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Convegno: “Lo stato dell’arte e le prospettive di sviluppo della tariffa puntuale nel nostro paese”

L’appuntamento del 19 settembre a Roma per il convegno TARIFFA PUNTUALE RIFIUTI: come orientarsi nella normativa in evoluzione ha confermato una tradizione.

Quella per cui i convegni nazionali con i quali ogni anno Payt Italia fa il punto sulla diffusione della tariffa puntuale nel nostro paese sono un momento di confronto di alto livello tecnico tra operatori, politici e amministratori.

La Finestra sulla prevenzione dei rifiuti li ha sempre seguiti con attenzione perchè la tariffa puntuale si è rivelata il principale strumento economico per le politiche di prevenzione dei rifiuti.

Come si può vedere dal programma1 l’appuntamento di Roma è stato pensato in due sessioni, una formula già sperimentata da Payt e che si è confermata di successo, vista la qualità dei contributi e la grossa partecipazione da parte di un pubblico formato da tecnici e amministratori

  • una sessione mattutina per l’approfondimento dei temi ancora aperti;
  • una sessione pomeridiana con tavoli di lavoro tematici in parallelo

La mattina la bella sala della Protomoteca in Campidoglio, messa a disposizione del Comune di Roma ha visto alternarsi interventi di personaggio di peso nella storia della gestione rifiuti in Italia e sollecitazioni di soci Payt sulle questioni di attualità per la gestione della tariffa puntuale. Con l’attenta regia di Gianni Pioltini (sindaco di Albairate MI e socio fondatore di Payt Italia) sono stati proposti spunti innovativi che poi in gran parte sarebbero stati ripresi negli approfondimenti pomeridiani.

Dopo il saluto del Comune di Roma, il Presidente Gaetano Drosi ha introdotto i lavori presentando l’associazione e la sua mission2

La forza di Payt sta nel non essere una “associazione di categoria” che rappresenta specifici portatori di interesse, ma una felice e sinergica combinazione di tutti i soggetti che operano nella filiera che dalla misurazione dei rifiuti e dalla sua attribuzione alle utenze porta alla definizione e alla applicazione della tariffa puntuale.

Avere al proprio interno costruttori e venditori dei sistemi di misurazione, aziende di gestione che li applicano, i tecnici che progettano le raccolte e la tariffa e le istituzioni che governano il settore e implementano le scelte consente di offrire al legislatore un punto di vista sistemico e non di parte –

È quel che serve per andare ad una riforma dell’istituto tariffario basata sulle migliori pratiche realizzate nel nostro paese e per superare una tariffa che oggi appare ed è ingiusta e stressante nell’applicazione.

Ivan Stomeo, delegato Anci Energia e Rifiuti, ha dato testimonianza delle iniziative che l’Associazione sta sviluppando per diffondere tra un numero più ampio dei Comuni attualmente coinvolti la pratica della tariffa puntuale, che Anci ha riconosciuto come importante e fa propria.

Edo Ronchi, il “padre” della tariffa puntuale3, ha spiegato, motivato e rilanciato la natura corrispettiva di una tariffa pensata come strumento economico per modernizzare il settore.

Una modernizzazione oggi ancora più attuale di allora nel nuovo clima che si sta creando con il pacchetto comunitario che inserisce la gestione dei rifiuti nell’ottica dell’economia circolare.

Dopo un intervento di Andrea Ferri – responsabile finanziario di Anci / Ifel, che ha insistito su un approccio tributario alla tariffa puntuale, si è passati agli interventi con i quali alcuni soci hanno portato gli stimoli più innovativi e che riflettono il lavoro recente svolto dell’Associazione.

Consiglio una visione approfondita di questi contributi (forniti per esteso in nota e qui ripresi per cenni), dato che si tratta di approcci spesso innovativi4.

Giorgio Ghiringhelli ha evidenziato il ruolo che l’Authority ARERA potrebbe assumere per il miglioramento del ciclo dei rifiuti. Sono stati esaminati i nuovi livelli di governance che stanno maturando per il settore, evidenziando la tendenza ad un controllo sull’approvazione della tariffa che passerà per gli ambiti ottimali e in ultima istanza per l’Autorità.

