La lotta alla plastica è ormai costantemente nelle agende politiche di gran parte delle nazioni mondiali.
Dopo l’approvazione di un ambizioso pacchetto di azioni “verso un’economia circolare”, la UE porterà a votazione giovedì 13 settembre una nuova risoluzione che mette al centro del mirino il “problema plastica”.
I numeri sono inquietanti:
La plastica è un materiale importante e prezioso, che ricopre un ruolo utile nella società e nell’economia. Tuttavia, il modo in cui oggi si produce e si utilizza la plastica è insostenibile e finanziariamente impraticabile. La plastica è sviluppata per durare per sempre, ma spesso viene ancora progettata per essere smaltita dopo l’uso. La raccolta della plastica finalizzata al riciclaggio, inoltre, rimane molto bassa. Su circa 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti nell’UE ogni anno, meno del 30 % è raccolto per il riciclaggio. Tutto ciò ha conseguenze importanti:
1) Una perdita per l’ambiente: i rifiuti di plastica hanno conseguenze disastrose soprattutto per gli ecosistemi marini, in quanto la plastica costituisce oltre l’80 % dei rifiuti marini. Tra 150 000 e 500 000 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei mari e negli oceani dell’UE ogni anno. In media, inoltre, ogni anno tra 75 000 e 300 000 tonnellate di microplastica sono rilasciate nell’ambiente dell’UE.
2) Una perdita per il clima: secondo alcuni studi, il riciclaggio di 1 milione di tonnellate di plastica equivarrebbe a togliere dalle strade 1 milione di autovetture(1).
3) Una perdita per l’economia: si stima che l’economia perda il 95 % del valore del materiale plastico da imballaggio, ossia una somma compresa tra 70 e 105 miliardi di EUR all’anno;
4) Un potenziale impatto sulla salute: la microplastica e i suoi sottoprodotti possono entrare anche nella catena alimentare, con effetti sulla salute umana ancora non del tutto noti.
A fronte di un impatto così devastante, l’UE ha ben chiare in mente le azioni da intraprendere
Dalla progettazione in funzione del riciclaggio alla progettazione in funzione della circolarità: rendere riutilizzabili o riciclabili, entro il 2030, tutti gli imballaggi di plastica immessi nel mercato europeo. Ma non ci si ferma agli imballaggi: si punta a fare della “circolarità innanzitutto” un principio globale, da applicare anche agli articoli di plastica diversi dagli imballaggi, attraverso lo sviluppo di norme sui prodotti e una revisione del quadro legislativo sulla progettazione ecocompatibile
Creazione di un autentico mercato unico per la plastica riciclata. L’utilizzo della plastica riciclata nei nuovi prodotti resta basso: solo il 6 % circa, secondo i dati della Commissione. Si indicano azioni ritenute essenziali per creare un autentico mercato unico per la plastica secondaria fra cui l’esercitare pressioni per aumentare i contenuti riciclati e la promozione di una progettazione in funzione della circolarità negli appalti.
Prevenzione della produzione di rifiuti di plastica. Oltre l’80 % dei rifiuti marini è costituito da materiali plastici, di cui il 50 % derivante da plastica monouso. Queste cifre mostrano che vi sono motivi legittimi per intervenire riguardo ai prodotti monouso. Il relatore, pertanto, è favorevole a una normativa specifica sulla plastica monouso per ridurre i rifiuti marini. Sotto la lente d’ingrandimento anche le bioplastiche: troppe tipologie differenti dalle caratteristiche estremamente diverse. Si richiedono norme chiare e armonizzate sia sui contenuti biologici sia sulla biodegradabilità. – SC
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