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Nuovi CAM per la raccolta dei rifiuti

Il 5 agosto è stata pubblicata la Gazzetta Ufficiale n° 182, nella quale si è ritenuto opportuno revisionare ed aggiornare il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 13 febbraio 2014 con cui erano stati pubblicati per la prima volta i Criteri Ambientali Minimi (abbreviato usualmente in CAM). Questo aggiornamento mira principalmente a massimizzare qualità e quantità della raccolta differenziata, stando però attenti anche a prevenire la produzione di rifiuti anche grazie alla diffusione di beni riciclati o contenenti materiale riciclato.

Nelle 63 pagine che compongono il documento si leggono molte novità che dovranno essere introdotte per l’affidamento dei servizi di igiene urbana quali, ad esempio, l’uso di sacchetti coerenti al rifiuto che contengono (plastica con plastica e carta e con carta ecc.). Emerge inoltre una particolare attenzione per la percentuale minima di materiale riciclato da utilizzare nella produzione di contenitori per la raccolta dei rifiuti e l’introduzione di criteri premianti.

Sono previsti nuovi standard qualitativi anche per il materiale raccolto che saranno più elevati per la raccolta monomateriale, più contenuti per il multimateriale mentre per la raccolta differenziata della carta viene imposta esclusivamente la raccolta monomateriale.

Particolare attenzione è stata usata anche nel caso della raccolta delle pile, dei RAEE, dei farmaci ed oli esausti, che dovranno essere raccolti non solo grazie a contenitori pubblici ma anche con eventi temporanei oppure occasionali.

Per i centri di raccolta sarà importante disporre di un sistema di monitoraggio al fine di poter acquisire dati sull’effettivo recupero di materia rispetto alla sola percentuale di raccolta differenziata. Tali dati dovranno essere poi inseriti in un rapporto annuale che verrà reso disponibile alla stazione appaltante solo dopo due mesi dalla presentazione del MUD.

GPP e CAM: il turbo per l’Economia Circolare che non viene attivato

Continuano i segnali negativi sull’applicazione delle norme sul Green Public Procurement, gli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni.

Dopo il report di Associazione Comuni Virtuosi, in collaborazione con la società di consulenza Punto 3 e con il supporto del consorzio Ecopneus e Sumus Italia, in cui si evidenziava come Il 55% dei Comuni non applicasse i Criteri ambientali minimi (Cam) in nessuna categoria merceologica, oggi è la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile a sottolineare come quella degli acquisti verdi della PA potrebbe essere la leva decisiva per il decollo della green economy in Italia. Basterebbe ri-orientare parte della spesa italiana per acquisti pubblici di servizi, prodotti e forniture, che vale oltre 160 miliardi di euro l’anno, come documenta la ricerca “Green Pa: pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, appena pubblicata da Fpa in vista della 30esima edizione del Forum Pa, a Roma dal 14 al 16 maggio.

Tutto questo però non accade, nonostante siano passati tre anni dall’introduzione nel nuovo codice degli appalti dell’approccio del Green public procurement (Gpp) e dell’obbligatorietà dei Cam (Criteri ambientali minimi) nelle procedure di acquisto della Pubblica amministrazione e delle centrali di acquisto.

I dati ufficiali Consip dicono che nei quattro anni che vanno dal 2014 al 2017 la quota di “acquisti verdi” ammonta complessivamente a 13,5 miliardi di euro. Nel 2017 le pubbliche amministrazioni che hanno fatto acquisti attraverso gli strumenti di e-procurement messi a disposizione dalla centrale acquisti nazionale hanno speso complessivamente 8,9 miliardi di euro, di questi il 38,2% (vale a dire 3,4 miliardi di euro) sono stati spesi per prodotti o servizi che prevedono criteri e requisiti ambientali. In ogni caso si tratta di cifre irrisorie rispetto ai 160 miliardi di euro in ballo ogni anno.

Sono gli stessi dipendenti pubblici a bocciare le amministrazioni sul tema della sostenibilità: 4,9 il voto medio, nonostante rispetto alla rilevazione di due anni fa, si riscontri una PA più “green”.

