TARQUINIA – Un’analisi attenta delle carte con professionisti autorevoli già al lavoro per costruire una strategia di contrasto all’ipotesi ‘’scellerata’’ di realizzare un mega impianto di incenerimento dei rifiuti a Tarquinia in località Pian D’Organo – Pian dei Cipressi. È questa la strada sulla quale si sta muovendo l’amministrazione comunale di Tarquinia guidata dal sindaco Alessandro Giulivi che ha aperto un fronte di battaglia contro la minaccia di un mega impianto per il trattamento dei rifiuti già presentato in Regione dalla ‘’A2A Ambiente’’, una spa che già gestisce l’inceneritore di Brescia e che intende realizzare il megaimpianto sui terreni di proprietà di una società, la Iride, che fa capo ad Orsolini.
UN CONSIGLIO STRAORDINARIO. Ieri giornata di consultazioni in Comune, culminata con la decisione di convocare un consiglio comunale straordinario e congiunto con il Comune di Civitavecchia, per venerdì pomeriggio alle 18 presso la sala consiliare del Comune di Tarquinia. L’obiettivo è quello di aprire un fronte largo di battaglia: oltre che a livello comunale, con forze politiche sia di maggioranza sia di opposizione, anche sul piano comprensoriale, coinvolgendo i comuni confinanti, in primis quello di Civitavecchia e quello di Allumiere, ma anche Tolfa, Monte Romano, Montalto di Castro e Tuscania. Il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi, quale rappresentante del comune interessato dal progetto, con il supporto del sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco, proporranno pertanto una votazione unanime alla delibera consiliare congiunta, dove verrà espresso un deciso «no alla realizzazione del termovalorizzatore della società A2A Energia spa in località Pian d’Organo – Pian dei Cipressi». Una bocciatura netta sotto il profilo procedurale “perché la richiesta della Valutazione di impatto ambientale’’ proposta in piena estate, a ridosso del Ferragosto, dalla società A2A Energia spa per la realizzazione di un “Impianto di Recupero Energetico” ubicato nel comune di Tarquinia in località Pian D’Organo – Pian dei Cipressi, è stata proposta eludendo tutta una serie di autorizzazioni urbanistiche propedeutiche alla realizzazione dell’impianto stesso». Professionisti incaricati dal Comune di Tarquinia stanno lavorando per produrre deduzioni e pareri motivati di contrarietà al progetto che prevede la realizzazione di un mega termovalorizzatore in grado di smaltire i rifiuti dell’intera regione Lazio. Il sindaco Giulivi, alla luce dell’importante argomento, invita pertanto la cittadinanza a partecipare compatta «all’importante consiglio comunale perché sarà solo il primo atto a tutela del territorio e non si escludono iniziative più clamorose per impedire questa assurda iniziativa imprenditoriale in danno dell’ambiente e della popolazione». «Ricordiamo – conclude Giulivi – che il nostro territorio, già in passato, ha subito le infauste decisioni di Governi poco attenti alla salute dei cittadini». Al consiglio potranno intervenire gli amministratori dei vari comuni (non i cittadini per ragioni di tempi).
UN IMPIANTO DA 480MILA TONNELLATE DI RIFIUTI SPECIALI. Secondo quanto allegato alla richiesta di Via, Valutazione d’impatto ambientale, in loco verrebbero trattati 481.000 tonnellate all’anno di rifiuti speciali (dichiarati), che in realtà potrebbero arrivare ad essere 540.000 t/a se si sviluppano i dati dichiarati nelle diverse schede che accompagnano il progetto. Si parlerebbe anche di 122.000 ton/anno di ceneri pesanti e 40.000 t/anno di ceneri leggere di risulta dalla combustione. E di un traffico di 32.698 camion, oltre che un camino di 70 metri che emetterà ulteriori tonnellate di inquinanti sulla già disastrata situazione ambientale e sanitaria del territorio.
UN IMPATTO NEGATIVO SULLA SALUTE. “Caratteristiche inaccettabili – tuonano dal Forum Ambientalista – quelle dell’inceneritore di rifiuti che la A2A vorrebbe realizzare a Pian d’Organi, in un area posta tra i comuni di Tarquinia, Civitavecchia ed Allumiere. Inutile ricordare che gli inceneritori per rifiuti sono considerati gli impianti più inquinanti in assoluto, e che dai loro cammini, oltre ai “classici” monossido di carbonio, biossido di zolfo, ossidi di azoto e polveri, fuoriescono tonnellate di acido cloridrico, acido cloridrico, ammoniaca, idrocarburi policiclici aromatici, diossina, furani e metalli pesanti. Tutti inquinanti con un impatto fortemente negativo sulla salute, di cui molti classificati come cancerogeni. Vogliamo auspicare che, almeno in questo caso, l’intero territorio si unisca per contrastare questa sciagurata ipotesi che finirebbe per avvelenare definitivamente la nostra terra». Il Forum ambientalista in particolare lancia un appello particolare ai consiglieri regionali Tidei, De Paolis, Porrello e Blasi affinché, “almeno in questo caso, visto il ruolo fondamentale della Regione Lazio nei procedimenti autorizzativi, si pongano realmente quale argine a questa vera e propria tragedia. «Non ci accontenteremo di semplici comunicati. Questo volta quest’attentato alla nostra salute non può, e non deve passare. Non ci saranno alibi che tengano. Il Forum Ambientalista sarà in prima fila in tutte le forme di lotta che verranno messe in campo”. Idem per Fare Ambiente: «Non vogliamo che Tarquinia diventi la pattumiera di Roma – dichiara Silvano Olmi, presidente regionale di Fare Verde – l’inceneritore che vogliono costruire nella zona industriale della nostra città attirerà i rifiuti della capitale, dove la raccolta differenziata è fallimentare. Siamo contrari e ci batteremo in tutte le sedi per evitare questo scellerato progetto. Il nostro territorio per decenni ha subito le emissioni inquinanti della centrale di Montalto di Castro e continua a essere investito dai fumi che escono dalla centrale di Civitavecchia”.
