#SaveTheDate – Esperti di fama internazionale ad Isola delle Femmine e San Vito per una Sicilia turistica a Rifiuti Zero

Da Isola delle Femmine e San Vito Lo Capo parte la riscossa della Sicilia per una regione turistica finalmente libera dai rifiuti. Enti pubblici, associazioni ambientaliste locali e partner del settore della raccolta differenziata a livello nazionale ed internazionale si sono uniti per la realizzazione di tre giornate di eventi che vedranno protagonisti esperti nel settore di fama nazionale e internazionale.

isola-delle-femmineIl programma sarà inaugurato,venerdì 7 ottobre alle ore 9, dalla eco-traversata a nuoto da Cinisi a Isola delle Femmine di Enzo Favoino, coordinatore del comitato scientifico di Zero Waste Europe, inserito tra i 50 “Pionieri del Riciclo” scelti a livello nazionale. Favoino attraverserà il golfo nuotando per circa 9 chilometri dal tratto di mare antistante l’aeroporto Falcone-Borsellino fino ad Isola delle Femmine con l’intento di sensibilizzare sulla pulizia del litorale e sulla raccolta differenziata. Durante la nuotata saranno coinvolte le associazioni e le scuole dei vari paesi del golfo (Cinisi, Carini, Capaci, Isola delle Femmine) che saranno impegnate nella pulizia del litorale. “Sarà una giornata di sensibilizzazione e di azione collettiva”, spiega Enzo Favoino, “il tema sta diventando uno degli assi portanti, ed un importante strumento di promozione, delle iniziative globali di lotta al ‘littering’,  l’imbrattamento di mari,  litorali,  campagne e boschi con rifiuti, plastici ma non solo. Iniziative che intendono convergere, a medio termine, in una grande giornata mondiale di ‘Clean up’, di pulizia dell’ambiente, nel Settembre 2018, in cui si mira, per iniziativa del network Mondiale ‘Let’s do it, world’ a coinvolgere 380 milioni di persone (5% della popolazione mondiale) in un evento planetario”.

san-vito-lo-capoL’evento clou del programma si svolgerà invece sabato 8 ottobre, a San Vito Lo Capo, presso il centro “Padre Anselmo Caradonna”, dove, a partire dalle 10 del mattino, si terrà un incontro-dibattito sul tema “Turismo e raccolta differenziata”. L’appuntamento vedrà la partecipazione di esperti di fama nazionale ed internazionale nel campo della raccolta differenziata tra cui Enzo Favoino, Walter GiacettiSalvatore Genova. Saranno presenti i sindaci di San Vito Lo Capo, di Isola delle Femmine e di Paceco, quest’ultimo anche nella qualità di presidente dell’Unione dei Comuni Elimo Ericini, nonché Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia, e Giuseppe D’Angelo, presidente di Rifiuti e Spreco Zero Onlus, che racconterà l’esperienza di Isola delle Femmine e i risultati raggiunti nella raccolta differenziata. A moderare l’incontro sarà il giornalista Max Firreri. Nel pomeriggio è prevista una tavola rotonda con sindaci e tecnici comunali per fare il punto della situazione sull’emergenza rifiuti in Sicilia.

“Il convegno prende le mosse, a partire dai buoni esempi già presenti anche in Sicilia, da quello che già amministrazioni, comunità, attività possono fare ‘dal basso’ per migliorare la propria gestione dei materiali post consumo (quelli tradizionalmente definiti “rifiuti” ma che rifiuti non devono essere considerati fino a quando sono suscettibili di valorizzazione) e con essa, migliorare le proprie economie ed i costi connessi, creando peraltro lavoro, oltre alla sostenibilità ambientale”, spiega Enzo Favoino, “ma certamente, vista la congiuntura regionale delicata, sarà anche l’occasione per sviluppare qualche riflessione in merito agli errori passati, alle previsioni dei Piani vigenti ed a come uscirne”. Dello stesso parere è Walter Giacetti: “È un iniziativa ricca di proposte concrete che tocca uno dei temi di maggiore attualità oggi in Sicilia, rivolta a tutta l’opinione pubblica e non solo ad esperti del settore in un momento cruciale e decisivo per il futuro della gestione rifiuti in Sicilia”, commenta Giacetti, “credo che la soluzione del problema non possa prescindere dalla valutazione e consapevolezza dei fallimenti del passato ma anche dalla conoscenza degli esempi di successo che possono guidare le attuali e future scelte”.

