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La gestione circolare dei rifiuti: dove funziona meglio nel Nord Italia

Workshop Green City Network, Fondazione Sviluppo Sostenibile, Conai. Esaminate 38 città di 9 regioni del settentrione per produzione di rifiuti, raccolta differenziata e riciclo

Un maggior ruolo delle città nell’economia circolare e nella gestione dei rifiuti per raggiungere gli obiettivi fissati dall’ Unione Europea. La gestione dei rifiuti urbani nelle città italiane ha operato, infatti, grandi cambiamenti nei decenni trascorsi con lo sviluppo delle raccolte differenziate, il sistema dei Consorzi, l’affermazione di attività industriali di riciclo di grandi quantità di rifiuti, ma permangono tuttavia ancora alcune difficoltà e si pongono nuove sfide. Regioni e città del nord Italia hanno accettato queste sfide e mostrano performnaces superiori alla media nazionale.

Per approfondire la gestione circolare dei rifiuti nelle Regioni del nord, si è svolto a Milano il primo di quattro Workshop che attraverseranno l’ Italia da nord a sud “Gestione circolare dei rifiuti nelle città e le nuove direttive europee” organizzato dal Green City Network, iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, in collaborazione con Conai, in cui è stato presentato il Rapporto sui rifiuti urbani e l’economia circolare nel Nord Italia.

I trend di crescita della raccolta differenziata dei rifiuti urbani e le stime regionali sull’attuale tasso di riciclo dei rifiuti urbani e degli imballaggi mostrano il Nord con una buona performance, superiore al dato medio nazionale – ha dichiarato il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, presentando il Rapporto- Questi risultati portano le Regioni del Nord ad aver raggiunto una quota del riciclo del 55% dei rifiuti urbani nel 2019, anticipando il nuovo target europeo che fissa tale quota al 2025Nel modello di economia circolare occorrerà prestare maggiore attenzione alla prevenzione della produzione dei rifiuti migliorando la durata, la riparabilità e il riutilizzo dei prodotti . Crescendo il riciclo occorrerà aumentare anche lo sbocco di mercato delle materie prime seconde

Il Nord si conferma l’area del Paese con le performance migliori anche per quel che riguarda recupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio – ha spiegato il nuovo Presidente di CONAI Luca Ruini – Nella top5 delle Regioni italiane più virtuose, tre sono settentrionali: Veneto, Lombardia e Trentino. Nonostante performance già ottime, nel 2019 le Regioni del Nord hanno messo a segno un ulteriore +12% di raccolta in convenzione con il sistema CONAI. Stiamo parlando di un’area geografica avvantaggiata anche da un sistema di impianti più capillare rispetto a quello di molte aree del Mezzogiorno, che purtroppo ne sono prive. Il Settentrione, del resto, traina le ottime performance del Paese in termini di economia circolare e riciclo degli imballaggi: l’Europa impone un tasso di riciclo degli imballaggi pari al 65% entro il 2025, e lo scorso anno il sistema ha già raggiunto il 70%.”

Il Rapporto sull’ Italia del nord

Per la redazione del Rapporto, il primo di un’iniziativa nazionale, il Green City Network ha svolto un’indagine qualitativa a campione fra le città Capoluogo di provincia e tra quelle medie e piccole (tra i 50.000 e i 15.000 abitanti) di 7 Regioni : Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta.. Dal Rapporto emerge che la produzione pro capite media nelle province del nord Italia è di 513 kg/ab/anno e la più virtuosa è la provincia di Treviso con una produzione pro capite inferiore a 400 kg/ab/anno. Più alta la produzione nei capoluoghi: 522/kg/ab/anno. Per quanto riguarda la raccolta differenziata (RD) 9 città (Treviso, Pordenone, Mantova, Belluno, Trento, Biella, Verbania, Vicenza, Cremona) hanno superato il 75%, con Treviso che arriva all’87% e Pordenone, Mantova, Belluno e Trento che superano l’80%, mentre in 6 città è inferiore al 50% con Genova ferma al 33%. I trend complessivi di crescita della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, avvicinano le Regioni del Nord agli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani fissati a livello europeo per il 2025, 2030 e 2035. L’unica Regione che registra qualche ritardo nelle raccolte differenziate e, conseguentemente, del riciclo dei rifiuti urbani è la Liguria. Per quanto riguarda gli imballaggi in plastica 14 capoluoghi arrivano e superano il 30% con in testa Verbania con il 53%. L’ incremento maggiore si è registrato a La Spezia che ha incrementato dal 2013 al 2018 la raccolta di oltre tre volte arrivando al 22%. Sul fronte del riciclo, il Rapporto evidenzia che Veneto, Trentino e Lombardia hanno tassi di riciclo maggiori e hanno già raggiunto e superato l’obiettivo 2025. Il Friuli Venezia Giulia si ferma al 54%, Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria hanno un riciclo inferiore al 50%. Per il riciclo degli imballaggi in plastica, la Valle d’Aosta ha già raggiunto l’obiettivo 2025 del 50%.