Elisabetta Martignoni (responsabile della Commissioni Norme e regolamenti) ha aggiornato l’analisi della normativa vigente e delle criticità sul tappeto, sulla base di una vasta ed esauriente disamina delle norme vigenti ai vari livelli e delle tendenze in atto.

Mario Santi (responsabile della Commissione Misurazione censimento esprienze) ha presentato la proposta Open Data (una banca dati per aiutare Comuni e gestori a implementare i sistemi di misurazione della produzione dei rifiuti e la gestione puntuale della tariffa) e di Payt Compliance. (per arrivar e ad una certificazione di conformità della qualità dei sistemi di misurazione e di gestione puntuale della tariffa).

Monica Bettiol si è soffermata sui principi e sulle fonti del tributo puntuale e della tariffa corrispettiva nella vigente normativa, chiarendo le possibili fattispecie di prelievo (tributaria e non tributaria) e modalità di tariffazione che stanno alle spalle del pagamento dei servizi di gestione rifiuti.

Attilio Tornavacca ha introdotto la questione dei fabbisogni standard, con le criticità (non aggiornamento, scostamento tra diverse fonti governative, non tener conto di alcune voci di costo, quali i costi di amministrazione/riscossione del tributo o tariffa e quelli derivanti dalle mancate riscossioni per crediti inesigibili), le proposte migliorative possibili, la sinergia tra misurazione puntuale ed obiettivi perseguiti con l’introduzione dei fabbisogni standard.

A fine mattinata l’intervento di Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente del Comune di Roma, ha lasciato un segno importante sulla giornata. La politica dei rifiuti del Comune di Roma5 programmata nell’arco della consiliatura, quindi fino al 2021) si è rivelata di largo respiro, centrata su riduzione dei rifiuti prodotti e aumento della raccolta differenziata al 70% (con una tariffa puntuale da implementare per gradi, anche partendo dai condomini) e impiantistica sostenibile (2 impianti di compostaggio, uno di selezione e lo sviluppo delle fabbriche dei materiali – una bella differenza rispetto a quando tutto . o quasi – andava a Malagrotta …).

Il dato più sorprendete è che, mentre la realtà romana dei rifiuti viene rappresentata mediaticamente dai maiali attorno ai cassonetti, Roma in realtà non ha solo dei bei progetti, ma è già oggi la capitale europea con il più alto tasso di raccolta differenziata: meglio di Londra, Parigi, Berlino, Madrid, Vienna.

Mi ripropongo nel tornare più approfonditamente sulla situazione romana con un altro numero delle Finestra sulla prevenzione dei rifiuti.

Il pomeriggio è stato dedicato agli approfondimenti. Ha visto la partecipazione di una buona parte dei presenti alla mattinata, distribuiti tra i tre tavoli costruiti per approfondire tematiche che Payt giudica tra le più urgenti ad attuali. Anche e soprattutto in questo caso gli elementi di seguito riportati sono solo stimoli alla lettura dei documenti di sintesi prodotti dai tre gruppi, che meglio rendono ricchezza e articolazione dei lavori. Essi sono disponibili sul sito di Payt Italia6.

Il primo era dedicato a Misurazione e applicazione della tariffa puntuale. Moderato da Christian Migliorati e Italia Mario Santi appena sfiorato il tema dell’open data su Sistemi di misurazione e applicazione puntuale della tariffa che si ritiene tecnicamente giunti a maturità, con riferimento alle schede e ai tracciati presentati nella mattinata relazione di Santi in mattinata 7. Bisognerà ora concentrarsi sullo sblocco della situazione politica che ne consenta il passaggio ad una fase operativa. Per la quale peraltro i soggetti presenti sono stati allertati come possibili protagonisti della fase sperimentale.

Ci si è invece soffermati sul tema della Payt compliance, cioè sulla identificazione di quell’ insieme di indicatori che attestino la conformità di un sistema di gestione a misurare i rifiuti consegnati al servizio da parte dei singoli produttori e ad attribuire la tariffa puntuale. Non considerandone singoli aspetti (tecnologie misurazione e trasmissione dati; SW per gestione della tariffa – impostazione e gestione PeF, simulazione e calcolo tariffe; emissione bollette; riscossione e gestione contenzioso – sui quali possono esistere certificazioni di prodotto) ma puntando ad una certificazione di processo, di sistema.

