Seregno sceglie la provocazione e trova una risposta concreta

Nel cuore della Brianza, il Comune di Seregno, una città con circa 45.000 abitanti, ha avviato un’iniziativa davvero originale per affrontare un problema comune ma fastidioso: l’uso improprio dei cestini stradali. Questi contenitori, pensati per raccogliere i piccoli rifiuti da passeggio, venivano spesso trasformati in vere e proprie pattumiere domestiche da una ristretta parte della popolazione. Sacchetti della spesa stracolmi di rifiuti, spesso non differenziati, venivano lasciati regolarmente nelle postazioni più visibili, causando problemi di decoro urbano, costi di gestione elevati e mancanza di rispetto delle regole.

Tutto ciò accadeva in un contesto già virtuoso: Seregno ha raggiunto l’80% di raccolta differenziata grazie a un sistema di raccolta porta a porta molto efficiente. Un traguardo notevole che rischiava però di essere compromesso da comportamenti scorretti e sistematici in alcune zone della città.

Così, il sindaco Alberto Rossi, insieme all’assessorato all’ambiente, ha deciso di lanciare una sperimentazione audace: la rimozione temporanea dei cestini nelle aree più problematiche, circa una dozzina su un totale di 800 presenti nel comune. Al loro posto, sono stati affissi cartelli esplicativi con un messaggio chiaro e provocatorio: “Se non mi usi correttamente, non tornerò mai più”. Una frase pensata per stimolare una riflessione immediata, più che un semplice avvertimento.

L’iniziativa, che è partita all’inizio della primavera, ha catturato l’attenzione di media sia locali che nazionali: testate come Il Giorno e MonzaToday hanno dedicato spazio a questo esperimento, che ha suscitato discussioni anche online e sui social. Alcuni cittadini si sono chiesti quanto fosse efficace questa misura, ma i dati raccolti dopo due mesi e mezzo parlano chiaro: nelle zone dove i cestini sono stati rimossi, i sacchetti abbandonati sono diminuiti del 90%. Prima ne venivano raccolti circa 4.500 al mese, mentre ora il numero è sceso a meno di 500. Un risultato che, come ha sottolineato il Sindaco in diverse interviste, ha superato ogni aspettativa, dimostrando che anche un’azione simbolica può avere un impatto concreto.

L’approccio dell’amministrazione non si è limitato a una semplice provocazione. In parallelo, sono state attuate altre misure per combattere l’abbandono dei rifiuti e l’uso improprio dei cestini. Una delle azioni più significative è stata l’attivazione di una campagna di videosorveglianza ambientale, con l’installazione di fototrappole mobili nei punti critici. Questo ha permesso al cosiddetto vigile ecologico – una figura dedicata al monitoraggio ambientale – di effettuare oltre mille controlli in un solo anno, sanzionando comportamenti illeciti e scoraggiando l’abbandono indiscriminato.

Nel frattempo, l’amministrazione ha anche avviato un piano per sostituire i cestini urbani, introducendo gradualmente modelli dotati di sistemi “anticorvo”. Questi cestini, con aperture ridotte, rendono più difficile inserire sacchetti domestici ingombranti, disincentivando così l’uso improprio. L’adozione di questi nuovi contenitori va di pari passo con una maggiore frequenza di svuotamento, per garantire la pulizia delle aree pubbliche senza incentivare il conferimento scorretto.

L’iniziativa ha suscitato anche qualche critica, soprattutto da parte di alcuni membri della minoranza in consiglio comunale, che hanno ritenuto la misura troppo severa o poco efficace. Secondo alcuni, sarebbe stato più utile concentrarsi sull’educazione civica o aumentare il numero di cestini, piuttosto che eliminarli. Tuttavia, i dati raccolti durante i mesi di sperimentazione sembrano contraddire queste preoccupazioni: la provocazione ha avuto successo, non solo riducendo i rifiuti, ma anche avviando una riflessione collettiva sulla responsabilità individuale e sul rispetto degli spazi pubblici.

La strategia adottata da Seregno si inserisce in un contesto più ampio: gestire i rifiuti urbani non significa solo migliorare i servizi, ma anche influenzare il comportamento umano. E questo spesso richiede approcci non convenzionali, capaci di rompere l’indifferenza e generare consapevolezza. La “scomparsa” dei cestini è diventata quindi un gesto simbolico e funzionale, in grado di spostare l’attenzione dall’offerta (il contenitore) alla responsabilità (l’uso corretto).

L’esperienza di Seregno rappresenta un modello replicabile per altre città italiane che affrontano sfide simili. Dimostra come comunicazione, controllo, innovazione e determinazione possano collaborare per migliorare il decoro urbano e ridurre l’impatto ambientale. E suggerisce che, a volte, per ottenere un cambiamento duraturo, è necessario avere il coraggio di esplorare nuove strade, anche a costo di sorprendere inizialmente l’opinione pubblica.

Condividi questo articolo

Articoli recenti

Iscriviti alla Newsletter di ESPER!

Unisciti alle persone che, come te, sono interessate a fare la differenza per l’ambiente.

Per iscriverti ti basta compilare e inviare il form qui sotto: