Con lo slogan “Dein Vitaminnetz” (rete vitaminica), la catena tedesca della grande distribuzione Lidl inizierà a distribuire in agosto, presso 3.200 punti vendita in Germania, sacchetti a rete riutilizzabili più volte per il confezionamento di prodotti ortofrutticoli sfusi, in alternativa a quelli monouso in plastica, nell’ottica di una riduzione dei consumi di plastiche usa-e-getta.
I clienti potranno scegliere tra le due tipologie: quelli riutilizzabili saranno venduti al prezzo di 49 centesimi di euro per due pezzi (nella foto). Se la rete contiene un solo tipo di prodotto, alle casse l’operatrice si limiterà a pesare l’imballo, mentre nel caso di diversi tipi di frutta e verdura insaccati insieme, bisognerà prima disimballarli e ognuno sarà pesato separatamente.
La tara (il sacchetto pesa otto grammi) è memorizzata sull’etichetta attraverso un codice a barre integrato e viene detratta dal peso della merce.
https://esper.it/wp-content/uploads/2019/08/LIDL.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2019-08-23 09:27:522019-08-23 09:28:07Il buon esempio - Sacchetti riutilizzabili per ortofrutta
“Vuoto a buon rendere” è il nome del progetto con cui Ichnusa, marchio sardo di birra, rilancia il formato del vuoto a rendere. Grazie a una nuova veste grafica e nuovi investimenti a potenziamento della capacità di confezionamento dello storico birrificio di Assemini, il marchio lancia il progetto che richiama una pratica antica.
Una vecchia usanza che consisteva nel lasciare un deposito di poche lire al negoziante e di riottenere la “cauzione” alla riconsegna delle bottiglie di vetro, una volta utilizzate. Che contenessero latte, birra, acqua o vino poco importava; la procedura era la stessa per qualsiasi prodotto. A partire dagli anni 60 però, questa pratica virtuosa è andata a perdersi in Italia, dove le bottiglie riutilizzabili sono andate via via sostituite dal cosiddetto “vuoto a perdere”, ovvero usa e getta.
In Sardegna, il vuoto a rendere tutt’oggi resiste e può quasi essere definita una tradizione locale: sull’isola rappresenta infatti una pratica consolidata e virtuosa, sopravvissuta nel tempo a mode e cambiamenti culturali, ma che è oggi messa a rischio da nuove abitudini di consumo. In Sardegna il vuoto a rendere negli anni ha mutato forma. Ancora oggi gran parte delle acque minerali locali destinate alla ristorazione vengono commercializzate proprio col vuoto a rendere.
Una pratica che anche Ichnusa, da sempre adopera. In questo modo, le bottiglie vengono riutilizzate anche per vent’anni; sono bottiglie che portano un peso speciale, quello del tempo che scorre. Le si riconosce dai segni che, orgogliosi come rughe su un volto, ne incorniciano il vetro e ne scandiscono il passare degli anni. Sono bottiglie che hanno una storia.
Da oggi, con Ichnusa, queste bottiglie ci parlano e mandano un messaggio importante: quello del rispetto verso l’ambiente. E i sardi promuovono l’impegno di Ichnusa. Secondo una ricerca Doxa, realizzata su un panel di 400 persone rappresentativo della popolazione dell’isola, il 65% dei sardi sa che il vuoto a rendere è una pratica virtuosa tipica della regione. Il 98% giudica in maniera positiva l’iniziativa che Ichnusa sta per prendere nel rilanciare questa pratica e il 93,5% pensa di supportare fattivamente la campagna cercando e chiedendo, al bar o al ristorante, proprio l’Ichnusa tappo verde, perché ritiene giusto preservare l’ambiente e le bellezze della Sardegna.
La nuova bottiglia continuerà a essere prodotta nei tre formati storici: 0,20, 0,33 e 0,66 cl. A renderla ancora più distintiva, il tappo verde con su scritto “Vuoto a buon rendere. Ichnusa per la Sardegna”.
Fonte: Repubblica
https://esper.it/wp-content/uploads/2019/05/ichnusa2.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2019-05-31 16:48:322019-05-31 16:54:35Ichnusa torna al vuoto a rendere
ReLand è il primo parco sperimentale interamente dedicato ai temi del riuso e del riciclo declinati nell’architettura, nel design, nell’arte. Pensato dall’Associazione Offgrid insieme al Politecnico di Torino e al Comune di Cambiano, che ospiterà il progetto, diventerà un polo in cui promuovere la sostenibilità ambientale, una vera e propria “fabbrica delle idee” aperta all’innovazione. Un progetto volto a una cultura nuova orientata alla resilienza, dove il riuso diventa protagonista del nostro futuro.
Pensate ad un’area di 9000 mq. Un ampio spazio libero dove creare, farsi ispirare e dare libero sfogo alla propria creatività. Pensate a un polo dove i giovani possono ripensare l’ambiente sperimentandosi nel fai da te e nel riciclo creativo.
Immaginatevi un incubatore in cui far nascere nuove professionalità in tema di riuso, ma anche un museo a cielo aperto che educa alla sostenibilità ambientale attraverso il gioco, oppure un luogo dove mettere in pratica nuove forme di agricoltura alternativa.
Figurate nella vostra mente un progetto in cui i rifiuti e i materiali di recupero vengono trasformati in opportunità ed in cui chiunque può dare il proprio contributo ed in cambio ricevere conoscenza.
Pensate che tutto questo può coesistere in un unico luogo: ReLand. Il primo parco sperimentale che nasce a Cambiano, Comune dell’area metropolitana Torinese, uno spazio interamente dedicato ai temi del riuso, del riciclo e all’implementazione dei concetti di economia circolare e resilienza urbana. Un luogo dove avvicinare le persone alla sostenibilità…giocando.
Il progetto nasce dalla mente, dal cuore e dalla tenace determinazione di Marco Mangione, fondatore dell’Associazione “OffGrid Italia” che promuove pratiche legate al vivere a basso impatto ambientale, con l’aiuto dei suoi “relanders” ovvero ragazzi, studenti, professionisti ed esseri umani visionari che guardano al futuro con strumenti nuovi: consapevolezza, sensibilità e amore per l’ambiente.
OffGrid è una vera e propria filosofia di vita: “scollegati dalla rete, vivi fuori dagli schemi”.
“Sarà un parco interamente costruito con materiali di recupero a emissioni zero – racconta Marco Mangione – e riunirà le persone alimentando il desiderio di fare qualcosa per il pianeta, insegnerà alle nuove generazioni ad amare l’ambiente e formerà professionisti e appassionati sui temi del reimpiego dei materiali per l’architettura, l’arte e il design”.
Un progetto ambizioso che guarda in grande e che ogni giorno si crea e si rinnova, arricchito dalle idee, dalle intuizioni e dalle scommesse di chi ha voglia di mettersi in gioco e dare il proprio contributo.