Nella prima parte diverse esperienze che si sono misurati con questa tematica hanno sottolineato gli aspetti con i quali hanno fatto i conti, sempre con estrema attenzione ai rispettivi contesti (rilevanti quelle riportate da Cristian Migliorati sul Consorzio dei Navigli, da Fabio Cela su Amaga, da Mario Bertoldi su Ascit).

Nella seconda parte sono state riprese due tabelle della relazione di Santi della mattinata sulla base delle quali avviare la discussione sulla costruzione di indicatori che permettano di definire la situazione di Payt compliance: la prima (Proposte per la definizione di uno schema di Payt compliance) porterà a capire come scegliere e calibrare gli indicatori. La seconda fornisce un primo elenco (aperto) di variabili tra le quali scegliere quelle da selezionare per arrivare alla valutazione della Payt compliance, con i valori e i pesi relativi.

Starà ora al lavoro della commissione (cui verrà fornita la sintesi dei lavori del gruppo con e le due tabelle) sviluppare questi input.

Il secondo gruppo ha affrontato il tema dell’Assimilazione e dei suoi impatti sulla tariffa. La discussione è stata coordinata da Guido Trentini e Walter Giacetti. Ha visto confrontarsi Aziende di Consulenza e fornitura software, Soggetti Gestori e Autorità Regionali, Associazioni di Categoria (Utilitalia) presenti sia funzionari tecnici che amministratori da varie parti d’Italia Nord, Centro e Sud.

Dopo aver toccato i punti caldi aperti dalla sentenza del TAR del Lazio n. 426/2017 del 13 aprile 2017 e della conseguente apertura da parte del Ministero dell’Ambiente del dibattito su una bozza di decreto recante i criteri qualitativi e quali – quantitativi per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani ai sensi dell’articolo 195, comma 2, lettera e) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 la discussione ha toccato i principali punti sul tappeto, tra i quali cito a titolo di esempio: la necessità, per assicurare tariffe eque ad ogni utenza, di riformare il metodo di calcolo delle tariffe piuttosto che intervenire nella assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani; il fatto che una corretta applicazione della tariffa puntuale, in ragione della maggiore equità rispetto alla tariffa presuntiva, di fatto potrebbe determinare una automatica “autoregolazione” di quei conflitti che stanno alla base delle istanze di deassimilazione da parte alcuni dei soggetti produttori; l’opportunità di una doppia modalità di regolazione (in regime di tariffa puntuale e presuntiva) relativamente alla assimilazione – in sostanza nel caso di tariffa puntuale si auspica che i comuni possano fissare nel regolamento ex art. 198, comma 2, D.lgs. 152/2006 i limiti quantitativi annui di assimilazione della frazione RUR (Rifiuto Urbano Residuo), non sulla base di vincoli precisi definiti a livello centrale, ma avendo come riferimento i quantitativi complessivamente rilevati sul territorio di competenza in modo coerente con gli esiti del locale sistema di misurazione dei rifiuti conferiti.

Ho preso lo spunto solo da alcuni dei punti toccati da un’analisi ben più approfondita per introdurre al fatto che alla fine si è arrivati alla conclusione che, al di là delle conseguenze di un DM Assimilazione che non ha ancora preso forma, risulta chiaro che la regolazione della questione, determinerà problematiche applicative e difficoltà operative che graveranno principalmente nei comuni.

Si ritiene allora che a livello nazionale l’applicazione della misurazione e tariffa puntuale ovvero dei sistemi PAYT (Pay as You Throw) potrà costituire, laddove è stata già applicata e dove lo sarà anche sulla spinta di queste nuove problematiche, un percorso innovativo ed efficace, non solo come metodo alternativo e particolarmente adatto a proiettare i sistemi di gestione dei rifiuti urbani verso la massimizzazione del riciclo e la riduzione dei rifiuti, ma anche come strumento principale di gestione di molte delle problematiche che stanno alla base della necessità della regolazione della assimilazione e della riformulazione della tariffa attraverso la riforma del DPR 158/99.

