Era il 2006 quando Esper venne chiamata dalla giunta Veltroni a progettare la raccolta differenziata porta a porta nei quartieri di Colli Aniene, Massimina e Decima.
Si era in piena emergenza rifiuti, e il porta a porta era la sola via percorribile per minimizzare la quantità di rifiuti destinata a smaltimento. Al momento dell’avvio della consulenza nel 2006 la % di RD nei tre quartieri Colli Aniene, Decima e Massimina era pari in media al 12,3 % e la produzione procapite era di 555 kg/ab.anno
Dopo l’introduzione della RD porta a porta nel 2007 la % di RD nei tre quartieri Colli Aniene, Decima e Massimina era pari in media al 66,6 % (con un aumento del 54,3 % in meno di tre mesi) e la produzione procapite era scesa 432 kg/ab.anno. Nel 2011 l’Agenzia per il controllo dei servizi pubblici di Roma ha evidenziato che solo nei suddetti tre quartieri l’81 % di cittadini intervistati forniva un giudizio positivo del servizio di RD fornito da AMA.
Insomma, un servizio che funzionava bene e che otteneva risultati di tutto rispetto.
IL 30 settembre AMA, di propria iniziativa ha riposizionato sulle vie del quartiere batterie di contenitori stradali (o meglio di contenitori per il porta a porta condominiale), sostituendo de facto la raccolta porta a porta con un ritorno al passato di 13 anni.
Le reazioni non si sono fatte attendere: giunta e cittadini hanno alzato la voce.
“Si diffida Ama dal comunicare qualunque iniziativa non condivisa con la sottoscritta e con i cittadini utenti che hanno e devono avere come interlocutore la parte politica e non il gestore del servizio pubblico svolto per conto di Roma Capitale“. Inizia così la lettera firmata dalla neo assessora ai rifiuti del Comune di Roma Katia Ziantoni diretta ai vertici di Ama. E data la durezza di toni e contenuti del testo che segue, si può dire che i rapporti con la partecipata dei rifiuti non siano cominciati per il meglio. Nominata da una settimana da Virginia Raggi a capo del dossier rifiuti, il più scottante in Campidoglio, Ziantoni alza subito la voce, intimando ad AMA il rispetto del contratto di servizio e al volere del “socio unico”.
Tra le ragioni avanzate da Ama che hanno portato al cambio di rotta e al riposizionamento in alcune strade dei cassonetti, “la non conformità agli standard di sicurezza nella movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori Ama” e le “difficili e gravose operazioni di prelievo dei rifiuti” in alcuni condomini. Rischi per i lavoratori che sarebbero stati certificati anche dalla Asl. Motivazioni che l’assessore però si affretta a smontare. “La contravvenzione della Asl non impone il ritorno allo stradale, ma obbliga l’azienda ad operare nel rispetto delle normative sulla sicurezza” scrive Ziantoni. “Tale considerazione risulta doverosa per evitare che passi, come sta già passando in questi mesi, il messaggio per cui il sistema stradale sia il miglior modello di raccolta solo perché economicamente più sostenibile”.
Anche i cittadini di Colli Aniene si sono fatti sentire: dopo aver disertato un incontro con AMA per protesta verso “decisioni calate dall’alto senza nessun confronto con la cittadinanza” hanno affidato ai giornali il loro malcontento. “La cosa che fa più rabbia – ha dichiarato Gabriella Masella, presidente del comitato Colli Aniene Bene Comune – è come sia stata gestita tutta la faccenda, senza alcun confronto con i cittadini, e per via di una denuncia alla Asl di zona che avrebbero fatto alcuni operatori Ama per il mancato rispetto degli standard di sicurezza nel lavoro manuale. E questo dopo 13 anni”. Le domus aree costruite, i locali tecnici messi a punto con tanto di tastierino numerico, l’impegno dei cittadini alla differenziazione dei rifiuti: tutto da gettarsi alle spalle. Spese, tra l’altro, sostenute dagli stessi abitanti a suo tempo e per i quali ora sono anche disposti a fare una causa risarcitoria ad Ama.
SC