ReLand, che sorgerà su un’area di proprietà comunale, è il risultato di una collaborazione tra l’Associazione Offgrid, il Comune di Cambiano e il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino con a capo Paolo Mellano, Guido Callegari e Mario Grosso.
Si tratta di una vera e propria partnership, una coalizione vincente capace di far dialogare e mettere in sinergia i soggetti e ricordandoci che l’unione fa la forza.
“E’ stata un’occasione unica perché nella fase di ideazione e progettazione gli studenti del Politecnico si sono confrontati con l’amministrazione comunale, ragionando insieme sul futuro del parco”. Un esempio di trasversalità e di contaminazione reciproca basata su una collaborazione in cui la voce di ogni persona diventa energia creatrice.
“Quando Reland era ancora come sogno nel cassetto, un’idea di progetto nascente, non aveva ancora un luogo che lo ospitasse – racconta l’assessore Daniela Miron – un luogo fisico è stato trovato proprio a Cambiano”. Un Comune virtuoso che già in passato aveva scommesso sulla sostenibilità ambientale, uno dei primi esempi sul territorio a sperimentare la raccolta differenziata.
Si tratta di un Comune o meglio, di un’amministrazione e dei suoi cittadini che hanno deciso di sognare in grande, accogliendo a braccia aperte l’idea di ReLand.
“Spesso i progetti falliscono perché chi li crea non ha un buon “perché”. Il mio ed il nostro perché è motivato dal fatto che viviamo nella società dello spreco, tendiamo a non valorizzare, mentre dobbiamo concentrarci sulla promozione di idee, persone ed intelletto – spiega Marco – ciò avviene proprio concentrandoci sull’importanza del capitale umano e sulla sensibilizzazione ambientale.
Bisogna costruire una società che insieme ripensi l’ambiente: si dice che ci restano 12 anni per fermare il cambiamento climatico. E’ fondamentale che ognuno di noi faccia un pezzetto per dare il suo contributo. Questo è il nostro sogno e invitiamo chiunque si voglia unire a prenderne parte”.
ReLand è un progetto sperimentale che guarda alle nuove generazioni e che “possa piantare un seme per un nuovo cambiamento di prospettiva”, ci spiegano. Un parco in cui quando entri non sai cosa troverai, e quando esci, non guarderai più le cose nello stesso modo.
Ma cosa prevede il progetto?
Un parco per l’intrattenimento.
Attraverso attività virtuali ed interattive come un escape park e un survival game, i partecipanti potranno mettersi in gioco utilizzando intelletto, creatività e manualità che stimolino la resilienza nei confronti dell’ambiente.
Si tratta di attività che insegnano, tramite il gioco, a collaborare in team trovando soluzioni collettive e condivise, così come attività individuali che permettono di apprendere vere e proprie nozioni di “sopravvivenza urbana”.
“I sensi saranno acutizzati nel parco urbano sperimentale che sarà un’area totalmente scollegata dalla rete ed interamente realizzata con scarti, nel quale osservare i fenomeni della resilienza e delle potenzialità di adattamento dell’uomo sul pianeta terra”.
Un incubatore dove sperimentare modelli sostenibili per il futuro.
Il parco sarà un hub culturale e professionale dove sperimentare nuove tecnologie e permettere a chiunque di mettere in pratica le proprie competenze.
Sarà il luogo giusto per gli studenti delle università italiane e straniere in cui cimentarsi nella progettazione e realizzazione di costruzioni in edilizia non convenzionali con zero emissioni e materiali del futuro legati a nuove forme dell’abitare.
Uno degli obiettivi più visionari del progetto sarà la realizzazione del primo modello di “Earthship” in Italia, ovvero una casa solare passiva totalmente sostenibile e a impatto zero, indipendente in termini di approvvigionamento energetico, idrico ed alimentare. Una casa realizzata con materiali di recupero che, come ci spiega Marco “si comporta proprio come un albero e rappresenta un ritorno alla natura”.
Un museo a cielo aperto.
Si prevedono attività didattiche per i bambini e i ragazzi, seminari ed eventi sulla sostenibilità ambientale per sensibilizzare il consumatore e renderlo più consapevole. Verranno organizzati workshops basati sulle 4r: Riuso, Riciclo, Rinnovabili e Reimpiego, oltre che su quelle che l’associazione Offgrid considera le 4C, ovvero Cuore, Condivisione, Collaborazione e Creatività.
Nel parco, sarà inoltre realizzato un laboratorio creativo all’aperto che riprodurrà il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto ed in cui l’arte sarà strettamente connessa all’innovazione sociale, proprio come ci racconta Alberto Guggino, fondatore dell’Associazione Ciò che Vale e che crede fortemente nel progetto.
Un luogo dove… diventare professionisti del riuso.
La vocazione del progetto è quella di creare nuove professionalità sui temi dell’economia circolare legata all’architettura e al design.
“Guardiamo al futuro pensando che gli utenti della community parteciperanno ad alimentare il mercato degli scarti per il riuso. Pensiamo che domani sarà “cool” avere un arredamento fatto di scarti oppure una collana di circuiti integrati”.
Un network per connettere le persone.
Attraverso ReLand sarà possibile creare una rete, una connessione di persone che sognano scenari futuri sostenibili e che consentirà ai professionisti del riuso di mettersi in contatto.
Sarà presente un Market place fisico e digitale in cui le realtà coinvolte possono entrare in sinergia e farsi conoscere ed inoltre saranno esposte creazioni realizzate dai professionisti della rete Reland.
ReLand prenderà presto forma: I prossimi passi saranno raccogliere partner, sponsor e fondi per avviare il progetto definitivo, in attesa dell’inizio dei lavori che avverrà nel 2020.
E’ questa l’occasione giusta per chiunque abbia l’entusiasmo e la volontà di mettersi in gioco, contribuendo a dare vita a questo nuovo e coraggioso progetto improntato al cambiamento.
Foto copertina
Didascalia: Parco Sperimentale Reland
Autore: Offgrid Italia
Licenza: Offgrid Italia
https://esper.it/wp-content/uploads/2019/04/reland.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2019-04-29 11:47:012019-04-29 11:47:01ReLand: in Piemonte il primo parco al mondo per la resilienza e il riuso
Annunciato alla riunione annuale del World Economic Forum a Davos, Loop, la nuova piattaforma di e-commerce di Terracycle, consentirà ai consumatori di consumare “responsabilmente” prodotti in imballaggi ricaricabili, durevoli e specifici del marchio che vengono raccolti, puliti e riutilizzati.
Secondo TerraCycle, l’iniziativa, prima nel suo genere, è progettata per ridurre la dipendenza dalle confezioni monouso offrendo una soluzione conveniente e circolare ai consumatori. I programmi pilota saranno lanciati in primavera in Francia e negli Stati Uniti nord-orientali. Nel Regno Unito si vedrà un progetto pilota di Loop a settembre con il coinvolgimento del rivenditore Tesco, della società di logistica UPS e la società di gestione delle risorse Suez.
