Il piano per la ripresa di 1,85 trilioni di euro proposto dalla Commissione europea e in particolare il nuovo strumento Next Generation EU introdotto al fine di garantire che nessun paese venga lasciato indietro nel post-Covid, rappresenta un pacchetto di stimolo senza precedenti a favore dell’Unione, che potrebbe innescare una ripresa verde prospera e giusta dell’Italia e dell’Europa.
Tuttavia, malgrado le buone intenzioni, la Commissione non definisce in maniera esaustiva le condizionalità green associate al fondo che, ad una attenta lettura, risultano largamente facoltative.
In particolare, il pacchetto Resilience and Recovery Facility (RRF), il più corposo del Next Generation EU, e per il quale l’Italia potrebbe risultare la maggiore beneficiaria, non è associato ad alcuna lista di esclusione che garantisca che i fondi non siano utilizzati a scapito del clima e dell’ambiente.
A denunciarlo le associazioni ambientaliste Legambiente, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria, T&E e Greenpeace Italia, che, in vista della riunione straordinaria del Consiglio Europeo di domani 17 luglio, in cui si discuterà il Piano per la ripresa in risposta alla crisi Covid-19, hanno inviato un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo un intervento immediato per allineare la proposta della Commissione agli obiettivi climatici europei.
Un appello che riecheggia quello che la coalizione europea dei Green 10 – che riunisce i dieci più importanti network ambientali europei, con oltre 54 milioni di membri – ha già lanciato ai decisori politici chiedendo che i piani di spesa per lo strumento RRF siano vincolati all’impegno dell’Europa a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Le associazioni impegnate in Italia rivolgono oggi il medesimo corale appello al presidente del Consiglio, sottolineando la duplice importanza che tale tema riveste per il nostro Paese, sia in termini di opportunità, essendo l’Italia la maggiore potenziale beneficiaria del fondo RRF, sia in termini di responsabilità, considerando il ruolo del nostro paese nell’ambito della COP26, il Green New Deal italiano caposaldo del contratto di governo e dunque il dovere di tenere alta l’ambizione ambientale e climatica dell’Italia e dell’Europa in questa trattativa.
In particolare, le associazioni avanzano nella nota tre richieste a Conte: Supportare una chiara distinzione delle transizioni “verde” e “digitale”; supportare l’introduzione di una lista di esclusione su cosa non è finanziabile per assicurare che i piani di spesa non contengano alcuna voce che possa arrecare danno al clima o all’ambiente; assicurare che almeno il 50% del Resilience and Recovery Facility sia destinato a progetti legati al clima e si basi sullo strumento della Tassonomia.
“Il ruolo che il Governo Italiano può e deve giocare in sede europea è estremamente importante, essendo uno dei maggiori beneficiari del Recovery Fund – dichiarano le associazioni. Si tratta di un’occasione storica per il nostro Paese, per reagire alla crisi economica derivante dalla pandemia al contempo realizzando quella rivoluzione verde tanto necessaria quanto urgente, con una giusta transizione che sappia coniugare lavoro, ripresa economica e tutela dell’ambiente. Il cambiamento climatico- se ignorato- avrà conseguenze ben più devastanti di quelle che oggi osserviamo in relazione alla recessione da COVID-19 e utilizzare questi fondi in un’economia business as usual sarebbe un errore imperdonabile”.
Fonte: Eco dalle Città