Santeramo in Colle: “Abbiamo ampliato la sperimentazione ministeriale”
Mentre la sperimentazione nazionale sul vuoto a rendere si avvia verso un ineluttabile fallimento, c’è chi sul vuoto a rendere punta forte. È il Comune di Santeramo in Colle, in provincia di Bari. In occasione del passaggio alla raccolta porta a porta previsto nel capitolato per il nuovo servizio di raccolta e gestione rifiuti, l’Amministrazione ha presentato alla Regione Puglia un progetto sul tema della riduzione dei rifiuti nell’ambito dell’Accordo di programma quadro “Ambiente” dell’AGER. Il progetto, sviluppato con il supporto tecnico di ESPER, mette in campo diverse azioni finalizzate alla riduzione dei rifiuti, mettendo al centro di tutto una promozione spinta del servizio di vuoto a rendere sia per quel che riguarda i commercianti, sia per quel che riguarda i cittadini, instaurando una competizione che vedrà premiati i più virtuosi. Ne parliamo con Maria Anna Labarile, assessore all’Ambiente e vicesindaco di Santeramo.
“Abbiamo preso spunto dal Collegato Ambientale del 2015, che poi ha dato vita alla Sperimentazione Ministeriale attualmente in corso. Una norma che si inserisce perfettamente nel sistema di priorità di gestione dei rifiuti stabilito dalla direttiva Europea 98/2008/Ce nell’ottica della prevenzione della produzione dei rifiuti. Sulla scorta di queste considerazioni abbiamo deciso di presentare alla Regione Puglia un progetto che puntasse a questi obiettivi”.
Perché incentrare il progetto proprio sul VAR?
“Perché è un’azione sicuramente vincente, dal punto di vista economico e dal punto di vista ambientale. E poi perché è un po’ tornare a pratiche già note, in atto fino a qualche anno fa. Le attività erano abituate al vuoto a rendere. Essendo una prassi fresca nella memoria dei cittadini e degli esercenti, è sicuramente più facile da attuare e spiegare”.
Rispetto alla norma nazionale, Santeramo ha scelto di coinvolgere anche i cittadini nel proprio progetto. A cosa è dovuta questa scelta?
“Insieme ai tecnici di ESPER che ci hanno supportato nello sviluppo e redazione del progetto si è pensato di allargare l’iniziativa perché una cittadinanza attenta e informata è il motore di qualsiasi iniziativa. Soprattutto in questo caso, in cui può essere di supporto anche alla parte relativa alle utenze commerciali. Senza il coinvolgimento della cittadinanza il progetto sarebbe zoppo.”
Il progetto di Santeramo nasce in parallelo con la sperimentazione ministeriale sul vuoto a rendere. Qual è la vostra valutazione dell’azione ministeriale?
“Il successo di una iniziativa dipende anche da quanto la stessa viene incentivata e comunicata correttamente. Purtroppo la mia esperienza in Santeramo dice che molte attività sono dubbiose rispetto al ritorno al VAR perché lo ritengono poco vantaggioso economicamente rispetto al monouso. È lì che bisogna intervenire: cercare di rendere appetibile il cambiamento. E lo si può fare solo attraverso una idonea comunicazione ed anche attraverso incentivi economici. Possibilmente non lasciando gravare l’intero fardello sulle spalle dei Comuni. Il decreto prevede la possibilità che il Comune possa fare uno sconto sulla Tari a chi aderisce alla sperimentazione. Ma i Comuni non hanno le risorse per farlo. Abbiamo comunque adottato l’impianto della sperimentazione ministeriale sia sui materiali raccolti che sui soggetti coinvolti (utenze commerciali e distributori). Ma abbiamo voluto ampliare al coinvolgimento di altre parti, in primis i cittadini ed inserire delle premialità per i più virtuosi. Inoltre abbiamo inserito altre iniziative volte alla riduzione dei rifiuti come le Eco-feste, i ristoranti “No Waste” e alcune azioni di prevenzione sulle mense scolastiche.”