume “20 anni di gestione degli imballaggi – Cosa è stato fatto, cosa resta da fare”, un volume a cura dell’Associazione Comuni Virtuosi con la collaborazione di ESPER realizzato in occasione del ventennale del recepimento in Italia della Direttiva Europea sugli imballaggi e in vista del prossimo accordo quadro ANCI – CONAI.

A presentare il volume alla stampa, di fronte ad una platea qualificata di addetti ai lavori il delegato Ambiente di ANCI, sindaco di Melpignano, Ivan Stomeo, il presidente dell’Associazione Comuni Virtuosi Bengasi Battisti e il responsabile della Comunicazione ESPER Sergio Capelli.

Ha aperto i lavori Stomeo, guardando al futuro: “L’impegno di Anci è coinvolgere i Comuni nel nuovo accordo con Conai perché siano protagonisti nella tutela del territorio e dell’ambiente”. Trasparenza e condivisione sono le parole chiave attorno alle quali ruota la mission dell’Anci secondo Stomeo che ha annunciato “una serie di incontri sul territorio e una piattaforma per condividere proprio con i sindaci idee per migliorare la gestione dei rifiuti. In questi anni – ha aggiunto – l’Anci ha fatto grandi passi in avanti sul tema e l’incontro di oggi è solo un esempio dell’impegno quotidiano dell’Associazione”.

“Bisogna rendere protagonisti gli attori locali nella tutela dei beni comuni per non disperdere le risorse – ha ribadito il presidente dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, Bengasi Battisti – e per prendere decisioni importanti dal punto di vista strategico. Gli obiettivi sono ridurre il consumo di risorse prime, ridurre i rifiuti e differenziare il contributo ambientale. Le comunità sono le vere protagoniste nella tutela dei beni comuni e questo libro mira ad agevolare lavoro di chi deve assumere decisioni in futuro anche a fronte delle poche risorse a disposizione dei Comuni stessi”

Il 2017 è stato l’anno che ha segnato il ventennale del recepimento da parte dell’Italia della Direttiva Europea sugli imballaggi. Con il decreto Ronchi del 1997 si è dato il via ad un percorso che ha portato l’Italia a superare quota 50% di raccolta differenziata. “L’Associazione Comuni Virtuosi con la collaborazione ed il supporto tecnico di Esper, ha voluto celebrare e ricostruire questo ventennio – ha affermato Sergio Capelli,  responsabile della comunicazione di ESPER – mantenendo un occhio fisso sul futuro e coinvolgendo i rappresentanti di ogni comparto del settore rifiuti per dare una valutazione di quanto fatto, individuare alcune criticità del sistema attuale e fornire spunti su quanto ancora resta da fare, anche in previsione del nuovo Accordo Quadro Anci-Conai che sarà essere siglato nei prossimi mesi”.

Al termine della presentazione sono stati invitati a prendere la parola due dei contributori del volume: Walter Regis, Presidente di Assorimap, e Attilio Tornavacca, Direttore Generale di ESPER. Regis ha sottolineato come il comparto del riciclo sia in sofferenza e debba essere coinvolto nel meccanismo decisionale e di pianificazione. “È giunto il momento di superare le posizioni di resa e gli interessi di parte, lavorando tutti insieme per migliorare una situazione caratterizzata da molte, troppe difficoltà”. Tornavacca ha evidenziato come la trasparenza e l’eliminazione dei conflitti di interesse siano un tassello fondamentale per un miglioramento. “Nel 2013 un dossier di ACV con il nostro supporto tecnico aveva evidenziato conflitti di interesse e numeri non in sintonia con quanto dichiarato da Conai. L’Antitrust con l’IC49 li ha pienamente confermati. Ora è giunto il tempo per migliorare i numeri in questione”.  Si è associato alle parole di Tornavacca anche l’On. Stefano Vignaroli che ha inoltre sottolineato come sia necessaria un’azione decisamente più incisiva sulla prevenzione: “Il ritorno al vuoto a rendere è una strada che dobbiamo percorrere. Il Governo ha attivato un progetto senza nessuna copertura economica, che non può essere sufficiente. Bisogna fare di più”.

Il volume è scaricabile gratuitamente seguendo questo link

SAVE THE DATE – 20 anni di gestione degli imballaggi: a che punto siamo?

Conferenza stampa

 

Presentazione del libro
20 anni di gestione degli imballaggi: cosa è stato fatto, cosa resta da fare
A cura di ASSOCIAZIONE DEI COMUNI VIRTUOSI in collaborazione con ESPER

 

Giovedì 11 gennaio 2018, ore 15.00

Sala Presidenza Anci
Via dei Prefetti , 46 – 00186 ROMA

Il 2017 è stato l’anno che ha segnato il ventennale del recepimento da parte dell’Italia della Direttiva Europea sugli imballaggi. Con il decreto Ronchi del 1997 si è dato il via ad un percorso che ha portato l’Italia a superare quota 50% di raccolta differenziata, partendo da una percentuale largamente inferiore al 10%.

Associazione Comuni Virtuosi, con la collaborazione ed il supporto tecnico di ESPER, ha voluto celebrare e ricostruire questo ventennio mantenendo un occhio fisso sul futuro: risultati importanti sono stai raggiunti, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi imposti dalla Comunità Europea; tanta strada è stata percorsa, ma molta ancora ne rimane.

Abbiamo quindi voluto coinvolgere rappresentanti di ogni comparto del settore rifiuti per dare una valutazione di quanto fatto, individuare alcune criticità del sistema attuale e fornire spunti su quanto ancora resta da fare, anche in previsione del nuovo Accordo Quadro Anci-Conai che dovrà essere siglato nei prossimi mesi.

A questo proposito giovedì 11 gennaio presso la Sala Presidenza in Via dei Prefetti a Roma nella sede di ANCI, è stata indetta una conferenza stampa di presentazione del libro: “20 anni di gestione degli imballaggi: cosa è stato fatto, cosa resta da fare“. La presentazione del volume promosso in collaborazione con Esper inizierà alle ore 15.

Parteciperanno: Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano e Delegato Anci Energia e Rifiuti, Bengasi Battisti, Presidente Associazione Comuni Virtuosi, Sergio Capelli, Responsabile Comunicazione ESPER.

Sono stati invitati: Federico Pizzarotti – Sindaco di Parma e presidente della Commissione Ambiente di ANCI; Diego Barsotti – Responsabile della comunicazione di Revet e Revet Recycling; Rosy Battaglia – Giornalista e presidente di Cittadini Reattivi; Ezio Orzes – Assessore all’Ambiente di Ponte nelle Alpi e coordinatore della redazione del Dossier Anci-Conai ACV-ESPER del 2013; Paolo Glerean – Board member di Plastics Recyclers Europe Association, Assorimap, PETCORE EUROPE e Presidente di PET Sheet Europe (Sector Group of EuPC); Walter Regis – Presidente Assorimap, Associazione nazionale dei riciclatori di materie plastiche; Marco Ravagnani – Presidente di Assosele; Giorgio Quagliuolo – Presidente Conai; Attilio Tornavacca – Direttore Generale di ESPER; Massimo Ferlini – Presidente di Remade in Italy.