Alliance to End Plastic Waste, le multinazionali contro il plastic-littering

Oggi nasce ufficialmente l’Alliance to end plastic waste (Aepw), un’alleanza composta per ora da quasi 30 multinazionali operanti in  Nord e Sud America, Europa, Asia, Africa e Medio Oriente, attive nella value chain dei beni di consumo e della plastica: produttori di materiali chimici e plastici, società di beni di consumo, retailer, aziende attive nel settore della trasformazione delle materie plastiche e società che si occupano di gestione dei rifiuti,  e «volta a proporre soluzioni innovative per contrastare la dispersione dei rifiuti di plastica nell’ambiente, in particolare negli oceani».

I soci fondatori di Aepw sono BASF, Berry Global, Braskem, Chevron Phillips Chemical Company LLC, Clariant, Covestro, Dow, DSM, ExxonMobil, Formosa Plastics Corporation USA, Henkel, LyondellBasell, Mitsubishi Chemical Holdings, Mitsui Chemicals, NOVA Chemicals, OxyChem, Procter & Gamble, Reliance Industries, SABIC, Sasol, Suez, Shell, SCG Chemicals, Sumitomo Chemical, Total, Veolia, Versalis (Eni) e PolyOne, e quindi l’Alleanza nasce con una dote sostanziosa: un investimento di più di 1 miliardo di dollari  e l’obiettivo di  destinare, nei prossimi 5 anni, 1,5 miliardi di dollari alla lotta ai rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente. L’Aepw «intende sviluppare e realizzare iniziative mirate per ridurre al minimo e gestire i rifiuti di plastica, promuovendo soluzioni per la plastica usata e contribuendo così alla realizzazione di un’economia circolare».

David Taylor, hairman of the Board, presidente e Ceo di Procter & Gamble e presidente dell’Aepw, ha sottolineato: «Come è risaputo, i rifiuti di plastica sono un elemento estraneo agli oceani e a qualsiasi altro ambiente naturale. Siamo di fronte a una sfida globale seria e complessa, da affrontare con la massima rapidità e con una leadership forte. La nuova Alleanza rappresenta il massimo sforzo realizzato sino a oggi per dire basta ai rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente. Vorrei invitare qualsiasi società, grande o piccola che sia, attiva in tutte le regioni e in tutti i settori, a unirsi a noi».

Secondo Ocean Conservancy, quasi l’80% dei rifiuti di plastica nell’oceano deriva da rifiuti prodotti sulla terraferma  e che, nella stragrande maggioranza dei casi, raggiungono il mare via fiume. E un recente studio evidenzia che oltre il 90% della plastica proviene dai 10 corsi d’acqua principali al mondo – 8 in Asia e 2 n Africa –  e il 60% dei rifiuti di plastica nell’oceano proviene da 5 Paesi del Sud-est asiatico.

Bob Patel, Ceo di LyondellBasell e vicepresidente dell’Aepw, aggiunge: «La storia ha dimostrato che, di fronte a sfide globali come questa, le azioni collettive e le collaborazioni tra industrie, governi e ONG possono dare origine a soluzioni innovative. Il problema dei rifiuti di plastica è evidente e suscita preoccupazioni in tutto il mondo. Deve essere affrontato e siamo convinti che sia arrivato il momento di agire».

L’Aepw  collaborato con il World business council for sustainable development come partner strategico e ha annunciato una prima serie di progetti e collaborazioni che riflettono le diverse soluzioni per eliminare la questione dei rifiuti di plastica, come le collaborazioni con le città, per «elaborare dei sistemi di gestione integrata dei rifiuti nelle grandi aree urbane in cui mancano le infrastrutture, in particolare lungo i fiumi che trasportano dalla terraferma all’oceano grandi quantità di rifiuti di plastica non gestiti».  Dall’Alliace dicono che «la realizzazione di questo obiettivo non potrà prescindere dal coinvolgimento di stakeholder e governi locali e porterà all’elaborazione di modelli replicabili ed economicamente sostenibili, applicabili in più città e regioni. L’Aepw cercherà di instaurare delle partnership con città situate in aree ad alta dispersione di plastica, provando al tempo stesso a collaborare con programmi preesistenti rivolti alle realtà urbane, come ad esempio il progetto STOP in Indonesia».

