Oggi 14 gennaio entra in vigore in Italia la direttiva SUP (Single Use Plastic), redatta nel 2019 dalla Commissione Europea.
Raccontata per lo più dalla stampa come la direttiva “che vieta dieci prodotti plastici”, in realtà è un provvedimento ben più complesso, che nelle intenzioni traccia una linea di non ritorno per la plastica monouso. Direttiva che ha da subito scatenato reazioni entusiastiche anche da chi sarebbe stato colpito da essa. È il caso, ad esempio, di PlasticsEurope, associazione Europea dei Produttori di materie plastiche, che all’approvazione della norma dichiarava “L’Associazione Europea delle materie plastiche condivide pienamente l’obiettivo di prevenire la dispersione dei rifiuti di qualsiasi tipo, compresi quelli di plastica, e accoglie con favore l’approvazione della direttiva SUP da parte del Parlamento europeo. In particolare, PlasticsEurope valuta positivamente il riconoscimento del fatto che la lotta contro i rifiuti è una responsabilità condivisa tra autorità competenti, produttori e consumatori. Solo con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, i produttori di materie plastiche possono trovare soluzioni percorribili”[1].
L’Italia però ha recepito la direttiva in maniera difforme dalla versione europea. Il testo, infatti, esclude dalla definizione di “plastica monouso” tutti i polimeri naturali non modificati chimicamente. Una specifica che non compare nelle norme approvate da Parlamento e consiglio UE. Insomma, si salvano le bioplastiche, di cui il nostro Paese è grande produttore. Nel contempo il provvedimento nazionale introduce un impegno di riduzione al 2026 per prodotti come tazze o bicchieri per bevande – inclusi tappi e coperchi – e i contenitori per alimenti rimasti fuori dalla pretende gruppo.
Il recepimento “personalizzato” e l’esclusione dai divieti di materiali espressamente compresi nella direttiva Europea espongono il nostro Paese al rischio di un procedimento di infrazione e, a tendere, a quello di sanzioni. Le reazioni non si sono fatte attendere, e il mondo dell’ambientalismo ha preso posizioni decisamente differenziate sulla questione.
Greenpeace, che nei mesi scorsi aveva pubblicato il rapporto “Dalla riduzione del monouso in plastica alla riduzione del monouso: indicazioni per il recepimento della direttiva SUP in Italia” in cui venivano esaminate le azioni intraprese da altri Paesi nel quadro delineato dalle politiche comunitarie e dal quale erano scaturite una serie di proposte condivise con il Ministero della Transizione ecologica durante le fasi consultive in merito al recepimento della direttiva SUP, che tuttavia non hanno avuto seguito, sottolinea il rischio di infrazione. “La nuova legge europea rappresenta un’importante vittoria per l’ambiente e un primo passo importante per contrastare l’abuso di plastica usa e getta, ma l’Italia conferma ancora una volta di avere un approccio miope che favorisce solo una finta transizione ecologica. La direttiva offriva l’opportunità di andare oltre il monouso e la semplice sostituzione di un materiale con un altro, promuovendo soluzioni basate sul riutilizzo. Un obiettivo che è stato volutamente ignorato dal nostro Paese. Ci auguriamo che nelle prossime settimane l’Europa imponga al governo italiano le modifiche necessarie affinché prevalga la tutela dell’ambiente e della collettività anziché i meri interessi industriali. Purtroppo c’è il concreto rischio che venga avviato l’iter per una procedura d’infrazione”, afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia (ecodallecitta.it).
Più morbida la posizione di Legambiente: nelle parole del Presidente Stefano Ciafani “Ma nella lotta alla plastica monouso non bisogna abbassare la guardia. In queste ultime settimane stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma “riutilizzabili” per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni. Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta ad un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzione” (rinnovabili.it) sottolinea i tentativi di trovare scappatoie da parte di alcuni operatori del mercato, ma che condivide l’atteggiamento del Governo sulle bioplastiche.
“La Commissione ora è chiamata a esprimere un parere, e verosimilmente chiederà al nostro Paese di adeguarsi”, prevede Mauro Albrizio, responsabile dell’ufficio europeo di Legambiente dall’apertura nei primi anni Duemila. “Se da una parte è vero che la direttiva non è stata recepita in maniera rigorosa – prosegue Albrizio – lo è altrettanto che il testo lascia alcuni margini interpretativi, una zona grigia all’interno della quale è possibile negoziare. Bisogna aspettare la posizione ufficiale dell’Unione europea. La normativa europea non è troppo rigida, ma non tiene conto di alcune specificità nazionali. Dal mio punto di vista, l’Italia ha operato la scelta più efficace ed efficiente, sia dal punto di vista negoziale sia da quello ambientale. Per risolvere drasticamente il problema plastica è necessario incentivare l’ecodesign, ridurre gli imballaggi plastici e utilizzare plastiche biodegradabili: solo noi, a livello continentale, disponiamo di una raccolta dell’organico che le valorizza” (wired.it).
“La deroga sulle bioplastiche compostabili inserita nel decreto di recepimento della direttiva SUP non deve tradursi nella sostituzione ‘1 a 1’ dei prodotti in plastica tradizionale”. Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, non presta il fianco a chi etichetta la misura in vigore da domani come una mano tesa al ‘greenwashing’ dell’usa e getta. Anche se questo significa in parte remare contro gli interessi del settore che rappresenta. “Tutto il monouso, compreso quello in bioplastica, va ridotto significativamente”, spiega a Ricicla.tv, ricordando come in passato l’Italia abbia dato prova di saperlo fare prima e meglio degli altri, anche a costo di mettersi contro l’Ue. Come quando nel 2011 scegliemmo di mettere al bando i sacchetti monouso di plastica non biodegradabile o compostabile. “Quella scelta – ricorda Bianconi – portò alla riduzione di oltre il 60% dei volumi immessi sul mercato”. (riciclanews.it)
(SC)
[1] https://www.plasticseurope.org/it/newsroom/press-releases/27032019-e-stata-adottata-la-direttiva-sulla-plastica-monouso-sup