Rifiuti Ue, Sinkevicius sugli imballaggi: ‘Ridurre al minimo quantità e complessità dei materiali e garantire effettivo riciclo’

Il commissario all’Ambiente a Euractiv: “C’è una grande differenza tra ruolo importante e imballaggi non necessari. Si deve passare ad alternative riutilizzabili, riducendo al minimo quantità e complessità dei materiali utilizzati e garantendo che l’imballaggio sia effettivamente riciclato”

Il Covid 19 non sia una scusa per smettere di proteggere l’ambiente. È questo il messaggio di fondo dell’intervista di Euractiv Italia a Virginijus Sinkevičius, commissario all’Ambiente e agli Oceani dell’esecutivo Ue guidato da Ursula von der Leyen.

Sinkevicius ha parlato dei possibili ritardi nell’ambiziosa agenda verde dell’Unione Europea dovuti alla crisi del Coronavirus e si è soffermato su alcuni temi “caldi” del contesto italiano, tra cui il ritiro della famigerata plastic tax. Alla precisa domanda di Gerardo Fortuna, che gli ha chiesto se si aspettasse che altri Stati membri possano fare simili “passi indietro”, il commissario ha risposto in maniera diplomatica ma chiara:

“Gli impatti della crisi sulla nostra economia e sulla società sono di vasta portata e in molti Stati membri sono addirittura drammatici”, “la Commissione ha fatto tutto il possibile per fornire flessibilità laddove è veramente necessario”, “ma quello che non possiamo certo fare è usare la crisi come scusa generale per indebolire gli sforzi per proteggere il nostro ambiente e la nostra salute dalle pressioni causate dall’inquinamento. Una corretta gestione dei rifiuti che pone la prevenzione dei rifiuti al vertice rimane una priorità. Continuiamo a sostenere gli Stati membri nell’attuazione della legislazione comunitaria in materia. Le esperienze di precedenti periodi di difficoltà economiche indicano che la produzione di rifiuti può effettivamente diminuire in generale”.

Incalzato da Fortuna sul tema imballaggi e plastic tax, che “è stata molto criticata dall’industria italiana del packaging”, Sinkevicius ha aggiunto: “Avremo sempre bisogno di imballaggi e, probabilmente, ci sarà sempre un posto per gli imballaggi di plastica nell’industria. L’imballaggio protegge il prodotto, aumenta la durata di conservazione degli alimenti e può essere utilizzato per trasmettere informazioni importanti ai consumatori. Ma c’è una grande differenza tra questo ruolo importante e gli imballaggi non necessari che sono semplicemente uno spreco di risorse. E se non smetteremo di gettare indistintamente i rifiuti di plastica, la pressione ad adottare misure sempre più severe sulla plastica non è affatto destinata a diminuire, in quanto si tratta di una questione di seria preoccupazione per l’opinione pubblica”.

E poi: “L’intera economia dell’Ue deve migrare da un modello lineare, in cui utilizziamo e buttiamo via risorse preziose con sempre maggiore velocità, a un modello circolare, in cui manteniamo i materiali nell’economia il più a lungo possibile. Lo stesso vale per l’imballaggio. Si deve passare ad alternative riutilizzabili, riducendo al minimo la quantità e la complessità dei materiali utilizzati e garantendo che l’imballaggio sia effettivamente riciclato. Questo significa anche una migliore progettazione, ed è per questo che la Commissione sta attualmente lavorando ad una revisione dei requisiti essenziali per l’immissione sul mercato Ue degli imballaggi”.

Fonte: Eco dalle Città

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