Acquisti verdi al 100%, entro il 2022, per arredi degli uffici, carta, cartucce per stampanti, apparecchiature informatiche, servizi di pulizia e di cura del verde negli enti pubblici. E ancora: edilizia, decoro urbano, illuminazione pubblica, mezzi di trasporto, ristorazione collettiva, così come per tutti gli altri beni e i servizi coperti dai Cam, i criteri ambientali minimi definiti a livello nazionale. Una sorta di “marchio di qualità” dei prodotti, che certifica la sostenibilità del loro intero processo produttivo, fino allo smaltimento.
È l’obiettivo fissato per tutte le pubbliche amministrazioni dell’Emilia-Romagna dal terzo Piano triennale per il Green Public Procurement, approvato in Assemblea legislativa. Ad accompagnarlo, anche il traguardo del 50% indicato per gli acquisti di beni e servizi per i quali non sono stati ancora definiti i Cam a livello nazionale ma che la Regione ha aggiunto tra i suoi traguardi. Il Piano si applica, oltre alle strutture regionali, anche a Province, Comuni e Unioni di Comuni, Acer, Università, Aziende Usl, Istituti assistenziali, Consorzi di bonifica e società a partecipazione pubblica.
“Il passaggio verso un’economia sempre più attenta agli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti dall’agenda 2030 dell’Onu, più circolare e con minori emissioni di gas serra dipende anche dalle scelte di consumo degli enti pubblici- afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-. L’Emilia-Romagna è da sempre all’avanguardia in questo campo, fin dall’approvazione della prima legge di settore nel 2009. Dieci anni dopo, alziamo ulteriormente l’asticella per rendere gli acquisti e le forniture sempre più green: siamo sicuri di riuscirci, forti dei risultati già conseguiti con le azioni messe in campo dal Piano precedente. Introdurre gli acquisti verdi in un ente significa ripensare i fabbisogni di un’amministrazione e riorientare i processi di consumo in una prospettiva di riduzione degli sprechi e di ottimizzazione delle risorse. A tal fine- chiude Gazzolo- è fondamentale l’informazione, la formazione e la sensibilizzazione del personale che opera nelle strutture pubbliche del territorio: il loro lavoro e le loro scelte sono, infatti, lo snodo per affermare una svolta verde nelle amministrazioni della regione”.
Nell’ultimo triennio, secondo il monitoraggio condotto dalla Regione, gli acquisti sostenibili con l’utilizzo dei Cam hanno raggiunto il 41% del totale per 1 milione e mezzo di euro. L’agenzia regionale Intercenter ha attivato 32 convenzioni quadro contenenti principi di sostenibilità ambientale e 19 con criteri di sostenibilità sociale; gli ordini per forniture emessi dalle pubbliche amministrazioni del territorio regionale nell’ambito di Convenzioni con elementi green hanno toccato quota 1 miliardo 389 milioni di euro nel triennio 2016-2019.
Le azioni del Piano
Tra le azioni previste dal Piano per il Green public procurement, ampia è la rilevanza attribuita alle attività di sensibilizzazione, formazione e informazione del personale pubblico. Si prevede di continuare con la promozione di incontri specifici come i 12 eventi organizzati nell’ultimo triennio, che hanno visto la partecipazione di oltre 900 dipendenti di amministrazioni statali e locali.
Si punta, inoltre, alla promozione degli acquisti verdi nell’ambito dell’utilizzo delle risorse comunitarie di Por e Psr, all’assistenza tecnica da parte della Regione alle stazioni appaltanti nella predisposizione e adozione dei criteri ambientali e sociali nelle proprie gare e al coinvolgimento delle associazioni di categoria degli operatori economici. Continuerà poi l’attività per predisporre strumenti operativi e di approfondimento a disposizione degli uffici acquisti: manuali tecnico-operativi dedicati ai Cam, guide pratiche per fare acquisti verdi, assistenza tecnica per fornire risposte tempestive e accurate alle richieste degli stakeholder.
Il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano continuerà a essere sottoposto a un costante monitoraggio che interesserà sia le direzioni regionali e IntercentER, sia le amministrazioni territoriali, grazie alla collaborazione con l’Osservatorio regionale dei contratti pubblici.
Fonte: Regione Emilia Romagna