In merito alla recente proroga dell’Accordo Quadro ANCI-CONAI fino ad aprile 2026, esprimiamo una posizione di netta criticità. Nonostante l’intesa sia presentata come una misura di continuità, si tratta nei fatti della terza proroga consecutiva: un rinvio che, a nostro avviso, finisce per favorire esclusivamente il sistema consortile a scapito delle amministrazioni locali.
Per i dettagli tecnici e le scadenze previste, si rimanda a quanto espresso nel Comunicato Ufficiale CONAI. Tuttavia, è doveroso sottolineare come questa situazione di stallo impedisca l’applicazione di riforme ormai imprescindibili.
Il punto centrale della controversia risiede nella Direttiva Europea 851/2018, che sarebbe dovuta entrare pienamente a regime già a partire da gennaio 2023. Tale normativa stabilisce un principio cardine dell’economia circolare: la responsabilità estesa del produttore. La Direttiva prevede infatti che almeno l’80% dei costi di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti di imballaggio debba essere sostenuto dai produttori e dagli utilizzatori, sollevando i bilanci comunali da un onere improprio.
Ad oggi, questa disposizione risulta ancora disattesa nel nostro Paese. Il continuo ricorso alle proroghe dell’attuale Accordo Quadro non fa che cristallizzare una situazione di svantaggio per i Comuni italiani, i quali si trovano costretti a farsi carico di costi che la normativa europea attribuisce chiaramente alla filiera produttiva. Il risultato è un danno economico per gli enti locali che diventa ogni anno più pesante e insostenibile, gravando indirettamente sulle risorse destinate ai servizi per i cittadini.
Riteniamo non più procrastinabile un reale adeguamento del sistema italiano agli standard europei, che garantisca un’equa ripartizione dei costi e il rispetto dei diritti dei territori.