Con la tariffa puntuale dimezzato il flusso di rifiuti residui a Bienno in Valcamonica

L’Unione degli antichi Borghi della Val Camonica è un’unione di Comuni che raggruppa sotto di sé sette municipi della Provincia di Brescia: Bienno, Borno, Breno, Malegno, Niardo, Ossimo e Prestine. Costituitasi nel 2010, l’Unione si pone come obiettivo, fra gli altri, quello di “migliorare la qualità di tutti i servizi erogati nei singoli Comuni ed ottimizzare le risorse economico-finanziarie, umane e strumentali impiegandole in forme unificate” (Art. 2 comma 2/a dello Statuto).

Nel rispetto dei principi statutari, l’Unione ha deciso così di uniformare il servizio di raccolta degli RSU, passando alla raccolta porta a porta ed, in prospettiva, alla tariffazione puntuale. La progettazione del nuovo servizio è stata affidata ad ESPER che, recependo i desiderata delle amministrazioni, ha redatto uno studio relativo alla situazione esistente ed  un progetto ad hoc per la realtà interessata.
Nei comuni dell’Unione il servizio di raccolta e selezione degli RSU è svolto dalla Valle Camonica Servizi srl, società interamente pubblica partecipata da 46 enti locali della Valle.  Società che si è dimostrata pronta e collaborativa nel recepire le indicazioni politiche che giungevano dalle Amministrazioni, attiva e propositiva nella fase di progettazione del nuovo servizio e nella sua fase di attuazione.
Parliamo con il dott. Bruno Poetini, Dirigente della Valle Camonica Servizi srl e responsabile del progetto esecutivo.

Qual era la situazione dei sistemi di raccolta nei Comuni dell’Unione prima della revisione del servizio?
Era una situazione estremamente disomogenea. Su sette comuni due erano a raccolta domiciliare spinta; uno aveva un servizio di raccolta domiciliare solo per il rifiuto indifferenziato e per il multimateriale, mentre la carta era raccolti con campane stradali; quattro comuni erano a raccolta interamente stradale. Su questa situazione di partenza andavano ad innestarsi altre situazioni problematiche di utenze specifiche, che complicavano ulteriormente il quadro. Dunque una disomogeneità che rendeva difficile la gestione del servizio, impedendone un’ottimizzazione sia in termini di performances che in termini economici. Partendo da questa situazione l’Unione e Valle Camonica Servizi srl hanno deciso di affidare ad ESPER un incarico per la redazione di uno studio dell’esistente, e per la redazione di un progetto che portasse tutti i Comuni ad un sistema di raccolta domiciliare di tutte le frazioni, fatta esclusione per il verde e gli sfalci che continueranno ad essere raccolti con una raccolta stradale. Questo il primo traguardo il secondo sarà, con tempi differenti dettati dalle agende politiche di ogni Comune, il passaggio per tutti i Comuni dell’Unione alla tariffazione puntuale, calcolata sul numero degli svuotamenti dei contenitori di ogni utenza.

Quali sono gli obiettivi a cui tendete? Quali gli step per raggiungerli?
L’obiettivo è l’omologazione del servizio di raccolta in tutti i Comuni, ovvero passare ovunque al porta a porta spinto su tutte le frazioni. Con tempi differenti, il passaggio alla tariffazione puntuale sarà il passaggio successivo, ma è una decisione che ogni Comune potrà prendere in autonomia. Il sistema che stiamo implementando è già predisposto per l’attivazione di un sistema di tariffazione puntuale: i contenitori che stiamo distribuendo sono dotati di trasponder UHF e alla consegna vengono già associati all’utenza e i mezzi di raccolta sono dotati della strumentazione necessaria alla lettura dei trasponder.
Ragionevolmente, l’obiettivo è di far partire entro il 2015 la raccolta porta a porta nei comuni di Breno Niardo e Prestine, che andranno ad aggiungersi a quelli a quelli di Bienno (raccolta attivata nell’ottobre scorso) e Malegno (attivazione della raccolta programmata per il prossimo marzo). Nel 2016 partiranno anche Borno e Ossimo. Per quel che riguarda la tariffazione puntuale, Bienno è già partito, Malegno partirà nel corso del 2015. Nel 2016 passeranno a tariffazione puntuale i Comuni passati al porta a porta nel 2015: Breno, Niardo e Prestine. Infine nel 2017 sarà la volta di Borno ed Ossimo.
Non nascondiamo che inizialmente c’era da parte del Gruppo Valle Camonica Servizi qualche scetticismo legato al passaggio ad un sistema di porta a porta già predisposto per la tariffazione puntuale, in particolare legato agli investimenti significativi che avremmo dovuto compiere. Per noi uno sforzo economico e finanziario ingente. Dubbi cancellati dalla bontà del progetto e dalle prime risposte che stiamo ottenendo dai Comuni dove il servizio è già attivo. Bontà del progetto e risultati che stanno spingendo altri comuni della valle a chiederci di passare ad un sistema di raccolta e tariffazione uguale a quello che stiamo attuando e attueremo con gli Antichi Borghi della Val Camonica. Penso che nel medio periodo (3-5 anni) il 50% dei Comuni della Valle avranno almeno iniziato, se non già completato, il percorso verso la raccolta porta a porta su tutte le frazioni e la tariffazione puntuale.

Quali sono i risultati raggiunti, quali gli obiettivi?
Parliamo del Comune di Bienno. Partiva da una percentuale di raccolta differenziata del 60%, raggiunta attraverso un sistema di raccolta già porta a porta su tutte le frazioni. Nel primo mese del nuovo servizio, ottobre 2014, la percentuale è schizzata al 75,4%, per poi assestarsi al 72% .
Sicuramente la percentuale è destinata a salire: ancora il servizio ha spazi di miglioramento legati ad utenze particolari che ancora presentano problematiche in via di risoluzione. Non solo: dal 1 gennaio il Comune di Bienno è passato a tariffazione puntuale. Quando il concetto del “pago per quanto produco” sarà completamente consolidato  e chiaro ai cittadini ci potrà essere un ulteriore miglioramento delle performances del sistema.

Il Comune di Bienno, circa 3600 abitanti, dunque fa da apripista per tutti i Comuni dell’Unione, per espressa volontà del Sindaco Massimo Maugeri.

