Permette di ridurre in maniera sostenibile del 70% i volumi dei fanghi di depurazione con meno costi in bolletta e un beneficio per l’ambiente. E’ il moderno e tecnologico sistema di bioessicamento ideato da un team di giovani ingegneri italiani che il Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, ha adottato per primo in Europa presso il depuratore di Robecco sul Naviglio.
I fanghi di depurazione rappresentano uno dei grandi temi al centro della gestione sostenibile del sistema idrico integrato: importante risorsa per l’economia circolare perché fonte di estrazione di materiali come cellulosa, biogas e biometano, dall’altra sono un ingente costo per lo smaltimento, ricorda Cap. Così “il progetto di bioessicamento – spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap – consente di eliminare il più possibile la parte liquida, riducendone drasticamente il volume e quindi i costi di trasporto e smaltimento in discarica”.
Il bioessiccatore infatti sfrutta il naturale processo di riscaldamento innescato dalla biomassa batterica presente nei fanghi che fa evaporare l’acqua contenuta nel fango, riducendo il volume fino al 70%. Il processo sperimentale brevettato dalla startup californiana, Bioforcetech Corporation, creata da un team di giovani ingegneri italiani, è stato avviato a gennaio 2020, per un progetto in linea con gli obiettivi del Piano di Sostenibilità del Gruppo Cap, che mira a ridurre il volume dei fanghi dell’87% entro il 2033. Con un investimento di 500.000 euro per la prima fase e un modulo di bioessiccamento, sono stati trattati fino a 1.000 tonnellate all’anno di fanghi disidratati; ora è gia in corso la fase per l’ampliamento a 7 moduli, in grado di trattare tutte le 7.000 tonnellate prodotte dal depuratore di Robecco, riducendole a circa 2.500 tonnellate di fango bio-essiccato. In una successiva fase 3 – si legge infine nella nota -, il trattamento verrà replicato in altri impianti gestiti da Gruppo Cap
Fonte: Ansa