Aziende
L’idea di Loop è stata sviluppata da TerraCycle con le aziende produttrici di beni di consumo Procter & Gamble, Nestle, PepsiCo, Unilever, Mars Petcare, The Clorox Company, The Body Shop, Coca-Cola European Partners, Mondelēz International, Danone, Jacobs Douwe Egberts, Lesieur , BIC, Beiersdorf, RB, People Against Dirty, Nature’s Path, Thousand Fell, Greenhouse, Grilliance, Burlap & Barrel Single Origin, Reinberger Nut Butter, CoZie e Preserve.
Tom Szaky, amministratore delegato di TerraCycle, ha spiegato: “Attraverso Loop, i consumatori possono ora consumare responsabilmente prodotti in imballaggi durevoli, riutilizzabili o completamente riciclabili appositamente progettati, realizzati con materiali come leghe, vetro e materie plastiche ingegnerizzate. Quando un consumatore restituisce la confezione, viene ricaricata, o viene riutilizzata o riciclata”.
Convenienza
Parlando con letrecycle.com, Szaky di TerraCycle, ha dichiarato: “La chiave per noi è la convenienza: il consumatore non acquisterà l’imballo, non dovrà pagare per questo, solo il suo uso. La praticità per noi è molto importante, quindi quando il pacco è vuoto e non ha bisogno di alcuna pulizia, il consumatore può semplicemente rimetterlo nei bidoni in cui lo ha ricevuto e poi viene raccolto. Quindi è efficacemente trattato come spazzatura. ”
Secondo Terracycle, Loop arriverà in tre modelli. Il primo è dove i consumatori acquistano attraverso il sito Web Loop per i prodotti e Loop organizza la consegna e il ritiro. Il secondo modello integrato prevede che i prodotti vengano ordinati tramite il sito Web di un rivenditore partner, consegnati nel modo consueto e lo stesso autista raccolga il contenitore vuoto. Inoltre, il terzo modello è integrato nel punto vendita, dove il consumatore acquista i prodotti in negozio e lascia i contenitori vuoti.
Gli imballaggi vuoti vengono raccolti da Loop e riciclati o riutilizzati. In termini di tracciamento del materiale, Szaky ha spiegato: “In Loop, perché è un sistema chiuso, sappiamo esattamente quante bottiglie sono state prodotte, esattamente quante sono le scorte, esattamente quante sono presso il consumatore”
Il processo è facilitato dal fatto che il consumatore dovrà pagare un deposito sul pacchetto. “Come consumatore, devi mettere un deposito sulla confezione, il che ti rende finanziariamente motivato a comportarsi correttamente”, ha affermato Szaky “Deposito che sarà restituito interamente al consumatore: tutta l’usura è a carico del produttore.”
Come funziona Loop:
ACQUISTA: i consumatori visiteranno i siti Web di Loop, www.loopstore.com, www.maboutiqueloop.fr oppure i siti Web dei rivenditori partner di Loop e acquistano marchi riprogettati per essere imballati senza rifiuti.
RICEVI: i consumatori ricevono i loro prodotti durevoli nella borsa da trasporto “all’avanguardia” di Loop che riduce la necessità di materiali di spedizione monouso come scatole di cartone.
USA: i consumatori usano il prodotto acquistato eliminando l’idea di rifiuti da imballaggio monouso.
RESTITUZIONE: non è necessario pulire e smaltire il pacchetto; mentre i consumatori finiscono i loro prodotti, mettono il pacchetto vuoto in uno dei loro Loop Totes. Loop prenderà li ritirerà direttamente a domicilio.
PULIZIA: il team di scienziati di Loop ha sviluppato tecnologie di pulizia personalizzate in modo che ogni prodotto possa essere riutilizzato in tutta sicurezza.
RICARICA, RICICLO O RIUTILIZZO: il ciclo ripristina i prodotti secondo necessità e restituisce al consumatore le cassette di spedizione ricaricate. Se sono presenti prodotti usati recuperabili come pannolini, assorbenti, rasoi o parti di spazzole, questi saranno recuperati per essere riutilizzati o riciclati.
https://esper.it/wp-content/uploads/2019/02/loop.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2019-02-04 17:58:282019-02-05 15:33:31Loop: e-commerce contro gli imballi usa e getta
Una mappa delle miniere urbane di tutta Europa, per tracciare le 18 milioni di tonnellate di computer, batterie, frigoriferi, rottami di veicoli e altri rifiuti elettrici ed elettronici che contengono materiali del valore di miliardi di dollari.
E’ realtà la prima Urban Mine Platform (Ump) ad accesso libero a livello europeo: un portale web basato su un database centralizzato e aggiornato che fornisce tutti i dati e le informazioni disponibili su giacimenti, scorte, flussi e trattamento di rifiuti elettrici ed elettronici, veicoli fuori uso, batterie a fine vita e rifiuti minerari, per tutti i 28 Stati membri dell’Ue, più Svizzera e Norvegia.
La piattaforma (www.urbanmineplatform.eu) è il risultato del progetto Prosum, avviato nel 2015 e terminato a dicembre 2017, cui Remedia ha preso parte ricoprendo il ruolo di membro Ltp di Weee Forum, l’associazione no-profit che dal 2002 riunisce 34 sistemi collettivi Raee in Europa e nel mondo. Il portale fornisce dati su tutto il ciclo di vita delle principali materie prime critiche, (dalle terre rare ai metalli preziosi) provenienti sia da attività minerarie, sia da attività di riciclo.
“L’Unione Europea affronta una sfida importante per il futuro della sua industria, che passa anche dalla possibilità di approvvigionarsi in modo competitivo di materie prime essenziali per le proprie produzioni strategiche, assicurando così sviluppo e occupazione – dichiara Danilo Bonato, direttore generale di Consorzio Remedia – In questo scenario, siamo lieti di aver contribuito alla realizzazione di una piattaforma integrata per rendere fruibili a tutti gli interlocutori di riferimento dati aggiornati e completi sulla disponibilità delle principali materie prime critiche, provenienti sia dalle attività minerarie sia dai processi di riciclo dei nostri rifiuti, nel promettente contesto dell’economia circolare”.
L’intero progetto ProSum è finanziato dalla Comunità Europea all’interno del programma Horizon 2020, uno dei programmi più rilevanti di ricerca e innovazione a livello europeo con quasi 80 miliardi di euro di finanziamenti disponibili in 7 anni (dal 2014 al 2020).