Ne parliamo proprio con il Sindaco Maugeri, a cui chiediamo di presentarci il Comune.
Bienno è un comune di 3600 abitanti circa, che ha delle caratteristiche particolari, che attirano numeri significativi di visitatori.
Innanzitutto la Mostra Mercato dell’Arte e dell’Artigianato, che tutti gli anni a fine agosto attira 200.000 visitatori in 9 giorni. Ma non solo: i musei di Bienno attirano per tutto l’anno un flusso costante di visitatori.
L’aspetto spirituale è soddisfatto dalla statua del Cristo Re, che ricorda da vicino quella di Rio de Janeiro, e dalle strutture ecclesiastiche e monacali (datate a partire dal XIV secolo) che sorgono sul territorio. Inoltre è di recente nascita il progetto “Bienno Borgo degli Artisti”, un’iniziativa per la promozione di nuove produzioni artistiche e culturali, che intende esaltare il modello della “bottega d’artista”, incentivando  nuovi artisti, designers, creativi a risiedere nel centro storico di Bienno e nel contesto della Valle Camonica.
Tutto ciò incastonato in un paese dal centro storico medioevale di grandissimo pregio. L’insieme di tutte queste caratteristiche (e l’elenco non è esaustivo), ha fatto sì che Bienno sia stato inserito come rappresentante della Regione Lombardia all’interno del concorso “Il Borgo preferito dagli Italiani”, andato in onda all’interno della famosa trasmissione di Rai 3 “Alle falde del Kilimangiaro”, raggiungendo il ragguardevole risultato di Comune preferito del centro-nord Italia, quinto a livello nazionale. Oltre a questo altre importanti emittenti nazionali, come RAI2, CANALE 5, LA 7, hanno fatto tappa nel borgo attirati dalle sue peculiarità. Bienno fa inoltre parte del Club dei Borghi più belli d’Italia, del Touring Club ed è certificato Emas. Potrete trovare tutte le informazioni sul sito dedicato: www.bienno.info

Arriviamo al nuovo servizio: cosa vi ha spinto ad accelerare in maniera decisa verso una revisione del sistema di raccolta e la tariffazione puntuale?
Il Comune di Bienno già dal 2011 aveva attivato il sistema di raccolta Porta a porta spinto. Avevamo però raggiunto un livello di stallo: le percentuali di RD erano praticamente stabili intorno al 62% e non ci soddisfacevano. Quindi era necessario dare un’accelerata, e abbiamo deciso di rilanciare.
Non solo: riteniamo ineludibile l’attuazione del principio per cui “chi più inquina più paga” o meglio: chi più differenzia meno paga. È anche una questione di equità e di giustizia: chi differenzia non può pagare quanto chi decide di non farlo. Questo era un punto qualificante del nostro programma elettorale, e lo abbiamo attuato.

I risultati raggiunti vi soddisfano? Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?
Le percentuali raggiunte, ad essere sinceri sono molto buone, ma non ci soddisfano appieno: il nostro obiettivo è quota 80%. Abbiamo percorso in soli tre mesi più della metà della strada, e mi pare un buon risultato. Tanto più che ci sono una serie di piccoli problemi ancora da risolvere. Oltre ad alcune utenze specifiche, abbiamo verificato come alcuni cittadini preferiscano buttare la loro sporta dei rifiuti nei cestini stradali piuttosto che utilizzare, come dovrebbero fare correttamente, i cassonetti forniti dalla Valle Camonica Servizi. Meglio nei cestini stradali che in mezzo ai campi o nel fiume, ma comunque non si può e non si deve fare. Abbiamo fatto una campagna informativa, ora acquisteremo una telecamera mobile per controllare e sanzionare eventuali abbandoni. Ma abbiamo fiducia nei nostri cittadini, sappiamo che il problema sarà risolto.
Unendo i risultati derivanti dalla risoluzione dei problemi alla dimestichezza che i cittadini prenderanno con il nuovo servizio, siamo convinti che arriveremo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Bologna e le campane seminterrate: al via controlli contro abbandono sacchi di rifiuti in centro storico

A fronte delle criticità dopo la sostituzione dei cassonetti con isole ecologiche interrate, Hera e Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) stanno eseguendo speciali controlli per contrastare l’abbandono dei rifiuti nella zona del quartiere San Vitale interessata dal nuovo sistema della raccolta dei rifiuti con il nuovo sistema

Il comunicato del Comune di Bologna:

Per migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti, come richiesto per legge, e migliorare la qualità dello spazio pubblico, l’Amministrazione comunale ha avviato nel centro storico la sostituzione dei cassonetti con un numero 10 volte inferiore di mini isole interrate, destinate alla raccolta dei rifiuti organici, vetro e lattine. È un investimento pubblico di infrastrutturazione molto impegnativo, e per avere tutti i benefici attesi, è indispensabile il rispetto delle regole nel conferimento dei rifiuti.

A fronte delle criticità riscontrate Hera e Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) stanno eseguendo speciali controlli per contrastare l’abbandono dei rifiuti nella zona del quartiere San Vitale interessata dal nuovo sistema della raccolta dei rifiuti con il metodo porta a porta e mini isole interrate. I controlli vengono eseguiti tre giorni a settimana.

Come funziona?
Gli addetti della raccolta rifiuti notturna appongono un adesivo giallo sui sacchi che sono stati mal conferiti. I sacchi “marchiati” non vengono raccolti, ma vengono lasciati in loco in attesa del controllo delle GEV, che avviene in mattinata. Le GEV documentano con foto il mal conferimento e con la collaborazione di un addetto di Hera raccolgono i sacchi “marchiati”. L’ispezione del contenuto dei sacchi, utile all’individuazione del trasgressore e alla relativa sanzione, viene eseguita materialmente presso il termovalorizzatore di via del Frullo.

Dall’inizio dell’anno sono già stati emessi 37 verbali, che verranno notificati nei prossimi giorni. La maggioranza dei verbali (70%) sono imputabili ad attività economiche per le quali, in base al Regolamento comunale della gestione dei rifiuti, la sanzione è di 250 euro

Aumentano nel 2014 gli imballaggi immessi al consumo: + 1,85 sul 2013

Arriva un’anticipazione sulla quantità complessiva di imballaggi immessi al consumo nel 2014 nel mercato nazionale. In attesa del report ufficiale Conai, le stime parlano di un lieve aumento rispetto al 2013, quando l’immesso al consumo fu di 11,3 milioni di tonnellate. Nell’anno passato si è arrivati a quota 11 milioni e 550 mila, 250 mila tonnellate pari all’ 1,85% in più, la metà delle quali nel settore carta e cartone. Si stima che nel 2015 l’immesso al consumo sarà di 11 milioni e 700 mila tonnellate, quindi un ulteriore incremento dell’ 1,5%. Nel 2012 l’immesso al consumo fu di 11,2 milioni.

La produzione annua di rifiuti urbani in Italia è di circa 29,9 milioni di tonnellate(Rapporto ISPRA 2013). Secondo Conai, l’incidenza in peso dei rifiuti di imballaggio è di circa il 25%, in quanto una quota considerevole degli imballaggi prodotti sono “secondari” e “terziari” – usati perlopiù nel circuito industriale e commerciale – che non finiscono nei rifiuti urbani.