A chiudere il programma sarà la passeggiata lenta alla Riserva Naturale di Monte Cofano, che si terrà domenica 9 ottobre alle 8. Per maggiori informazioni e prenotazioni bisogna chiamare al numero 347 5165661 o scrivere a info@elbahira.it. Ma conosciamo meglio gli esperti che prenderanno la parola durante il convegno su “Turismo e raccolta differenziata”:

enzo-favoinoEnzo Favoino. Opera dal 1990 in qualità di tecnico e ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, un centro di ricerca che ha avuto un ruolo fondamentale in Italia ed Europa per lo sviluppo ed il consolidamento delle pratiche di raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio, riduzione.  In tale ruolo ha contribuito ad attivare e consolidare le esperienze più avanzate di raccolta differenziata e recupero,  inclusa la progettazione delle raccolte in grandi Città italiane (come Milano e Parma) e l’attivazione di strategie e pratiche Rifiuti Zero (in Italia ed all’estero, ad es. Lubiana e la Slovenia). Da tempo ha portato le competenze e conoscenze sviluppate anche in ambito internazionale, operando per la definizione di strategie di sostenibilità, la realizzazione di circuiti pilota di raccolta differenziata e compostaggio, la definizione della legislazione di settore, la formazione di tecnici e decisori. E’ tra i fondatori dell’ECN (European Compost Network) ed è stato membro del Comitato Scientifico della Agenzia Nazionale di Protezione Ambientale ed è attualmente il coordinatore del Comitato Scientifico di Zero Waste Europe. Inoltre ha operato ed opera spesso a supporto della Commissione Europea e delle altre istituzioni comunitarie. Per il ruolo innovatore nei sistemi di raccolta differenziata e riciclaggio, nel 2007 Favoino è stato inserito tra i 50 “Pionieri del Riciclo” scelti a livello nazionale, ricevendo il relativo premio.

walter-giacettiWalter Giacetti. Responsabile R&S Etra e Amministratore Unico di Sintesi sr, è ingegnere chimico e dottore di ricerca. Fin dal 1995 ha avviato e in seguito sviluppato la gestione del ciclo rifiuti urbani implementando la raccolta differenziata integrata in un bacino di oltre 500.000 abitanti fino ad assumere la completa responsabilità periodo (2008-2013) in qualità di Direttore della Divisione Ambiente per la societàETRA spa. Da novembre 2007 ricopre ininterrottamente il ruolo di membro del Comitato Tecnico del Consorzio Nazionale Compostatori. Da Novembre 2014 è membro del Comitato di Verifica organo previsto dall’accordo ANCI-CONAI. Sintesi srl, di cui ETRA spa è socio unico, è nata nel 2001 e opera nel campo della consulenza e supporto relativamente ai servizi connessi alla gestione dei rifiuti dell’energia, all’efficientamento energetico e al contenimento della produzione di CO2. In tale veste è stato redattore o coordinatore, in diverse realtà territoriali a livello Comunale, Provinciale, d’Ambito e Regionale, di numerosi progetti e studi finalizzati all’implementazione di servizi innovativi di gestione dei rifiuti tra i quali si può citare il Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Basilicata (approvato ad agosto 2016) con il ruolo di responsabile coordinatore.

salvatore-genovaSalvatore Genova. Direttore tecnico ESPER. Ha maturato esperienze nella gestione ambientale di organizzazioni pubbliche, specie nell’ambito dei rifiuti urbani. Collabora con la ESPER dall’anno 2007 e si è occupato della redazione di vari studi di settore ed in particolare delle attività di Valutazione Ambientale Strategica per la redazione del Piano Rifiuti della Provincia di Taranto e di attività di sviluppo delle iniziative di riduzione e gestione dei Rifiuti Urbani e della progettazione di servizi di raccolta differenziata domiciliare dei rifiuti in realtà molto complesse.

 

 

Fonte: Il Giornale di Isola

Porta a porta e maggior concorrenza: la via tracciata dall’Antitrust

Nell’agosto del 2014, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha
avviato un’Indagine conoscitiva nel settore della gestione dei rifiuti urbani, a seguito di numerose segnalazioni che suggerivano la presenza di diverse criticità concorrenziali nel settore.

L’analisi fatta si basa su alcuni paradigmi che riportiamo testualmente. Paradigmi che vanno a smentire i luoghi comuni che per troppi anni abbiamo sentito ripetere.

