Coerentemente con il nuovo Piano regionale in Valle d’Aosta le tariffe più contenute verranno applicate solo ai SubAmbiti che differenziano meglio

Coerentemente alle misure previste nell’aggiornamento del Piano regionale per la gestione dei Rifiuti della Regione autonoma Valle d’Aosta (redatto da ESPER insieme ad Ambiente Italia, Scuola Agraria del Parco di Monza e Zimatec) è stata recentemente approvata dalla Giunta una diversa articolazione delle tariffe di trattamento in riferimento alla qualità dei flussi differenziati nei vari sub-ambiti.

A partire dal 2023, i cinque Sub-ambiti della Valle d’Aosta saranno quindi sottoposti a controlli più restrittivi riguardo non solo alla quantità ma anche e soprattutto alla qualità dei rifiuti raccolti in modo separato. Secondo il nuovo PNGR una corretta differenziazione dei rifiuti urbani risulta essenziale per poter contenere i costi del servizio di igiene urbana. Il criterio premiante non è quindi più esclusivamente legato all’elevata percentuale di raccolta differenziata e le tariffe più favorevoli saranno riconosciute solo ai sub-ambiti caratterizzati dalla migliore qualità dei rifiuti differenziati.

A fronte di una serie di controlli nell’impianto di trattamento e recupero di Brissogne sono state rilevate “frazioni estranee” in numero molto maggiore rispetto a quello atteso soprattutto per quanto riguarda la raccolta multimateriale, che per la Valle d’Aosta prevede plastica, metalli e alluminio. Queste frazioni estranee sono state finora presenti in percentuali che variano dal 17% al 35%. La conseguenza è una netta riduzione dei ricavi ottenuti dalla valorizzazione e riciclo di tale flusso differenziato multimateriale.

In accordo con Enval, società che gestisce l’impianto di Brissogne, sono state quindi introdotte le nuove tariffe e sanzioni che, a fronte di specifiche analisi merceologiche sulle frazioni di rifiuto differenziato, verranno eventualmente applicate ai Sub-ambiti caratterizzati da percentuali troppo elevate di “frazioni estranee”. Per i sub-ambiti caratterizzati da una migliore qualità delle raccolte differenziate, le tariffe applicate saranno più vantaggiose e quindi anche le bollette per i propri utenti saranno minori rispetto a quelle degli altri sub-Ambiti.

Un’ulteriore novità è l’esclusione delle plastiche dure (giocattoli, bacinelle, secchi…) dalla raccolta del multimateriale. Questi rifiuti dovranno essere portati nelle isole ecologiche o nei centri di conferimento.

Tutte queste iniziative mirano a garantire il raggiungimento degli obiettivi assunti dalla Regione cioè un tasso netto di effettivo riciclo per i rifiuti urbani del 65% e un tasso di raccolta differenziata almeno pari all’80% entro il 2026.


A cura di Andrea Tornavacca, ESPER

Problematiche relative al rispetto delle regole di conferimento nei grandi condomini

Soprattutto nei condomìni in cui non vengono utilizzati contenitori diversi per ogni singolo proprietario di immobile ma vengono utilizzati contenitori condominiali di uso comune per le varie frazioni di rifiuto, ogni condomino deve rispettare le regole per la raccolta differenziata stabilite dall’amministrazione comunale con appositi regolamenti di igiene urbana al fine di favorire il corretto trattamento dei rifiuti. Tuttavia, se uno o più condomini non rispettano le modalità prestabilite oppure gli orari e giornate di conferimento, ciò può causare problematiche di decoro ed igiene delle parti comuni del palazzo. Inoltre, il codice dell’ambiente impone il divieto assoluto di abbandonare i rifiuti, con conseguenti sanzioni per chi trasgredisce tale divieto.

Per quanto riguarda l’eventuale errato conferimento di rifiuti della raccolta differenziata in condominio in una recente ordinanza della Corte di Cassazione (la n. 4561 del 14 febbraio 2023) è stato stabilito che in tale circostanza non ne risponde l’Amministratore, neppure in via solidale anche se sentenze precedenti avevano assunto orientamenti diversi.

La suddetta sentenza riguarda il ricorso dall’Amministratore e dal Condominio interessato avverso alcune determinazioni dirigenziali del Comune di Roma ingiuntive per la violazione del regolamento comunale sul conferimento dei rifiuti urbani. Era stato accertato, infatti, l’irregolare conferimento di rifiuti nei contenitori messi a disposizione del condominio. Il Giudice di Pace ed il Tribunale avevano respinto le tesi difensive del Condominio. La questione è giunta fino in Cassazione che, ribaltando le precedenti sentenze, ha affermato l’inesistenza di una responsabilità, anche solidale, in capo all’Amministratore.

Il caso in commento, del tutto peculiare, riguarda le ipotesi in cui, a fronte di una condotta illecita, la sanzione venga irrogata non ai diretti responsabili dell’illecito amministrativo, bensì all’Amministratore del Condominio. La Corte di Cassazione, in particolare, esclude che vi sia in capo all’Amministratore una responsabilità di tipo oggettivo che esuli dalle condotte, anche omissive, dello stesso.