Novara e la sua Comunità Ecosostenibile

A cura di Giulio Rigotti (Assessore all’Ambiente – Comune di Novara), Emidio Panna (presidente Cooperativa Sociale La Ringhiera), Franco Bontadini e Anna Bruneri (Associazione Mille Citta del Sole), Sergio Capelli (tecnico E.S.P.E.R.)

Ogni anno la Fondazione Cariplo pubblica bandi finalizzati al sostegno di azioni volte ad aumentare la sostenibilità della comunità in cui si svolgono. Nel 2012 è stato pubblicato il bando “Costruire comunità sostenibili”.
Partendo dall’assunto che “l’attuale modello di sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche, oltre a produrre sprechi, inefficienze e squilibri, comporta notevoli impatti di natura ambientale. E’ quindi opportuno favorire un cambiamento nei comportamenti individuali e collettivi per realizzare modelli di consumo e di produzione più sostenibili nel tempo e più attenti ai diritti delle generazioni future”  il bando era finalizzato a “contribuire allo sviluppo di iniziative finalizzate a una gestione del ciclo delle risorse efficiente e sostenibile nelle comunità locali, la cui efficacia possa essere sperimentata, documentata e applicata in altri contesti. In particolare, verranno sostenuti progetti che propongano soluzioni efficaci e condivise alle problematiche ambientali legate ai cicli integrati di acqua, energia e rifiuti” .
ESPER ha dunque proposto al Comune di Novara di partecipare al Bando, coinvolgendo nella progettazione dello stesso l’Associazione Mille Città del Sole  di Milano (già attiva sul territorio novarese sulle tematiche relative all’energia) e la Cooperativa Sociale la Ringhiera  di Albino (BG) da anni operativa nel campo dei servizi ambientali, che ha assunto il ruolo di capofila del progetto in quanto ente no profit.
Altri partner e finanziatori del progetto sono Novamont , ASSA  (l’azienda che si occupa di raccolta e trasporto RSU a Novara), Consorzio Bacino Basso Novarese – CBBN , Società Cooperativa La Terra Promessa , Fondazione Comunità Novarese Onlus  e Acqua Novara VCO .
Viene steso un progetto che si articola in varie azioni, che interessano i temi del risparmio energetico, del corretto utilizzo dell’acqua con conseguente risparmio di risorse, dei rifiuti, partendo dalla riduzione della produzione fino al tema della raccolta. Il progetto viene approvato dalla Fondazione Cariplo, che lo finanzia con 88.000€, pari al 41% del totale dei costi del progetto.
Il progetto, denominato CEN – Comunità Ecosostenibile Novarese, prende il via ufficialmente il 13 aprile 2013, con la festa di inaugurazione del punto sostenibilità, localizzato presso la ex sede ASSA di viale Curtatone 15, che sarà il baricentro di tutto il progetto, ospitando lo Sportello Energia ed il Mercatino del Riuso. Il termine formale del progetto era il 28 febbraio 2014. In realtà molte delle azioni sono state adottate come permanenti dal Comune di Novara.
La misurabilità dei risultati ottenuti era uno dei requisiti principali richiesti dalla Fondazione Cariplo. Alla semplice contabilità legata alle azioni messe in campo si è deciso di calcolare anche l’impatto in termini di gas climalteranti. A tale scopo si è deciso per l’utilizzo di uno strumento che fosse disponibile a chiunque e che fosse validato da un ente terzo. La scelta è caduta su WARM , web-application creata e validata da EPA – United States Environmental Protection Agency .

Queste le azioni messe in campo ed i risultati ottenuti:

Rifiuti – Ecofeste
Le feste, le sagre e le varie manifestazioni sul territorio del Consorzio di Bacino Basso Novarese sono numerose e raccolgono moltissime adesioni. Il momento di aggregazione è quindi strategico per proporre comportamenti ecosostenibili e per ridurre le grandi quantità di rifiuti che si producono. Agli organizzatori vengono proposti un disciplinare ed una serie di azioni  finalizzate alla minimizzazione dell’impronta ecologica della festa stessa, con particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti prodotti nell’ambito della sagra. A fronte della sottoscrizione del disciplinare e della conseguente presa d’impegno nel mettere in campo le azioni sottoscritte, agli organizzatori viene concesso il permesso di utilizzare il logo “ECOFESTE CEN”, di poter sfruttare i canali della comunicazione istituzionale avendo così maggior visibilità, ma, soprattutto, di vedere coperti gli extra costi dovuti alle scelte verdi con una fornitura di stoviglie in Mater-Bi pari ad un massimo di 2500 coperti.
Nel corso del 2013 nove fra feste di piazza, manifestazioni culturali e sagre hanno chiesto di accedere al progetto Ecofeste-CEN (Inaugurazione CEN, Street Games, Veg Festival, Festa SEL, Novara in PiAzza, NovarArchitettura, Festa dei Popoli, ECOSOSTENIAMOCI, Gara Ciclopodistica Settembre) per un totale di 30.000 coperti.  Numeri che significano 1800 kg di plastica risparmiata, ma non solo: utilizzando stoviglie compostabili, quindi conferibili direttamente nell’umido, è possibile recuperare tutti gli avanzi, quantificabili in 200g a pasto , per un totale di 6000 kg di organico recuperato. In termini di emissioni di gas serra, significa la mancata emissione di circa 5 tonnellate di CO2 equivalenti.

Rifiuti – Mense sostenibili 
Quando è iniziata la fase di progettazione, le mense scolastiche novaresi rappresentavano già un esempio virtuoso. L’amministrazione comunale già aveva percorso la via della sostituzione delle stoviglie monouso con quelle lavabili in gran parte delle scuole. Rimanevano una scuola più piccola dove l’utilizzo delle stoviglie permanenti sarebbe stato antieconomico ed i giorni in cui per qualche emergenza si era costretti ad usare stoviglie monouso. Si è scelto di bonificare queste “piccole” sacche di in-sostenibilità con l’utilizzo di stoviglie compostabili in Mater-Bi. Non solo, si è scelto di passare in tutte le scuole comunali di Novara all’acqua in brocca.

Tali scelte non solo hanno interessato l’anno scolastico 2013-2014, ma sono state istituzionalizzate ed inserite nel nuovo bando per l’affidamento del servizio mensa nelle scuole novaresi.
In questo caso i numeri sono decisamente più importanti: nel solo primo quadrimestre dell’anno scolastico 2013-2014 sono stati serviti 360.704 pasti in stoviglie permanenti e 5.767 in stoviglie compostabili, per un totale di 22.000 kg di stoviglie di plastica non utilizzate e 78.500 kg di scarti alimentari recuperati. Tali quantità si traducono in circa 85 tonnellate di CO2 equivalenti non immesse in atmosfera.
Anche la scelta di utilizzare acqua in brocca, andando ad eliminare le bottigliette da 0,5 litri ha avuto risultati significativi. Su un totale di 366.471 pasti sarebbero state servite agli alunni 549.706 bottigliette (dati forniti dalla società appaltatrice), molte delle quali poi abbandonate sul tavolo ancora contenenti dell’acqua, per un totale di circa 13,7 tonnellate di PET. Convertito in gas climalteranti, risulta che con questa operazione si sono evitate emissioni per 8,5 tonn di CO2 equivalenti (che se le bottigliette fossero destinate ad incenerimento diventerebbero 46,9, secondo WARM).