Il terzo gruppo è stato coordinato da Elisabetta Martignoni e Monica Bettiol e ha affrontato il tema delle Proposte di modifiche legislative per una norma organica sulla tariffa puntuale.

Si sono affrontati diversi temi.

Piano economico e Finanziario (PF).

È stata messa in evidenza la necessità di regole che impongano una univoca e non discrezionale compilazione del PF, al fine di permettere una reale comparazione tra aziende in rapporto costi/qualità del servizio. Al riguardo, si ritiene fondamentale l’intervento di ARERA per l’attribuzione dei costi comuni, attraverso la definizione di precise regole di unbundling.

È stata rappresentata l’esigenza di poter disporre di indici a integrazione del PF, al fine di effettuare le necessarie valutazioni di coerenza/efficienza della gestione.

Schema di regolamento tipo.

È stata espressa l’esigenza che Payt diffonda modelli di Regolamento Tarip che possano essere utilizzati come base di lavoro e come modello cui ispirarsi, da calare ed articolare poi nelle singole realtà locali.

Sul tema è di interesse comune poter interloquire con Arera per la definizione del modello tariffario di tariffa puntuale che vedrà la luce.

Governance.

Sono state individuate due tipi di criticità, legate al fatto che la normativa mantiene in capo ai Comuni il ruolo di detentori del regime di privativa sulla raccolta e smaltimento di rifiuti urbani e assimilati:

  1. L’esistenza di Gestori che rappresentano realtà industriali di rilevante importanza economica a livello nazionale, consolidatesi nelle pratiche favorite in alcuni modelli Regionali, in cui i Comuni non hanno più alcuna possibilità di esprimere esigenze o necessità e dalle quali pare impossibile retrocedere, riappropriandosi di un servizio legato al proprio territorio oppure chiedendo servizi connessi a particolari criticità evidenziate dalla cittadinanza;
  2. L’esigenza che il processo di definizione degli Ambiti, nelle realtà in cui sia almeno ancora possibile farlo, venga innescato con una modalità botton down, in cui i Comuni vengano ascoltati e possano esprimere le loro esigenze al fine di costituire Ambiti omogenei non solo per territorio ma anche per visione.

In conclusione: all’appuntamento romano sono venuto in molti, e qualificati.

Ne sono entrati con la coscienza di essere nel posto migliore per discutere e confrontarsi sulla tariffa puntuale.

Non con generici “esperti”, ma con chi in Italia la vive e la pratica fin delle prime esprienze.

E ha creato una Associazione professionale per costruire una visione sistemica in cui abbiano un ruolo tutti gli attori della filiera: da chi fornisce contenitori e sistemi di misurazione a chi gestisce il servizio, da chi progetta il sistema a chi definisce e riscuote la tariffa.

Chi è stato a Roma il 19 settembre 2018 è uscito con la consapevolezza di essere in un cantiere aperto, come è da vent’anni per chi si occupa di tariffa rifiuti nel nostro paese.

Ma un cantiere al quale lavorano i migliori progettisti, i migliori operai e i migliori direttori dei lavori.

Dove però si sente la mancanza di una normativa di sostegno chiara e inequivocabile.

Come se – per restare nella metafora – le fondamenta fossero sempre un po’ “fragili” o se si stesse lavorando a costruzioni destinate a restare “prototipi” o tutt’al è più a diventare “quartieri modello”, ma isolati.

Quando invece quei pazzi di Payt mirano a costruire prima una città, poi una Regione, poi l’intero Paese.

Ed allora bisogna rafforzare la fondamenta, il sistema di dati, modelli, regole e norme che porti ad una riforma dell’istituto tariffario che leghi direttamente il pagamento alla produzione dei rifiuti da parte delle utenze e ai servizi di cui ognuna usufruisce.

