Unirima, che raccoglie le imprese del macero, sottolinea le difficoltà del settore della raccolta e riciclo, frutto della crisi del gas che ha messo in difficoltà le cartiere. In primis, il crollo del prezzo della materia prima seconda.
“In questa situazione di grande difficoltà, siamo riusciti ad adattarci e grazie alle esportazioni siamo riusciti a risolvere quello che poteva diventare un problema per tutto il Paese, cioè il blocco delle raccolte differenziate della carta”. Ieri mattina a Palazzo Rospigliosi, nel centro di Roma, durante l’evento di presentazione del Rapporto Unirima 2022, Giuliano Tarallo, presidente dell’Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri, ha evocato quello che avrebbe potuto essere – ma il rischio non è scongiurato – uno degli effetti più vistosi, per noi che viviamo lontano dal fronte, della guerra in Ucraina e della conseguente crisi del gas.
L’allarme della filiera della carta
L’allarme, a dire la verità, era arrivato qualche settimana fa anche dalle imprese cartarie: energivore per definizione, sono state tra le prime vittime di questa crisi. Il 17 ottobre Assocarta e Assografici – in rappresentanza della filiera carta, stampa e trasformazione – insieme a SLC-CGIL, FISTeL-CISL e UGL Chimici hanno inviato una lettera congiunta agli allora ministri Cingolani, Giorgetti e Orlando: “Sono diverse le aziende cartiere che stanno già utilizzando la cassa integrazione per l’aumento eccezionale dei costi energetici, con il concreto rischio di arrivare a chiusure di siti produttivi, con il coinvolgimento a catena anche dell’intera filiera della successiva stampa e trasformazione”. Le associazioni lamentavano non solo danni economici, ma anche ambientali: “Da un lato l’arrivo sul mercato italiano di prodotti cartari da Paese extra-UE dove l’energia a basso prezzo si combina con normative ambientali non allineate ai mercati UE. Dall’altro rallentare o interrompere l’attività produttiva vuol dire bloccare l’economia circolare ovvero l’attività di recupero e riciclo sul territorio che dovrà gestire lo stoccaggio della carta da riciclare”. Secondo Lorenzo Poli, Presidente di Assocarta, “sono necessarie misure a livello europeo per ridurre i costi energetici ed evitare che un singolo Paese, come ad esempio la Germania, adotti interventi a livello nazionale o introduca un cap a livello di singolo Stato, che modificano la competitività in Europa e minano la stessa Europa sotto il profilo economico e politico”.
Crolla il prezzo del macero
“Il primo impatto sul settore – racconta a EconomiaCircolare.com Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima – è stato, ad agosto, il collo dei prezzi delle quotazioni della carta da macero”. Leggiamo nel report che tra ottobre 2020 e aprile 2021 le quotazioni per il macero “sia della qualità 1.02.00 che quelle 1.04.02 (due tipologie di macero, n.d.r.) hanno subito un forte aumento. A partire da aprile 2021, i prezzi medi si sono poi stabilizzati intorno ad un valore medio di 108 €/ton per la qualità 1.02.00 e di 118,5 €/ton per la 1.04.02, scendendo raramente al di sotto dei 100 €/ton. Ad agosto 2022 si è avuto un brusco cambiamento di tendenza con le quotazioni che sono crollate toccando a settembre 40 €/ton per entrambe le qualità, con una riduzione del 69% rispetto al prezzo medio di luglio”.
Tra i fattori alla base di questo risultato “il fermo o forte rallentamento delle attività delle cartiere, connesso all’incremento dei prezzi dell’energia, che ha creato un contraccolpo sul nostro settore”, ricorda Sicilia. A parità di offerta, infatti, se la domanda si riduce il prezzo scende. Questo forte calo, prosegue il direttore generale di Unirima, “fortunatamente è stato in parte bilanciato dall’export: Nell’ultimo mese abbiamo incrementato le esportazioni proprio per far fronte a questo rallentamento a valle. Ed evitare contraccolpi sulla raccolta differenziata dei Comuni e delle attività economiche”. Nonostante il balzo dell’export, negli impianti c’è stato una sorta di effetto imbuto, coi piazzali zeppi di macero cui trovare una destinazione: “Per questo, ad inizio settembre abbiamo scritto alle Regioni, gli organi competenti in termini di autorizzazioni ambientali, chiedendo di aumentare gli stoccaggi a disposizione degli impianti. Non abbiamo ricevuto risposte. Ma, almeno finora, l’aumento dell’export e la nostra capacità impiantistica (600 impianti) che è ben superiore alla raccolta differenziata ed è molto diffusa e capillare, hanno permesso di reggere il colpo”.
Il crollo del prezzo del macero, aggiunge Sicilia, ha conseguenze anche sui prodotti finali: “Quando crolla prezzo carta da macero non è un vantaggio per l’economia”. Quando si abbassa il prezzo del macero, infatti, si riduce la remuneratività della materia prima seconda venduta per compensare i costi della raccolta, e quindi “ci potrebbe essere un aumento del contributo ambientale (CAC). Quando il prezzo del macero è basso, sale il CAC pagato dalle imprese che producono imballaggi. Un costo che ovviamente viene riversato a valle, sul consumatore”.
I numeri della filiera
“Il settore della carta da macero italiano è storicamente un punto di eccellenza dell’economia circolare”, si legge nel report Unirima. La produzione italiana della carta da macero è salita da 6,81 milioni del 2020 a poco meno di 7 milioni di tonnellate (6,998 milioni, per l’esattezza) del 2021(+3%). A fronte di una produzione di nuova carta pari a circa 9,62 milioni di tonnellate, il tasso di riciclo complessivo (non solo imballaggi) nel 2021 è pertanto pari al 72,8%. Quanto agli imballaggi, “l’obiettivo comunitario di riciclo al 2025 (75%) è già stato pienamente raggiunto nel 2009 e, a partire dal 2020, è stato superato anche il target al 2030 (85%). Il 2021 ha consolidato il trend, con un tasso di riciclo che si è attestato sull’85,08% e anche per il 2022 si stima il consolidamento del superamento dell’obiettivo dell’85% di riciclo degli imballaggi cellulosici”.
Il valore medio delle esportazioni dal 2007 al 2021 è pari a circa il 27% del totale della produzione di carta da macero. “L’Italia è da quasi vent’anni esportatrice netta di maceri, con un valore che è stato di 1,28 milioni di tonnellate nel 2021, a fronte di importazioni per 0,33 milioni di tonnellate”. Con il graduale sviluppo delle raccolte differenziate di carta e cartone, leggiamo ancora nel report “la capacità degli operatori del riciclo e del commercio ha garantito con le esportazioni uno sbocco al surplus di carta da macero rispetto al fabbisogno del Paese e, al contempo, di superare con largo anticipo gli obiettivi europei”.
Fonte: EconomiaCircolare.com