Rifiuti – Mercatino no profit del riuso
In linea con altre esperienze attive sul territorio italiano e piemontese, si è deciso di mettere in piedi un Mercatino del Riuso. Obiettivo di queste azioni è non solo quello di intercettare beni ancora validi dal punto di vista funzionale prima che vengano conferiti come rifiuti, ma quello di avvicinare la cittadinanza attraverso il coinvolgimento e la condivisione al tema della corretta gestione dei rifiuti.
Per la formazione del personale che gestisce il mercatino ci si è rivolti ad un soggetto leader a livello nazionale come la torinese Triciclo , dal 1996 gestori di mercatini del riuso sul territorio del capoluogo piemontese. Non solo: ci si è consultati con Occhio del Riciclone , responsabile tecnico del PRISCA – Pilot project for scale re-use starting from bulky waste stream , un progetto finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Life Plus Ambiente 2011 che si propone di dimostrare la fattibilità di due Centri di Riuso, realizzati a Vicenza e a San Benedetto del Tronto, deputati ad avviare a riutilizzo i beni riusabili presenti nel flusso dei rifiuti solidi urbani e che, in assenza di una filiera organizzata, attualmente sono destinati perlopiù allo smaltimento.
I cittadini novaresi possono quindi conferire i beni che non intendono più usare e che sarebbero destinati a diventare rifiuti pur essendo ancora funzionalmente validi (mobili, piatti, posate, elettrodomestici, manufatti, oggetti elettronici…). Tali beni, selezionati, puliti e, quando possibile restaurati, venivano valutati dal gestore del mercatino. L’oggetto viene fotografato e caricato nel database e sul sito del mercatino . L’utenza ha dunque la possibilità di scegliere e prenotare gli oggetti presenti direttamente da casa propria. Ovviamente, trattandosi di mercatino no profit, la valutazione consiste in Eco-Stelline. Per ogni oggetto portato, dunque, il cittadino riceve ecostelline che può riutilizzare nell’”acquisto” di altri beni presenti al mercatino.
L’accesso ai servizi del mercatino è stato possibile grazie ad una tessera di riconoscimento personale, che ogni utente è tenuto a presentare. Attraverso questo supporto è possibile caricare in caso di deposito, sottrarre in caso di acquisto, “ecostelline” sul profilo dell’utente stesso.
Per gli utenti più avvezzi all’utilizzo di strumenti tecnologici si è provveduto alla smaterializzazione della card utilizzando un QR code sullo smartphone dell’utente stesso, attraverso il quale è possibile accedere al suo profilo personale.

Gli orari di accesso al pubblico del mercatino sono i seguenti: Giovedì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15:00 alle 19:00 e sabato, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00.
Fra l’aprile 2013 e il febbraio 2014 ci sono stati 456 accessi al mercatino, per un totale di 2122 oggetti (1620 kg) depositati. Sono stati evitate 16 tonnellate di CO2 equivalenti
Il Mercatino no profit del Riuso continua la propria attività anche dopo la fine del progetto CEN, ed è tutt’ora aperto, grazie alla collaborazione fra l’amministrazione comunale, ASSA e l’Associazione Mille Città del Sole

Rifiuti – Recupero energetico della frenata
I mezzi utilizzati per la raccolta rifiuti sono, al pari di tutti gli altri mezzi con motore a scoppio, fonte di emissioni inquinanti e climalteranti. In particolare in Comuni in cui si effettua la raccolta domiciliare, le continue frenate e ripartenze a cui sono costretti gli automezzi, fa aumentare sia i consumi di carburanti, sia le emissioni inquinanti. Nello specifico l’impianto frenante è sottoposto ad un elevato stress operativo, facendo rilevare un rapido deterioramento delle componenti usurabili e richiedendo una manutenzione molto frequente. Proprio per queste ragioni è diventato abbastanza comune il montaggio su mezzi dediti alla raccolta rifiuti di sistemi denominati “Retarder” che utilizzano l’induzione magnetica per frenare il veicolo evitando di sollecitare troppo il sistema frenante tradizionale e ridurne così i costi di manutenzione.
Allo stesso modo sono ormai disponibili sul mercato mezzi ibridi con il recupero energetico della frenata per la ricarica delle batterie dell’automezzo stesso.
Con l’assistenza tecnica di ESPER e della Cooperativa Sociale La Ringhiera, è stata proposta la sperimentazione, su due dei mezzi costipatori leggeri da 5 mc di capienza impiegati per la raccolta “porta a porta”, di prototipi dei sistemi di frenatura rigenerativa, progettati con la collaborazione del Politecnico di Milano.
Al momento sono in corso sperimentazioni su analoghi sistemi di frenatura rigenerativa in varie parti del mondo (Berlino, Baltimora, New York, Miami) ma su mezzi di maggiore dimensione (autocompattatori da 26 mc) dove l’energia utilizzata per la frenata dell’automezzo viene immagazzinata in un serbatoio a pressione idraulica e viene utilizzata in fase di accelerazione. Questi sistemi sono stati sviluppati in parallelo sia dalla Bosch Rexroth in partnership con Mercedes e Volvo , che della inglese EATON  in partnership con Crane Carrier , che dalla Parker’s RunWise in partnership con Iveco .

L’agenzia americana EPA (Environmental Protection Agency), nel corso della sperimentazione in atto su mezzi della UPS, ha certificato che tali sistemi riducono le emissioni di anidride carbonica del 40 % circa .
La particolarità più interessante è quella che questi sistemi possono essere applicati anche su un parco mezzi già esistente, migliorando i parametri di emissioni, risparmiando carico al motore termico (allungando la vita del veicolo) e limitando l’uso dei freni (allungando la durata dell’impianto frenante).
Si è dunque provveduto alla installazione del kit progettato dal Politecnico su due mezzi per la raccolta, uno che svolgesse il proprio servizio in città (ASSA) e uno che lo svolgesse fuori (CCBN). Dopo l’installazione del kit sono stati rilevati a banco consumi di carburante inferiori del 32% rispetto ai consumi standard dei mezzi impiegati su percorsi misti. Un risultato in linea con quello delle esperienze similari condotte in Europa e negli Stati Uniti ma che presenta, secondo i partner della sperimentazione, ulteriori e consistenti margini di miglioramento ottimizzando ulteriormente la tecnologia di accoppiamento e lavoro in sincrono tra il motore a dinamo alimentato da condensatori ad alta capacità ed il motore a scoppio dell’automezzo.
Restano da valutare i risultati in termini di emissioni di inquinanti, di gas serra e soprattutto quanto e come il kit influisce sulla manutenzione del mezzo.

