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Le cinque proposte di FISE ASSOAMBIENTE al Governo Draghi per una reale transizione verso l’economia circolare

Garantire una reale transizione verso l’economia circolare utilizzando efficacemente le risorse europee (Next Generation EU e Fondi Strutturali) per finanziare strumenti economici di mercato e dare sostegno agli investimenti green.

È questa la proposta che emerge dal Report “Strumenti economici per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti – Una ‘Strategia’ in 5 mosse”, presentato oggi in anteprima nel corso di un webinar. Il documento contiene le proposte che FISE ASSOAMBIENTE (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) avanzerà nelle prossime settimane al Governo appena costituito.

Affinché il Programma nazionale sui rifiuti possa realmente mettere le gambe”, osserva Chicco Testa – Presidente FISE Assoambiente, “oltre agli investimenti per adeguare la dotazione impiantistica nazionale oggi deficitaria, occorrono anche, e soprattutto, nuovi strumenti economici e incentivi che guidino i mercati e gli operatori verso gli obiettivi ambientali e la gerarchia nella gestione dei rifiuti indicati dall’UE. Vanno adeguati gli strumenti esistenti ed introdotti nuovi sostegni che permettano ai mercati del riciclo e del recupero, di orientarsi definitivamente verso l’Economia Circolare, mutuando le esperienze di successo in campo energetico.

Le risorse europee (Next Generation EU e Fondi Strutturali) possono essere utilizzate per finanziare strumenti economici di mercato, aperti a tutti gli operatori, seguendo la positiva esperienza degli Ecobonus in edilizia, automotive e Industria 4.0. Nelle prossime settimane presenteremo ai Ministeri della Transizione Ecologica, al MEF e al MISE le misure che a nostro avviso possono guidare il Paese in una reale transizione verso l’economia circolare.

Questi i 5 pacchetti di misure integrate fra loro proposte dall’Associazione:

  1. Rivedere la TARI, dal tributo alla tariffa

Promuovere il passaggio a una tariffa rifiuti puntuale (calcolata in base alla reale produzione dell’utente), che incentivi il riciclo, limiti la produzione di scarti e, al contempo, stabilisca un razionale sistema di corrispettivi diretti per i gestori del servizio;

  1. Rafforzare la Responsabilità Estesa del Produttore

Estendere l’applicazione della Responsabilità Estesa del Produttore alle filiere oggi non coperte (ad esempio per materiali tessili, plastiche diverse dall’imballaggio, arredi), riconoscendo agli operatori del riciclo una parte dei ricavi provenienti dalla vendita;

  1. Incentivare il riciclo con i nuovi “Certificati del Riciclo”

Incentivare il riciclo di materia attraverso “Certificati del Riciclo” (per ogni una tonnellata di imballaggio), sostenere la domanda con aliquota IVA ridotta per i prodotti realizzati con beni certificati riciclati e rafforzare gli acquisti verdi da parte delle P.A.;

  1. Incentivi al biometano e recupero energetico per i soli scarti non riciclabili

Prevedere l’utilizzo a livello nazionale dei programmi di incentivazione, calibrati in funzione degli obiettivi comunitari, consentendo i finanziamenti della Banca Europea per gli impianti di recupero energetico, al fine di trattare i rifiuti non riciclabili e gli scarti dei processi di riciclo. Confermare gli incentivi per il biometano oltre il 2022;

  1. Ripensare la tassazione ambientale, penalizzando il conferimento in discarica

Abolire la tassa provinciale sui rifiuti (quota parte della TARI) e l’addizionale sulla raccolta differenziata, rivedere al rialzo l’ecotassa sul conferimento in discarica o per l’invio all’estero, confermare la tassazione sulla plastica, ma solo su quella non riciclabile.

Fonte: Eco dalle Città

Recovery: si utilizzi per nuovi impianti!

Per centrare gli obiettivi gli obiettivi europei della Circular economy (65% di riciclo e 10% in discarica al 2035 per i rifiuti urbani), il nostro Paese ha un’opportunità unica: gli aiuti Ue per l’emergenza Covid. Questi possono sostenere gli investimenti necessari (10 miliardi di euro) per colmare il gap impiantistico nazionale, soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese, attraverso la realizzazione di 70 impianti di trattamento rifiuti.

Sono queste le principali evidenze emerse dal Rapporto “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti”, presentato da FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), nel corso della giornata di apertura di Ecomondo Digital Edition, la fiera annuale della green economy di Rimini, quest’anno in versione virtuale.