CReIAMO PA: parte la linea di formazione e diffusione del GPP per il personale

Con un Convegno presso il MATTM (12 marzo 2019), prende avvio l’attività di formazione e affiancamento del personale degli operatori pubblici che a diverso titolo concorrono alla definizione delle procedure d’acquisto e affidamento negli appalti, prevista dal Progetto CReIAMO PA e organizzata dalla Direzione Generale per il Clima e l’Energia, con il supporto di Sogesid spa, soggetto attuatore del Progetto.

Prendono il via con il Convegno (qui il Programma) “Formazione e diffusione del Green Procurement. Rafforzare le competenze degli operatori pubblici e la competitività del sistema Paese” (Roma – Auditorium MATTM, 12 marzo 2019), organizzato dalla Direzione Generale per il Clima e l’Energia (DG CLE) del Ministero dell’Ambiente (MATTM), le attività della linea di intervento (L1Wp1) del Progetto “CReIAMO PA”, dedicato agli appalti pubblici verdi (GPP).

Lo sviluppo di un mercato a ridotto impatto ambientale, generato attraverso la domanda pubblica, può contribuire in modo determinante al raggiungimento degli obiettivi strategici europei in materia di uso efficiente delle risorse e alla valorizzazione di un modello di sviluppo economico circolare.

Nei giorni scorsi è stato presentato il 1° Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia, realizzato da Circular Economy Network (CEN), dove si propone, tra altro, un Decalogo su cui puntare per rilanciare l’economia circolare, ma anche per sostenere la sostenibilità ambientale, per ridurre le emissioni di gas serra e per la competitività dell’Italia, inserendo al punto 5 “Estendere l’economia circolare nel GPP”.

L’introduzione dell’obbligatorietà degli approvvigionamenti verdi ad opera del “Collegato ambientale” prima (Legge n. 221/2015) e del Codice dei contratti pubblici poi (D.lgs. n. 50/2016 modificato dal D.lgs. n. 56/2017 ed attualmente in fase di revisione , ha acceso l’attenzione e l’interesse intorno a questo tema cruciale per il Paese. La sua applicazione risulta però essere ancora troppo frammentaria.

Per affrontare adeguatamente le sfide di innovazione e sostenibilità connesse agli acquisti verdi, il MATTM dà ora il via ad un percorso di azioni integrate di formazione e affiancamento on the job, previsto dal Progetto CReIAMO PA (Competenze e Reti per l’Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA).

Tale progetto, finanziato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, si propone di migliorare la qualità e l’efficacia nella definizione e nell’attuazione delle politiche ambientali ai vari livelli di management, attraverso il potenziamento delle competenze del personale delle amministrazioni, il rafforzamento della governance multilivello e la messa a disposizione e diffusione di pratiche e strumenti volti a garantire una migliore gestione dei processi operativi, gestionali e decisionali e attraverso interventi di capacity building.

Il ruolo di Soggetto Beneficiario è esercitato dal MATTM – Direzione generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione Europea e gli organismi internazionali. Le attività di rafforzamento che interessano le diverse tematiche ambientali sono poste in capo alle distinte Direzioni Generali del Ministero.

La Linea di Intervento 1(L1) Work Package 1 (WP1) – Formazione e diffusione del Green Public Procurement con cui si avvia il Progetto, è di competenza, appunto, della DG CLE, ed è finalizzata a elevare il livello di competenze e di conoscenza del personale degli operatori pubblici che a diverso titolo concorrono alla definizione delle procedure d’acquisto e affidamento negli appalti.

Al riguardo segnaliamo che è disponibile la versione in lingua italiana della Guidance della Direzione Generale Ambiente della Commissione UE per aiutare i funzionari pubblici a non commettere gli errori durante le procedure di appalto nei progetti finanziati da Fondi strutturali e di investimento europei (SIE).

L1-WP1 prevede azioni mirate ad introdurre il principio degli acquisti pubblici verdi ed il principio di sostenibilità ambientale nelle strategie e nelle politiche settoriali, come: l’azione di ricognizione sullo stato dell’arte relativo al recepimento delle indicazioni contenute nel Piano di Acquisti Nazionale (PAN) AN a livello regionale e la definizione di un Protocollo di intesa quadro tra il MATTM e la Conferenza delle Regioni seguito da accordi bilaterali con le singole Regioni; la realizzazione di un percorso formativo in modalità e-learning che permetterà di acquisire gli strumenti conoscitivi e le metodologie per inserire i criteri ambientali e sociali nelle procedure di approvvigionamento di beni e di servizi; attività di affiancamento per la definizione/revisione degli strumenti normativi e dei piani di azione regionali per l’applicazione del GPP.