Perchè chi inquina, paghi …

1 file:///C:/Users/rifiu/AppData/Local/Microsoft/Windows/INetCache/IE/RDNEYLQD/9-Programma-convegno-payt-A4_9.pdf

3 Che è nata con l’art. 49 del Dlgs 22/97 (il Decreto che ha preso il suo nome) e con il successivo DPR 158/99.

4 Relazioni disponibili in http://www.payt.it/?p=1100

5 Basata sul PIANO DI RIDUZIONE E GESTIONE DEI MATERIALI POST CONSUMO 2017-2021 Deliberazione Giunta Capitolina n.47 del 30 marzo 2017

6 V. sopra. È possibile che al momento dell’uscita di questo contributo le sintesi dei lavori dei tre tavoli pomeridiani siano ancora in fase di raccolta a caricamento (a differenza delle relazioni della sessione mattutina, da subito presenti).

 

Fonte: labelab

PAYT – Tariffazione puntuale. Il convegno a Modugno

Pubblichiamo il filmato dell’intervento del direttore Attilio Tornavacca al convegno “Tariffazione Puntuale dei rifiuti: dalla teoria alla pratica”, organizzato dall’associazione PAYT (www.payt.it).

Se siete interessati a visionare il filmato dell’intero incontro, lo potete fare a questo indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=g2_XGHtGCDA

M5S: accolta dal Governo la proposta per la tariffazione puntuale

“Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto una piccola vittoria al Senato che se seguito dai fatti si trasformerà in una piccola rivoluzione ambientale ed economica”.

Così esprimono la soddisfazione per l’accoglimento dell’emendamento proposto i senatori del Movimento.
Nella discussione del decreto IMU, al Senato era stato presentato un emendamento che prevedeva che la commisurazione della tariffa rifiuti fosse calcolata esclusivamente sulla base delle quantità e qualità dei materiali post consumo prodotti.

Nella discussione del decreto IMU, al Senato era stato presentato un emendamento che prevedeva che la commisurazione della tariffa rifiuti fosse calcolata esclusivamente sulla base delle quantità e qualità dei materiali post consumo prodotti.

“Ora – affermano i senatori Cinque Stelle – la palla passa in mano al governo!

Di seguito il comunicato ufficiale, consultabile a questo indirizzo

Se son rose fioriranno. Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto una piccola vittoria al Senato. Nella discussione del decreto IMU, al Senato era stato presentato un emendamento che prevedeva che la commisurazione della tariffa rifiuti fosse calcolata esclusivamente sulla base delle quantità e qualità dei materiali post consumo prodotti. Il tutto in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. Più ricicli meno paghi. Il percorso verso la tariffa puntuale già attuata in tantissimi Comuni italiani dove è in vigore la raccolta differenziata porta a porta.

Il Governo si è detto favorevole all’emendamento e lo ha fatto proprio, “impegnandosi a rivedere l’imposta sui rifiuti al fine di riportarla ad una tariffa sulla effettiva produzione”.

Ora la palla passa al Governo. Il Movimento 5 Stelle vigilerà che quanto promesso ed accolto in Aula da parte dell’esecutivo diventi realtà. Non bastano gli impegni e le promesse. Serve andare verso la tariffa puntuale dei rifiuti. Con i fatti.

Trento e l’applicazione della tariffa puntuale

Esper collabora da anni con l’amministrazione trentina. Inizialmente per progettare e introdurre la raccolta domiciliare e alcune pratiche volte alla riduzione; in tempi più recenti per supportare l’amministrazione nella fase di individuazione delle modalità organizzative più corrette per l’adozione della tariffazione puntuale su tutto il territorio comunale.

L’Assessore Michelangelo Marchesi illustra i risultati ottenuti e le difficoltà affrontate