Energia – Condominio sostenibile
E’ un’azione di informazione e formazione di condòmini, amministratori, proprietari di case. In collaborazione con ANACI (Associazione amministratori di Condominio), Mille Città del Sole individua condomìni intenzionati ad effettuare opere di manutenzione importanti, informando i rappresentanti degli stessi relativamente a quali opere si possano effettuare al fine di riqualificare anche dal punto di vista energetico lo stabile in questione. E’ stata dunque sviluppata un’azione di presentazione e discussione delle possibili forme di riqualificazione energetica (cappotto, isolamento coperture, impianti a pavimento, sistema di ventilazione con recupero di energia, ecc.), cui segue l’assistenza passo passo alle diverse fasi dell’intervento deciso dall’assemblea condominiale, dall’analisi dei preventivi per le opere alla gestione delle pratiche burocratiche volte all’ottenimento degli incentivi disponibili, dal monitoraggio dei lavori in corso fino al collaudo finale ed al monitoraggio a regime.

Acqua – Meno acqua calda negli scarichi
In collaborazione con AMFAG sono stati distribuiti ai cittadini di Novara dei kit rompigetto. Si è provveduto ad informare correttamente la cittadinanza all’installazione ed all’uso del kit stesso, chiedendo ai cittadini stessi un impegno nel monitorare i reali risparmi conseguiti con l’adozione del kit (consumi idrici e consumi energetici).
La distribuzione dei kit è iniziata con l’inaugurazione dello spazio sostenibilità, il 13 aprile 2013 ed è ancora in corso.

Acqua – Meno acqua minerale in bottiglia
In collaborazione con Acqua Novara VCO ed il comune di Novara, CEN ha supportato l’avvio di tre “case dell’acqua” presso cui i cittadini possono riempire le proprie bottiglie con acqua filtrata fresca, naturale o gassata con un costo di 0,05 euro al litro. Il risultato è stato assai incoraggiante, si distribuiscono oggi settimanalmente  ventimila litri di acqua dell’acquedotto trattata, cui corrisponde almeno il 50% di litri di acqua minerale in bottiglia di plastica  che non vengono più trasportate, né smaltite.

RASSEGNA STAMPA – Rifiuti, differenziata alle stelle grazie agli occhi del microchip

È Bienno il Comune più riciclone della Valle Camonica. Titolo conquistato dopo uno scatto da centometrista che gli è valso anche l’ingresso nel circolo dei virtuosi bresciani.
A dargli una mano a scalare l’ambita classifica, ad ottobre, il passaggio al metodo di raccolta puntuale, che ha fatto di Bienno l’ente capofila del progetto pensato dall’unione «Antichi borghi» e Vallecamonica Servizi.
IL NUOVO SISTEMA funziona secondo l’idea del più ricicli meno paghi. Grazie a un bidone, di cui è stata dotata ogni famiglia, che dispone di un microchip che calcola il numero di svuotamenti. Dentro solo l’indifferenziato. «Ad ottobre abbiamo raggiunto il 75% di differenziata – commenta il sindaco Massimo Maugeri – e raggiunto un risparmio pari al 10%. È un sistema che dev’essere ancora affinato, ma abbiamo già in mente dove e come farlo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati: la tutela dell’ambiente e il risparmio per i cittadini».
I numeri sono più che positivi se si considera che i dati dell’indifferenziato in un solo anno sono crollati: nell’ottobre del 2013 il Comune conferiva 32mila 762 chili di rifiuti generici; un anno dopo, con il sistema di raccolta puntuale, i chilogrammi sono diventati 17mila 227, ben il 47,41% in meno.
«Ma l’obiettivo che vogliamo raggiungere è quello dell’80% e sappiamo che possiamo farcela», cittadinanza permettendo. Perché anche a Bienno i furbetti (o almeno quelli che si credono tali) non sono mancati. Anche per ora il Comune ha dato il via solo al sistema di raccolta e non alla tariffazione virtuosa, che inizierà a breve. «Invito chi getta i sacchi nei cestini pubblici – chiude il primo cittadino – a conferirli correttamente perché stanno per partire controlli severi, anche con il supporto di telecamere, per punire i trasgressori con multe salate». Dopo il primo banco di prova a Bienno, verranno attivate campagne informative sul corretto conferimento dei rifiuti, oltre che repressive nei confronti di alcuni comportamenti sbagliati. Quindi si partirà anche con il sistema di tariffazione puntuale, che permetterà ai biennesi di pagare in bolletta quanto effettivamente prodotto in termini di rifiuti. Una volta che Bienno sarà a regime, saranno i comuni di Malegno e Breno a passare alla raccolta puntuale; i tempi sono ancora incerti, dipenderà molto anche dagli investimenti di Vallecamonica servizi in mezzi e bidoni ad hoc, ma di certo sarà entro la fine del 2015.

Fonte: Brescia Oggi

Come riconoscere i sacchetti giusti per la raccolta dell’organico

Le problematiche relative alla gestione e lo smaltimento dei rifiuti urbani rappresentano una delle grandi priorità ambientali dei nostri tempi poiché coinvolgono tutti gli ambiti sociali e territoriali, dalle campagne al tessuto urbano.

Nel 2008 l’Unione Europea ha promulgato la direttiva quadro sui rifiuti che sancisce la nascita di una  “società del riciclaggio“, ovvero di un contesto sociale che cerchi di minimizzare la produzione di rifiuti e lavori per sviluppare il ri-utilizzo dei materiali conferiti.

Da questo concetto nasce la necessità di promuovere e facilitare la raccolta differenziata delle varie frazioni che compongono i rifiuti solidi urbani. La raccolta differenziata della frazione organica (umido) assume un’importanza strategica ai fini della sostenibilità ambientale della gestione dei rifiuti, per i seguenti motivi:

– massimizza il recupero/intercettazione dei materiali reciclabili che altrimenti sarebbero sporchi di sostanza organica e spesso non più recuperabili.

– riduce notevolmente il peso della frazione indifferenziata da gestire. L’organico rappresenta una percentuale a peso tra il 30-40% del totale dei rifiuti.

– riduce decisamente la pericolosità dei rifiuti quando conferiti in discarica in termini di percolati ed emissioni di gas metano in atmosfera.

– riduce l’energia necessaria ad incenerire la frazione indifferenziata in quanto secca.

– riduce i costi di smaltimento poiché il conferimento in compostaggio costa circa la metà rispetto al conferimento in discarica o l’incenerimento.

– consente la produzione di compost dai rifiuti. Il compost è un ammendante per i terreni agricoli.