L’iniziativa, oltre a dare un nuovo impulso alle attività fin qui intraprese con il contributo specifico di tutti i portatori di interesse, sarà occasione per condividere le esperienze più significative già sviluppate e in corso e per coinvolgere il più ampio numero di interlocutori strategici nel processo di cambiamento avviato.

L’evento è organizzato dalla Direzione Generale per il Clima e l’Energia (DG CLE) con il supporto di Sogesid, Società di proprietà del Ministero dell’Economia e “in house” del MATTM Dicastero dell’Ambiente, a cui è affidata l’attuazione di tutte le Linee di intervento di CReIAMO PA” e che ha già attivato online la nuova piattaforma telematica con cui gestisce l’acquisizione di lavori, servizi e forniture. Il Portale degli Acquisti, collegato al sito ufficiale della Società, già da alcuni mesi consente agli operatori abilitati di svolgere le gare di appalto completamente in formato elettronico, garantendo risparmi di tempo, tagliando costi economici ma anche ambientali con il superamento del cartaceo. Dal Portale degli Acquisti, si può accedere anche al nuovo Albo Fornitori, nel quale gli operatori economici per i servizi tecnici (architettura e ingegneria) e legali possono fare richiesta di essere inseriti.

Per le iscrizioni all’evento occorre inviare una mail di richiesta a gpp@minambiente.it, indicando: nome, cognome, ente, e-mail. Le iscrizioni verranno accolte in ordine di arrivo, fino a esaurimento posti.

Fonte: Regioni & Ambiente

I CAM nella pubblica amministrazione, report di una norma che non funziona

Il 12 febbraio alla Camera dei Deputati è stata presentata l’indagine sul livello di applicazione dei Criteri ambientali minimi (CAM)- resi obbligatori dall’articolo 34 del Codice degli Appalti realizzato dall’Associazione Comuni Virtuosi e dalla società di consulenza Punto 3 Srl, con il supporto di due realtà economiche da sempre impegnate nella green economy: il Consorzio Ecopneus e Sumus Italia Srl.

I dati raccolti grazie al monitoraggio forniscono informazioni sulle tendenze in atto presso gli associati mettendo in rilievo motivazioni, esigenze, numero di bandi pubblicati con e senza Criteri Ambientali Minimi (CAM) ed importi complessivi delle gare con e senza criteri verdi.

Gli strumenti utilizzati per la realizzazione dell’indagine sono rappresentati dalle schede di monitoraggio e da domande a risposta multipla relative alle esigenze ed alle difficoltà nell’applicazione dei CAM nelle politiche di approvvigionamento pubblico, comprensive di focus tematici afferenti gli ambiti di attività di Sumus Italia e del Consorzio Ecopneus. Sono state inoltre utilizzate le informazioni disponibili online sui siti web dei Comuni coinvolti, per la verifica della completezza dei dati a disposizione.

La realizzazione del monitoraggio si è sviluppata in diverse fasi già a partire dalle scelte fatte in merito al campione selezionato ed alla modalità di coinvolgimento dei Comuni aderenti all’Associazione dei Comuni Virtuosi. In prima battuta la segreteria dell’Associazione dei Comuni Virtuosi ha inviato una e-mail ed una PEC con al totale dei comuni aderenti all’associazione. Successivamente, anche alla luce delle risposte ricevute, sono stati stabiliti dei criteri per la scelta del campione da sottoporre ad azioni di recall.