Un’altra iniziativa è la fondazione di The Incubator Network di Circulate Capital, «per sviluppare e promuovere le tecnologie, i modelli commerciali e gli imprenditori che combattono la dispersione dei rifiuti di plastica negli oceani e migliorano la gestione e il riciclaggio dei rifiuti con lo scopo di creare un programma di progetti su cui investire, concentrandosi inizialmente sul Sud-est asiatico».

L’Aepw punta anche a sviluppare un progetto informativo globale open-source, «fondato su dati scientifici, per supportare i progetti di gestione dei rifiuti a livello internazionale con raccolte di dati affidabili, misurazioni, standard e metodologie studiate per supportare governi, aziende e investitori a elaborare e accelerare le iniziative mirate a evitare la dispersione dei rifiuti di plastica nell’ambiente».  Per farlo l’Aepw valuterà la possibilità di collaborare con le principali istituzioni accademiche e con altre organizzazioni coinvolte nella raccolta di dati simili.

La nuova alleanza globale anti- plastica  punta anche a creare una collaborazione con organizzazioni intergovernative, compresa l’Onu, «per elaborare incontri formativi e workshop congiunti rivolti a funzionari governativi e leader comunitari per aiutarli a identificare e a perseguire le soluzioni più efficaci e localmente rilevanti nelle aree di massima priorità».

E’ previsto anche il sostegno a Renew Oceans il coinvolgimento e gli investimenti localizzati: «Il programma si concentra sui dieci fiumi identificati come responsabili della stragrande maggioranza dei rifiuti provenienti dalla terraferma agli oceani ed è strutturato in modo da bloccare i rifiuti stessi prima che giungano in mare aperto. Il lavoro iniziale supporterà il progetto Renew Ganga, supportato anche dalla National Geographic Society».

Jim Fitterling, Chief Executive Officer del gigante della chimica Dow, ha affermato: «Mantenere l’ambiente libero dai rifiuti è importante per il futuro di Dow e del nostro settore ma, soprattutto, è essenziale per il futuro del nostro pianeta. Quest’iniziativa riunisce società, governi, ONG e consumatori al fine di accelerare gli sforzi per promuovere l’innovazione, fornire risorse altamente necessarie e agire con determinazione per porre fine ai rifiuti in plastica nell’ambiente».

Nei prossimi mesi, l’Alleanza promuoverà ulteriori investimenti e favorirà il progresso in quattro aree chiave:  Lo sviluppo delle infrastrutture per raccogliere e gestire i rifiuti e per aumentare il riciclaggio dei rifiuti; Il supporto alle innovazioni per proporre e realizzare nuove tecnologie in grado di facilitare il riciclaggio e il recupero della plastica, generando valore dalla plastica già utilizzata; La formazione e il coinvolgimento di governi, aziende e comunità per mobilitare l’azione;  La pulizia delle aree con la maggior concentrazione di rifiuti plastici già presenti nell’ambiente, con un’attenzione particolare per i principali canali dei rifiuti, come i fiumi che li trasportano verso il mare.

Antoine Frérot, Ceo di Veolia e vicepresidente dell’Aepw, è convinto che «il successo si fonderà su collaborazioni e sforzi coordinati tra settori differenti: alcuni per creare un progresso a breve termine, altri che richiederanno investimenti maggiori, con tempistiche più lunghe. Per affrontare la questione dei rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente e sviluppare un’economia circolare della plastica sarà necessaria la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella value chain e l’impegno a lungo termine di società, governi e comunità. Nessuna nazione, società o comunità può risolvere il problema da sola».

Peter Bakker, Presidente e Ceo del World business council for sustainable development, conclude: «Anche se i suoi sforzi saranno globali, l’Alleanza potrà avere un impatto maggiore concentrandosi sulle aree in cui il problema è più rilevante, per poi condividere soluzioni e best practice in modo che il suo impegno possa amplificarsi ed estendersi a tutto il mondo».

Fonte: Green Report

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