In particolare, l’ordinanza si sofferma sull’irrilevanza del fatto che i cassonetti per il conferimento dei rifiuti erano collocati in aree di pertinenza condominiali ai fini dell’imputazione di responsabilità solidale in capo al Condominio ed all’Amministratore. In questi casi, infatti, trattandosi di illeciti amministrativi, l’unico responsabile è l’autore della violazione delle norme secondo la Cassazione. Le ulteriori ipotesi di responsabilità devono dipendere da un fatto proprio (anche a carattere omissivo) riferibile all’Amministratore. In sintesi, il condominio, per il tramite dell’amministratore del condominio, è responsabile giuridicamente dell’omesso o errato conferimento dei rifiuti all’esterno del condominio, ma non è un soggetto giuridico a cui sia imputabile la responsabilità da illecito amministrativo per l’errato o omesso comportamento dovuto dal singolo condomino. L’amministratore di condominio ha la capacità di disciplinare l’uso delle cose comuni e la fruizione di servizi da erogare nell’interesse comune, incluso il controllo del rispetto delle norme sulla raccolta differenziata. A tal fine, può far apporre avvisi in bacheca o installare telecamere per controllare la zona interessata dal rilascio dei rifiuti da parte dei singoli condomini.

Tuttavia, l’installazione di telecamere richiede l’autorizzazione di spesa assunta a maggioranza dei condomini in assemblea. Inoltre, i trasgressori della raccolta differenziata possono essere sanzionati solo previa individuazione del responsabile e l’inserimento di una clausola nel regolamento contrattuale che preveda la possibilità di irrogare sanzioni. In tal caso, il responsabile dovrà sostenere tutte le spese per il ripristino ed ogni altro danno causato dalla raccolta indifferenziata irregolare ed incontrollata.


A cura di Andrea Tornavacca, ESPER

Cassonetti “intelligenti” o “smart”: lo sono davvero?

L’introduzione di cassonetti stradali denominati commercialmente “intelligenti” o “Smart” è stata una delle soluzioni tecnologiche periodicamente riproposte per gestire in modo, almeno teoricamente, più efficiente la raccolta dei rifiuti urbani negli ultimi 30 anni. Questa tipologia di cassonetti è spesso stata dotata di sistemi di riconoscimento degli utenti conferitori ed a volte è anche dotata di sensori o telecamere che consentono di monitorare in tempo reale il livello di riempimento e di segnalare ai gestori il momento in cui devono essere svuotati. Tuttavia, come evidenziato da alcuni articoli recenti, l’efficacia di questa soluzione è stata nuovamente messa in discussione anche per le versioni più recenti di questi contenitori.

Nelle città dove sono stati installati dei cosiddetti cassonetti “intelligenti”, infatti, l’analisi delle accese polemiche che hanno accompagnato la loro installazione ed utilizzo può far comprendere quali siano le effettive criticità di tali soluzioni. Questi ultimi richiedono l’utilizzo di apposite tessere o codici QR per poter essere utilizzati, il che ha creato problemi per i cittadini anziani o per coloro che non hanno accesso a smartphone o a internet. In alcune situazioni, i sensori non hanno funzionato correttamente, segnalando erroneamente che il cassonetto era pieno anche se era vuoto, o viceversa. Questi episodi hanno portato a situazioni in cui i rifiuti sono stati abbandonati per strada, causando problemi igienici e ambientali. Un’altra cosa che può creare futuri problemi riguarda la tutela della privacy di chi conferisce, poiché con l’utilizzo delle tessere si può facilmente avere un’idea delle abitudini e degli spostamenti dell’utente ed un improprio utilizzo di questi dati sarebbe molto pericoloso.

Inoltre, questi dispositivi, a fronte dei frequenti atti di vandalismo o tentativi di manomissione, richiedono una manutenzione costante ed assai onerosa per garantirne il ripristino del corretto funzionamento in tempi brevi, il che comporta elevati costi aggiuntivi per i gestori e, di conseguenza, per le amministrazioni comunali. In alcune città i cassonetti “intelligenti” sono stati infatti oggetto di frequenti atti di vandalismo, con danni alle componenti elettroniche o più semplicemente ai coperchi che dovrebbero mantenere chiusi gli accessi al conferimento, rendendo inutilizzabili i dispositivi e permettendo a tutti di buttare qualsiasi rifiuto all’interno, indipendentemente dalla tipologia. A Firenze, ad esempio, in una sola notte sono stati gravemente danneggiati ben centotrenta cassonetti “smart” bucando con un trapano la scheda a cui si dovrebbe appoggiare le tessere personali dotata di RFiD per aprirli.

https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/11/17/news/firenze_130_cassonetti_digitali_danneggiati_piazza_vieusseux-374922821/

In generale, queste soluzioni presentano una serie di problemi che ne limitano l’efficacia e la convenienza soprattutto a causa della scarsa qualità dei rifiuti conferita nei cassonetti smart dedicati alla raccolta differenziata ed agli elevati costi relativi al continuo fabbisogno di attività di rimozione dei rifiuti abbandonati nei pressi di tali contenitori. La gestione dei rifiuti urbani è un problema complesso che richiede soluzioni integrate e sostenibili. Sebbene i cassonetti “intelligenti” possano rappresentare un’idea interessante, sembra che non siano ancora pronti per essere adottati su larga scala o perlomeno non ancora in Italia. Le amministrazioni comunali dovrebbero quindi valutare attentamente l’efficacia di questa soluzione prima di decidere di investire in essa.