IL NO TRASVERSALE DELLA POLITICA. La consigliera regionale Silvia Blasi (M5S) ha subito preso posizione contro il progetto: “Si tratta di un impianto di incenerimento rifiuti altamente pericoloso per la salute e l’ambiente oltre che contrario a qualsiasi principio di economia circolare. Leggendo i documenti tecnici allegati alla Via – afferma la Blasi – l’impianto andrebbe a trattare circa 480.000 t/anno di rifiuti che, facendo una prima stima approssimativa potrebbe essere sufficiente per coprire il fabbisogno dell’intera regione Lazio. Un impianto mostruoso che respingo fortemente al mittente. Contrarietà che esprimerò in tutte le sedi opportune ad iniziare dalla Conferenze di servizi in Regione. Mi sorprende – aggiunge – che una simile richiesta sia arrivata proprio all’indomani dell’approvazione del nuovo Piano rifiuti regionale che si indirizza in maniera opposta al recupero energetico dei rifiuti. Mi auguro che queste non siano solo parole vuote su carta di Zingaretti e dell’assessore Valeriani ma si traducano in azioni concrete a beneficio dei territori e della salute”.
Ha voluto far sentire la sua voce anche il senatore Francesco Battistoni, capogruppo di Forza Italia in Commissione Agricoltura in Senato: “Non può rimanere inascoltato l’appello del sindaco Alessandro Giulivi sul «no» all’impianto di recupero energetico nel comune di Tarquinia presentato dalla società A2A. È un no che non significa essere contrari alle nuove tecnologie o ai termovalorizzatori a prescindere. – afferma Battistoni – Ma è un «no» che tutela il territorio di Tarquinia, un’area geografica che ha già dato molto in termini di impianti energetici essendo tra le due centrali Enel di Civitavecchia e Montalto di Castro. È un «no» che va a tutela dell’intera provincia di Viterbo che da anni smaltisce i rifiuti di Rieti e sopperisce alle deficienze degli impianti romani. In un’ottica di sostenibilità territoriale Tarquinia non può farsi carico dei rifiuti del centro Italia, è inconcepibile solo pensarlo”. “Non solo, il nuovo piano regionale sui rifiuti, che ha annunciato il governatore regionale Nicola Zingaretti in commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti e l’ambiente di cui faccio parte, prevede che ogni territorio chiuda autonomamente il proprio ciclo dei rifiuti. Come si inserisce questo progetto con quanto annunciato dal Presidente? – conclude Battistoni – Pensare che Tarquinia, una delle città turistiche più importanti del litorale laziale possa sopportare un’altra megastruttura è al limite della follia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato Alessandro Battilocchio che invita a fare fronte comune: “Mi unisco al coro unanime degli amministratori locali contrari al progetto di un nuovo termovalorizzatore a Tarquinia, ribadendo quanto già sostenuto da anni: il nostro territorio ha già dato molto, troppo, in termini di servitù, con fortissimi impatti sull’ambiente e sulle dinamiche del nostro sviluppo. La notizia che stiamo apprendendo in queste ore sulla richiesta di autorizzazione di un nuovo mega-impianto nel nostro comprensorio deve vederci tutti uniti in un fronte comune per dire un netto no a tutti i livelli istituzionali, al fianco dei nostri cittadini e a tutela del nostro territorio”.
I consiglieri comunali, dal canto loro, si preparano ad esprimere parere negativo in consiglio comunale. Lo afferma ad esempio Alberto Riglietti, di Fratelli d’Italia: “Un progetto che avrà delle grosse ripercussioni sulla cittadina e sullo stato di salute della popolazione. – dice – Confermo il secco no all’impianto a Tarquinia per salvaguardare lo stato di salute della popolazione. Come medico mi sento ancora più obbligato a fare questo visto che i casi di morte per tumore a Tarquinia sono già alti più della media di tutta la regione Lazio. Tale presa di posizione sarà mantenuta anche in consiglio comunale sperando che tutta l’amministrazione, maggioranza e opposizione, sia compatta nell’impedire la costruzione del termovalorizzatore, perché questa è una battaglia per il territorio e per i cittadini che va al di là dei colori politici”. Anche il consigliere Andrea Andreani del Movimento Cinque stelleinterviene contro il progetto: “Ci preoccupa molto il progetto di realizzazione di un mega-impianto di incenerimento rifiuti nel nostro comune e faremo di tutto per opporci ad un progetto così dannoso per la salute, l’ambiente e l’economia». «Siamo in un territorio già profondamente vessato da impianti nefasti come la centrale a carbone di Civitavecchia. – afferma il grillino – Lo abbiamo già ribadito in tutte le sedi, come pure all’ultimo consiglio comunale, dove ricordo è stata approvata all’unanimità la nostra mozione contro un’altra centrale, quella a biometano in località Olivastro. L’incenerimento rifiuti rappresenta un fallimento del ciclo rifiuti che dovrebbe essere invece centrato su riuso e riciclo dei materiali così come ci chiede l’Europa». «Impianti simili per entrare in funzione richiedono almeno 7/10 anni – conclude Andreani -, tra iter autorizzativo e realizzazione. Vuole dire che entrerà in pieno funzionamento quando molto probabilmente avremo introdotto strategie di recupero e riuso dei materiali molto più vantaggiose. Su un tema così delicato auspico la massima coesione tra tutte le forze politiche”.
Fonte: Civonline