Ezio Orzes: “Ecco come stiamo progettando la nuova raccolta rifiuti a Marsala”

Marsala si prepara al nuovo servizio di raccolta rifiuti. In autunno scade il contratto con Aimeri e si dovrà predisporre una nuova gara d’appalto per la raccolta. Il Comune si è costituito in Aro, che vuol dire più autonomia nelle decisioni legate alla raccolta, e l’obiettivo è quello di ridurre i costi. Ezio Orzes, progettista della Esper, la società specializzata nella progettazione dei servizi legati ai rifiuti, che sta predisponendo il nuovo piano dei rifiuti per il Comune di Marsala. Una delle vostre caratteristiche è che non lavorate con i privati, ma solo con i comuni.
La nostra è una società specializzata nella progettazione dei servizi di questo tipo. Ha una lunga esperienza maturata in 10 anni di attività. Una caratteristica della nostra società è che noi non lavoriamo per i gestori dei servizi, lavoriamo solo per i comuni. Abbiamo fatto una scelta di campo molto chiara. Sembra poca cosa, ma in realtà è fondamentale. Noi lavoriamo per comuni ma anche per consorzi di comuni, quindi gestendo grosse gare d’appalto.

Il comune o il consorzio vi chiama e vi chiede “aiuto” per fare una gara a puntino.
Esatto. Facciamo la progettazione.

E se vi chiama il privato e vi chiede aiuto per partecipare ad una gara?
Noi diciamo no.

Perché vi siete importi un codice etico. E i singoli esperti della società lavorano con i privati?
Assolutamente no. Non ci sono collaboratori della Esper che hanno incarichi di consulenza per ditte private. Questa è una cosa fondamentale. Se una volta lavori per i comuni e una volta lavori per chi partecipa alle gare, e continui a fare questo in giro per l’Italia, non sai da che parte del tavolo stai seduto.

Quindi vi odiano quelli che partecipano alle gare?
Non credo. Noi progettiamo servizi e regole che tendono a tutelare al massimo i comuni che rappresentiamo. Da quello che succede in giro invece notiamo che qualche volta le gare d’appalto non gestite bene cedono il coltello dalla parte del manico ai gestori.

Da quanto tempo sta seguendo la situazione dei rifiuti a Marsala?
Dal mese di gennaio.

Quattro mesi in cui siete stati in città, avete fatto osservazione sul campo, avete richiesto dati, li avete analizzati, e siete arrivati a quale conclusione sulla raccolta dei rifiuti a Marsala?
Oggi abbiamo a Marsala un servizio che costa molto e che produce risultati scarsi. Siamo al 38% di raccolta differenziata, che è di molto al di sotto dell’obbiettivo minimo del 65%.

Quali sono i nodi critici?
Questo affidamento è stato fatto con una modalità diversa rispetto a quella che proponiamo. Il comune ha definito degli obbiettivi di massima e poi ha lasciato ai proponenti presentare un loro progetto.

Che poi non era stato propriamente il comune di Marsala ma l’Ato Tp1 e magari non rispettando le diverse esigenze.
Naturalmente se sono i proponenti a presentare le proposte lo fanno cercando di tutelare al massimo i loro interessi. Noi stiamo proponendo di definire nel dettaglio la prossima gara.

In questi giorni avete fatto degli incontri con la città. Perché questa intenzione?
E’ una scelta dell’amministrazione comunale quella di portare avanti un percorso di condivisione. Serve anche a noi per affinare anche il progetto.

E’ la prima volta che lavora in Sicilia?
No. Amo la Sicilia, quando è possibile vengo. Abbiamo ad esempio redatto il piano d’intervento per il comune di Ragusa che è stato approvato all’unanimità in consiglio comunale. Si è partiti con una opposizione anche abbastanza articolata.

E lei spera nello stesso risultato a Marsala.
Sarebbe un segnale di grande maturità. E’ un progetto che se portato avanti può davvero vincere tutta la città.

