Sei tonnellate di rifiuti strappate ai fondali adriatici, di cui oltre il 20% potenzialmente riciclabili: è il primo bilancio del progetto “A pesca di Plastica”, a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). In sei settimane quaranta pescherecci della località marchigiana hanno raccolto tre tonnellate di plastica e altrettante fra metallo, vetro, gomma e tessuto.
Al ritmo di una tonnellata a settimana, i rifiuti sono stati sbarcati, analizzati e differenziati dalle aziende di gestione dei rifiuti PicenAmbiente e Garbage Service, il Comune di San Benedetto e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, con il coordinamento della Capitaneria di Porto e MedSharks con il supporto di CNH Industrial e FPT Industrial.
Un’analisi a campione dei materiali sbarcati rivela che oltre la metà (il 53%) è in plastica, il 13% in materiale tessile, l’11,5% metallo e gomma, il 4,6% vetro e il 4% rifiuti misti. La metà degli oggetti in plastica, il 48%, è costituita da oggetti monouso: buste di plastica e imballaggi alimentari, bottiglie, flaconi, piatti e bicchieri usa&getta.
Il 34% del totale della plastica viene dal mondo della pesca: lenze, cime, galleggiati e reti perse o abbandonate, fra cui molte retine per l’allevamento delle cozze. Dalla navigazione proviene il 28% dei rifiuti: oltre agli attrezzi da pesca, anche latte metalliche di vernice, filtri e guarnizioni per i motori, cerate e stivali, guanti da lavoro e imballaggi alimentari.
L’analisi effettuata da PicenAmbiente ha registrato che il 22% dei rifiuti raccolti sono potenzialmente recuperabili (12% imballaggi in plastica, 5% ferro, 3% vetro e 1% alluminio).
Anziché concludersi a maggio, come inizialmente previsto, il successo dell’iniziativa ha spinto pescatori e partner a impegnarsi a proseguire la bonifica dei fondali fino a Ferragosto, quando la pesca verrà sospesa per il fermo annuale.
Fonte: Ansa