Riportiamo di seguito,  a titolo meramente esemplificativo, alcuni link riportanti notizie di malfunzionamenti o malcontenti di amministrazioni di città nelle quali sono stati installati.

https://www.ilgazzettino.it/nordest/rovigo/rifiuti_cassonetti_centro_ecoambiente-7229135.html

Il precedente primo articolo, pubblicato sul Gazzettino, parla dei problemi che si stanno verificando a Rovigo in seguito all’installazione di cassonetti “intelligenti” per la raccolta dei rifiuti. Secondo l’articolo “Ancora una volta i cassonetti saranno anche intelligenti, ma chi li usa forse non altrettanto”, poiché le persone che dovrebbero utilizzarli lo fanno in maniera poco civile, lasciando spesso sacchetti in giro, ma si ipotizza che questi cassonetti non vengono svuotati con la frequenza necessaria, causando il riversamento di rifiuti in strada e la proliferazione di topi e insetti. Questo rappresenta un grave problema per la salute pubblica e l’igiene urbana.

https://www.veneziatoday.it/cronaca/raccolta-rifiuti-calotta-lido-venezia.html

Nel precedente link viene evidenziata la stessa disastrosa situazione nel Lido di Venezia dove è lo stessa gestore Veritas, che aveva scelto tale sistema, ad evidenziare che serve una maggiore collaborazione ai cittadini che non separano il secco dall’umido poiché nei contenitori per la differenziata “si trova un po’ di tutto”.

https://www.bolognatoday.it/social/segnalazioni/raccolta-differenziata-9644722.html

Il precedente articolo illustra ulteriormente l’attuale situazione di Bologna con una domanda retorica assai significativa “Ha senso per un cittadino continuare a fare la raccolta dell’umido?”, Una cittadina bolognese evidenzia infatti che “Come molti altri cittadini faccio del mio meglio per fare una corretta raccolta differenziata. Vi scrivo in merito allo scorretto utilizzo dei cassonetti della raccolta dell’umido. L’estate scorsa in Bolognina è stata introdotta la tessera Hera per l’apertura dei cassonetti dell’indifferenziato. A novembre è stata inoltre eliminata la serratura dai cassonetti dell’organico, il risultato è quello che potete vedere nella foto che vi allego: i cassonetti dell’umido sono stracolmi di spazzatura indifferenziata. Ha senso per un cittadino continuare a fare la raccolta dell’umido quando poi, credo, non potrà essere correttamente riciclata? Mi domando con quale criterio sia stata portata avanti questa decisione?”. Provando a rispondere a questa cittadina possiamo presumere che chi ha promosso tali scelte volesse raggiungere un apparente aumento delle percentuali di raccolta differenziata (in effetti si raccolgono poco rifiuti nei cassonetti con calotta dedicati all’indifferenziato) ma non era certamente interessato a far aumentare realmente il riciclaggio dei rifiuti urbani a Bologna.

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/raccolta-indifferenziata-guasti-cassonetti-fa834cef

Il precedente articolo, pubblicato su Il Resto del Carlino, si concentra invece sui guasti ai cassonetti per la raccolta dell’indifferenziata a Bologna. In questo caso, i cassonetti intelligenti si sono rivelati non così intelligenti, in quanto spesso non funzionano correttamente, causando disagi e problemi di igiene urbana. Anche in questo caso, la situazione sembra essere degenerata a causa della mancata manutenzione dei cassonetti.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/il-cassonetto-e-intelligente-intorno-una-sacchettopoli-ma71o5ku

Il terzo articolo, sempre pubblicato su Il Resto del Carlino, parla di una situazione analoga che si sta verificando nel Comune di San Costanzo. In questo caso, i cassonetti intelligenti, installati da ASET con l’obiettivo di ridurre i costi di raccolta dei rifiuti, stanno invece causando la proliferazione di sacchetti di immondizia abbandonata e dei correlati costi per la quotidiana rimozione dei tali rifiuti.

https://www.lapressa.it/notiziario/lettere_al_direttore/differenziata-disastro-quotidiano-inutile-ormai-segnalare-ad-hera

Il quarto è uno sfogo di un utente di Modena che non riesce a comprendere come il gestore HERA possa perseverare nell’installare ulteriori cassonetti intelligenti senza tenere conto del disagio procurato alla popolazione di Modena ed al peggioramento del decoro urbano.