Alcuni dati di contesto. Ogni anno in Europa vengono generati circa 9 milioni di tonnellate di Raee, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche oltre a 7-8 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso e vengono vendute più di 1 milione di tonnellate di batterie. Questi prodotti contengono una significativa quantità di materie prime critiche che possono essere recuperate, dai metalli preziosi alle terre rare. Ad esempio, il 99% del consumo mondiale di gallio è nei circuiti integrati e nei dispositivi optoelettronici, il 74% di indio si trova negli schermi piatti e il 27% di cobalto è contenuto nelle batterie ricaricabili. Attualmente l’Unione Europea importa la maggior parte di queste materie prime.
https://esper.it/wp-content/uploads/2019/01/urbanmines.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2019-01-25 14:36:492019-02-01 08:18:34Miniere urbane: on line la prima mappa europea
L’ordinanza a favore di contenitori riutilizzabili di Berkely costituirà un esempio, un precedente di portata internazionale sulla potenzialità che la politica locale, (ma non solo), può esprimere nel regolamentare fenomeni culturali e sociali che portano ad aumenti inesorabili di imballaggi e articoli monouso. Ma anche Amsterdam e Tubinga non scherzano…
A Berkeley è stata approvata l’ordinanza “Disposable-Free Dining” traducibile in “Pasti (da asporto) senza usa e getta” volta a ridurre il consumo di contenitori monouso che rappresenta una delle legislazioni più ambiziose mai emesse da una città.
Il Consiglio comunale di Berkeley, cittadina di circa 120 mila abitanti che si trova a 16 chilometri da San Francisco, sta lavorando agli atti preliminari per l’approvazione definitiva dell’ordinanza che entrerà in vigore nel luglio del 2020 ma che potrebbe stimolare nel frattempo delle adesioni volontarie da parte degli esercizi oggetto dal prossimo anno da una campagna informativa del comune.
L’ordinanza si è ispirata a provvedimenti simili adottati a Santa Cruz, Alameda, Davis, Seattle, Ft. Myers e Malibu in risposta ai preoccupanti livelli di inquinamento da plastica rilevati sulle coste californiane.
Secondo uno studio di Clean Water Action i rifiuti abbandonati nell’ambiente nella Bay Area sono per oltre la metà costituiti da contenitori vari di cibo e bevande da asporto (1).
Rispetto invece alla produzione totale di rifiuti in California i contenitori usa e getta ne rappresentano il 25% del totale. I volontari di Shoreline Cleanuphanno raccolto nel 2016 sulle coste di Berkeley, Albany ed Emeryville : 5.826involucri di cibo, 2.156 cannucce e agitatori, 1.577 ( tra forchette, coltelli e cucchiai), e 3.269 imballaggi in polistirolo. Solamente a Berkeley il consumo di tazze usa e getta è stimato in 40 milioni di pezzi all’anno.
Le città della Bay Area si stanno inoltre impegnando a raggiungere al 2022l’obiettivo imposto dal Consiglio Direttivo Regionale per le Acque di avere costantemente tombini e canali di scolo liberi dai rifiuti . Al pari di altre città e distretti industriali californiani Berkeley sostiene i costi di raccolta dei rifiuti inclusa la costosa pulizia degli scarichi dai detriti a seguito di eventi eventi meteorologici anche estremi come uragani e inondazioni.
L’ordinanza di Berkeley segue una tradizione di iniziative intraprese dalla cittadina volte all’eliminazione di imballaggi e articoli come i sacchetti di plastica o i contenitori in polistirolo, già vietati nel 1986. La città, impegnata in un percorso per arrivare a Zero Waste entro il 2020, è arrivata a riutilizzare il 75% circa degli scarti che produce.
“Gli articoli monouso monouso sono un problema locale e globale che assorbe risorse finanziarie enormi e causa pesanti ricadute ambientali“, afferma Sophie Hahn, membro del Consiglio municipale e sostenitrice dell’ordinanza che ha contribuito a redigere. “Come città che punta a Zero Waste, abbiamo raggiunto buone performance tra compostaggio e riciclaggio, ma non è abbastanza. Dobbiamo iniziare a ridurre anche i nostri rifiuti “.
L’ordinanza di Berkeley si spinge oltre rispetto a quelle a cui si è ispirata richiedendo che:
stoviglie, contenitori e posate per cibo da asporto debbano essere riutilizzabili;
tutte le stoviglie per cibo da asporto in alternativa a stoviglie riutilizzabili debbano essere approvate come riciclabili o compostabili dai programmi di raccolta della città;
venditori di cibo da asporto debbano addebitare ai loro clienti 0,25 $per ogni tazza per bevande o contenitore monouso compostabile utilizzato;
stoviglie, agitatori, tappi per tazz , tovaglioli e altri articoli monouso (compostabili) forniti insieme al cibo da asporto siano forniti solo su richiesta del cliente o disponibili da postazioni a libero servizio.
I cittadini hanno avuto la possibilità di esprimere il loro parere e proporre idee per una migliore riuscita del provvedimento attraverso una consultazione che si è chiusa qualche giorno fa.
Per favorire un’ottimale entrata in vigore del provvedimento che diventerà effettivo dal 1 luglio del 2020 sono previste delle tappe intermedie di coinvolgimento degli operatori commerciali che verranno interessati e che avverranno sotto la direzione del City Manager.
Tra queste :
Stabilire un programma un programma di mini-sovvenzioni una tantum gestito e finanziato direttamente dalla città o dai partner della comunità per aiutare gli esercenti a convertirsi all’uso di stoviglie riutilizzabili per i piatti consumati nei locali da lanciare entro il 1 ° gennaio 2020 (sei mesi prima della data in cui i requisiti “Reusable Foodware” diventeranno effettivi).
Sviluppare e lanciare un programma entro il 1 luglio 2019 che fornisca assistenza tecnica agli esercenti per metterli in condizione di adempiere ai requisiti previsti dall’ordinanza. Tale programma sarà gestito e finanziato direttamente dalla città o dai partner della comunità per fornire assistenza tecnica agli esercenti interessati dall’ordinanza.
Sviluppare e lanciare con vari soggetti partner della comunità come Rethink Disposables e StopWasteun programma “reusable takeout foodware” entro il 1 ° luglio 2021 che sarà a disposizione degli esercenti e consumatori di cibo da asporto.
Alcuni emendamenti in bozza all’ordinanza che devono passare per l’approvazione del Consiglio prevedono che sia possibile utilizzare contenitori per cibo da asporto compostabili che dovrebbero però essere gravati da un costo obbligatorio per l’utente che li utilizza sull’ordine dei 25 centesimi di dollaro, come già avviene per le tazze monouso. Per garantire che questi contenitori biodegradabili siano effettivamente compostati verrà sviluppato un programma per espandere e supportare il compostaggio.
RISPARMI ECONOMICI E AMBIENTALI
Da quando la Cina ha smesso lo scorso gennaio di accettare materiale usa e getta di bassa qualità e pulizia proveniente anche dagli Stati Uniti si è aperta una crisi nel settore del riciclaggio anche in California. “La maggior parte di questi contenitori non ha alcun valore commerciale negli attuali mercati del riciclo e pertanto le città devono spendere risorse per sbarazzarsene ” dichiara Martin Bourque, direttore esecutivo dell’Ecology Center, l’ente no profit che dal 1973 si occupa del riciclaggio dei materiali raccolti a Berkeley “Gran parte della plastica che viene spedita nel Sud-est asiatico sappiamo che può finire bruciata o dispersa nell’ambiente avvelenando le persone”.
