La Thailandia dice stop all’importazione di rifiuti plastici: un passo verso la sostenibilità

A partire dal 1° gennaio 2025, la Thailandia ha ufficialmente vietato l’importazione di rifiuti plastici, una decisione strategica per proteggere l’ambiente e ridurre l’inquinamento causato dalla gestione impropria di questi materiali. La misura arriva dopo anni di pressioni da parte di attivisti e organizzazioni ambientaliste, preoccupati per l’elevato volume di scarti plastici che hanno raggiunto il paese negli ultimi anni.

Fino al 2018, la Cina era il principale importatore mondiale di rifiuti plastici, ma con il blocco imposto da Pechino, molti paesi occidentali hanno iniziato a spostare i propri scarti verso il Sud-Est asiatico. La Thailandia è diventata rapidamente una delle destinazioni principali, ricevendo oltre un milione di tonnellate di rifiuti plastici tra il 2018 e il 2021. Questo ha portato a un incremento dell’inquinamento e a problemi legati alla gestione dei materiali, spesso smaltiti in modo non sicuro o bruciati, con conseguenze dannose per l’aria e la salute delle persone.

Il governo thailandese ha riconosciuto l’urgenza di intervenire per fermare il flusso di rifiuti plastici e proteggere l’ecosistema locale. Il divieto è stato introdotto per evitare che il paese continui a essere una discarica per le nazioni più ricche, che per anni hanno scaricato i loro rifiuti in Asia. Attivisti e gruppi ambientalisti hanno accolto positivamente la decisione, sottolineando però la necessità di vigilare per evitare che il traffico illegale di rifiuti possa continuare attraverso canali non ufficiali.

Sebbene la normativa rappresenti un importante passo avanti, le autorità dovranno affrontare il rischio di importazioni clandestine. Il controllo alle dogane e la collaborazione tra istituzioni ambientali e industriali saranno essenziali per garantire il rispetto delle nuove disposizioni. Inoltre, esperti avvertono che alcuni paesi potrebbero tentare di aggirare il divieto utilizzando rotte alternative o dichiarando in modo fraudolento i materiali importati.

La Thailandia si unisce così ad altri paesi della regione, come Malesia e Indonesia, che negli ultimi anni hanno adottato misure simili per contrastare l’importazione di rifiuti plastici dall’estero. Questo segna un cambiamento significativo nella gestione globale dei rifiuti, evidenziando una crescente consapevolezza da parte dei paesi asiatici che per anni hanno subito le conseguenze del cosiddetto “colonialismo dei rifiuti”.

Il divieto imposto dalla Thailandia rappresenta una svolta importante nella lotta all’inquinamento da plastica. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dalla capacità del governo di far rispettare le regole e di contrastare il commercio illegale di rifiuti. Nel frattempo, la decisione thailandese lancia un messaggio chiaro ai paesi più industrializzati: la gestione dei rifiuti plastici deve diventare una responsabilità condivisa, senza scaricare il problema sulle nazioni in via di sviluppo.

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