La gestione dei rifiuti e il recupero di materiale cresce, anche se a macchia di leopardo, a ritmi ben più veloci di quelli dell’economia, arrivando ad un valore di quasi 10 miliardi di euro.
È quanto evidenziato nel WAS 2017 dal titolo “Il waste management tra consolidamento industriale e strategia nazionale dei rifiuti“, la quarta edizione dell’annuale Rapporto elaborato da Althesys, Società professionale indipendente, specializzata nella consulenza e nella ricerca nei settori ambiente, energia, infrastrutture e utilities, che fa parte, appunto, di WAS il think tank italiano che ha lo scopo di fornire una visione unitaria della filiera produzione e consumo della gestione dei rifiuti e del riciclo per proporre strategie d’impresa e politiche di sistema che integrino i diversi aspetti ambientali, sociali, industriali economici, normativi e tecnologici.
Il Rapporto, presentato nel corso del Convegno “Rifiuti, una strategia nazionale verso il 2030” (Roma, 21 novembre 2017), stima che solo il valore della produzione dei 100 top player nel settore dei rifiuti urbani ammonta nel 2016 a quasi 7,5 miliardi di euro, con un aumento del 3,8% sul 2015, più del doppio dell’aumento della nostra economia, fissato all’1,5%. Se a questi numeri si aggiungono quelli del comparto della selezione a valle della raccolta differenziata, le cifre complessive sfiorano i 10 miliardi; in altre parole l’intero settore arriva a valere quanto la metà dell’attuale manovra finanziaria.
Dallo Studio emergono gli effetti del processo di consolidamento: “il confine tra i due settori della raccolta e della selezione e valorizzazione si sta assottigliando“. L’esame dei principali player delinea però un comparto piuttosto frammentato e disomogeneo. Larga parte degli operatori (74%) tratta molteplici materiali, mentre il 15% si focalizza su uno solo (carta, plastica o vetro) e l’11% su due materiali (per lo più carta e plastica o plastica e metalli). Nel 2016 le prime 10 aziende hanno coperto ‘il 37% circa del valore della produzione totale.
La tendenza a integrare la fase di raccolta con quella di valorizzazione dei materiali da raccolta differenziata si conferma come uno dei driver della trasformazione. L’approccio industriale è la guida del processo di razionalizzazione del settore, ‘attraverso l’acquisizione o la cessione di quote societarie, soprattutto nel nord Italia, mentre in alcune zone si riscontra un ruolo crescente dei Comuni e degli affidamenti in house. In altre aree, soprattutto al Sud, i servizi sono appaltati ad operatori privati, senza una visione strategica territoriale ed un orizzonte temporale adeguato.
A finanziare questo settore di primaria importanza, tuttavia, è ancora e soprattutto la tassa/tariffa (TARI) riscossa dai Comuni o dalle aziende. Tale sistema non favorisce una corretta e sostenibile gestione dei rifiuti, pur costando non poco ai cittadini. Infatti la tariffa puntuale, che dovrebbe incentivare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini nella raccolta differenziata, è ancora poco diffusa e pesa soltanto per il 3,3% sul totale delle entrate da tassa/tariffa. Anche l’ecotassa sulle discariche è molto più bassa che nel resto d’Europa (in totale, meno di 127 milioni di euro, per una media di 17 euro a tonnellata, a fronte di una media europea di circa 80) e solo una parte minima (18%) è riservata ad interventi in ambito ambientale. In altre parole, il sistema non spinge nella direzione dell’economia circolare, come richiesto dalla UE.
“Il settore italiano della gestione dei rifiuti urbani sta attraversando una delicata fase di transizione, caratterizzata dalla crescita dei player industriali e dal persistere di criticità nel quadro normativo e di governance – ha sottolineato Alessandro Marangoni, Amministratore delegato di Althesys – Serve una strategia che, oltre a prevedere stabilità normativa, un’Autorità di regolazione indipendente e un adeguato piano infrastrutturale, richiede uno sforzo notevole su più fronti: un forte aumento della quantità e qualità della raccolta differenziata e del riciclo, consistenti investimenti in nuova capacità di termovalorizzazione, di trattamento dell’organico e di valorizzazione delle matrici riciclabili. Il tutto favorendo l’industrializzazione del settore, agevolando i processi di aggregazione e creando le condizioni per finanziare gli investimenti“.
Rispetto ai maggiori Paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito), l’Italia ha ancora deficit impiantistico significativo nella termovalorizzazione che l’alto livello di riciclo compensa solo in parte. Peraltro, anche Nazioni come la Germania, che aveva fino a poco tempo fa impianti sottoutilizzati, li sta oggi saturando e quindi l’Italia dovrà essere sempre più autonoma.
“L’analisi internazionale svolta in questa edizione del WAS – ha osservato Marangoni – evidenzia la necessità che il nostro Paese adotti una strategia dei rifiuti che sia politica industriale oltre che ambientale. Serve poi maggior unitarietà normativa a livello nazionale e un equilibrio tra regolazione e mercato in tutte le fasi della filiera, in particolare quelle del recupero dei materiali“.
Intervenendo ad una delle sessioni del Convegno che hanno fatto seguito alla presentazione del WAS 2017 dal titolo “Le politiche per i rifiuti tra regolazione e mercati“, il Vicepresidente di Utilitalia, la federazione delle imprese che si occupano di acqua ambiente e energia, si è soffermato sul caso degli errati calcoli effettuati da alcuni comuni in merito all’errata applicazione della TARI che ha determinato la pubblicazione da parte del Dipartimento Finanze del MEF della Circolare con cui si illustrano la sua corretta applicazione e le modalità per il contribuente che riscontri un errato computo effettuato dal Comune o dal soggetto gestore del servizio, di chiedere il rimborso del relativo importo in ordine alle annualità a partire dal 2014, anno in cui la TARI è entrata in vigore.
”Le notizie di questi giorni sulla TARI sono un altro caso che evidenzia la necessità di dare chiarezza alla materia ne è un esempio la bassa diffusione della tariffa puntuale, che invece incentiva comportamenti virtuosi da parte dei cittadini – ha affermato Filippo Brandolini – Per sostenere il settore, che ha enormi potenzialità, si ribadisce l’urgenza di istituire anche per il settore dei rifiuti un sistema di regolazione nazionale e di adottare una strategia nazionale con l’obiettivo di superare le frammentazioni nelle gestioni così come nella governance, dando maggiori certezze agli operatori, anche in particolare al sistema di finanziamento“.
Fonte: Regioni&Ambiente