Le novità del 2020 per la transizione verso un’economia circolare delle città

Tra le novità del 2020, il Piano d’azione europeo sull’economia circolare che approfondisce il tema della necessità di creare città più circolari; il recepimento delle quattro Direttive del “pacchetto economia circolare e rifiuti” che modificano le precedenti Direttive su rifiuti, imballaggi, discariche, rifiuti elettrici ed elettronici, veicoli fuori uso e pile; l’attuazione del nuovo Accordo di Programma Quadro nazionale ANCI-CONAI per la gestione dei rifiuti di imballaggio.

Queste novità forniscono importanti e innovativi riferimenti per la gestione dei rifiuti nelle città: in

particolare per sviluppare iniziative di prevenzione per ridurre la produzione di rifiuti, per rafforzare il riutilizzo, per migliorare quantità e qualità delle raccolte differenziate, le attività di riciclo e l’utilizzo dei materiali e dei prodotti ricavati dal riciclo. Queste attività richiedono anche l’adeguamento delle infrastrutture, delle tecniche e delle buone pratiche, necessarie a supportarle.

Al seminario sono intervenuti i rappresentanti di alcune amministrazioni:

Comune di Milano – Marco Granelli, Assessore all’Ambiente; ANCI – Franco Bonesso, Comitato di Coordinamento ANCI/CONAI; Regione Lombardia – Mario Nova, Direttore Generale Ambiente e clima; Comune di Asti – Renato Berzano, Assessore all’Ambiente; Comuni di Cologno Monzese, Cormano, Pioltello, Segrate e Sesto San Giovanni – Marco Cipriano,Amministratore unico di CORE SpA; Comune di Padova – Chiara Gallani, Assessore all’Ambiente; Comune di Pordenone – Stefania Boltin, Assessore all’Ambiente; Comune di Verona – Loretta Castagna, Direzione Affari Generali – Responsabile Ecosportello -Centro di Riuso.

Fonte: Eco dalle Città

Economia circolare: il rapporto 2019

Italia batte Germania 103 a 88 in economia circolare. Il nostro Paese è sempre in pole position nelle classifiche europee dell’indice complessivo di circolarità, ovvero il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo, gestione rifiuti. Al secondo posto nella classifica delle cinque principali economie europee troviamo ancora ben distanziati il Regno Unito (90 punti), seguito da Germania (88), Francia (87), Spagna (81). Ma c’è poco da riposare sugli allori: la nostra corsa verso i traguardi della circolarità rischia di arrestarsi, mentre quella degli altri grandi Paesi del continente sta prendendo slancio anche grazie al nuovo pacchetto di direttive approvato nel luglio scorso.

L’Italia, in confronto alle valutazioni 2018, ha infatti conquistato solo 1 punto in più (l’anno scorso infatti l’indice complessivo di circolarità era di 102 punti), mentre ci sono Paesi che hanno raggiunto risultati più grintosi: la Francia, per esempio, che aveva totalizzato 80 punti ne ha aggiunti 7; o la Spagna, che ha scalato la classifica partendo dai 68 punti della scorsa annualità, guadagnandone ben 13.

Se non si recepiscono pienamente le politiche europee, facendo tra l’altro partire i decreti che tecnicamente regolano il trattamento e la destinazione di quelli che finora sono considerati rifiuti e che invece possono diventare una risorsa per la manifattura italiana, rischiamo di perdere non solo un primato ma un’occasione di rilancio economico fondamentale.

Così recita il comunicato di Circular Economy Network, rete di imprese aggregate da Fondazione per lo sviluppo sostenibile che sposano la filosofia circolare e che si impegnano per il suo sviluppo.

Il rapporto, realizzato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è stato presentato venerdì 1° marzo a Roma. Un primo documento sullo stato dell’economia circolare nel nostro Paese, che valuta nel dettaglio le performance nei macro settori indicati dal Piano d’azione adottato dall’UE sul tema: la produzione, il consumo, i rifiuti, il mercato delle materie prime seconde, innovazione, investimenti e occupazione nell’economia circolare. L’obiettivo? Non solo monitorare lo stato dell’arte del processo di transizione sostenibile del nostro Paese ma anche fornire spunti per stimolare le politiche di crescita della circolarità della nostra economia.

Dieci le proposte per una crescita significativa dell’economia circolare in Italia:

  1. Diffondere e arricchire la visione, le conoscenze, la ricerca e le buone pratiche dell’economia circolare.
  2. Implementare una strategia nazionale e un piano d’azione per l’economia circolare
  3. Migliorare l’utilizzo degli strumenti economici per l’economia circolare.
  4. Promuovere la bioeconomia rigenerativa.
  5. Estendere l’economia circolare negli acquisti pubblici.
  6. Promuovere l’iniziativa delle città per l’economia circolare.
  7. Realizzare un rapido ed efficace recepimento del nuovo pacchetto di direttive europee per i rifiuti e l’economia circolare.
  8. Attivare rapidamente un efficace end of waste: strumento indispensabile per un’economia circolare
  9. Assicurare le infrastrutture necessarie per l’economia circolare.
  10. Estendere l’economia circolare anche al commercio on line.

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