https://www.lastampa.it/torino/2022/12/07/news/barriera_di_milano_invasa_dai_rifiuti_le_nuove_eco-isole_sono_un_disastro-12398385/

https://www.lastampa.it/torino/2023/02/07/news/ecoisole_discariche_barriera_milano_rifiuti_torino-12627360/

https://www.lastampa.it/torino/2022/12/06/news/san_salvario_il_flop_delle_isole_ecologiche_montagne_di_rifiuti_ogni_sera-12396943/

https://www.lastampa.it/torino/2022/11/29/news/san_donato_sempre_piu_cumuli_di_spazzatura_accanto_alle_ecoisole-12275960/

Gli articoli precedenti pubblicato su La Stampa illustrano la situazione disastrosa che si sta verificando nei quartieri di Torino, San Salvario, San Donato e Barriera di Milano, in cui è in corso il posizionamento di tali cassonetti “intelligenti”.

https://www.lastampa.it/torino/2022/04/17/news/caro_sindaco_ti_scrivo_sulle_ecoisole_stefano_lo_russo_ammette_a_torino_qualcosa_da_cambiare_c_e_-3123323/

Nel precedente articolo viene riportata la lettera al sindaco di un cittadino torinese che inizialmente era favorevole al posizionamento dei cassonetti “intelligenti” ma che ha “Alla fine ho cambiato idea: le eco-isole sono trappole e con l’Amiat non si parla” poiché nonostante i continui malfunzionamenti non si riesce neppure a contattare il gestore AMIAT tramite il numero verde. Il sindaco ribalta la scelta delle ecoisole smart  sulla precedente amministrazione ed ammette che il sistema in varie zone non sta funzionando.

https://www.iltirreno.it/grosseto/cronaca/2019/12/24/news/cassonetti-intelligenti-installati-e-gia-bloccati-1.38253967

Anche a Grosseto i  cassonetti intelligenti appena installati hanno subito smesso subito di funzionare secondo le denunce di vari residenti e nel centro storico il malfunzionamento perdura da mesi e, secondo Maremma Oggi, i cassonetti “intelligenti” sono diventati sempre più stupidi…

https://genova.repubblica.it/cronaca/2022/11/09/news/genova_amiu_flop_dei_cassonetti_intelligenti_se_ne_va_il_manager_stanganelli-373703215/

https://www.lavocedigenova.it/2022/11/12/leggi-notizia/argomenti/municipio-bassa-valbisagno/articolo/valbisagno-critiche-ai-nuovi-cassonetti-intelligenti-il-sistema-non-va-lazienda-tempo-per.html

A Genova le polemiche e la situazione risultano simili a quelle delle altre grandi Città già citate.

https://www.vocepinerolese.it/articoli/2022-11-27/saga-monnezza-cassonetti-bloccati-questo-risultato-colpa-non-dei-cittadini-pinerolo-22877

https://www.vocepinerolese.it/articoli/2023-01-29/saga-monnezza-con-cassonetti-smart-tutto-ok-assolutamente-no-pinerolo-23197

La stessa situazione viene segnalata anche per Comuni di dimensioni più contenuta dalla Voce del Pinerolese evidenziando che  “Ogni giorno riceviamo foto, segnalazioni, di cittadini arrabbiati per il mancato funzionamento dei cassonetti rifiuti smart a Pinerolo…”.

https://www.quinewsvaldelsa.it/poggibonsi-riorganizzazione-rifiuti-diventa-caos-polemiche-degrado.htm

Nei precedenti link tre diversi organi di informazioni toscani illustrano l’attuale situazione nel territorio della Val d’Elsa dove i cassonetti smart sono spesso circondati da sporcizia e rifiuti abbandonati e questo degrado sta infiammando gli animi dei cittadini.


A cura di Andrea Tornavacca, ESPER

Nuove Eco-etichette dal 2023

Dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore l’obbligo di etichettare in maniera ecologica e sostenibile tutti gli imballaggi che verranno commercializzati. Da pochi giorni è infatti vietato l’uso delle “vecchie” etichette su prodotti ancora da immettere nei mercati. Tutti gli imballaggi che erano già presenti in commercio o con già un’etichetta ecologica entro l’inizio dell’anno nuovo, potranno continuare ad essere venduti fino all’esaurimento delle scorte. Dal 2020 una serie di proroghe avevano posposto questa scadenza al 1° gennaio 2023, obbligo che era già previsto nel cosiddetto “Codice Ambientale” all’articolo 219, comma 5, del Dlgs 152/2006. La precedente normativa è stata in seguito completata dal Dm Ambiente 360/2022, volta a chiarire gli obblighi ed evitare le pesanti sanzioni (da 5.000 a 25.000 euro) che potrebbero scaturire dall’inosservanza del Dm.

Le etichette e le loro applicazione sono diverse in base al settore di utilizzo ed i produttori devono indicare e specificare su qualsiasi tipo di imballaggio (primario, secondario o terziario) un codice alfa-numerico previsto dalla decisione 97/129/CE. Oltre al codice è necessario anche facilitare la raccolta, il riutilizzo o il facile riciclo degli imballaggi, anche aiutando i consumatori a capire meglio la destinazione finale. Queste informazioni possono essere comunicate anche attraverso l’uso di QR code, siti web o app e prevedono l’uso di un colore diverso per identificare le varie tipologie di etichette in base al materiale: alcuni esempi sono il marrone per l’organico, il blu per la carta, il giallo per la plastica, etc.