1. La raccolta porta a porta è la miglior opzione: “la quota di differenziata e di riciclo, in base alle indicazioni contenute nell’Indagine, potrebbe essere ulteriormente incrementata attraverso la raccolta “porta a porta”: questa risulta al momento la più costosa, ma complessivamente realizza una gestione dei rifiuti più economica (perché produce valore) e più ecologica (perché promuove l’uso di prodotti riciclati).

2. IL sistema CONAI deve essere superato e si deve creare un mercato 
Questo modello ha contribuito significativamente all’avvio e al primo sviluppo della raccolta differenziata urbana e del riciclo in Italia. Ma ormai sembra aver esaurito la propria capacità propulsiva e produce risultati non più al passo con le aspettative. Il finanziamento da parte dei produttori (attraverso il sistema CONAI) dei costi della raccolta differenziata non supera il 20% del totale, laddove invece, dovrebbe essere per intero a loro carico. Inoltre, anche se in Italia si ricicla nel complesso il 68% degli imballaggi immessi al consumo (dati 2014), l’intervento diretto di CONAI riguarda solo poco più della metà di tale attività (il 33%, infatti, sarebbe riciclato comunque attraverso un sistema “spontaneo”).
L’esperienza di altri Paesi Europei offre utili suggerimenti per una riforma che ampli gli spazi per la concorrenza in coerenza con gli obblighi ambientali dei produttori. Il modello verso il quale muoversi dovrebbe essere la creazione di un mercato dei sistemi di gestione (cosiddetti compliance scheme) che, in concorrenza tra loro, offrano ai produttori di imballaggi il servizio di gestione dei relativi rifiuti.
Nel medio-lungo periodo, e mantenendo gli opportuni obblighi di servizio pubblico, sarebbe poi opportuno conferire ai compliance scheme, finanziati dai produttori, la piena responsabilità finanziaria e gestionale della frazione della raccolta differenziata costituita dagli imballaggi confluiti nella raccolta urbana, inclusa la gestione della raccolta, lasciando nella responsabilità degli Enti Locali (e – in sostanza – dei cittadini utenti) soltanto la gestione e i costi della raccolta della frazione indifferenziata e della frazione organica.

Leggi la nota stampa dell’AGCM

Scarica una sintesi dell’indagine

Scarica il testo integrale dell’indagine

Filiera rifiuti e occupazione. RD: se l’Italia rispettasse gli obiettivi europei, 50.000 posti di lavoro in più

Pubblichiamo una sintesi dello studio di ESPER sulle possibilità lavorative legate ad una corretta gestione dei rifiuti

Studio elaborato da Ezio Orzes, Lucia Michelini, Fabio Gasperini, Attilio Tornavacca e Salvatore Genova. Anno 2015

L’odierna politica ambientale dell’Unione europea sta puntando alla realizzazione di azioni connesse alla gestione dei rifiuti che portino ad un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse. Infatti, essendo la perdita di risorse preziose una costante delle nostre economie, la domanda di materiali finiti o scarsi continua ad aumentare con la conseguenza inevitabile che la pressione su queste risorse degrada e indebolisce l’ambiente. In questo contesto, l’Europa sta esortando le comunità ad agire per progredire verso un’economia maggiormente imperniata sul riutilizzo e sul riciclaggio di alta qualità delle risorse e molto meno sulle materie prime, la cosiddetta economia circolare.
Il presente studio si colloca in questo contesto, ponendosi come obiettivo quello di valutare le esternalità positive connesse alla gestione dei rifiuti urbani, analizzando, in particolare, i possibili posti di lavoro ottenibili dalle varie fasi di lavorazione dei RSU. A tal fine, sono stati ipotizzati vari metodi di calcolo che hanno portato alla definizione di tre ipotesi di bilancio.

Una prima ipotesi prevede degli scenari dove, ad una produzione costante di rifiuti urbani pari a quella registrata nell’anno 2013, corrispondono dei valori incrementali di %RD raggiungibili nell’intero territorio nazionale. Gli scenari proposti dall’analisi prevedono quattro livelli di %RD: 42,3% (situazione al 2013, in Italia), 65%, 70% e 80%. L’analisi, poi, applica ad ogni scenario di %RD dei coefficienti occupazionali ottenuti dalla media dei valori citati dalla letteratura e necessari per stimare i posti di lavoro potenzialmente ottenibili dalle attività di raccolta, riciclaggio, industria manifatturiera materie seconde, smaltimento in discarica e incenerimento. I risultati mostrano che con una RD pari all’80% si potrebbero creare un totale di 269.064 posti di lavoro, di cui 251.008 destinati alle attività di raccolta e industria manifatturiera delle materie seconde, 6.216 allo smaltimento in discarica e 11.840 all’incenerimento dei RSU. Questo calcolo mostra chiaramente come all’aumentare del grado di %RD, e a parità di produzione nazionale di RSU, corrisponda un diretto aumento delle unità lavorative connesse alle fasi di raccolta, riciclaggio, industria manifatturiera delle materie seconde, a discapito delle attività legate allo smaltimento in discarica e all’incenerimento dei rifiuti.

