Macron lo aveva inserito in campagna elettorale, e il tema del riciclo integrale degli imballaggi in plastica entro il 2025, entra puntuale nell’agenda politica francese. Con una terminologia che non lascia spazio a molti dubbi: si parla di “guerra” alla plastica non riciclata, “elettroshock” per il sistema produttivo.
Dal 2019 sarà attivo in Francia un sistema di bonus-malus che privilegerà in maniera molto evidente i prodotti costruiti a partire da materiale riciclato. “Fino al 10%” garantisce Brune Poirson, segretaria di Stato alla transizione ecologica e alla solidarietà.
Il meccanismo è di per sé molto semplice: “Quando un consumatore potrà scegliere tra una bottiglia prodotta con plastica riutilizzata e una no, la prima sarà più conveniente” continua la Poirson. L’obiettivo dichiarato è quello di incentivare un mercato per i materiali riciclati, senza imporre divieti , almeno in un primo momento, così da poter raggiungere quota 100% di riciclo della plastica.
Una misura richiesta a gran voce anche dal mondo del riciclo italiano. Nel novembre 2017 Diego Barsotti, responsabile della Comunicazione per Revet e Revet Recycling nell’ambito del volume 20 anni di gestione degli imballaggi – cosa è stato fatto, cosa resta da fare a proposito della incentivazione del mondo del riciclo dichiarava: “Ci sono tre proposte di legge attualmente in discussione fra Senato e Camera con la possibilità di essere inserite come emendamento sulla legge di bilancio, che andranno probabilmente ad essere cancellate. Probabilmente perché gli incentivi al mondo del riciclo danno noia ad altre filiere industriali, che vedrebbero diminuire i propri.
Eppure il ragionamento sugli incentivi al riciclo è paragonabile a quello che si fece sulle energie rinnovabili. L’Italia partì sulle rinnovabili in forte ritardo rispetto agli altri Paesi Europei. Bisognava dunque attivare un mercato velocemente e si decise di ricorrere agli incentivi. E il risultato è che oggi abbiamo costruito un settore che può camminare autonomamente. Se è stato giusto incentivare la rinnovabilità dell’energia, perché adesso non si pensare a incentivare la rinnovabilità della materia?”
Ma gli incentivi ai prodotti riciclati non saranno l’unico strumento che la Francia vorrà utilizzare per raggiungere l’obiettivo 100% di riciclo: “Sarà però una strategia a 360 gradi – ha spiegato Poirson – Ad esempio oggi nel nostro paese costa molto meno mandare un rifiuto in inceneritore che riciclarlo. Non va bene. E il piano infatti prevederà uno strumento fiscale per invertire la tendenza“. – S.C.