Tra le azioni che si prefigge di mettere in atto spiccano l’incentivazione a biocombustibili e bioplastiche, la legge Salvamare, la semplificazione delle normative sull’End of Waste, la regolazione della Responsabilità estesa del produttore
Il piano per la Fase 3 del “comitato di esperti in materia economica e sociale”, nominato dal governo Conte e guidato da Vittorio Colao, è stato appena pubblicato. Nelle 121 pagine del dossier, intitolato “Iniziative per il rilancio 2020-2022”, ci sono anche diverse misure green racchiuse nella sezione”Infrastrutture e Ambiente, volano del rilancio”. Ai punti 31 e 32 ce ne sono alcune dedicate a rifiuti ed economia circolare, tra cui spiccano l’incentivazione a biocombustibili e bioplastiche, la legge Salvamare, la semplificazione delle normative sull’End of Waste, la regolazione della Responsabilità estesa del produttore. Ecco di seguito il testo:
Economia circolare d’impresa, Gestione rifiuti e acque reflue
Adeguare norme, incentivi e fondi relativi al trattamento di rifiuti e scarti per favorire l’attivazione di progetti di economia circolare a livello aziendale, anche su piccola scala, attraverso un piano strategico specifico sul modello della transizione energetica (che includa anche finanziamenti a centri di ricerca dedicati e incentivi a fondi di Venture Capital che agevolino technology transfer tra aziende). Definire e finanziare investimenti infrastrutturali nel ciclo dei rifiuti urbani e industriali e nella depurazione e riutilizzo delle acque reflue, con particolare attenzione a quei comuni che rientrano in procedura infrazione UE
Contesto
▪ La gestione dei rifiuti e delle attività di depurazione dell’acqua non è equamente sviluppata sul territorio nazionale e non soddisfa per la maggior parte dei casi le direttive Cee imposte dall’UE (e.g, direttiva 91/271/Cee per la depurazione) esponendo lo Stato ad avvisi reiterati che si traducono in sanzioni pecuniarie e processi di moratoria
▪ La gestione dei rifiuti e l’economia circolare stanno assumendo sempre più rilevanza in quanto ogni anno l’Italia genera ca. 170 Mln di tonnellate di rifiuti in continua crescita (2-3x vs crescita Pil nel ’19) e a causa della mancanza di impianti per la gestione di rifiuti sono in aumento le quote esportate (+15%, di cui ca.40% esportato in Paesi del Far-east)
▪ È necessario ridurre e valorizzare i rifiuti (industriali e urbani) sfruttandoli in maniera virtuosa e incentivando spillover positivi con l’obiettivo di sviluppare un’economia circolare sostenibile e profittevole
Azioni specifiche:
a. Sviluppare un piano strategico specifico per l’economia circolare sul modello della transizione energetica comprensivo di norme, incentivi e fondi per la gestione e il riciclo dei rifiuti urbani e industriali
– Incentivare adeguatamente biocombustibili e bioplastiche, oltre alla gestione e conversione dei rifiuti sotto tutte le forme “waste-to” (-material, -energy, -fuel, -hydrogen, -chemical)
– Incentivare recupero e corretto smaltimento delle plastiche, non solo imballaggi, anche attraverso l’applicazione della cosiddetta legge Salvamare, opportunamente modificata
– Introdurre agevolazioni fiscali per aziende che utilizzano una quota minima di materiali riciclati rivedendo anche alcuni limiti normativi (e.g. percentuale del materiale riciclato, utilizzo del 50%+ di materia vergine nelle bottiglie di plastica -DM 21/03/1973, normative su prodotti con materie prime certificate)
– Finanziare investimenti di aziende/ centri di ricerca che innovano e sviluppano nuovi materiali eco-sostenibili, anche incentivando la nascita di fondi di Venture Capital a favore di technology transfer
– Semplificare i requisiti per accesso a fondi R&D di nuove tecnologie, di valorizzazione di rifiuti e acque reflue, e il successivo impiego sperimentale1
– Semplificare e revisionare le normative esistenti al fine di rendere efficace sia il trattamento dei rifiuti che la gestione dell’End of Waste, favorendo il recupero e corretto smaltimento delle plastiche
– Regolare in modo puntuale la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per favorire riciclo e riutilizzo dei materiali in coerenza con gli obiettivi comunitari dell’economia circolare
– Rafforzare gli appalti verdi della PA (green public procurement), aggiornando i criteri ambientali minimi (CAM) seguendo i principi di circolarità
b. Adeguare l’infrastrutturazione degli impianti per il ciclo dei rifiuti e per la depurazione e riutilizzo delle acque reflue con priorità per i comuni che ne sono sprovvisti e che rientrano in procedura di infrazione EU
c. Definire iter alternativi ed efficienti per il riutilizzo delle acque reflue
– Privilegiare l’utilizzo di acque reflue nel settore agricolo per ridurre lo stress idrico, assicurando un piano di monitoraggio dei requisiti minimi qualitativi delle acque e incentivando l’utilizzatore finale
Fonte: Eco dalle Città