Ridurre gli imballaggi usa e getta che sono costosi da gestire per la comunità rappresenta invece un risparmio sia per la città che per gli stessi operatori che possono ridurre i costi d’acquisto dei contenitori monouso passando a quelli riutilizzabili. “Le aziende che sperimentano opzioni riutilizzabili sono spesso sorprese dei risparmi sui costi e della soddisfazione dei clienti “, afferma Samantha Sommer, che gestisce il programma “Rethink single -use” di Clean Water Action.
Uno studio realizzato dal programma Rethink Disposable, Stop Waste e la contea di Alameda ha stimato un risparmio per gli esercizi sui contenitori monouso che si aggira dai 1.000 ai 22.000 $ annuali.
Un sondaggio condotto dal Clean Water Action e Ecology Center nel 2017-2018 che ha interessato il 10% degli esercenti del settore del cibo da asporto ha rivelato l’esistenza di un forte sostegno del settore per una riduzione dei rifiuti da imballaggi usa e getta come misura necessaria per affrontare l’impatto ambientale. Anche se il 74% degli intervistati utilizza giornalmente prodotti usa e getta, o una combinazione tra articoli monouso e riutilizzabili, il 58% è favorevole ad un provvedimento che addebiti ai clienti il costo delle tazze da caffè e il 67% degli altri contenitori da asporto, sempre qualora tutti gli esercizi fossero obbligati ad addebitare lo stesso importo.
Anche l’utilizzo di stoviglie monouso a base di carta o altre fibre presenta problemi di ordine ambientale. Il sottile rivestimento in plastica aggiunto per rendere impermeabili questi manufatti biodegradabili ne contamina il compostaggio. Alcuni contenitori compostabili per alimenti utilizzano i PFAS Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici) per le loro caratteristiche oleo e idrorepellenti che li rendono impermeabili . Si tratta di sostanze chimiche di sintesi che tendono ad accumularsi nell’organismo. Alcune di esse sono state associate all’insorgenza di tumori , sviluppo di malattie tiroidee, patologie fetali e gestazionali , ecc.
I PFAS negli imballaggi alimentari possono infatti trasferirsi negli alimenti aumentandone il livello di esposizione umana attraverso la dieta, e persistere nel compost anche dopo la decomposizione del contenitore.
L’ordinanza è supportata da una coalizione di oltre 1000 organizzazioni locali, nazionali e internazionali che partecipano al movimento globale Break Free from Plastic (BFFP), tra cui Ecology Centre, Clean Water Action, UpStream, The Story of Stuff Project, GAIA (Global Alliance for Incinerator Alternatives), Plastic Pollution Coalition e Surfrider Foundation. Il coordinatore globale di BFFP, Von Hernandez, ha affermato: “La gravità della crisi globale dell’inquinamento plastico dovrebbe costringere le autorità politiche ad adottare misure per ridurre i rifiuti di plastica, specialmente per le applicazioni monouso di cui già esistono valide alternative meno inquinanti. Pertanto tutti i movimenti Zero Waste in tutto il mondo plaudono all’iniziativa di Berkeley, la sostengono e attendono con impazienza una sua adozione “.
L’ORDINANZA DI AMSTERDAM : SOLO BICCHIERI RIUTILIZZABILI
Il comune di Amsterdam, che ospita centinaia di eventi ogni anno, ha deciso di obbligare gli organizzatori di feste ed eventi cittadini di usare solamente bicchieri di plastica riutilizzabili durante gli eventi. Per questi bicchieri riutilizzabili deve essere applicato un deposito su cauzione in modo che chi li utilizza non li abbandoni in strada (da dove possono finire nei canali come avviene con altri imballaggi), ma li riporti ai punti di riconsegna.
Va detto che questi bicchieri con cauzione sono ormai da anni in uso in alcuni locali cittadini dove si tengono concerti o in chioschi e bar nei parchi come abbiamo raccontato in questo post.
Il provvedimento, che si inserisce in un piano del consiglio comunale orientato alla sostenibilità è già in vigore. Ciò significa che gli organizzatori che d’ora in poi richiederanno un permesso alla città per un qualsiasi evento devono essere in grado di fornire un servizio che contempli l’uso di bicchieri riutilizzabili. Diverse misure sono già state prese negli ultimi anni per prevenire fastidi e danni causati dagli eventi. All’inizio del 2018 sono entrate in vigore nuove regole con la direttiva sugli eventi sostenibili che limitano il numero degli eventi e il rumore che causano. Gli organizzatori di eventi per ottenere il permesso devono soddisfare criteri che includono, ad esempio, la stesura di un piano di riduzione dell’impatto mirato al consumo energetico che deve essere il più basso possibile, la fornitura di acqua gratuita, la gestione delle deiezioni umane dei visitatori, la raccolta differenziata, e la promozione del trasporto pubblico da parte dei visitatori.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria ed evitare che vengano usati meno generatori diesel, verranno attrezzati dal comune entro il prossimo anno, cinquanta punti fissi di approvvigionamento elettrico in totale, in quattordici sedi . Nella maggioranza di questi punti sarà anche possibile di rifornirsi di acqua potabile. Le prime postazioni di questo tipo verranno rese disponibili in due parchi : Oosterpark e Westerpark e nel cantiere navale NDSM.
“Con l’installazione di punti fissi per l’approvvigionamento di energia e di acqua, i generatori diesel e tutti gli impianti associati al loro utilizzo diventano un ricordo del passato: l’installazione di un sistema di deposito evita soprattutto la produzione di montagne di plastica che non può essere riciclata “, ha dichiarato l’assessore alla Sostenibilità Marieke van Doorninck presentando il provvedimento e il progetto.
Dal 2005 esiste ad Amsterdam un servizio di noleggio di bicchieri e tazze riutilizzabili sia in vetro che in plastica ideato dalla fondazione GreenCups che è stato introdotto con successo per la prima volta proprio durante l’evento annuale del compleanno della regina del 30 aprile.
GreenCups noleggia i contenitori scelti dal cliente occupandosi di tutta la logistica e l’igienizzazione dei contenitori. Solamente ad Amsterdam gli eventi in cui è stato adottato il servizio di GreenCups hanno permesso di risparmiare alla città dal 2005 circa 500 metri cubi di rifiuti. L’adozione del sistema, o meglio i risultati immediatamente visibili, hanno convinto anche gli operatori più scettici del settore della ristorazione e degli organizzatori di eventi garantendo eventi più sicuri. Un video di presentazione di Dutch Cupsche racconta come vengono prodotti questi contenitori.
