I principi guida dell’Economia Circolare descritti nel nostro precedente articolopossono sembrare a molti un semplice esercizio teorico svolto da chi nutre la speranza di costruire un “Mondo Migliore”, ma impossibile da realizzare tramite progetti concreti. Questo dubbio legittimo è fortunatamente smentito dalla realtà. Ci sono ormai infatti centinaia di casi che dimostrano come, non solo Start Up e Centri di Ricerca stiano ottenendo risultati industrializzabili di progetti di Economia Circolare, ma anche Aziende di settori merceologi diversi, supportate dalla ricerca, stiano trasformando i propri scarti di produzione in nuovi prodotti, ottenendo così importanti benefici economici oltre che ambientali.
In questo articolo ne citerò solo alcuni, ma invito i lettori a ricercare “buone pratiche di Economia Circolare” applicata al proprio settore di business. Sono infatti convinta che rimarranno sorpresi dai risultati ottenuti nella trasformazione di rifiuti in risorse, tramite progetti innovativi che non solo mitigano l’impatto ambientale della propria attività in conformità con le migliori pratiche di Corporate Social Responsibility, ma sono anche economicamente convenienti.
“La bellezza di un circolo è che non ha inizio e non ha fine. Se un sistema è in grado di rigenerarsi, allora può garantire una legge fondamentale per la nostra esistenza: la generazione successiva potrà avere almeno lo stesso tenore di vita di quella precedente” – Jean-Paul Fitoussi
SETTORE FOOD
Il settore del food è uno dei primi che si è mosso in termini di sviluppo sostenibile grazie all’avvento del Bio e della tracciabilità di filiera. Mantenendo questo trand possiamo affermare che abbia anche un primato in numero di progetti di Economia Circolare. Alcuni studi dicono che un terzo della produzione alimentare diventi rifiuto. La sfida dell’Economia Circolare è quindi senza dubbio fondamentale per il futuro del sistema agro alimentare.
BARILLA (collaborazione con FAVINI)
Barilla, in collaborazione con Favini, ha dato avvio al progetto “CartaCrusca”. Essso è volto a recuperare la crusca, (derivante dalla macinazione di grano, orzo, segale e altri cereali che l’azienda usa nei propri processi produttivi), e nella successiva lavorazione della stessa, assieme alla cellulosa, per renderla materia prima per la produzione di carta.
Dalla collaborazione di Barilla e Favini, è nato quindi un nuovo packaging realizzato in ‘cartacrusca’, fatta da crusca non più utilizzabile per il consumo alimentare e presente al 17%. Tale carta è stata utilizzata, tra l’altro, per confezionare ‘Selezione Italiana’, il cofanetto che custodisce alcuni fra i più pregiati prodotti del patrimonio gastronomico italiano selezionati da Academia Barilla.
LAVAZZA (collaborazione con Novamont e Politecnico di Torino)
Lavazza ha progettato oltre a una capsula biodegradabile, un progetto per coltivare funghi dai fondi di caffè. Realizzata in Mater Bi, plastica biodegradabile prodotta da Novamont, la capsula può essere conferita con i rifiuti organici e dopo un adeguato processo industriale, diventare compost.
Inoltre, grazie agli studi condotti negli anni dall’azienda piemontese in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, i fondi di caffè possono diventare una risorsa utilizzabile per la produzione di funghi commestibili.
FERRERO
Ferrero utilizza la nocciola come materia prima, per la quale è leader assoluto utilizzando il 32% della produzione mondiale. Va però tenuto conto che meno della metà della nocciola è utilizzabile, in quanto il 55% è composto dal guscio. Questa importante quantità di scarto è normalmente utilizzato come combustibile per produrre energia. Grazie agli studi avviati con università e centri di ricerca internazionali, Ferreo ha messo a punto un processo in grado di estrarre dal guscio il 20% di una fibra prebiotica molto interessante, l’Axos, che ha proprietà antiossidanti ed effetti benefici su sistema immunitario, cardiovascolare e sul metabolismo dei lipidi.
L’azienda ha inoltre scoperto che anche uno scarto come la «cuticola», la pellicina che riveste il frutto, contiene polifenoli altrettanto preziosi nella guerra ai radicali liberi, alle malattie metaboliche e alla degenerazione cognitiva.
La società, in piena compliance con le migliori pratiche di Economia Circolare che invitano a fare rete tra settori merceologici diversi, sta aprendo nuove strade e possibilità al di fuori del settore food, dal cosmetico al farmaceutico.
