La Second Hand Economy nel 2019 ha raggiunto un valore di 24 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL italiano.
La ripresa economica post Coronavirus dovrà necessariamente basarsi su un nuovi e virtuosi modelli di comportamento. Si tratta di una gigantesca occasione per ripensare l’intera economia su basi green e sostenibili. In tale contesto il mercato dell’usato rappresenta un’ottima strumento dalle basi già solide.
Lo dimostra la sesta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da Bva Doxa per Subito.it, piattaforma online utilizzata per la compravendita di beni da oltre 13 milioni di utenti unici mensili.
Secondo la ricerca, il mercato dell’usato nel 2019 si è attestato sui 24 miliardi di euro, pari cioè all’1,3% del Pil italiano. Un trend in aumento, cresciuto in soli 5 anni del 33% e destinato nei prossimi mesi ad ingrandirsi ulteriormente.
“L’emergenza che abbiamo vissuto in questi mesi ci ha obbligati a fermarci e a ripensare il nostro modo di vivere, dandoci l’opportunità di ripartire migliori di prima”, dichiara Giuseppe Pasceri, ceo di Subito. “I dati dell’Osservatorio Second Hand Economy ci dicono che l’economia dell’usato può essere una vera e propria leva per ripartire: per il Paese, perché è una forma di economia partecipativa che produce valore e mette in circolo risorse; per le persone, cui fornisce un beneficio economico tangibile; ma anche per il pianeta. Covid-19 ci ha fatto sentire tutta la nostra fragilità, ma anche il potere di fare la differenza con i nostri comportamenti”.
La ricerca ci permette di conoscere i beni che più di altri vengono venduti ed acquistati, ma anche di conoscere la tipologia degli utenti più attivi, i loro comportamenti e le loro motivazioni. In generale, per quanto riguarda la vendita online, gli italiani vendono principalmente oggetti della categoria Casa&Persona (64%), Elettronica (48%), Sports& Hobby (45%) e Veicoli (26%): gli oggetti usati più venduti nel 2019 sono stati libri e riviste, a pari merito con abbigliamento e accessori (6 di media); arredamento e casalinghi, a pari merito con musica e film e articoli per bambini (5). Per quanto riguarda invece la tipologia di utenti, le più attive nella second hand economy si sono dimostrate essere le giovani famiglie con età compresa tra i 35 e i 44 anni e i “nativi digitali” d’età compresa tra i 18 e i 24 anni (la cosiddetta “Generazione Z”), per i quali il canale online è naturalmente il preferito per vendere e comprare.
Che si tratti di famiglie con bimbi piccoli, di coppie o di professionisti in carriera, la “molla” che spinge all’acquisto o alla vendita dell’usato è duplice, cioè di natura sia economica che “etica”. La possibilità di risparmiare va infatti a braccetto con una certa – e crescente – sensibilità verso la questione ambientale: in base all’analisi dei dati, una grossa fetta di utenti vede infatti nel riuso una potente arma contro gli sprechi.
Come accennato sopra, il mercato dell’usato è destinato, almeno per il 71% degli intervistati, a crescere ulteriormente nei prossimi cinque anni, diventando sempre più una scelta consapevole e green (48%), un ottimo strumento per risparmiare (47%) e per rendere i consumi accessibili a più persone (30%).
Fonte: Rinnovabili.it