Diverso ma ugualmente efficace è l’approccio che vuole adottare Tubinga nel sud-ovest della Germaniache diventerà la prima città del paese ad introdurre una tassa sui prodotti monouso come tazze da caffè, scatole per pizza e altri contenitori per la consegna di alimenti. Il sindaco della città Boris Palmer del partito dei Verdi ha dichiarato di volere “affrontare il male alla radice” con una legislazione che renda più oneroso l’impiego di imballaggi monouso. “Gli imballaggi usa e getta non dovrebbero essere più economici dei sistemi che impiegano depositi riutilizzabili”, ha infatti dichiarato. Per ridurre i rifiuti e gli effetti negativi correlati, anche economici, visto che il costo di gestione dei rifiuti è aumentato rispetto al precedente anno di 50.000 € , i negozi, caffè e fast food pagheranno una tassa commisurata alle quantità di contenitori monouso che utilizzano.
IL MESSAGGIO CHE ARRIVA DA BERKELY E AMSTERDAM
Questa ordinanza, oltre a portare sicuri benefici a Berkely costituirà un esempio, un precedente di portata internazionale, sulla potenzialità che la politica locale, (ma non solo), può esprimere nel regolare fenomeni culturali e sociali che portano ad aumenti inesorabili di imballaggi e articoli monouso.
Purtroppo la politica in genere, e un po’ a tutti i livelli, raramente investe risorse finanziarie e umane in politiche e programmi basati sui principi di precauzione e prevenzione. L’aumento dei rifiuti e dei costi per gestirli tende ad essere subito passivamente dagli enti locali e dai governi come un ineluttabile prezzo da pagare, in cambio di (presunta) maggiore occupazione e qualche zero virgola di aumento del PIL.
Pertanto vari soggetti commerciali, dalle catene ai piccoli operatori locali di fast e street food, hanno ovunque il via libera nel scegliere imballaggi monouso che permettono di esternalizzare i costi del fine vita sui contribuenti, attraverso le bollette dei rifiuti. Un altro fenomeno che aumenta la produzione di rifiuti, anche se prevalentemente in cartone, è il commercio online. Anche per questo tipo di flusso di rifiuti esistono soluzioni riutilizzabili.
Un ricorso a sistemi che permettono una riduzioni dei rifiuti e altre misure che prevengano la produzione di rifiuti è oltremodo urgente se consideriamo che la Banca Mondiale stima per il 2050 un aumento dei rifiuti pari al 70% e chele città di tutto il mondo stanno già affogando nei rifiuti prodotti da imballaggi e beni dalla vita breve, spesso incompatibili con i sistemi di avvio a riciclo locali e nazionali e/o privi di sbocco come materiali secondari.
La recente direttiva europea SUP Single Use Plastics, che andremo prossimamente a commentare in modo approfondito, stabilisce il principio importante del “Polluters pay” che prevede che siano i produttori/utilizzatori di alcuni di questi manufatti monouso ad assumersi i costi della loro raccolta a fine vita e della pulizia ambientale delle aree dove vengono abbandonati.
Stabilisce inoltre che il consumo di questi manufatti debba essere ridotto attraverso misure che i paesi membri sono possono adottare in fase di recepimento.
E’ tempo che i decisori industriali e politici collaborino per trovare delle soluzioni a problemi che vanno ben oltre alle possibilità di intervento dei cittadini o dei singoli comuni o aziende. Servono quadri legislativi che incentivi le aziende a sviluppare servizi e prodotti sostenibili e circolari, che è la precondizione per permettere ai cittadini di compiere scelte sostenibili per default (o comunque facilmente) .
(1) Single use disposable foodware and packaging (SUDs) – including plates, cutlery, cups, lids, straws, “clamshells” and other containers.
https://esper.it/wp-content/uploads/2019/01/reusable.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2019-01-21 16:01:352019-01-22 12:22:20Berkeley e Amsterdam all’avanguardia nella gestione dei contenitori usa e getta “to go”
Tutti noi abbiamo un’idea sbagliata dei rifiuti in Italia. Se pensiamo alle immagini dei cassonetti incendiati, degli scioperi dei netturbini che lasciano le strade sommerse di sacchi, se pensiamo alla tragedia della Terra dei fuochi e delle discariche fuori legge sparse in tutto il Paese dovremmo disperarci. Ma in realtà noi italiani siamo migliori di quello che crediamo… e ci raccontiamo. Lo dimostra la realtà di Rifiuti Zero, movimento civico e filosofia di vita che nasce da una realtà internazionale ma di cui Rossano Ercolini è il principale artefice in Italia. Grazie a uno sforzo «dal basso»di molte associazioni, il nostro Paese ha raggiunto un livello di raccolta differenziata superiore a quella di Inghilterra, Francia, e persino Danimarca e Olanda. Quindi si può vivere senza mandare tonnellate di rifiuti in inceneritori o in discarica, azzerando l’inquinamento che da essi deriva e non immettendo microplastiche nei mari? La risposta è sì, e questo libro ci indica un modello in dieci passi: dalla corretta raccolta differenziata porta a porta, al compostaggio che trasforma in fertilizzante il nostro umido, dal riciclo dei materiali al dare una seconda vita a molti nostri oggetti ed elettrodomestici, da una bolletta che premi con incentivi i cittadini virtuosi a una accorta politica degli imballaggi che li riduca all’origine o li renda compostabili.
Questa rivoluzione silenziosa è già in atto. Va verso un nuovo mondo pulito, e dipende da una nuova collaborazione responsabile e lungimirante fra cittadini, istituzioni e produttori. Perché mai come nel caso dei rifiuti, si può dire che il futuro del mondo è nelle nostre mani.
Rossano Ercolini, toscano, maestro elementare, è ideatore e responsabile del progetto «Passi concreti verso Rifiuti Zero». Si occupa attivamente di gestione dei rifiuti da 34 anni, in particolare il suo impegno è andato alla divulgazione dei rischi ambientali derivanti dagli inceneritori e a promuovere lo stile di vita a spreco zero. Per queste sue battaglie ha ricevuto nel 2013 il prestigioso Goldman Environmental Prize, il Nobel alternativo per l’ambiente, è stato ospite del presidente Obama e ha conquistato fama mondiale. Attualmente è presidente del Centro di Ricerca Rifiuti Zero e dell’associazione Zero Waste Europe. Presiede anche l’associazione Diritto al Futuro, ed è tra i principali fondatori della Rete Nazionale Rifiuti Zero. Oltre a numerosi articoli sull’argomento, ha pubblicato nel 2014 per Garzanti Non bruciamo il futuro.
https://esper.it/wp-content/uploads/2018/12/rifiutizero_ercolini.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2018-12-03 21:23:102018-12-03 21:23:10Rifiuti Zero: il nuovo libro di Rossano Ercolini
Il 21 e 22 novembre si svolge a Torino la 24 Ore del Riuso, una maratona per evidenziare il valore del riuso nell’ambito dell’economia circolare e rappresentare le potenzialità del riuso in Piemonte e in Italia. L’evento è diviso in due parti: Night, dalle 16 alle 22 del 21 novembre, in via Regaldi 7/11, sede storica di Triciclo scs; Day, dalle 10 alle 18, del 22 novembre presso il Collegio Carlo Alberto in piazza Arbarello 8.