– consente la chiusura del circolo del carbonio, dalla terra alla terra.

La raccolta dell’organico può essere effettuata con sacchetti di carta o in sacchetti biodegradabili e compostabili. Se per i primi non esistono grosse problematiche nel riconoscimento dei sacchetti conformi, diverso è il discorso su quelli in bioplastiche.

I SACCHI DI CARTA  e SACCHETTI COMPOSTABILI devono essere   CERTIFICATI A NORMA UNI EN 13432

Facciamo un po’ di chiarezza: la biodegradabilità è una proprietà delle sostanze organiche e di alcuni composti sintetici, di essere decomposti in sostanze più semplici dalla natura, o meglio, dai batteri saprofiti, in un tempo anche molto lungo. Un materiale non biodegradabile non viene assorbito dal terreno e rimane identico nel tempo, quindi contribuisce all’inquinamento della zona dove si trova.

La compostabilità è, invece, la capacità di un materiale organico di trasformarsi velocemente in compost (cioè un terriccio usato come fertilizzante) mediante uno specifico processo di degradazione aerobica, chiamato processo di compostaggio. Tale processo sfrutta la biodegradabilità dei materiali organici di partenza per trasformarli in un prodotto finale che deve rispettare alcuni requisiti definiti dalla legge per poter essere utilizzato.

Un sacchetto compostabile non vuol dire biodegradabile. Infatti non è detto che un sacchetto biodegradabile sia anche compostabile, cioè si disintegri per il 90% in frammenti inferiori ai 2 mm, a contatto con materiali organici dopo 3 mesi e si degradi almeno del 90% in anidride carbonica in non più di 9 mesi. Spesso alcuni sacchetti, come i sacchetti in plastica additivati con ECM,  vengono spacciati per compostabili quando non lo sono ed addirittura sono riportate, in questi sacchetti, scritte che invitano ad utilizzarli per la raccolta dei rifiuti organici.

Il vero sacchetto compostabile permette, invece, di creare un rifiuto umido omogeneo dove sia contenitore che contenuto godono delle stesse proprietà di biodegradazione. Questo quindi rende più efficace la raccolta differenziata dell’umido perchè agevola la diminuzione degli scarti e aumenta i quantitativi di rifiuto organico intercettato, garantendo sempre i livelli di qualità richiesti per il compost finale.

  • controllare se il sacchetto riporta uno dei seguenti marchi:
  • controllare se il sacchetto riporta la dicitura: sacchetto conforme alla normativa UNI EN 13432-2002 o diciture similari che dichiarino la conformità a questa specifica norma

L’utilizzo di sacchetti non compostabili può essere sanzionato ai sensi del Regolamento consortile di gestione dei rifiuti urbani con una sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 25,00 a Euro 150,00. I sacchetti compostabili possono anche essere utilizzati per la raccolta del rifiuto non recuperabile.

RD: ancora un anno per adeguarsi agli obiettivi di legge

Mentre dall’Europa continuano ad arrivare deferimenti e sanzioni sul tema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, Il DDL 2093 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014)” puntava inizialmente alla proroga (fino ad otto anni) dei tempi per il raggiungimento degli obiettivi di legge di raccolta differenziata e riciclo . Proroga che, affiancata al controverso art. 35 del decreto Sblocca Italia che favorisce libera circolazione dei rifiuti nazionale e incrementa carico termico impianti esistenti, non avrebbe fatto altro che aggravare la situazione, già di per sé precaria, della gestione dei rifiuti in Italia ed in alcune zone in particolare.
Evidentemente un articolo che andava contro ogni norma Europea e che avrebbe esposto l’Italia a nuove sanzioni.
Il 13 novembre scorso la Camera dei Deputati ha bocciato la proroga per il raggiungimento degli obiettivi ex lege della raccolta differenziata, ma concede un anno di tempo agli Enti pubblici preposti per “l’adeguamento delle situazioni pregresse”.

La novità è prevista dall’articolo 23 del disegno di legge recante “Disposizioni in materia ambientale — Green Economy”, ora al vaglio del Senato, che al comma 2 stabilisce che “l’adeguamento delle situazioni pregresse, per il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata come previste dalla vigente normativa, avviene nel termine massimo di dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”.

Novità di rilievo in arrivo si segnalano anche per l’ecotassa, la tassa per il deposito in discarica dei rifiuti, in relazione al quale il Ddl prevede una rimodulazione (con riduzioni che vanno dal 30% al 70%) per i Comuni virtuosi che superano gli obiettivi di legge.

Le modifiche approvate sono state accolte anche in seno alla maggioranza che aveva partorito il testo iniziale: “Una parte fondamentale di questo disegno di legge – ha dichiarato in aula la parlamentare Chiara Braga – affronta in chiave innovativa il tema dei rifiuti (…) assumendo come guida i principi europei orientati all’impiego efficiente delle risorse, anticipando, in larga misura, i contenuti della comunicazione europea «Verso un’economia circolare». Si persegue la massimizzazione degli obiettivi di recupero della materia e incentivi per incrementare la raccolta differenziata. È bene sottolineare con forza questo punto: il testo che noi oggi approviamo elimina ogni ipotesi di riduzione o di differimento degli obiettivi di raccolta differenziata

RASSEGNA STAMPA – Nuovo piano industriale dei rifiuti, diminuiscono i costi se aumenta la differenziata

Messa da parte la bufera sollevata dai consiglieri di opposizione che, abbandonando i propri banchi, hanno causato la sospensione del consiglio per mancanza del numero legale, la maggioranza ha ascoltato la prevista relazione di Attilio Tornavacca. Il consulente della Esper (l’ente che si occupa dello studio sulla pianificazione ecosostenibile dei rifiuti) ha illustrato il piano industriale per la gestione associata dei rifiuti urbani nell’Aro Ba/1, che coinvolge i comuni di Bitonto, Terlizzi, Ruvo di Puglia, Corato e Molfetta.

L’obiettivo strategico del piano – a detta di Tornavacca – è quello di «conciliare la qualità del servizio dei materiali raccolti in differenziata con i costi da sostenere, dando priorità alla riduzione a monte dei rifiuti». Sarebbe questo, dunque, il punto essenziale su cui si dovrà focalizzare l’informazione rivolta ai cittadini e la raccolta dei rifiuti nei prossimi anni, a partire dalla massima diffusione del compostaggio domestico. «Massimizzare questa pratica» – ha detto il consulente Esper – «vuol dire consentire la riduzione dei costi di raccolta in modo sensibile».

Ma, altro punto fondamentale del servizio, occorre garantire una tassazione equa nelle diverse zone, a seconda che il servizio di raccolta differenziata si attui o meno. «Se non si eroga il servizio di raccolta nella zona esterna, mentre lo si eroga nel centro urbano, non si può chiedere di pagare la stessa tariffa della città. È necessario uno sconto importante, almeno del 25-30% per la mancata raccolta dell’umido, perché se una fetta della popolazione non può conferire l’umido, automaticamente consente al Comune un risparmio nei costi di servizio».