La seconda analisi fa una proiezione all’anno 2020 e per stimare i potenziali posti di lavoro applica ai dati di %RD e di produzione di rifiuti urbani degli anni 2013 e 2020 i coefficienti di conversione citati in letteratura per le attività di raccolta, trattamento rifiuti e per la lavorazione delle materie seconde. Dalla produzione totale di tonnellate di rifiuti urbani la presente analisi arriva a stimare la presenza di circa 69.110 posti di lavoro totali al 2013 e la possibile creazione di 118.088 posti al 2020. I risultati raggiunti illustrano che dal 2013 al 2020, a fronte di un ipotetico aumento della %RD dal 42,3 all’82%, il fabbisogno occupazionale legato alle attività di raccolta e trattamento e lavorazione delle materie seconde, potrebbe aumentare di circa 48.978 unità lavorative.

La terza ipotesi, infine,  si concentra in un primo momento sulla fase della raccolta/conferimento dei R.S.U. per passare poi ad analizzare le attività di post-raccolta/conferimento. Unendo i due aspetti dell’occupazione collegata ai RSU si ha il quadro complessivo delle opportunità di lavoro generate dai rifiuti. Per il territorio nazionale, raggiungendo i limiti indicati come obiettivo dalla legge (65%), si otterrebbero un totale di 126.550 posti di lavoro e, con una RD all’80%, ben 156.064. Questo scenario mostra che promuovere pratiche virtuose per ridurre lo spreco energetico e di materie prime attraverso il riuso e il riciclaggio, riduce la cattiva occupazione legata alle attività della gestione del secco (discariche e inceneritori) e fa crescere la buona occupazione.

Lo studio conclude che, attraverso una prima analisi del contesto tramite le fonti bibliografiche attualmente presenti e dalle stime successivamente eseguite, un modello economico-sociale dove sia privilegiata una gestione virtuosa dei rifiuti può avere degli effetti importanti per la ripresa economica del Paese e degli Stati membri in generale. Inoltre, i risultati ottenuti evidenziano che cogliere gli obiettivi UE sulla gestione efficiente delle risorse porterà a delle consistenti ricadute positive in termini occupazionali e che migliorare l’efficacia e la qualità delle pratiche di differenziazione dei rifiuti significa anche favorire filiere produttive di qualità, svuotando quelle a maggiore impatto ambientale e sociale come inceneritori e discariche.
In generale il presente rapporto enfatizza la necessità di (i) avere a disposizione dei dati certi di riferimento, dove le informazioni siano reperite non solo da fonti bibliografiche ma anche da studi legati a realtà locali, di (ii) trovare metodi standard di analisi e raccolta dati e di (iii) avere dei parametri condivisi di normalizzazione per iniziare a delineare un quadro conoscitivo di riferimento e, se non completo, quanto meno attendibile. Queste informazioni, se meglio approfondite, potrebbero rappresentare uno strumento decisivo per guidare legislatori e attori politici verso l’adozione di pratiche sostenibili per l’ambiente e che possano contribuire alla ripresa economica negli Stati membri.

IPOTESI 1: Possibili posti di lavoro ottenibili in Italia con vari scenari di %RD, per le attività di raccolta e industria manifatturiera delle materie seconde, smaltimento in discarica e tramite incenerimento.

IPOTESI 3: Posti di lavoro totali in Italia con una RD del 65% e 80%.

Scarica lo studio integrale (.pdf – 3MB)

10 anni di ESPER

Esper compie dieci anni. Abbiamo deciso di celebrare questa importante scadenza in compagnia dei nostri coetanei di Associazione Comuni Virtuosi pubblicando un libro che racconta i nostri “Dieci anni di percorsi virtuosi verso Riduzione, Riuso, Riciclo e Tariffazione Incentivante”.

