Riparare, non ricomprare. Sembra uno slogan fuori dal tempo: ormai siamo agli ombrelli usa e getta e a cellulari perfettamente funzionanti che diventano inutili per il blocco degli aggiornamenti software. Eppure il Parlamento europeo, impegnato nella battaglia per l’economia circolare, vuole promuovere prodotti con un ciclo di vita più lungo dell’attuale, in particolare per contrastare l’obsolescenza programmata. Per questo ha proposto – con una risoluzione approvata con 662 voti favorevoli, 32 contrari e 2 astensioni – incentivi per favorire prodotti durevoli e riparabili dando la possibilità di ottenere i pezzi di ricambio essenziali “a un prezzo commisurato alla natura e alla durata di vita del prodotto”.
Secondo un Eurobarometro del 2014, il 77 % dei cittadini europei preferirebbe riparare i propri beni anziché acquistarne di nuovi, ma alla fine è spinto a sostituirli o a disfarsene a causa dei costi della riparazione. Scegliere bene sarà più facile se arriverà – come suggerisce l’Europarlamento – un’etichetta europea volontaria che indichi durabilità e progettazione ecocompatibile.
Il testo completo della risoluzione
Fonte: Antonio Cianciullo per Repubblica