SETTORE TESSILE
VIGEA
Vegea, l’impresa che produce l’omonimo materiale a marchio registrato, spinta dal desiderio di diminuire il proprio impatto ambientale ha cercato un’alternativa ai materiali di origine fossile e a quelli di origine animale da utilizzare nel mondo della moda e del design. La ricerca ha condotto l’azienda alle vinacce che essiccate e sottoposte a trattamenti fisici e meccanici brevettati danno vita ad una miscela che viene spalmata per farne veri e propri teli. Questi teli vengono poi sottoposti a trattamenti di finitura diversificati che conferiscono a Vegea caratteristiche diverse (peso, spessore, elasticità) a seconda delle diverse applicazioni. Ogni 10 di litri di vino prodotti si ricavano 2,5 kg di vinaccia, da cui si produce 1 metro quadro di Vegea. Questo è senza dubbio un bellissimo esempio di upcycling ovvero la trasformazione di ciò che è considerato rifiuto in una nuova risorsa per un altro ciclo produttivo.
AQUAFIL (collaborazione con ADIDAS)
Adidas, nel suo impegno per ridurre la plastica nell’oceano, ha dichiarato che entro il 2024 si approvvigionerà solo di plastica riciclata. La società sta mettendo in atto molte buone pratiche per raggiungere questo sfidante obiettivo tra cui l’avvio della partnership con Aquafil, società quotata al segmento Star della Borsa di Milano che sta per produrre Bio Nylon come evoluzione del ECONYL.
ORANGE FIBER
Orange Fiber è una delle prime e più famose start up che ha saputo recuperare uno scarto proveniente dal mondo agroalimentare in una nuova fibra tessile. La società infatti ha brevettato e realizzato tessuti ecosostenibili di alta qualità a partire dagli scarti della lavorazione delle arance, tra le colture più diffuse sul territorio siciliano. Nel 2012 grazie alla collaborazione del Politecnico di Milano è stato sviluppato un processo innovativo che consente di trasformare la cellulosa, (scarto prodotto dalla lavorazione degli agrumi, altrimenti da smaltire con alti costi per l’industria del succo di agrumi e per l’ambiente), in un tessuto di alta qualità capace di rispondere al bisogno di sostenibilità della moda. La giovane start up nel 2016 ha infatti avviato una importante collaborazione con il brand Salvatore Ferragamo lanciando nel 2017 la prima “Ferragamo Orange Fiber Collectio”.
ALTRI SETTORI
IKEA
Il noto brand dell’azienda svedese ha dichiarato come obiettivo prioritario per il proprio sviluppo sostenibile quello di trasformare il proprio modello di business da lineare a Circolare valorizzando il lavoro di persone e organizzazioni che si distinguono nella promozione di un’economia che riduca gli sprechi ottimizzando l’utilizzo di materie prime e risorse. In particolare la società sta lavorando su due materiali fondamentali per i propri prodotti: il legno e la plastica.
Il legno è infatti alla base di molti dei prodotti IKEA e per questo aumentare la resa di ogni albero aiuta a ridurre l’impatto ambientale. Il legno processato è un esempio di questa sfida. Si tratta di un materiale innovativo realizzato da IKEA in collaborazione con il fornitore romeno Aviva. Nella costruzione dei piani di lavoro, il legno processato permette di ridurre del 60% il consumo di legno.
Il legno riciclato è utilizzato inoltre, insieme a una lamina di plastica realizzata dal riciclo delle bottiglie in Pet provenienti dalla raccolta differenziata, per realizzare ante da cucina. Il progetto che ha costituito un materiale nuovo, prende vita in Italia e più precisamente in Veneto dall’azienda 3B, fornitore di Ikea.
In ultimo va segnalata l’iniziativa second life, che consiste nel ricomprare i mobili usati dagli ex proprietari per poterli rivendere a un prezzo minore ai meno abbienti; il riciclo del film in plastica che avvolgono mobili e suppellettili per creare nuovi oggetti di design rimettendo quindi il materiale nel circuito produttivo senza creare rifiuti e senza sfruttare nuova materia prima.
PFU ECOPNEUS
La versatilità della gomma riciclata in edilizia è molto vasta, dunque costituisce una materia prima seconda di grande valore. Offrire una seconda vita agli Pneumatici fuori uso, oltre ai vantaggi per l’ambiente, permette anche ai progettisti e ai tecnici di trovare e sperimentare nuove soluzioni flessibili e dalle ottime prestazioni.
L’uso di pneumatici fuoriuso (Pfu) è utilizzato per creare gomma riciclata usata per nuove pavimentazioni: sportive, aree gioco, asfalti silenziosi e sicuri, isolanti acustici
MAPEI
Mapei, ha sviluppato un nuovo prodotto: RE-CON ZERO. Questo è un additivo innovativo che trasforma, in pochi minuti e senza necessità di costosi impianti di trattamento, il calcestruzzo reso in un materiale granulare che può essere integralmente utilizzato come aggregato per la produzione del calcestruzzo, senza alcuna produzione di rifiuti, né liquidi né solidi.
di Alessandra Fornasiero – CsrValue
Fonte: rinnovabili.it