Per centrare gli obiettivi gli obiettivi europei della Circular economy (65% di riciclo e 10% in discarica al 2035 per i rifiuti urbani), il nostro Paese ha un’opportunità unica: gli aiuti Ue per l’emergenza Covid. Questi possono sostenere gli investimenti necessari (10 miliardi di euro) per colmare il gap impiantistico nazionale, soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese, attraverso la realizzazione di 70 impianti di trattamento rifiuti.
Sono queste le principali evidenze emerse dal Rapporto “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti”, presentato da FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), nel corso della giornata di apertura di Ecomondo Digital Edition, la fiera annuale della green economy di Rimini, quest’anno in versione virtuale.
La Ue prevede la riduzione al 10% massimo dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (oggi siamo al 22%) e il raggiungimento di un target di riciclo minimo del 65% (oggi siamo al 45%). Secondo il rapporto, servono fino a 70 nuove strutture fra cui 39 nuovi digestori anaerobici per il trattamento della frazione organica, per una spesa complessiva di 10 miliardi di euro.
“I fondi collegati a Next Generation costituiscono un’occasione unica per implementare una Strategia Nazionale dei Rifiuti -, evidenzia il Presidente FISE Assoambiente Chicco Testa – a patto, però, di spenderli efficacemente, privilegiando strumenti economici e incentivi/disincentivi, rispetto alla tradizionale spesa a pioggia”.
“Nella gestione dei rifiuti in Italia è centrale la questione della carenza degli impianti di trattamento, rispetto ai quali bisogna muoversi ora per riuscire a centrare i target Ue al 2035. In quest’ottica, il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un’occasione storica per mettere in campo non solo risorse, ma soprattutto riforme che consentano lo sviluppo dell’intero settore – dichiara Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia – occorre agire subito perché l’equilibrio attuale della gestione dei rifiuti nelle regioni meridionali è apparente, dal momento che si basa sullo smaltimento in discarica e sull’esportazione. Il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare produce ricadute positive in termini ambientali, economici e sociali: la realizzazione degli impianti porterebbe a un risparmio annuo di 544.000 tonnellate di CO2 equivalente, alla creazione di posti di lavoro, a servizi più efficienti e a tariffe più basse per i cittadini”.