In questi giorni ci sono stati incontri nelle commissioni in consiglio comunale. Che tipo di osservazioni le hanno fatto i consiglieri?
Una preoccupazione per i costi. Ma il nostro progetto permetterà una riduzione dei costi rispetto all’attuale servizio intorno all’8, 10%. Poi tante domande sul metodo che noi proponiamo.

E che metodo è?
Tende a responsabilizzare progressivamente anche i cittadini oltre che avere un controllo sul gestore. Il modello che proponiamo tende ad identificare ogni singola utenza che avrà a disposizione un chip che consente di calcolare i automatico il conferimento del rifiuto.

Oggi la raccolta rifiuti è divisa per giorni, e cambia anche da zona a zona, a Marsala. Come cambierebbe invece la raccolta secondo il vostro schema?
Oggi la raccolta è abbastanza difforme nel territorio. In alcune aree c’è una raccolta porta a porta, in altre aree una raccolta di prossimità, con più condomini che conferiscono negli stessi contenitori. E questo non giova alla qualità del rifiuto. Noi proponiamo la fornitura di un kit di contenitore per ogni utenza. Ci saranno dei contenitori piccoli e impilabili.

Voi avete lavorato anche a Napoli, ma lì la situazione non è delle migliori.
In realtà abbiamo lavorato in un quartiere di Napoli, Colli Aminei. Non tutta Napoli. E’ stata fatta una progettazione sperimentale in quartiere molto critico che però ha superato il 70% di differenziata.

Quindi quanti raccoglitori ci saranno a Marsala?
Un raccoglitore per l’indifferenziato, per l’organico, carta, vetro, plastica e lattine. Avevamo ipotizzato la raccolta assieme di plastica e lattine, perchè nel Nord Italia ci sono impianti che dividono i due materiali a costi ridotti, qui non ci sono questi impianti e quindi i costi di selezione supererebbero i costi della raccolta monomateriale. Quindi faremo così.

Ogni bidone è chippato. Quindi se il cittadino sbaglia a mettere la spazzatura che succede?
Viene fatta una segnalazione bonaria, l’operatore metterà un adesivo nel contenitore per segnalare la difformità. Se questo viene ripetuto si arriva anche alla contravvenzione. Su queste cose però non servono i vigili urbani e le sanzioni serve di più una campagna di comunicazione molto attenta, coinvolgere la gente e le scuole.

Se si mette un contenitore chippato per ogni frazione e per ogni utenza i costi potrebbero ancora aumentare.
I costi non aumenteranno perchè ci sarà una riduzione consistente del costo dello smaltimento del rifiuti indifferenziato. Se la bottiglia di plastica si mette nell’indifferenziato diventa un costo, se si getta nel differenziato è una risorsa. Bisogna dire che gli imballaggi li paghiamo, ad esempio le bottiglie di plastica che compriamo. E sugli imballaggi c’è una tassa che il cittadino inconsapevolmente paga, una tassa trattenuta dal consorzio nazionale sugli imballaggi e viene restituita ai comuni quando questa bottiglia va in una delle piattaforme gestita dai consorzi. Quindi l’unico modo per far tornare questo costo è, nell’esempio della bottiglia, gettarla nel rifiuto differenziato. Se la si mette nell’indifferenziato la si paga due volte.

Come lo si fa capire ai marsalesi? Perchè al di là delle inefficienze della raccolta rifiuti c’è spesso un comportamento ostinatamente incivile da parte dei cittadini che gettano rifiuti in maniera selvaggia, come i materassi e le lavatrici gettate nel centro storico.
Sono alcuni cittadini. Accadono anche nel nord Italia. Bisogna ridurre il numero dei cittadini che si comportano in maniera poco virtuosa. Questo metodo di raccolta responsabilizza i cittadini, perchè ogni contenitore è collegato all’utente che è responsabile di quello che mette dentro. E questo fa anche capire chi butta i rifiuti bene e chi in mezzo alla strada.

La comunicazione dell’Ato e dell’Aimeri negli ultimi anni è stata molto disastrosa, la classica campagna pubblicitaria che non parla a nessuno. Quale potrebbe essere il vostro piano sulla comunicazione?
Avrà un costo importante nell’appalto. Siamo sui tre euro ad abitante per il primo anno e un euro e mezzo per gli anni successivi. E’ importante non smettere di comunicare i risultati che si ottengono. Il cittadino si vedrà premiato nella bolletta anche perché ha compreso meglio come differenziare.