La Ue prevede la riduzione al 10% massimo dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (oggi siamo al 22%) e il raggiungimento di un target di riciclo minimo del 65% (oggi siamo al 45%). Secondo il rapporto, servono fino a 70 nuove strutture fra cui 39 nuovi digestori anaerobici per il trattamento della frazione organica, per una spesa complessiva di 10 miliardi di euro.

“I fondi collegati a Next Generation costituiscono un’occasione unica per implementare una Strategia Nazionale dei Rifiuti -, evidenzia il Presidente FISE Assoambiente Chicco Testa – a patto, però, di spenderli efficacemente, privilegiando strumenti economici e incentivi/disincentivi, rispetto alla tradizionale spesa a pioggia”.

“Nella gestione dei rifiuti in Italia è centrale la questione della carenza degli impianti di trattamento, rispetto ai quali bisogna muoversi ora per riuscire a centrare i target Ue al 2035. In quest’ottica, il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un’occasione storica per mettere in campo non solo risorse, ma soprattutto riforme che consentano lo sviluppo dell’intero settore – dichiara Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia –  occorre agire subito perché l’equilibrio attuale della gestione dei rifiuti nelle regioni meridionali è apparente, dal momento che si basa sullo smaltimento in discarica e sull’esportazione. Il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare produce ricadute positive in termini ambientali, economici e sociali: la realizzazione degli impianti porterebbe a un risparmio annuo di 544.000 tonnellate di CO2 equivalente, alla creazione di posti di lavoro, a servizi più efficienti e a tariffe più basse per i cittadini”. 

Al via la campagna estiva contro l’abbandono dei rifiuti

Dal 10 luglio al 10 settembre FISE Assoambiente promuove la seconda edizione della campagna #NoLittering, Non abbandonarmi!, contro l’abbandono dei rifiuti. Quest’anno l’iniziativa, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, coinvolgerà i cittadini sui social

Estate, tempo di vacanze e di rifiuti! Ma tutti possono contribuire a un cambio di passo. Per questo, il 10 luglio, parte #NoLittering, Non abbandonarmi!, una campagna attiva sul territorio e presente sui social contro l’abbandono dei rifiuti, promossa da FISE Assoambiente, l’Associazione delle imprese che operano nei servizi di igiene ambientale, recupero e smaltimento dei rifiuti e delle bonifiche, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente. 

È l’abbandono in aree pubbliche di piccoli rifiuti come cartacce, bottiglie, gomme da masticare e mozziconi di sigarette il focus di #NoLittering. Lo scorso anno l’iniziativa lanciata sui social network ha raggiunto quasi 180.000 persone, motivo per il quale quest’anno, per rendere davvero social la propria iniziativa, cioè in grado di coinvolgere e promuovere nuovi comportamenti virtuosi, l’Associazione ha deciso di integrare gli strumenti digitali con iniziative concrete sul territorio.

Quindi, oltre alla campagna sui social network attraverso immagini e brevi video didascalici, il progetto coinvolgerà gli utenti invitandoli a immortalare concrete azioni di pulizia e di rimozione di rifiuti propri o di altri attraverso la pubblicazione di foto, taggando l’Associazione e indicando gli hashtag #pulisci&scatta #NoLittering.

FISE Assoambiente, inoltre, individuerà e adotterà tre luoghi di interesse turistico nel nord, nel centro e nel sud della Penisola, in cui promuover àfisicamente la campagna mettendo a disposizione buste per le azioni di pulizia.

«Il fenomeno del littering, l’abbandono di piccoli rifiuti senza far uso degli appositi contenitori – osserva il Direttore FISE Assoambiente Elisabetta Perrotta – è un atteggiamento particolarmente evidente nel periodo estivo, soprattutto nelle zone ricreative e nei luoghi di transito; atteggiamento che costringe molti comuni in Italia a investire cifre consistenti per gestire i rifiuti e mantenere puliti gli spazi pubblici».

È per questo, spiega Perrotta, che FISE Assoambiente ha deciso di ampliare la campagna, rinnovandola e puntando sui social per dare più visibilità all’impegno concreto dei cittadini sul territorio: «Siamo convinti che per proteggere l’ambiente sia fondamentale il contributo dei cittadini, attraverso comportamenti più ecosostenibili tesi a inserire i rifiuti nella filiera dell’economia circolare».

La campagna durerà due mesi, fino al 10 settembre, e sarà visibile sui canali social Assoambiente, oltre che sul sito  www.assoambiente.org , dove sarà disponibile per tutti gli utenti un approfondimento dedicato al tema #nolittering.

Fonte: La Stampa