Complessivamente l’indagine ha riguardato le procedure di approvvigionamento- riferite all’anno 2017- di 40 Comuni (su un totale di 102) rappresentativi di tutte le tipologie di soci dell’associazione dei Comuni Virtuosi. Dall’indagine emerge che il 55% di questi Comuni non applica i CAM in nessuna categoria merceologica. Le maggiori percentuali di bandi con Criteri Ambientali Minimi rispetto al totale dei bandi di settore, risultano essere quelli relativi alle forniture di carta per ufficio (60%), al servizio di ristorazione (50%) ed alle forniture di apparecchiature elettriche ed elettroniche per ufficio (43%), unitamente alla fornitura di arredi (43%) ed al servizio di gestione dei rifiuti (42%). In valore assoluto, invece, il maggior numero di bandi aggiudicati nel 2017 con CAM si riscontra per le forniture di prodotti elettrici ed elettronici (26 bandi con CAM).  Molto bassa la percentuale di applicazione dei CAM relativi all’acquisizione di veicoli adibiti al trasporto su strada (6%), ai servizi di gestione del verde pubblico (6%) e all’Edilizia (5%).

Analizzano, invece, i dati in forma aggregata emerge che il 34% della spesa complessiva prevede l’applicazione dei CAM, mentre la percentuale di bandi contenenti Criteri Ambientali Minimi è del 21%.

L’appuntamento di oggi – ha affermato Marco Boschini – coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi conferma quanto emerso dal report. Affinché la legge sui CAM trovi effettiva applicazione occorre una visione di insieme. Serve senso di responsabilità e convergenza di vedute. Come Associazione siamo fortemente motivati a promuovere la formazione e a valorizzare le eccellenze dei nostri comuni.”

Hanno ‘ospitato’ la presentazione presso la sala Stampa della Camera gli On. Rossella Muroni e Luca Pastorino di Liberi e Uguali.

Per favorire uno sviluppo più equo e sostenibile – ha commentato la deputata di LeU Rossella Muroni – servono politiche adeguate e coerenti, occorre orientare l’innovazione verso l’efficienza e il futuro, così come serve orientare la spesa pubblica verso la green economy. Per questo è importante che il nuovo Codice degli Appalti abbia previsto l’obbligo dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli approvvigionamenti degli Enti Pubblici. Un fronte strategico su cui, come testimonia questa indagine, stiamo facendo passi avanti ma sul quale c’è ancora molta strada da fare”.

Nella mia esperienza da sindaco ho sempre trovato una sensibilità forte sul tema. Questa Legge di Bilancio ha lasciato da parte le politiche ambientali, nonostante le aperture inizialmente arrivate dal governo. Il report presentato oggi deve essere uno stimolo per il Parlamento a prendere una precisa direzione. Ma per farlo serve un legislatore lungimirante, occorre una vera volontà politica”, ha affermato Luca Pastorino, deputato e segretario di presidenza alla Camera per Liberi e Uguali.

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Fonte: Comuni Virtuosi

Criteri ambientali minimi: il 30% dei Comuni non li applica

Ad Ecoforum, il Convegno per promuovere le migliori esperienze e lo sviluppo pieno dell’economia circolare made in Italy, Legambiente ha presentato in anteprima i risultati di un’indagine di monitoraggio sull’attuazione del GPP, da cui emerge che: una consistente fetta dei Comuni italiani non li applica tuttora; a livello di Regioni sono quelli di Sardegna e Trentino-Alto Adige i più virtuosi; tra i Criteri Ambientali Minimi più adottati risultano quelli per le categorie di rifiuti, carta e riscaldamento, male invece gli appalti per opere edili, acquisto di arredi, apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Durante la seconda giornata di Ecoforum. L’economia circolare dei rifiuti (Roma, 26-27 giugno 2018) è stata presentata una anteprima del monitoraggio sul comportamento dei comuni italiani nell’attuazione concreta delle norme relative al Green Public Procurement (GPP), che verrà lanciato nel prossimo autunno dall’ Osservatorio “Appalti Verdi”, costituito da Legambiente in collaborazione con la Fondazione Ecosistemi. 

L’Italia con l’approvazione della Legge n. 221/2015 recante “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (il cosiddetto “Collegato ambientale”) è stato il primo Paese membro dell’UE ad introdurre l’obbligo del ricorso agli appalti pubblici verdi.

Tale obbligo è stato poi confermato dal D.lgs. 18 aprile 2016 recante: “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” (il cosiddetto “Codice degli Appalti”).

