La Bio-based Industries Consortium (BIC), la principale associazione industriale europea che pone la circolarità, l’innovazione e la sostenibilità al centro della bioeconomia europea, in collaborazione con Zero Waste Europe (ZWE) ha chiesto alla Scuola Agraria del parco di Monza di produrre un rapporto unico nel suo genere, che identifichiil potenziale non sfruttato per la valorizzazione dei rifiuti organici (rifiuti di giardino e alimentari) in Europa.
Il rapporto, che verrà pubblicato integralmente il 6 luglio, individua il potenziale residuo di crescita del sistema basandosi sulle migliori pratiche di raccolta differenziata e descrive in dettaglio l’attuale generazione e i tassi di raccolta dei rifiuti organici per ciascuno Stato membro dell’UE27 più Norvegia e Regno Unito. Per lo spreco alimentare, l’attuale quota intercettata è di soli 9.520.091 tonnellate all’anno, solo il 16% del potenziale teorico stimato in 59.938.718 tonnellate.
I rifiuti organici possono servire da preziosa materia prima per le industrie bio-based e il settore è ben posizionato per convertire i rifiuti organici in prodotti a base biologica di alto valore. Questa innovazione può alleviare la sfida europea dello spreco alimentare e stimolare nuove opportunità di crescita sostenibile, contribuendo al recupero verde dell’Europa.
Per Dirk Carrez direttore esecutivo del BIC “il settore sta già valorizzando i rifiuti organici in processi intelligenti ed efficienti con obiettivi a rifiuto zero. Diversi progetti finanziati dalle Bio-based Industries Joint Undertaking (BBI JU) dimostrano come l’innovazione nel nostro settore può convertire i rifiuti organici in prodotti biologici di alto valore. Le industrie bio-based cercano di realizzare una società efficiente in termini di risorse e zero rifiuti, come identificato nella nostra visione. Il previsto partenariato pubblico dell’UE (Circular bio-based Europe)- contribuirà a realizzare ulteriormente tutto ciò”.
“Il rapporto mostra che la gestione dei rifiuti organici rimane un potenziale non sfruttato nell’Unione Europea per un’ulteriore transizione verso un’economia circolare. Attualmente – dice Pierre Condamine, responsabile delle politiche sui rifiuti di Zero Waste Europe – viene catturato solo il 16% del potenziale e, attraverso iniziative adeguate, questo numero potrebbe essere moltiplicato per 5 in modo da raggiungere l’85%. Ciò dimostra la necessità che l’UE e gli Stati membri mantengano e intensifichino i loro sforzi nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti organici come passi chiave verso la rigenerazione del suolo, la circolarità e la neutralità climatica”.
Una sintesi del rapporto ‘Bio-waste generation in the EU: Current capture levels and future potential’ è ora disponibile qui.
Fonte: Eco dalle Città