In maniera pragmatica come si farebbe la campagna di comunicazione?
Contano tutti gli strumenti con cui il cittadino “dialoga” con il servizio. Quindi lettere, istruzioni, calendario a casa con i giorni dell’esposizione. Poi verranno moltiplicati i momenti di incontro con i cittadini e con le utenze specializzate, con i condomini che devono avere una informazione specializzata, e anche con le utenze non domestiche. Il confronto diretto è una cosa fondamentale. Altra cosa su cui si deve investire è la comunicazione nelle scuole. A volte si considera banale, ma la forza della comunicazione nelle scuole sta nella coerenza tra quello che si dice e quello che si fa. Se formi bene i giovani cittadini è come se metti dei piccoli carabinieri nelle case.

Nelle scuole non solo si deve fare comunicazione sulla differenziata, ma soprattutto la stessa raccolta differenziata. Nelle scuole marsalesi non ci sono cestini differenziati, e i bambini non conoscono, in maniera pratica, la differenziazione del rifiuto.
Ci sono dei progetti nelle scuole in cui ci sono i raccoglitori per la raccolta differenziata e ogni classe è a turno responsabile di una frazione. Si possono mettere in concorrenza i veri istituti per cpire che raccoglie di più la plastica, o l’alluminio.

Che succede se il vostro piano non passa?
Perderà la città. Oggi proponiamo qualcosa di possibile, di cui si sono visti i risultati in molte parti d’Italia. E’ la cosa giusta che serve alla città. Spero che prevalga il buonsenso piuttosto che l’appartenenza politica.

C’è chi dice che Marsala dovrebbe ancora ragionare in ambito comprensoriale e non in Aro perchè in questo modo si possono gestire meglio, su scala, le risorse e progettare impianti comuni.
Il servizio che c’è oggi è stato progettato in ambito comprensoriale. Sarebbe una cosa senza senso, perchè Marsala ha un’entità particolare e ha il titolo per determinare le scelte che riguardano il futuro del territorio.

Un altro punto del vostro piano è la tariffazione puntuale. Cos’è e come funziona?
Il sistema che noi proponiamo porterà a una riduzione dell’8-10% rispetto a quanto si è pagato nel 2015. Ci sarà la possibilità dei cittadini di essere premiati in base a come conferiscono i rifiuti.

Come?
Questo metodo prevede una quota fissa, e una quota variabile calcolata sul numero degli svuotamenti del contenuto del rifiuto indifferenziato. Meno indifferenziato produci più risparmi.

Attualmente ci sono i cosiddetti premi all’isola ecologica. Si portano i rifiuti e vengono pesati e registrati e poi i più virtuosi ottenevano una premialità. Anche se la cosa non funzionava per il verso giusto, con ricevute pazza, e spesso maggiorate a discrezione dell’operatore. Non sarà così?
Questi chip messi in ogni contenitore consentono di individuare la produzione di ogni rifiuto di ogni utenza.

Quali sono i vostri obbiettivi?
Il 65% di raccolta differenziata per il primo anno. E il 70% a partire dal secondo anno. Se il primo anno questo obbiettivo non verrà raggiunto saranno applicate delle penalità all’azienda. Se il primo ano l’azienda raggiunge un obbiettivo che è il 70% c’è una premialità. Il risparmio sul conferimento in discarica andrà una parte al Comune, e una parte all’azienda che gestisce il servizio che però sarà costretta a riportare una parte di questi soldi agli operatori sul territorio.

Non è che poi non si presenta nessuno a partecipare a questa gara?
Una gara per oltre 90 milioni di euro per sette anni, vorrei vedere che non ci sia concorrenza.

Quando arriverà il vostro piano in consiglio comunale?
C’è la gara da fare, e l’attuale servizio è in scadenza a settembre, e bisognerà arrivare con il servizio affidato.

Fonte: TP24.it

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