“Al fine di accelerare la transizione verso un’economia circolare e facilitare il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di raccolta e riciclo, l’Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi insieme a: A Sud Onlus, Altroconsumo, Greenpeace, Kyoto Club, LAV, Legambiente, Lipu-Bird Life Italia, Oxfam, Marevivo, Pro Natura, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, WWF e Zero Waste Italy, chiede l’introduzione di un efficiente sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi per bevande monouso in Italia.”
Inizia così il comunicato stampa a firma congiunta delle principali Associazioni Ambientaliste Italiane.
Come sta avvenendo in molti Paesi europei, dal luglio scorso anche in Italia viene discussa l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi monouso per bevande (in plastica, alluminio e vetro). Il dibattito nasce dall’esigenza di raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei imposti dal pacchetto economia circolare ed in particolare dalla direttiva sulla plastica monouso – SUP, con lo scopo di ridurre la dispersione delle plastiche nell’ambiente e gli effetti dannosi correlati che colpiscono la biodiversità.
La direttiva SUP impone un tasso di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica per bevande entro il 2029 (con un obiettivo di raccolta intermedio del 77% entro il 2025) e un minimo del 25% di plastica riciclata nelle bottiglie in PET dal 2025 (30% dal 2030 in tutte le bottiglie in plastica per bevande). Questi obiettivi sono raggiungibili unicamente attraverso l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale, unico modello di raccolta selettiva al mondo capace di raggiungere tassi di intercettazione e riciclo così elevati con benefici ambientali ed economici.
Con i suoi quasi ottomila chilometri di coste l’Italia è, dopo l’Egitto e prima della Turchia, il maggior responsabile di sversamento di rifiuti plastici nel Mediterraneo3. Un sistema di deposito cauzionale
sugli imballaggi per bevande permetterebbe al paese di ridurre sensibilmente l’inquinamento ambientale, di raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei in materia di raccolta e riciclo prima citati, e di favorire il perseguimento di obiettivi di riuso per una reale transizione verso un’economia più circolare.
Secondo un recente studio di Reloop Platform, in Italia oltre 7 miliardi di contenitori per bevande sfuggono al riciclo ogni anno, uno spreco che potrebbe essere ridotto del 75-80% attraverso l’introduzione di un sistema di deposito efficiente4. Inoltre, l’attuale sistema di raccolta differenziata del PET permette un’intercettazione solo del 58%, ben lontano dall’obiettivo del 90% imposto dalla direttiva SUP.
Nel decreto Semplificazioni del luglio 2021 è stato inserito uno specifico emendamento che apre all’introduzione di un sistema di deposito anche in Italia. Il Ministero della transizione ecologica in
collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico si trovano adesso a dover redigere i decreti attuativi per l’introduzione di tal sistema.
Le associazioni ambientaliste firmatarre auspicano dunque che i ministeri competenti nel definire le caratteristiche di un sistema di deposito nazionale vogliano ispirarsi alle esperienze europee di maggiore successo che vedono sistemi cauzionali di portata nazionale, obbligatori per i produttori di bevande e che coprono tutte le tipologie di bevande nelle diverse dimensioni commercializzate in bottiglie di plastica, vetro e lattine. Trattasi di sistemi cauzionali regolati e gestiti da un ente no profit formato e finanziato dai produttori di bevande che opera in modo da raggiungere gli ambiziosi obiettivi di raccolta e riciclo stabiliti dal Governo organizzando un modello di raccolta conveniente e facilmente accessibile dai consumatori in cui l’importo della cauzione è un elemento chiave per raggiungere e mantenere tali obiettivi.