Dal primo gennaio 2013 il Comune, con il supporto tecnico della ESPER, è passato a tariffazione puntuale. Come è cambiato il servizio per l’introduzione della tariffazione puntuale?
Fondamentalmente il servizio non ha registrato cambiamenti significativi. O meglio, il cambiamento è stato antecedente al passaggio a Tariffazione puntuale: a partire dal mese di novembre 2012 anche nella zona a traffico limitato del Centro storico la raccolta dei rifiuti si effettua col sistema porta a porta con qualche adattamento richiesto dalle caratteristiche di questa zona (vie strette, pochi spazi interni agli edifici, notevole transito, pregio architettonico, presenza di molte attività e di turisti…). Sono stati pertanto eliminati dalla pubblica via tutti i cassonetti finora presenti. Le utenze domestiche sono dotate di contenitori personali per raccogliere: organico, vetro, imballaggi leggeri, carta e residuo.
Per le utenze domestiche i rifiuti differenziati in casa devono essere conferiti nei contenitori condominiali (presenti dove esiste sufficiente spazio interno) o portati nelle isole ecologiche (in parte interrate) appositamente realizzate. In questo caso si verrà dotati di apposita tessera di riconoscimento. Nel resto della città sono previste solo dotazioni individuali o condominiali.
Per le utenze non domestiche le modalità di raccolta differiscono a seconda che siano collocate fronte strada o piuttosto ai piani superiori dell’edificio.
A partire dal 1 gennaio 2013 si è passati alla tariffazione puntuale.  Pertanto  tutte le utenze condominiali devono obbligatoriamente utilizzare i nuovi sacchi verdi. Tali sacchi, una volta riempiti, dovranno essere portati nel contenitore posto all’interno degli spazi dell’edificio (dove presente) o presso le isole ecologiche, utilizzando come di consueto la tessera in dotazione. Le utenze domestiche non condominiali e quelle non domestiche utilizzano invece contenitori dotati di transponder (da 120l. in su). A ciascuna utenza è attribuita una quantità minima di litri di conferimento annuo di residuo. I quantitativi eccedenti verranno conteggiati in fattura per le utenze non condominiali o non domestiche sulla base del numero di svuotamenti ulteriori o andranno conferite in sacchi verdi prepagati (utenze condominiali).

Cominciamo dalla fine: quali sono i risultati raggiunti con la tariffazione puntuale? Quanto è aumentata la raccolta differenziata?
Abbiamo rilevato dei cambiamenti sensibili.
Mettendo a confronto periodi confrontabili (gennaio-settembre 2012 e gennaio-settembre 2013), abbiamo registrato un aumento della percentuale di raccolta differenziata. La media sui nove mesi è passata da un 67,28% ad un 74,21%, (con punte fino al 78%) con un aumento medio di 7 punti percentuali.
Ma il dato più interessante è che si è registrata una forte contrazione della produzione di rifiuti. Sono stati conferite infatti 4000 tonnellate di residuo in meno, pari ad una contrazione percentuale del 29,8%.
In termini generali la contrazione dei rifiuti è stata del 7,7%

Come è cambiata la qualità del materiale raccolto?
Non abbiamo rilevato nessun cambiamento significativo per carta e organico, sempre di ottima qualità.
Per quel che riguarda gli imballaggi leggeri si è verificata una leggera flessione, ma assolutamente i termini sono irrilevanti, nell’ordine di pochi punti percentuali. Fondamentalmente possiamo dire che nemmeno per gli imballaggi leggeri abbiamo assistito a cambiamenti significativi.
Non ritengo infatti che le oscillazioni della percentuale del rifiuto siano conseguenza della TARES, ma della solita difficoltà di percepire la differenza tra plastiche e imballaggi….

Quanto sono diminuite le esposizioni del secco residuo?
Abbiamo registrato una flessione delle esposizioni. Ovvero i cittadini, differenziando meglio e di più grazie alla “spinta” della tariffazione puntuale non espongono i propri contenitori o sacchi tutte le volte in cui avrebbero diritto di farlo. Ma per avere dati ufficiali su questo punto dobbiamo aspettare la conclusione dell’esercizio 2013.

Quali i costi per implementare il sistema per il conteggio delle esposizioni e per la fatturazione?
Il nostro sistema di raccolta era stato predisposto a tali attività fin dalla sua costruzione. Ragion per la quale non abbiamo dovuto sostenere ulteriori costi per il passaggio a tariffazione puntuale

Quali i risparmi registrati e quali quelli preventivati?
Per poter quantificare in maniera realistica i risparmi dobbiamo attendere la chiusura dell’anno. Abbiamo già registrato la riduzione di alcuni giri di raccolta.
Di sicuro l’abbattimento della quota del residuo rappresenterà un risparmio sensibile sullo smaltimento.
Anche la maggiore differenziazione porterà maggiori guadagni. Nel primo semestre del  i ricavi dalla vendita dei rifiuti riciclabili, vetro, imballaggi leggeri, carta e cartone, metalli e batteri, olio vegetale, fino agli abiti usati, superano i 930mila euro. Un valore da cui sono già stati dedotti i costi per il trasporto dei rifiuti differenziati nei diversi centri di lavorazione. I costi di selezione e trattamento, invece, si attestano a 425mila euro.