Tra le alte azioni possibili per ottimizzare la raccolta c’è la pratica del riuso, effettuata in centri idonei. «Questa buona pratica consente di intercettare materiali che sono considerati rifiuti, ma che invece possono essere riutilizzati, come mobili, giochi per bambini, box, televisori», ha affermato Tornavacca. Che ha aggiunto: «Un centro di riuso, realizzato nei pressi del centro comunale di raccolta, consente di intercettare quote consistenti di materiali, risparmiandone i costi di  smaltimento», con ovvio beneficio del Comune e dei cittadini.

Ma – secondo il consulente Esper – sarebbe la tariffazione puntuale la vera svolta da applicare nei Comuni, come già avvenuto in diverse regioni italiane, come il Trentino (già dal 1996), tutto in nord Italia e alcune zone del centro sud, oltre a molte nazioni europee. La ragione dell’efficacia della tariffazione puntuale sarebbe la “responsabilizzazione” del cittadino: «Ognuno ha il suo contenitore, misura quante volte lo espone e quanta volumetria consuma a sua disposizione. Questo crea incentivazione ad una maggiore attenzione al consumo. Se voglio pagare poco, non accumulo materiali non differenziabili. Perciò anche la piccola distribuzione cambia, perché mette in vendita solo il vuoto a rendere, come per esempio le bottiglie di latte in policarbonato», ha spiegato Tornavacca.

«Nel nord Europa siamo noi l’eccezione, perché continuiamo a far pagare la tassa sui rifiuti in base ai metri quadrati. Cosa c’entrano con il servizio di raccolta? È un elemento che non ha attinenza con la produzione di rifiuti e si porta dietro gravi iniquità», ha continuato il consulente, portando l’attenzione sulla tipologia di tariffazione da applicare.
Anche la Confcommercio pare sia intervenuta sulla questione, accorgendosi delle iniquità a scapito di esercenti che, pur consumando pochi rifiuti, si trovavano a pagare ingenti somme in base all’estensione dei locali.

«Nelle regioni che hanno applicato la tariffazione puntuale si paga solo sull’effettivo consumo del servizio. La Confcommercio ha chiesto al governo e ai comuni di scegliere questa strada di  buon senso, che permette alle aziende di sopravvivere, come avveniva anche con la Tarsu, per cui il Comune poteva regolare le tariffe in base alla capacità economica degli esercizi commerciali. Oggi non è più così», ha precisato Tornavacca, spiegando come, ad esempio, negozi di frutta e verdura debbano subire un aumento dei costi del 300-400%, mentre le Banche hanno usufruito di una riduzione di tre quattro volte rispetto alle somme pagate in precedenza.

La tariffazione puntuale, inoltre, fa leva sui trasponder elettormagnetici, piccoli francobolli senza batteria che costano pochi centesimi e che funzionano inviando i dati ad un’antenna, con segnali radio, in base ad un codice univoco, proprio di ogni contribuente. Con questo dispositivo, da applicare sui contenitori o sulle buste per la raccolta, l’operatore del servizio non deve leggere il codice a barre e perdere tempo a comunicare o registrare i dati, perché il segnale viene automaticamente inviato all’antenna ogni volta che il contenitore o la busta vengono esposti fuori dalle abitazioni. «Il rischio, con questo metodo, è che i rifiuti vengano lasciati ovunque, per evitare di pagare in base ai rifiuti depositati fuori dalle proprie case. Ma c’è una quota fissa che viene comunque addebitata al contribuente, in base ad un numero minimo di sacchetti calcolato per famiglia. E poi c è un sistema monitoraggio automatico contro conferimenti anonimi o irregolari», ha precisato Tornavacca.

Inoltre, con la tariffazione puntuale, anche i costi si ridurrebbero, come il consulente ha illustrato attraverso un grafico. I Comuni che applicavano questa tipologia di tariffa, pagavano tra i 30 e i 50 euro in meno a famiglia all’anno. «Questo accade perché si paga vuoto per pieno. La tariffa non è correlata al peso ma al numero di volte in cui il contenitore viene esposto, con un conseguente risparmio anche dell’ente che raccoglie. Dunque si conciliano i costi contenuti con livelli di qualità e di raccolta differenziata molto elevati», ha concluso il consulente Esper. Il quale non ha mancato di far notare come, sulla tassa dei tributi e sui costi sostenuti dal Comune, pesino anche le tariffe dei centri di compostaggio dei rifiuti. Tariffe raddoppiate negli ultimi tempi, perché in provincia di Bari esiste un solo impianto di compostaggio per la raccolta differenziata dell’umido. Infine – ha sottolineato Tornavacca – i costi aggiunti per il personale impiegato per la raccolta porta a porta, che sarà estesa anche al centro urbano, verranno ammortizzati già dal secondo anno di attività, con il conseguente aumento della raccolta differenziata.

RASSEGNA STAMPA – Porta a porta allargato, nuove tecnologie e tariffa puntuale: ecco il piano industriale dell’Aro