Sull’etichetta si dovranno riportare i materiali utilizzati per l’imballaggio oltre alle marcature specifiche, già previste dall’articolo 182-ter, comma 6, lettera b, Dlgs 152/2006, per gli imballaggi in plastica compostabile o biodegradabile, che se opportunamente etichettati, potranno essere riciclati come rifiuti organici.

Il Ministero ha inoltre chiarito che, fino ad ulteriori nuove specifiche, i precedenti obblighi non si applicano agli imballaggi dei medicinali destinati all’uso umano o veterinario.

I record di Fiumicino: «se ce l’abbiamo fatta noi…»

Dal 38 per cento del 2016 all’attuale 80, il Comune di Fiumicino ha scalato a passo di carica la montagna della raccolta porta a porta, dopo aver liquidato la municipalizzata ed esternalizzato il servizio perché la «differenziata stradale non funzionava, non portava miglioramenti e non permetteva di controllare la qualità dei rifiuti». Più che da quelli, però, la montagna era rappresentata dalla stessa fisionomia della città alle porte di Roma, fatta di aree densamente abitate e di zone rurali: estendere il porta a porta a tutti gli 85 mila concittadini, superando le diversità urbanistiche e logistiche, per il trentenne Enzo Di Genesio Pagliuca, vicesindaco Pd e consigliere dal 2011, è stata la vera palestra politica. Tante le difficoltà, racconta, ma tutte superate sul campo, sperimentando e collaborando, caso per caso, o meglio, casa per casa.

«Nelle zone a maggior densità —sottolinea il vicesindaco Pagliuca—, come il nuovo quartiere San Leonardo, tra palazzi di dieci piani con centinaia di appartamenti, dove era difficile fare accettare i bidoni condominiali, i condòmini si sono messi d’accordo, distribuendosi i compiti per radunare e poi esporre all’esterno i rifiuti che in un primo tempo andavano accumulandosi negli androni. Il meccanismo oggi funziona come un orologio. Nella zona rurale i problemi della raccolta erano anche più imprevedibili, legati alla frequenza, all’effetto della temperatura sui rifiuti, all’opera degli animali, ma anche lì abbiamo preso le misure». Per un comune turistico, oltretutto, i problemi si moltiplicano nrel periodo estivo. «Fiumicino ha 800 strutture di somministrazione, tra ristoranti e stabilimenti balneari, cui si aggiungono i rifiuti di due milioni di turisti all’anno: un carico che stiamo imparando a fronteggiare, calibrando le forze in base alle previsioni».

— Ma i costi di un porta a porta così spinto?

«Milioni di euro in più, ma vendiamo i materiali separati ai consorzi che li riciclano. Così, negli ultimi nove anni, da quando il centro-sinistra guida il Comune, siamo riusciti a non alzare di un centesimo la Tari, senza contare che Fiumicino è vistosamente più pulita e, aggiungo, che la differenziata domestica è fondamentale per educarci alla gestione consapevole dei rifiuti. In ogni caso, non dimentichiamo che 13 anni fa, quando chiuse la discarica di Malagrotta, l’indifferenziato, che era quasi il totale dei rifiuti conferiti, ci costava 70 euro a tonnellata, e ora ne costa quasi 200. Se non lo avessimo ridotto dell’80 per cento, la spesa sarebbe insostenibile».

— L’aeroporto Leonardo da Vinci come viene gestito?

«Per fortuna gestisce in modo indipendente i rifiuti dei suoi 44 milioni annuali di arrivi».

—Vi siete avvalsi di consulenti esterni?

«Sì, in particolare di E.S.P.E.R, che ci ha seguito a lungo ed anche attualmente, prima come supporto tecnico per lo sviluppo del progetto, poi come direzione per l’esecuzione del contratto. Professionisti del settore molto qualificati che operano solo per soggetti pubblici e che hanno curato anche la redazione del Piano regionale per la gestione dei rifiuti».

— Dove sono stati più utili?

«Nella corretta gestione della plastica in particolare, anzi, delle plastiche. Sono i materiali che ormai incidono di più sui costi, perché sono i più voluminosi».

— E la tariffazione puntuale, cioè ‘pago-per-i-rifiuti-che-produco’?

«È un passaggio importante per raggiungere i nostri prossimi obiettivi, che sono l’ulteriore riduzione sia della quota di rifiuti indifferenziati, sia della Tari, attraverso un sistema di sconti, legati, ad esempio, all’uso delle compostiere, all’età, al reddito, al numero di componenti la famiglia. La tariffa a volume è prevista nel nuovo piano rifiuti regionale, insieme a una forte campagna di informazione. Partirà dopo l’estate per le utenze commerciali, che ne avranno anche un vantaggio economico, perché prima, quando superavano una certa quantità, erano costrette a stipulare contratti a parte, mentre così non ci saranno limiti. Poi sarà allargata alle utenze domestiche».