Night
Night è un evento pop, organizzato in collaborazione tra Tavolo del Riuso e Hub dell’Economia Circolare. Prevede un workshop di riparazione biciclette ed un dibattito alla scoperta delle 5R della circolarità: riusa, ripara, rigenera, riduci, ricicla. Gran finale con aperitivo e sfilata di abiti vintage provenienti dalle raccolte di ViviBalon e di Triciclo, curata da Humana onlus. Il momento della sfilata sarà animato da COP Collettivo Occasionale Promiscuo con Valentina Padovan e da Dj Booga-Luke che animerà la serata con dischi in vinile provenienti dal mercato del Balon.
Day
Day è un evento dedicato all’approfondimento. L’evento ospiterà “Gli stati generali del riuso”, proposti da Rete Onu per la seconda volta a Torino, dopo il 2011. Nel corso della giornata saranno messi in evidenza i molti aspetti dell’economia del riuso: il ruolo dell’informale nelle pratiche di riuso (dimensione Torino/Italia/Mondo); il ruolo della cooperazione sociale nelle pratiche del riuso (dimensione Piemonte); le potenzialità di altre pratiche, anche profit. Verrà anche fatto il punto dei lavori in Parlamento sul PdL 1065, legge di riordino del settore che è stata incardinata in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
Da sottolineare, inoltre, che l’aperitivo del 21 novembre e il pranzo del 22 novembre saranno offerti dalla cooperativa Su Misura e preparati utilizzando anche parte del cibo recuperato dalle Sentinelle dei Rifiuti – Ecomori al mercato di Porta Palazzo.
Di seguito il programma completo della 24 Ore del Riuso:
Programma 24 Ore del Riuso
21 novembre 2018
Hub economia circolare presenta
Alla scoperta della circolarità
Cooperativa sociale Triciclo Via Regaldi 7/11, Torino
ore 16-18 Workshop
Riparare per recuperare: la bicicletta
ore 18,30-19,30
Le 5 R. Scopriamo l’alfabeto della circolarità (riusa, ripara, rigenera, riduci, ricicla).
Intervengono
Benvenuto da Hub Circolare e da Tavolo del Riuso – Pier Andrea Moiso
Design e prodotti circolari?- Professor Fabrizio Valpreda, Politecnico di Torino
Normativa rifiuti e loro recuperabilità – Dott.sa Stefania Alemani, Città Metropolitana
Esperienza di impresa La cooperativa sociale Triciclo – Lucia Mason
Esperienza di impresa Astelav srl – Giorgio Bertolino
Esperienza in Francia Assomelior di Parigi-Montreuil – Samuel Le Coeur
ore 19,30/22
Il Tavolo del Riuso presenta
LA NOTTE DEL RIUSO
APERITIVO
Aperitivo di recupero dall’ortofrutta di Porta Palazzo,
a cura della Cooperativa Sumisura e Sentinelle dei Rifiuti – Ecomori (Eco dalle città)
DJ BALON
Dj set con vinili provenienti dal Balon. DJ Booga-Luke
FASHION NIGHT
Second hands outfit, abiti e accessori usati provenienti dalla raccolta di ViviBalon, Triciclo e Humana People to People, indossati da personalità del mondo della cultura, della creazione artistica e dell’ecologia
22 novembre 2018
La 24 ore del Riuso presenta gli Stati Generali del Riuso
Collegio Carlo Alberto
Piazza Arbarello, 8 Torino
Realizzato da Tavolo del Riuso Piemonte e Rete ONU (Operatori Nazionali dell’Usato)
Programma
10,00 Accoglienza
10,30 Saluti introduttivi di Pier Andrea Moiso, Coordinatore Tavolo del Riuso e di Alessandro Stillo, Presidente Rete ONU (Operatori Nazionali dell’Usato)
10,45 Usato e cooperazione sociale in Piemonte, Antonio Castagna, Tavolo del Riuso
11,15 Waste Pickers in Italia e nel mondo:
Alessandro Stillo, Presidente Rete ONU,
Massimo Castiglia, Presidente Circoscrizione 1, Ballarò, Palermo,
Aleramo Virgili, Rete di Sostegno ai Mercatini Rom, Roma,
Mauro Fedeli, Consorzio Equo, Piemonte
Sonja Barbul, Papusza, Austria/Nazione Rom
12,00 Coffee Break
12,15 Presentazione Progetto di Legge sul Riutilizzo (PdL1065/2018),
Onorevole Stefano Vignaroli, Commissione Ambiente Camera dei Deputati
12,45 Domande dal pubblico
13,00 Conclusione di PierAndrea Moiso
Pranzo
15,00 Presentazione del Rapporto nazionale sul riutilizzo, Pietro Luppi, Occhio del Riciclone
15,30 Riuso e vita quotidiana. Alessandro Giuliani, Mercatopoli
15,45 L’impronta ambientale del riuso. Sebastiano Marinaccio, Mercatino srl
Case history dell’usato
16,15 Riconvertire l’economia con il riuso Giorgio Bertolino, Astelav
16,45 Riuso e solidarietà Renato Conca, Cooperativa Manitese e Alessandro Strada, Humana People to People
17,15 Discussione e approfondimenti con il pubblico
18,00 Conclusioni Alessandro Stillo e Pier Andrea Moiso
TAVOLO DEL RIUSO: Il “Tavolo del Riuso” nasce nel 2016, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, per aggregare alcune tra le esperienze più significative dell’area metropolitana torinese. Ne fanno parte associazioni culturali, cooperative sociali, testate giornalistiche. L’obiettivo del Tavolo è creare conoscenza, coordinamento e maggiori sinergie tra gli operatori dei diversi ambiti del riuso. www.tavolodelriuso.it
In collaborazione con
RETE ONU: Gli operatori e gli organizzatori dei mercati storici e delle pulci, delle fiere e delle strade, le cooperative sociali, le cooperative di produzione lavoro che lavorano nel sociale, le botteghe di rigatteria e dell’usato, i negozi in conto terzi si sono costituiti in un’unica grande associazione, la Rete ONU (Rete Nazionale Operatori dell’Usato). www.reteonu.it
HUB DI ECONOMIA CIRCOLARE: nasce da una iniziativa della Città di Torino all’interno del programma Urban Wins, vuole promuovere la conoscenza dell’economia circolare nelle sue articolazioni. hub.mercatocircolare.it
https://esper.it/wp-content/uploads/2018/11/24ore_riuso.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2018-11-20 10:58:412018-11-20 10:58:41Torino: la 24 ore del riuso
Quasi venti green team si sono dati battaglia ieri pomeriggio sulle acque del laghetto dell’Eur, a Roma. E se a tagliare per prima il traguardo dell’ottava edizione della Re Boat Roma Race, è stata Officina Move, a vincere sono state in realtà tutte le quadre in gara. Sì, perché la prima regata riciclatad’Italia non è solo una competizione sportiva. Ormai da nove anni, sono messi alla prova anche genio, creatività, spirito di iniziativa e amore per la sostenibilità. Dalla capacità e passione dei partecipanti sono nati battelli originali e divertenti, portabandiera della mission dell’evento: riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi temi ambientali e sull’importanza della raccolta differenziata. Come spiegano gli organizzatori, la manifestazione è “un’iniziativa ludica basata sull’esplicitazione e diffusione dei principi più evoluti dello stato di Life Cycle Assessment”, creata per evidenziare “le funzionalità residue dei materiali scartati e degli imballaggi e il potere rigenerativo delle idee e delle persone che riconoscono a quei prodotti scartati una loro dignità supportando la valorizzazione anche dei brand che quei prodotti rappresentano”.