La ratio è chiara: aumento della raccolta differenziata per scongiurare l’incubo ecotassa, diminuzione dei costi dello smaltimento dei rifiuti, maggiore occupazione (le previsioni parlano di un incremento del personale del 30%), maggior rispetto delle pratiche e delle tutele ambientali, nonché tecnologie all’avanguardia. Come quelle per esempio, che riguarderanno la raccolta condominiale: via i bidoni della spazzatura (scompariranno per sempre) e raccolta del rifiuto attraverso rastrelliere dove ogni condomino potrà mettere il rastrellino, oppure con un punto di aggancio dotato di codice personale che farà pagare soltanto chi si comporta non secondo le regole.
Il piano industriale dell’Aro Bari 1 (Corato è il capofila, poi Terlizzi, Bitonto, Ruvo di Puglia e più tardi anche Molfetta) sembra essere davvero quella rivoluzione copernicana che dal 1°gennaio 2015 cambierà radicalmente il modo di raccogliere e trattare i rifiuti.
Ma cosa è l’Aro? Sarà una società che si chiamerà “Servizi ambientali del nord barese Spa” e avrà sede nell’Asipu di Corato (l’unica azienda che raccoglie rifiuti in grado di creare profitti e reinvestire, e che ha fatto salire alle stelle la raccolta differenziata a Ruvo, ndr). Sarà una Spa con capitale sociale di 100mila euro e i comuni parteciperanno con possesso di azioni in proporzione agli abitanti riferiti all’ultimo censimento del 2011.
Tutto deve essere pronto entro fine anno. Una volta creata la società, sarà affidato il servizio di raccolta dei rifiuti sulla base di un progetto chiamato appunto “Piano industriale”, che deve essere approvato dai Consigli comunali.
«I punti forti del Piano industriale dell’Aro – ha spiegato Attilio Tornavacca, esperto della Esper che ha messo a punto il documento di 381 pagine, a margine del Consiglio comunale di ieri – sono la raccolta porta a porta totale, il compostaggio domestico (anche sfruttando l’impianto che a breve sarà aperto a Molfetta, ndr), i centri del riuso, la raccolta dell’umido al di fuori dei centri urbani e la tariffazione puntuale». E sarebbe questa la vera novità, «perché – ha illustrato Tornavacca – per la prima volta non si pagherà più in base ai metri quadrati dell’abitazione ma in base all’effettivo conferimento dei rifiuti, e consentirà ai cittadini di cambiare le scelte di consumo e i suoi comportamenti. In Francia è una pratica obbligatoria, mentre in Italia è presente fin dal 1986 in Trentino. I risultati sono incoraggianti, perché tutti coloro che hanno abbracciato questa tariffa hanno portato alle stelle la raccolta differenziata, con percentuali ben sopra l’80%».
Tornavacca, poi, ha ammesso che i risultati da raggiungere non saranno immediati: «Il primo anno– ha chiarito – sarà per forza di transizione, con un inevitabile aumento dei costi per via degli investimenti che faremo in personale e in tecnologie, ma già dal secondo anno si andrà a pieno regime con la nuova raccolta. In realtà, già dal secondo semestre del primo anno i primi risultati inizieranno a vedersi. I cittadini? Saranno sensibilizzati e informati a dovere, e non subiranno per tanto tempo i contraccolpi per questi cambiamenti».
Chiusura dedicata a Bitonto: «Sarà la città – ha concluso – in cui si vedranno meglio gli effetti di questo nuovo servizio».

RASSEGNA STAMPA – Raccolta differenziata e tariffazione puntuale, i tratti principali del piano industriale Aro

Una seduta di consiglio finalizzata a chiarire lo stato dei fatti riguardo all’Aro (Ambito di raccolta ottimale) e alla futura gestione dei rifiuti. Ad illustrarne gli aspetti salienti Attilio Tornavacca, l’esperto della Esper spa (ente esterno chiamato a redigere gli atti occorrenti alla fase esecutiva dell’Aro).

Dopo aver atteso per circa un’ora Tornavacca, impegnato a Terlizzi per lo stesso tipo di incontro consiliare, ad aprire la seduta è stato il sindaco Mazzilli. Nel suo intervento il primo cittadino ha ripercorso i vari passaggi che, in circa otto anni, hanno portato Corato nell’Aro Bari 1 – composto anche da Ruvo di Puglia, Terlizzi, Bitonto e Molfetta – ad essere riconosciuto come l’unico comune che dispone di un’azienda (l’Asipu), che ha un valore pare i 2,4 milioni di euro ed è in grado di creare profitto e reinvestire. A testimonianza di questo anche il fatto che, ormai da tre anni, l’Asipu gestisce la raccolta rifiuti del comune di Ruvo.

Come sottolineato in passato dal Movimento 5 stelle, una scadenza incombe sui cinque comuni dell’Aro: entro il 31 dicembre devono costituire una nuova società in grado di fornire il servizio, pena l’esclusione dai 10milioni di euro derivanti da finanziamenti regionali. In prima battuta Molfetta rimarrà fuori dalla società a causa di problemi legati alla sua vecchia azienda di gestione rifiuti.

Le principali caratteristiche della società. «Si chiamerà “Servizi ambientali del nord barese Spa” – ha annunciato il sindaco – e avrà sede nell’Asipu di Corato. Sarà una Spa con capitale sociale di 100mila euro e i comuni parteciperanno con possesso di azioni in proporzione agli abitanti riferiti all’ultimo censimento del 2011. Questa proporzione si manterrà anche al momento del voto in assemblea.

Entro il 31 dicembre dovremo approvare lo statuto con i vincoli che obbligano il consiglio di amministrazione ad essere sotto strettissima sorveglianza dei soci. Per esempio, operazioni superiori a 100mila euro necessiteranno dell’approvazione dei soci. Lo stesso varrà per piani strategici, organizzazione del personale e via dicendo».

«L’Asipu – precisa Mazzilli – in questi anni si è capitalizzata e sarà messa a servizio delle nuova società nel periodo di transizione. Questo potrà comportare una remunerazione che porterà un vantaggio economico al comune di Corato».

Costituita la società, sarà affidato il servizio di raccolta dei rifiuti sulla base di un progetto chiamato “Piano industriale” che successivamente sarà sottoposto all’approvazione dei cinque consigli comunali. L’obiettivo principale del Piano è quello di aumentare le percentuali di raccolta differenziata per evitare l’ecotassa.

«Al momento – ricorda il sindaco – siamo in regime di deroga perchè dobbiamo raggiungere il 65 % di raccolta differenziata. Secondo i dati della Regione al momento Corato è al 39 %, un 10 % in più rispetto al 2013. Di questo non posso che ringraziare i cittadini e scusarmi per i disagi che a volte si verificano. Abbiamo investito capitale nell’incremento del “porta a porta” ma c’è già stata una riduzione del peso dei rifiuti in discarica».

I principi fondanti del “Piano industriale”. Tornavacca ha puntato a chiarire alcuni concetti chiave del Piano. In primis la necessità di intendere il rifiuto come elemento che può essere governato con un’azione di riduzione a monte. Due mezzi prima di tutto: «il compostaggio domestico sostenuto (con incentivazione economica) e il riuso dei manufatti, dei rifiuti speciali (pensiamo anche a mobili e giochi dismessi). In alcuni comuni vengono addirittura censiti per poter essere poi resi disponibili.

Così possiamo parlare di un buon risultato, non solo se aumentiamo le percentuali di differenziata ma se riusciamo a trovare un buon equilibrio tra costi e qualità del servizio».

Un altro punto fermo del Piano è la tariffazione puntuale, l’elemento di maggiore innovazione. Tornavacca: «è un cambio epocale per la Puglia. Non pagare più in base ai metri quadri dell’appartamento ma in base all’effettivo conferimento dei rifiuti. Nei altri paesi europei è così. Una richiesta che viene anche dal mondo imprenditoriale».

Il costo in bolletta del servizio varierà anche in base al luogo di residenza: «chi abita in campagna – aggiunge Tornavacca – non vedrà ritirato l’umido ma avrà uno sconto in bolletta di circa il 25-30%».

Interrogato dal consigliere Mazzone (Un cantiere in comune), Tornavacca ha concluso spiegando che «in caso di problemi o segnalazioni i cittadini potranno rivolgersi ad un numero verde e – con massima trasparenza – verificare se si tratta di disservizio reale attraverso il controllo effettuabile con il gps».

Fonte: Corato Live