In particolare l’art. 34 (comma 1, comma 2 e comma 3) stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni hanno l’obbligo di inserire, per affidamenti di qualunque importo, i Criteri Ambientali Minimi (CAM) nelle categorie di forniture, di affidamenti di servizi e lavori in cui i CAM sono stati approvati. Inoltre, all’art. 213 si stabilisce che Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), avvalendosi dell’Osservatorio dei contratti pubblici, deve occuparsi del monitoraggio del grado di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi negli appalti pubblici. 

Con il Protocollo di Intesa per gli appalti verdi della PA sottoscritto dall’ex Ministro dell’Ambiente Galletti e dal Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Cantone, oltre a rafforzare il ruolo quale Authority di regolazione del settore, l’ANAC fornirà supporto alle Stazioni appaltanti per migliorare le competenze sull’applicazione del nuovo Codice appalti per quanto attiene ai Criteri Ambientali Minimi.

Il monitoraggio degli acquisti è necessario per quantificare i risultati ottenuti sia in termini ambientali sia in termini economici, poiché una politica di GPP concreta mira sia alla riduzione degli impatti ambientali che alla razionalizzazione della spesa e dei consumi della Pubblica Amministrazione.

Al questionario, distribuito da Legambiente, hanno risposto 1.048 amministrazioni comunali: circa il 30% non applica ancora i Criteri ambientali minimi. Se a livello nazionale l’applicazione della normativa stenta a decollare, il panorama regionale appare diversificato e con esempi virtuosi.

Tra le Regioni del Sud, ad esempio, alcune (in particolare la Regione Sardegna, leader nazionale nelle politiche per il GPP, la Regione Basilicata, capofila del progetto europeo GPP Best; la Regione Puglia) hanno utilizzato le risorse comunitarie per approvare dei Piani d’Azione per il GPP, che ne hanno previsto la promozione e la diffusione presso le amministrazioni comunali.

fonte: slide di presentazione di Dana Vicino (Fondazione Ecosistemi)

I CAM maggiormente adottati risultano essere quelli relativi alla gestione dei rifiuti (27,48%), carta(24,42%), riscaldamento e illuminazione (18,51%), seguiti da gestione delle pulizie (18,41%) eristorazione collettiva (15,93%).
Insufficienti
, invece, le applicazioni nel settore edile, con solo il 5,82% dei casi di applicazione, per gli arredi interni (6,10%), apparecchiature elettriche e elettroniche (9,54%) e arredo urbano (9,92).

Nel complesso, le Regioni in cui i comuni risultano essere particolarmente attivi nell’attuazione del GPP, sono la Sardegna e il Trentino – Alto Adige.

La Regione Sardegna non presenta amministrazioni comunali che non adottano il GPP. Le categorie merceologiche che presentano percentuali di attuazione superiori al 40% sono 8, tra cui la gestione dei rifiuti e la ristorazione collettiva (entrambe 62,5%), la carta e la gestione delle pulizie (entrambi al 56,25%), la gestione del verde pubblico (al 50%), il riscaldamento e l’illuminazione, gli arredi per interni e l’acquisto di apparecchiature elettriche ed elettroniche (tutti e tre al 43,75).

Anche il Trentino – Alto Adige non presenta amministrazioni comunali che non adottano mai il GPP, e le categorie merceologiche che presentano percentuali di attuazione superiori al 40% sono pure 8: la carta (70,23%), la gestione delle pulizie e il riscaldamento e l’illuminazione (entrambi al 67,85%), la gestione dei rifiuti (55,95%), la gestione del verde pubblico (addirittura al 48,80%), all’arredo urbano (47,61%), i materiali edili (41,66%) e la ristorazione collettiva (40,47%).

La spesa della Pubblica Amministrazione per acquisto di beni e servizi (pari ad oltre 170 miliardi di euro) è una leva importante per orientare verso la sostenibilità ambientale il mercato – ha dichiarato Enrico Fontana, responsabile dell’Ufficio Economia civile di Legambiente, che coordinerà le attività dell’Osservatorio – Attraverso una corretta e diffusa applicazione del GPP è possibile raggiungere l’obiettivo di ‘riconvertire’ verso gli acquisti verdi una quota del 30% di questa spesa pubblica: oltre 50 miliardi di euro che potrebbero far crescere un tessuto, già esistente, di imprese che competono puntando sulla qualità ambientale

Fonte: Regioni&Ambiente