Il codice di Re Boat Roma Race 2018 chiedeva d’utilizzare nella costruzione il maggior quantitativo possibile di materiali di riciclo, recupero e riuso, senza mettere però un freno alla fantasia progettuale. Da regolamento anche la trazione delle recycled boat doveva essere rigorosamente a impatto zero: niente motori o simili, bensì remi, pedali e l’aiuto del vento. E gli oltre cinquanta concorrenti di quest’anno hanno dato vita “a una folle, colorata e divertente giornata al lago dell’Eur”. A colorare e ad arricchire le re boat c’era di tutto: da vecchie racchette e reti da pingpong a palloni gonfiabili e pallet. E poi ovviamente bottiglioni di plastica, taniche di latta, remi in legno e tanto altro ancora. A dare il giusto mood all’evento il concerto dei No Funny Stuff, band che con strumenti rigorosamente da riciclo, si è esibita appena dopo la competizione.
Il primo posto ovviamente va all’imbarcazione più veloce, che quest’anno è stata quella progettata da Officina Move a cui va il trofeo Euroma 2- Premio Speed Re Boat. Ma riconoscimenti sono stati assegnati anche alle altre squadre, come nel caso del:
Trofeo Le Squisivoglie – Premio Forza Re Boat alla D’angels Boat 4 per esser stato il Green Team che ha avuto al seguito più fan
Trofeo Regione Lazio- Premio United Team a I Plasticcioni, squadra “che ha avuto nel team il suo punto di forza”
Trofeo Rinnovabili.it – Premio Smart mobility a The Francuccis 2 per aver realizzato l’imbarcazione con trazione a impatto zero e energia pulita più geniale
Trofeo Sekkei Design Sostenibile – Premio Social Building Re Boat a Eur Park per essere la squadra che meglio è riuscita a coinvolgere il pubblico su Facebook attraverso like, commenti e condivisioni
Trofeo Acea – Premio Young Re Boat a Io speriamo che me la cavo per essere la squadra con l’equipaggio più giovane
https://esper.it/wp-content/uploads/2018/09/reboat2.png169300TEAM_ESPERhttps://esper.it/wp-content/uploads/2022/07/Esper-Societa-Benefit-300x146.pngTEAM_ESPER2018-09-17 17:10:222018-09-17 17:10:22Re Boat Roma Race: il riciclo creativo taglia il traguardo
La lotta alla plastica è ormai costantemente nelle agende politiche di gran parte delle nazioni mondiali.
Dopo l’approvazione di un ambizioso pacchetto di azioni “verso un’economia circolare”, la UE porterà a votazione giovedì 13 settembre una nuova risoluzione che mette al centro del mirino il “problema plastica”.
I numeri sono inquietanti:
La plastica è un materiale importante e prezioso, che ricopre un ruolo utile nella società e nell’economia. Tuttavia, il modo in cui oggi si produce e si utilizza la plastica è insostenibile e finanziariamente impraticabile. La plastica è sviluppata per durare per sempre, ma spesso viene ancora progettata per essere smaltita dopo l’uso. La raccolta della plastica finalizzata al riciclaggio, inoltre, rimane molto bassa. Su circa 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti nell’UE ogni anno, meno del 30 % è raccolto per il riciclaggio. Tutto ciò ha conseguenze importanti:
1) Una perdita per l’ambiente: i rifiuti di plastica hanno conseguenze disastrose soprattutto per gli ecosistemi marini, in quanto la plastica costituisce oltre l’80 % dei rifiuti marini. Tra 150 000 e 500 000 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei mari e negli oceani dell’UE ogni anno. In media, inoltre, ogni anno tra 75 000 e 300 000 tonnellate di microplastica sono rilasciate nell’ambiente dell’UE.
2) Una perdita per il clima: secondo alcuni studi, il riciclaggio di 1 milione di tonnellate di plastica equivarrebbe a togliere dalle strade 1 milione di autovetture(1).
3) Una perdita per l’economia: si stima che l’economia perda il 95 % del valore del materiale plastico da imballaggio, ossia una somma compresa tra 70 e 105 miliardi di EUR all’anno;
4) Un potenziale impatto sulla salute: la microplastica e i suoi sottoprodotti possono entrare anche nella catena alimentare, con effetti sulla salute umana ancora non del tutto noti.
A fronte di un impatto così devastante, l’UE ha ben chiare in mente le azioni da intraprendere
Dalla progettazione in funzione del riciclaggio alla progettazione in funzione della circolarità: rendere riutilizzabili o riciclabili, entro il 2030, tutti gli imballaggi di plastica immessi nel mercato europeo. Ma non ci si ferma agli imballaggi: si punta a fare della “circolarità innanzitutto” un principio globale, da applicare anche agli articoli di plastica diversi dagli imballaggi, attraverso lo sviluppo di norme sui prodotti e una revisione del quadro legislativo sulla progettazione ecocompatibile
Creazione di un autentico mercato unico per la plastica riciclata. L’utilizzo della plastica riciclata nei nuovi prodotti resta basso: solo il 6 % circa, secondo i dati della Commissione. Si indicano azioni ritenute essenziali per creare un autentico mercato unico per la plastica secondaria fra cui l’esercitare pressioni per aumentare i contenuti riciclati e la promozione di una progettazione in funzione della circolarità negli appalti.
Prevenzione della produzione di rifiuti di plastica. Oltre l’80 % dei rifiuti marini è costituito da materiali plastici, di cui il 50 % derivante da plastica monouso. Queste cifre mostrano che vi sono motivi legittimi per intervenire riguardo ai prodotti monouso. Il relatore, pertanto, è favorevole a una normativa specifica sulla plastica monouso per ridurre i rifiuti marini. Sotto la lente d’ingrandimento anche le bioplastiche: troppe tipologie differenti dalle caratteristiche estremamente diverse. Si richiedono norme chiare e armonizzate sia sui contenuti biologici sia sulla biodegradabilità. – SC