Sono aumentati gli abbandoni di rifiuti?
Apparentemente abbiamo registrato un aumento degli abbandoni. O meglio, gli abbandoni oggi hanno una maggiore visibilità. A livello quantitativo il dato non è assolutamente rilevante in termini di peso. Stiamo parlando di un fenomeno che ha una visibilità, ma numericamente e percentualmente non è significativo. Abbiamo potenziato l’attività di sensibilizzazione e di controllo.

Come ha reagito la cittadinanza a questo cambiamento?
Direi che la reazione è stata assolutamente positiva.
Ci sono stati un po’ di problemi iniziali per far passare l’utilizzo dei sacchetti conformi, ma si tratta più che altro di problemi comunicativi, che non di comportamenti negativi, almeno per la grande maggioranza della popolazione.
Certo chi si comportava non correttamente prima, continua a farlo anche oggi. C’è di buono che i comportamenti non conformi sono oggi più visibili.

Il futuro continua ad essere la tariffazione puntuale!

Abbiamo visto cos’è la tariffazione puntuale, ora proviamo a capire perchè è conveniente per le amministrazioni andare verso questa metodologia.

Innanzitutto la Tariffa puntuale si basa sulla misurazione dell’effettiva produzione di rifiuti di ogni utenza


permette di uscire dai sistemi “presuntivi” sulla produzione procapite dei rifiuti. In particolare permette all’Amministrazione di svincolarsi dai meccanismi della Tares che, oggi legano le mani alle amministrazioni costringendole ad aumenti sensibili delle tariffe per determinate categorie (per lo più piccoli esercizi di prossimità) concedendo sconti sensibili ad altre.

è equa

ogni cittadino pagherà realmente in proporzione al servizio richiesto ed utilizzato, in linea con la volontà dell’amministrazione di distinguersi per virtuosità e correttezza

Permette la razionalizzazione del servizio e l’ottimizzazione dei costi
L’applicazione della tariffa puntuale garantisce di norma delle positive variazioni nelle abitudini dei cittadini. La tendenza ad esporre il meno possibile il contenitore (o il sacco) dei rifiuti indifferenziati, per risparmiare il costo di esposizioni dovute soltanto a sacchi e/o bidoni non pieni, può permettere di razionalizzare il percorso dei mezzi di raccolta, consentendo di ottimizzare i costi del servizio di raccolta.
E’ così che il Consorzio Priula dal marzo2013 ha deciso di dimezzare i passaggi peril secco residuo, passando da frequenze settimanali a quindicinali.

Si basa sull’uso di tecnologie ampiamente testate
L’utilizzo della tecnologia RFId, come avviene da anni in gran parte delle realtà in cui si è deciso di passare a tariffazione puntuale (ad esempio ne Consorzio Priula o nel CCS – Consorzio Chierese per i Servizi), si basa su tecnologie ampiamente testate. Sono anni infatti che vengono utilizzate anche in Italia.


Anche le ultime evoluzioni  (RFId a perdere applicati direttamente sul sacchetto, funzionanti in UHF – Ultra High Frequency) hanno raggiunto un livello di affidabilità che permette il loro utilizzo in totale sicurezza, senza rischi di false letture o perdite di dati, tanto che sono molte le realtà che, sull’esempio del Comune di Capannori (primo in Italia ad aver implementato, con il supporto tecnico di ESPER, l’utilizzo di tag RFId UHF a perdere sui sacchi del secco residuo), hanno deciso di affidarsi a questa tecnologia

Insomma, la tariffa puntuale
conviene,
è equa,
è sicura 

una volta progettato in maniera ottimale il servizio di raccolta e tariffazione, è di facile gestione.