Too Good To Go: come funziona l’app contro lo spreco alimentare

Lo spreco di cibo è un problema globale – difficile da quantificare con precisione – che interessa l’intera filiera agro-alimentare: dai campi alle nostre tavole. Fra le tante iniziative nate per arginare il problema, da un anno e mezzo è attiva anche in Italia l’app Too Good To Go, il cui nome significa “troppo buono per essere buttato”. Ideata da una start-up danese, permette a chi la scarica di mettersi in contattato con attività commerciali che offrono prodotti invenduti a prezzi scontati. L’app è già un successo, visto che in questi giorni hanno superato il milione di box distribuite.

L’abbiamo provata a Ferrara, sfruttando l’offerta della panetteria Officina integrale. Con una spesa di 4,99 € abbiamo portato a casa 1,6 kg di prodotti: grissini, panini, un pezzo di pane in cassetta, una mezza pagnotta alla segale, quattro pizzette e alcuni biscotti. Sicuramente valeva la pena, anche se può capitare di essere meno fortunati, perché non c’è possibilità di scegliere.

Le attività aderenti – negozi di alimentari o ristoranti – ogni giorno mettono a disposizione alcune confezioni contenenti prodotti freschi rimasti invenduti – le magic-box – che si possono prenotare tramite l’app e pagare con carta di credito. Il regolamento di questa iniziativa prevede che non ci sia la possibilità di scegliere – la magic-box è una sorpresa – e che gli alimentari siano venduti a un terzo del prezzo intero. La maggior parte di queste confezioni costa 2,99, 3,99 o 4,99 euro, con alcune eccezioni per prodotti particolari, come i punti vendita Trafilata di Milano che propongono un chilo di pasta fresca al prezzo di 6,99 € anziché 21.

Le attività che aderiscono sono, per la maggior parte, panetterie, pasticcerie, caffetterie, negozi di alimentari freschi e catene di supermercati. A Ferrara sono una trentina, ma in una città grande l’offerta è molto più varia e interessante. “L’attività di Too Good To Go in Italia è partita da Milano con 60 attività aderenti, nel marzo 2019 – racconta Roberto Bove, Business developer della città Metropolitana di Milano – e adesso sono più di 600. La risposta da parte dei consumatori è molto soddisfacente, in continua crescita. Dall’inizio sono state vendute 170mila confezioni.”

La motivazione principale per gli acquirenti è chiaramente il risparmio. E per gli esercenti? “Gli esercenti aderiscono per tre ordini di motivi, – dice Bove – innanzitutto il vantaggio economico, anche se piccolo, poi, sicuramente, la leva pubblicitaria: in questo modo le attività aderenti raggiungono nuovi clienti che, se lavorano bene, possono fidelizzare. Dato poi che non si tratta di un delivery ma è necessario recarsi fisicamente nel punto vendita, è più facile creare nuovi rapporti di fiducia, contando anche sul fatto che in buona parte si tratta di negozi di prossimità. Il terzo aspetto, da non trascurare, è l’attenzione alla salvaguardia ambientale, e quindi il contrasto al problema dello spreco di cibo.”

Queste motivazioni sono confermate anche da Nicola Dal Forno, marketing manager di NaturaSì. “NaturaSì è stata fra le prime attività ad aderire, a Milano, con 15 negozi. – Racconta Dal Forno – Adesso i punti vendita affiliati sono 86 in tutta Italia. Questa idea si sposa perfettamente con i valori della catena, inoltre ci permette di raggiungere un pubblico più giovane di quello che è il cliente tipico di NaturaSì. Clienti che poi spesso ritornano. Ogni punto vendita nell’arco della giornata mette a disposizione in media un paio di magic-box che contengono prodotti confezionati, in ottime condizioni, prossimi alla scadenza. A Milano andiamo molto bene e la vendita delle confezioni offerte sfiora il 100%. Dalla primavera del 2019 nel complesso ne abbiamo distribuite 29mila e penso che l’elemento sorpresa sia uno degli aspetti “divertenti” che giustificano il successo di un’iniziativa lodevole, fra l’altro portata avanti da un gruppo di giovani”.

L’aspetto promozionale è sicuramente importante se pensiamo che a ogni box venduta viene applicata una commissione di 1,19 euro, non pochi considerando che per la maggior parte queste confezioni sono vendute a un prezzo che va da 3 a 5 euro.

Anche la catena Carrefour è partner di Too Good To Go, da oltre un anno, con numerosi punti vendita. “Destiniamo alle magic-box prodotti alimentari prossimi alla scadenza, dando una priorità ai freschi e ai freschissimi. – Dice Rossana Pastore, direttrice comunicazione esterna di Carrefour – Tutte le categorie merceologiche sono incluse, tranne gli alcolici. I prodotti sono selezionati in base alle eccedenze del punto vendita, cercando di creare delle box complete per alimenti e variegate.”

Le box possono essere un’idea interessante anche per la pausa pranzo, perché oltre a caffetterie e bistrot aderiscono piccoli ristoranti specializzati in insalate, panini o cucina etnica, come la catena Poke House. “In Poke House crediamo sia importante promuovere un cambiamento positivo e sensibilizzare i nostri clienti sulla lotta allo spreco alimentare, che è una priorità a livello globale specialmente nel momento storico che stiamo vivendo. – Dice Vittoria Zanetti, co-founder di questa attività – Oltre a offrire in tutte i nostri locali la possibilità di portarsi a casa eventuali avanzi con un apposito sacchetto take away, abbiamo voluto fortemente sostenere una realtà giovane e innovativa (come la nostra), iniziando una partnership che va avanti da oltre un anno e mezzo. Sebbene nei nostri locali il turnover sia davvero elevato, capita talvolta che qualcosa rimanga invenduto a fine giornata. Tramite l’app abbiamo la possibilità di evitare che quel cibo venga buttato. Nelle magic-box si possono trovare sia le nostre ricette che delle insalate composte in base agli ingredienti disponibili. Utilizziamo ingredienti di qualità e che riceviamo freschi ogni giorno, dunque il fatto che siano consumati a fine giornata è in perfetto accordo con la mission di Too Good To Go.”

In generale per evitare lo spreco di cibo domestico è importante pianificare i pasti, compilare la lista della spesa e non cedere alla tentazione di acquistare prodotti che poi non mangiamo. Se invece abbiamo voglia di una sorpresa, questa iniziativa è utile e divertente, a patto che non acquistiamo cibo inutile, per poi gettarlo nella spazzatura di casa, né che  andiamo ad aggiungere la sorpresa alla cena che abbiamo già in programma, altrimenti la dieta ne risente!

Fonte: ilfattoalimentare.it

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