Ma a raccontare tali percorsi sono intervenuti con le loro preziose testimonianze i reali protagonisti, gli attori principali di queste attività: amministratori e tecnici, presenti e passati. Tutti uniti da una caratteristica comune: sono stati il motore dei cambiamenti sul loro territorio.

L’introduzione e scritta da un compagno di strada eccellente: il premio Goldman Environmental Prize 2013 per l’ambiente Rossano Ecolini, presidente di Zero Waste Europe, Zero Waste Italy e coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori.

La pubblichiamo qui di seguito:

Da anni Zero Waste Italy lavora perché la strategia “rifiuti zero”, attualmente il modo più veloce ed economico attraverso cui i governi locali possono contribuire alla riduzione dei cambiamenti climatici, alla protezione della salute, alla creazione di posti di lavoro “verdi” e alla promozione della sostenibilità locale, sia diffusa ed ottenga nuove e numerose adesioni. Siamo convinti che la gestione sostenibile delle risorse passi attraverso il raggiungimento di tre obiettivi generali:
1. responsabilità dei produttori, a monte del processo produttivo: produzione e progettazione industriale;
2. responsabilità della comunità, a valle: modelli di consumo, gestione dei rifiuti e smaltimento;
3. responsabilità della classe politica, per coniugare responsabilità industriale e della comunità in un contesto armonioso.
Insomma riduzione, riuso e riciclo sono tre parole d’ordine di importanza fondamentale. Nel 1996, grazie al movimento “Non bruciamoci il futuro”, viene sconfitta l’ipotesi di costruzione di un inceneritore nel Comune di Capannori . Non ci accontentiamo del successo ma iniziamo a lavorare per la creazione di reali alternative all’incenerimento fondando il Centro di Ricerca Rifiuti Zero quale primo esempio di centro di questo genere in Europa. Proprio su questi temi abbiamo avviato un percorso a Capannori e nella nostra strada verso un futuro di sostenibilità abbiamo più volte collaborato con l’Associazione Comuni Virtuosi (di cui Capannori fa parte) e con i tecnici della ESPER nelle nostre iniziative di formazione tecnica degli aderenti al movimento rifiuti zero, in particolare quando abbiamo promosso l’introduzione della tariffazione puntuale nel Comune di Capannori ( uno dei 10 passi fondamentali della strategia verso rifiuti zero), anche grazie al prezioso e qualificato supporto tecnico della ESPER.
La tariffazione puntuale era l’obiettivo che, dopo l’adozione della raccolta porta a porta, ancora mancava a Capannori per garantire trasparenza ed equità contributiva agli utenti e permettere l’ulteriore ottimizzazione del servizio di raccolta con un conseguente contenimento dei costi e delle emissioni ad esso collegate. Un passo fondamentale, capace di scatenare reazioni sinergiche e virtuose non solo nella cittadinanza, ma anche nel tessuto produttivo. Le ormai numerose esperienze in Italia e soprattutto in Europa, come anche gli studi di ESPER riportati in questa pubblicazione, dimostrano: il meccanismo incentivante per cui si paga in base alla reale produzione di rifiuti, e dunque al reale utilizzo del servizio di raccolta, non modifica solo le abitudini del cittadino per quel che riguarda la raccolta e la gestione dei propri rifiuti, ma anche e soprattutto quelle di acquisto.
Anche a Capannori a seguito dell’adozione della Tariffa puntuale in cittadini privilegiano sempre di più l’acquisto di prodotti con meno imballaggi, con imballaggi facilmente differenziabili, di prodotti sfusi.
È quello che avviene dove la tariffa puntuale è attiva da molto tempo, come in Trentino Alto Adige. Gli esempi non mancano: la tariffazione puntuale è stata in grado, ovunque sia stata implementata, di attivare le migliori sinergie fra buone pratiche di riduzione, riuso e riciclo. Buone pratiche che devono essere condivise, diffuse, affinate ulteriormente. Questo è il lavoro che il movimento internazionale Rifiuti Zero (che in Italia conta su 218 amministrazioni locali impegnate ad applicare concretamente questa strategia) sta promuovendo incessantemente per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni ed anche l’azione di diffusione di buone pratiche che ESPER sta operando anche fuori dai confini nazionali, in Croazia, Slovenia e San Marino, sta contribuendo al consolidamento internazionale di questo percorso virtuoso.

Scarica “Dieci percorsi virtuosi verso Riduzione, Riuso, Riciclo e Tariffazione Incentivante”