Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un’importante modifica al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), frutto di un ampio processo di consultazione che ha coinvolto 94 stakeholder e raccolto circa 630 contributi. Questo correttivo mira a migliorare l’efficacia degli investimenti pubblici, affrontando criticità su vari fronti, dall’equo compenso alle tutele per il lavoro e alle agevolazioni per le PMI.
Equo compenso e tutele per il lavoro
Una delle novità principali riguarda l’equo compenso, dove si garantisce almeno l’80% del compenso per gli affidamenti diretti, mentre nelle gare d’appalto è stato introdotto un meccanismo per limitare i ribassi al 35%. Questa misura punta a garantire un compenso equo e a ridurre l’eccessiva competizione sui prezzi che spesso penalizza la qualità del lavoro.
Per quanto riguarda le tutele per i lavoratori, è stata introdotta la regola dell’unico contratto collettivo, che dovrà essere specificato nel bando di gara. Le stazioni appaltanti riceveranno inoltre nuove linee guida per garantire la parità delle condizioni lavorative anche in caso di contratti collettivi diversi.
Revisione dei prezzi e incentivi per i dirigenti RUP
Il correttivo chiarisce il meccanismo di revisione dei prezzi, stabilendo tempistiche uniformi e più trasparenti per le clausole di revisione, applicabili sia per lavori che per servizi e forniture. Un’altra misura significativa è l’estensione dell’incentivo tecnico ai dirigenti RUP, in riconoscimento del loro ruolo nelle procedure complesse.
Razionalizzazione dei consorzi e agevolazioni per le PMI
Le nuove regole per i consorzi mirano a evitare distorsioni di mercato e a rendere più omogenea la disciplina, favorendo la competitività. Anche le piccole e medie imprese (PMI) ricevono agevolazioni: i contratti sotto la soglia europea sono riservati, con un 20% di riserva per il subappalto, per promuovere la loro partecipazione negli appalti pubblici.
Finanza di progetto e garanzie fideiussorie
Nel settore della finanza di progetto, il diritto di prelazione per il promotore viene preservato, mentre la procedura di gara sarà divisa in due fasi per garantire maggiore trasparenza e concorrenza. È stata anche semplificata la procedura per le garanzie fideiussorie, facilitando l’accesso al credito per le imprese.
Esecuzione dei contratti e valorizzazione del Collegio Consultivo Tecnico
Per migliorare l’esecuzione dei contratti, sono previsti incentivi e penali che puntano a velocizzare la realizzazione delle opere, insieme a un quadro più sicuro per le varianti durante la fase esecutiva. Il Collegio Consultivo Tecnico (CCT) diventa uno strumento centrale per prevenire controversie, con la possibilità di ricorrere a lodi contrattuali per risolvere i conflitti in modo più rapido e meno costoso.
Digitalizzazione e qualificazione delle stazioni appaltanti
Dal 1 gennaio 2025, la progettazione digitale sarà obbligatoria per i progetti sopra i 2 milioni di euro, incentivando l’uso di tecnologie moderne nel settore degli appalti pubblici. Inoltre, prende avvio il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, che prevede incentivi per soggetti finora non qualificati e una formazione mirata per una migliore esecuzione dei progetti.
Le modifiche al Codice dei contratti pubblici rappresentano un passo significativo per migliorare l’efficacia e la trasparenza degli investimenti pubblici. Questi interventi non solo mirano a tutelare il lavoro e a incentivare la competitività delle PMI, ma rafforzano anche la modernizzazione e l’efficienza dell’intero sistema degli appalti pubblici.