Il 18 dicembre, i Ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo su un nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Mentre la maggior parte degli Stati membri ha resistito agli sforzi per indebolire le misure ambientali, l’Italia è stata l’unico paese a votare contro l’accordo, ignorando, secondo l’Ufficio europeo per l’ambiente (EEB), prove scientifiche sull’impatto ambientale dei rifiuti di imballaggio.
L’EEB ha denunciato il ruolo dell’Italia nell’opporre la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti, accusando il paese di schierarsi ciecamente con gli interessi nazionali dell’industria dell’usa e getta. Le ONG hanno evidenziato un lobbying aggressivo, prevalentemente guidato dai produttori di fast food e di imballaggi in carta, che avrebbe contribuito a una diluizione inaccettabile delle misure di prevenzione dei rifiuti nel Parlamento europeo.
Nonostante la resistenza di alcuni Stati membri, l’accordo ha mantenuto misure per limitare gli imballaggi non necessari, ma ha subito alcune modifiche rispetto alla proposta originale. Gli obiettivi di riutilizzo per il vino sono stati eliminati, sono state reintrodotte esenzioni per il cartone, e le restrizioni sugli imballaggi non necessari per frutta e verdura sono state limitate solo agli imballaggi in plastica.
Il compromesso ha anche affrontato la definizione dei gradi di riciclabilità, riducendo l’ambizione delle misure per garantire che tutti gli imballaggi siano riciclabili entro il 2030. Il Consiglio ha proposto un’esenzione per l’istituzione di sistemi di deposito e restituzione per bottiglie e lattine di plastica monouso, condizionata al raggiungimento di un tasso di raccolta, veramente poco ambizioso, del 78% entro il 2026.
Il governo belga si è impegnato a finalizzare il dossier durante la sua presidenza, citando l’importanza del regolamento per l’economia circolare. Il processo di negoziazione tra le istituzioni inizierà nel nuovo anno, e la sfida sarà trovare un accordo entro un numero limitato di incontri, considerando le elezioni europee del 2024. La Presidenza spagnola è stata elogiata per aver raggiunto un compromesso, ma il Belgio ora è chiamato a portare avanti il dibattito su questo dossier cruciale per l’ambiente e l’economia circolare europea.