— Inceneritori?

«Non ci servono, puntiamo a diminuire lo scarto migliorando la selezione, specie quella più problematica dei vari polimeri plastici, ma anche quella degli scarti umidi che oggi costa da smaltire ben 130 euro a tonnellata. Per questo, abbiamo deciso di girare al gestore i proventi della vendita dei materiali riciclati».

— Come combattete ‘Sacchetto Selvaggio’?

«La rimozione è compresa nel nuovo contratto con la ditta. Questo, insieme alle fototrappole, servirà a tenere pulite le strade e a disincentivare eventuali interessi di parte che contribuiscono ad aumentare il fenomeno».

— Giusto a un tiro di sacchetto da qui, c’è Roma, della quale Fiumicino faceva parte fino al 1992. Un paragone è inevitabile…

«Con tutte le differenze e le difficoltà della Capitale, il nostro Comune, per la sua estensione, la varietà ambientale — comprende anche riserve naturalistiche e archeologiche — e la complessità urbanistica e sociale, rappresenta un modello plausibile dei problemi di una grande città. Va anche detto che l’integrazione è essenziale: il nostro nuovo impianto per gli umidi, a Maccarese, potrà accogliere sessantamila tonnellate, di cui diecimila di Fiumicino e il resto a disposizione dei comuni vicini. Insomma, mi sembra di poter dire che se ce l’abbiamo fatta noi…».

A cura di Igor Staglianò

Buoni spesa in cambio di impegno nella differenziata?

Fare la raccolta differenziata, ma soprattutto farla bene, è diventato ancora più facile ed incentivante nel comune di Caivano, in provincia di Napoli. Da pochi giorni è stata lanciata, dall’Amministrazione Comunale e dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), una splendida iniziativa volta a premiare chi la raccolta differenziata l’ha sempre fatta bene ma anche per cercare di invogliare quelle persone che, per un motivo o per un altro, non la svolgevano correttamente.

Il funzionamento è davvero molto semplice poiché per ogni chilo di rifiuto da riciclare, i residenti di Caivano, avranno i cosiddetti “ecopunti” spendibili nei negozi e nelle varie attività commerciali presenti all’interno del Comune. Il conferimento avviene al Centro Comunale di Raccolta, attraverso un sistema di registrazione degli accessi, per una serie di materiali quali, ad esempio: carta, cartoncini e cartone, legno, vetro, rifiuti RAEE, ingombranti e multimateriali (plastica, acciaio e alluminio). Il CONAI ha poi reso ancora più facili queste operazioni grazie alla presenza, dal 1° Agosto 2022, di Isole Ecologiche Mobili Itineranti sparse per la città, oltre a bidoni carrellati a disposizione presso scuole ed uffici volti alla raccolta del materiale da riciclare.

L’iniziativa verrà presto presentata con una campagna informativa sotto il nome di “Caivano premia la differenza” e verrano invitati tutti i cittadini alla sensibilità verso l’ambiente e all’attenzione per le buone pratiche che sono possibili da svolgere nel proprio piccolo, si punta e si spera anche di essere un modello per altri comuni.

Caso Sardegna: dal 5% al 74,52% di raccolta differenziata

Dopo aver raggiunto il vertice della classifica nazionale per riduzione dei rifiuti e raccolta della differenziata, la Regione Sardegna adotta un meccanismo tariffario per incentivare la diffusione della tariffazione puntuale.

A cura di Igor Staglianò

Nel 2004 la Sardegna era la penultima Regione in Italia con il 5% di raccolta differenziata, nel 2020 secondo ISPRA ha raggiunto il 74,52%. Un bel salto in avanti! Ne parliamo con l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente Gianni Lampis, nella Giunta Solinas da tre anni.

La Sardegna ha anche una produzione pro-capite di 445 kg per abitante all’anno, nonostante gli elevati flussi turistici. Lunica Regione a far meglio di voi oggi è  il Veneto con il 76,1% di differenziata. Quali sono gli strumenti adottati per raggiungere questi risultati?

«La principale azione adottata è stata lattuazione, sin dal 2004, di un meccanismo di premialità/penalità, attraverso il quale vengono premiati i Comuni che raggiungono percentuali di raccolta differenziata annualmente stabiliti dalla Giunta regionale e vengono penalizzati se non li raggiungono. Il premio consiste in uno sconto sul costo di conferimento del secco residuo indifferenziato; analogamente la penalità consiste in una maggiorazione di tale costo. Lultima pianificazione ha fissato obiettivi molto ambiziosi: 80% nella raccolta differenziata e 70% di riciclo al 2022. Allo stato attuale abbiano conseguito il 74% di raccolta differenziata e il 60% di riciclo. Occorre sottolineare che la Regione ha investito molto nellimpiantistica (termovalorizzatori, discariche, impianti di compostaggio, digestori anaerobici, piattaforme per la valorizzazione degli imballaggi) e in ecocentri. È importante sottolineare anche gli accordi di programma sottoscritti con CONAI e CIC, i Consorzi di filiera degli imballaggi e dellumido, che hanno supportato la Sardegna nelle azioni attuative di settore».

Con la Deliberazione n. 9/44 del 24 marzo scorso la Regione Sardegna ha introdotto anche un meccanismo tariffario per incentivare la tariffazione puntuale. Come è stata accolta dagli enti locali questa innovazione?

«Non abbiamo elementi di riscontro specifici, ma finora non sono pervenute lamentele. Questa riforma era attesa e diversi Comuni stanno adeguando i sistemi di raccolta per continuare a ricevere le premialità regionali. Infatti, la deliberazione ha previsto un adeguamento del meccanismo premialità/penalità che incentiva il mantenimento delle premialità regionali in caso di attivazione della tariffazione puntuale. In sua assenza, le premialità regionali vengono dimezzate».

Quale supporto offre la Regione ai Comuni per introdurre la tariffazione puntuale? 

«Abbiamo predisposto linee guida che descrivono i principali sistemi di tariffazione e forniscono criteri per la scelta della configurazione più adatta al Comune (numero di frazioni di rifiuto da contabilizzare, tipologia di formula per il calcolo della tariffa, attrezzature per la raccolta e la contabilizzazione del rifiuto)».

Quali esigenze hanno evidenziato gli Enti locali rispetto al nuovo obiettivo di riduzione della produzione pro-capite sino a 415 kg per abitante all’anno e come hanno accolto tale obiettivo?

«Lobiettivo della riduzione della produzione pro-capite non sembra particolarmente sentito dai nostri Comuni. Non abbiamo ricevuto osservazioni in tal senso. I Comuni si concentrano in genere sul posizionamento degli impianti e sui contributi per i servizi di raccolta, in modo da poter essere continuamente efficientata sul piano organizzativo».

Come pensate di promuovere la diffusione del Centri del riuso?

«I centri per il riuso servono a prevenire la produzione dei rifiuti. Si tratta di spazi per lesposizione temporanea e di scambio fra privati, di beni usati e funzionanti, idonei al riutilizzo diretto. Intendiamo finanziare i Centri per il riuso attraverso le risorse comunitarie del PO FESR 2021-2027. Allo scopo intendiamo predisporre le linee guida, come previsto dal Piano regionale, che consentano di regolamentarne realizzazione e gestione».

Parte da Torino accordo McDonald’s e Iren per abbattere la quantità di rifiuti

Il progetto, che durerà un anno, sarà calato nei ristoranti McDonald’s presenti nelle province di Torino (13), Reggio Emilia (4), Parma (4), Piacenza (3), La Spezia (3) e Vercelli (1)

Un patto tra McDonald’s e Iren Ambiente per lanciare un progetto pilota che parte da Torino sul fronte della sostenibilita’ ambientale coinvolgimento 28 ristoranti tra Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria.

Le due aziende si impegnano a collaborare per incrementare e migliorare la raccolta differenziata partendo da un monitoraggio dei flussi di rifiuti prodotti dai locali, formando il personale e sensibilizzando i consumatori per ridurre la quantita’ di scarti r capite come funziona l’economia circolare.

Il progetto, che durerà un anno, sarà calato nei ristoranti McDonald’s presenti nelle province di Torino (13), Reggio Emilia (4), Parma (4), Piacenza (3), La Spezia (3) e Vercelli (1).

McDonald ha già eliminato la plastica monouso in favore di materiali più sostenibili, installato contenitori per la raccolta differenziata nelle sale e nei dehors, lanciato una collaborazione con Comieco per lo sviluppo di un nuovo sistema per garantire la riciclabilità del packaging in carta. Temi che ora saranno condivisi e rafforzati con la collaborazione con il gruppo Iren.

“L’accordo con Iren rappresenta per noi un ulteriore importante tassello nella collaborazione con le comunità locali, dove da diverso tempo operiamo per sensibilizzare e promuovere comportamenti corretti nell’ambito della sostenibilità ambientale.”, commenta Dario Baroni, ad di McDonald’s Italia. “In qualità di una delle catene di ristorazione più diffuse in Italia, abbiamo la responsabilità e l’opportunità di fare la differenza proprio a partire dai nostri ristoranti, dando un contributo concreto e quotidiano in tema di impatto ambientale”. Eugenio Bertolini, ad di Iren Ambiente, sottolinea che “questa partnership ci consente di mettere a fattor comune le best practice che abbiamo sviluppato nel ciclo integrato dei rifiuti e nel campo dell’educazione ambientale, a fianco di una realtà importante come McDonald’s”.

Primo appuntamento giovedi 28 aprile con il Roadsshow della Sostenibilita’ di McDonald’s organizzato con Comieco e Seda International Packaging Group, farà tappa a Torino in collaborazione con Amiat-Iren. Appuntamento alle 10.45 al ristorante McDonald’s di Torino in via Sant’Ottavio per un dibattito con gli interventi di Armando Mariano, R&D Material & Product Director di Seda International Packaging Group;,Roberto Di Molfetta, Vicedirettore di Comieco, Christian Aimaro, Presidente di Amiat, Massimiliano Dell’Acqua, Head of Supply Chain di McDonald’s Italia.

Fonte: la Repubblica

Rifiuti, Legambiente: 30 milioni persi dal Comune di Palermo

«Oltre 5 mesi per preparare e presentare progetti già in parte definiti da tempo dagli uffici della Rap e ritrovarsi nell’ultimo giorno della scadenza dell’avviso (tra l’altro prorogato di altri 30 giorni) di fronte a un problema tecnico insuperabile. Non è solo sciatteria, è incompetenza e dolo, l’ennesima beffa ai danni della città e dei palermitani. Da anni Palermo è al palo nella raccolta differenziata – ferma cronicamente sotto il 15%, con decine di milioni di euro che si sprecano ogni anno nel buttare i rifiuti, anche quelli potenzialmente differenziabili, nella discarica di Bellolampo, se non in altre discariche con costi salatissimi per i palermitani – e, quando si presenta l’opportunità di farsi finanziare dei progetti per il miglioramento del sistema di raccolta differenziata, non si è neanche in grado di inviare i progetti elaborati. Non abbiamo più parole». Lo dice in un comunicato Tommaso Castronovo, responsabile Rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia.

Nell’avviso del Mite di settembre scorso – dice Legambiente – con scadenza il 14 febbraio e prorogato al 16 marzo, erano stati messi a disposizione delle Srr e dei Comuni oltre 1,5 miliardi di euro per la realizzazione dei nuovi impianti per il riciclo e 600 milioni per il miglioramento del sistema di raccolta differenziata, di cui il 60 % destinato alle regioni del Sud. Il Comune di Palermo aveva avocato a sé, chiedendo e ricevendo delega dalla Srr Palermo Area Metropolitana, il compito di elaborare i progetti e presentare le proposte tramite i propri uffici e quelli della Rap.

Il Comune – aggiunge Legambiente – ha rispolverato, tramite i funzionari della Rap, i vecchi progetti di altri 10 centri comunali di raccolta, già previsti nel piano industriale, con l’obiettivo di completare la rete dei Ccr in città. Inoltre, nella misura dedicata al finanziamento agli interventi per la realizzazione di impianti destinati al riciclo è stato previsto l’impianto di biodigestione aneorobica, il cui progetto era già stato definito da Asja, e un impianto per la selezione e la valorizzazione della frazione del rifiuto secco differenziato. Il comune di Palermo aveva il compito di presentare le proposte tramite invio nella piattaforma dedicata del Mite i progetti dei Ccr e quello dell’impianto di valorizzazione della frazione secca della raccolta differenziata, per un valore di 30 milioni di euro, entro il 16 marzo 2022. Ma proprio i progetti relativi ai Crr e all’impianto di valorizzazione della frazione secca non sono stati trasmessi dai funzionari del Comune. «Un’altra occasione sprecata dal Comune – conclude Castronovo – per liberarci dai rifiuti e avviarci verso l’economia circolare».

Fonte: Corriere della Sera

Ottima iniziativa per la raccolta di giocattoli presso l’ecocentro di Albairate 

Quanti giocattoli sono finiti tra le nostre mani o quelle dei nostri figli? Un numero difficile da quantificare in maniera oggettiva ma che ci porta alla mente molti ricordi. Mi sorge però spontanea un’altra domanda: dove sono finiti tutti quei giocattoli? 

Spesso ci si ostina a voler conservare tutto perché lo si lega ad una serie di memorie piacevoli, a volte non può essere così. Capita che i giocattoli si rompano, vadano cambiati o che i bambini perdano interesse in favore di qualcosa più nuovo ed appagante, portandoci a dover conferire questi oggetti da qualche parte. Il problema è che un giocattolo di plastica, non essendo un imballo, non può essere raccolto mediante la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Una soluzione è sicuramente l’iniziativa avviata dal Comune di Albairate. Nell’ecocentro del Comune di Albairate, grazie ad un accordo siglato dal Consorzio dei Navigli con alcuni riciclatori di plastiche dure che ne garantiscono il riciclo, è stato posizionato uno speciale container dove buttare le cosiddette plastiche dure, come i comuni giocattoli, ma ponendo una particolare attenzione per i giocattoli di plastica che funzionano con pile o con circuiti elettrici, che devono invece essere considerati Rifiuti da Apparecchiature Elettriche e Elettroniche (RAEE), i quali possono essere conferiti all’ecocentro in altri specifici contenitori. Questi flussi sono costantemente aumentati negli ultimi anni arrivando a raccogliere circa 33 t/anno di giocattoli (circa 7 kg/ab.anno), con un evidente vantaggio economico per gli stessi cittadini dato dal mancato conferimento agli inceneritori o nella frazione ingombranti, per i quali si sostengono alti costi di trasporto e di smaltimento mentre il recupero presso aziende specializzate avviene praticamente a costo zero.