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Il PET è la plastica più riciclabile e riciclata, ma potrebbe essere più circolare

Quanto è effettivamente circolare il PET? Quante bottiglie vengono effettivamente raccolte per il riciclaggio? Quanto PET viene effettivamente riciclato? E quanto di quello riciclato viene utilizzato nella produzione di nuove bottiglie? Un rapporto pubblicato oggi da Zero Waste Europe e da Eunomia Research & Consulting getta nuova luce sulla riciclabilità di questo diffusissimo polimero

Un nuovo rapporto pubblicato oggi da Zero Waste Europe e da Eunomia Research & Consulting,  “Quanto è circolare il PET?”, offre uno spaccato sul reale stato di circolarità del polietilene tereftalato in Europa. Un focus su quante bottiglie, e quindi quanto PET, si raccoglie per essere avviato al riciclo, quanto ne viene effettivamente riciclato e quanto del PET riciclato viene poi utilizzato nella produzione di nuove bottiglie.

La plastica più raccolta e più riciclata

Iniziamo col ricordare che il PET è il polimero ampiamente utilizzato nella produzione di imballaggi monouso come per le bottiglie per bevande e come fibre di poliestere nella produzione tessile. Ed è anche il polimero maggiormente raccolto – insieme al PP, Polipropilene, e al PE, polietilene a bassa ed alta densità (rispettivamente LDPE e HDPE in sigla) – e il più riciclato a livello globale.

Tuttavia la situazione che emerge dal rapporto non è esaltante, in quanto la maggior parte del polietilene tereftalato recuperato dalle bottiglie in Europa non ritorna sotto forma di materia prima seconda, o rPET, nella produzione di nuove bottiglie in PET.

Per migliorare e spingere al massimo la circolarità del PET – avverte lo studio – si dovranno apportare alcuni necessari e significativi miglioramenti nel design degli imballaggi in PET e nei sistemi di raccolta e riciclaggio.

Fonte: Zero Waste Europe – Eunomia Research & Consulting

Leggi anche lo speciale Deposito su cauzione

 I punti chiave dello studio 

Vediamo nel dettaglio i risultati chiave emersi dal report.

  • La maggior parte del PET riciclato recuperato dalle bottiglie in Europa viene utilizzato in altre applicazioni di qualità inferiore come vassoietti, film, reggette o prodotti tessili, mentre le nuove bottiglie immesse sul mercato contengono in media solamente il 17% di PET riciclato, nonostante il tasso di riciclaggio del PET si attesti sul 50% circa;
In blu il PET per bottiglie, in azzurro per il resto dei prodotti (migliaia di tonnellate).
Di cui i 60% raccolto tra bottiglie e il resto imballaggi.
Di cui una parte persa nel processo selezione (tappi, coperchi e etichette) e di riciclo complessivo.
Del 50% di riciclo da bottiglie solo il 17% va a creare altre bottiglie. Una quota va per fare altri imballaggi e tessile e una parte si perde nel processo di estrusione/riciclo. (POM: prodotti immessi al mercato)
Fonte: Zero Waste Europe – Eunomia Research & Consulting 
  • Il PET da riciclato (rPET) che potrebbe derivare da tutto il flusso dei prodotti in PET  –  compresi i citati vassoietti monouso, prodotti tessili, film e reggette – proviene esclusivamente dalle bottiglie, a causa dei tassi di riciclaggio troppo bassi dei materiali in PET diversi dalle bottiglie. Infatti degli 1,8 milioni di tonnellate di scaglie riciclate prodotte a partire dalle bottiglie, solo il 31% viene trasformato in granuli/pellet per creare bottiglie, mentre il restante 69% va ad alimentare la produzione di altri prodotti in PET;
  • Lo stato dell’arte del riciclaggio delle bottiglie in PET varia da continente a continente. Mentre alcuni Paesi raggiungono alti tassi di riciclaggio dovuti principalmente alla presenza di sistemi di deposito cauzionale (DRS), altri si attestano su tassi di riciclaggio più bassi quando impiegano esclusivamente sistemi di raccolta differenziata.

Oltre al riciclaggio meccanico – spiegano gli autori del report – si potrà contare sul potenziale contributo che le tecnologie di depolimerizzazione chimica possono dare alla circolarità complessiva del PET – a patto che raggiungano la piena maturità e che il loro impatto venga valutato appieno.

Il ruolo cruciale delle raccolte selettive

Le più recenti politiche europee e gli impegni più ambiziosi sottoscritti dai grandi marchi internazionali vanno tutti nella direzione di incrementare la circolarità del PET.

Tuttavia, il rapporto mostra che livelli più alti di contenuto riciclato si possono raggiungere solamente con l’implementazione di raccolte selettive per le bottiglie, come avviene con i sistemi di deposito cauzionale. Vanno poi sostituite le bottiglie colorate o opache con bottiglie trasparenti e bisogna dare priorità al riciclaggio bottle-to-bottle (da bottiglia a bottiglia) per prevenire che il PET venga utilizzato per altre applicazioni meno “nobili”.

Mettendo in campo questi accorgimenti –  conclude lo studio – si potrà arrivare ad avere una disponibilità di PET da riciclo per le bottiglie tra il 61% e il 75% al 2030. Al contrario, senza interventi sostanziali si potrà aspirare all’obiettivo, decisamente poco ambizioso, del 30% indotto dall’azione politica (ovvero l’obiettivo del 30% sul contenuto riciclato presente nelle bottiglie in PET della direttiva SUP).

L’impatto degli accorgimenti prima citati potrebbero favorire l’incremento della percentuale di contenuto riciclato rPET anche sugli altri imballaggi diversi dalle bottiglie: secondo il rapporto potremmo passare dall’attuale 28% a una percentuale compresa tra il 47 e il 56% di rPET.

Per tutte le applicazioni in PET che non sono imballaggi monouso il contenuto riciclato potrebbe passare dall’attuale 24% a un 41-42%, come spiega la figura che segue.

riciclo PET
Fonte: Zero Waste Europe – Eunomia Research & Consulting

“Questo studio dimostra che oggi  il PET non è molto circolare e sarà così anche in futuro, a meno che non arrivino cambiamenti politici sostanziali e si rimuovano le barriere tecniche ed economiche”, dichiara Dorota Napierska di Zero Waste Europe. “Potremmo ipotizzare che, se il tipo di plastica più riciclabile e riciclato fa fatica ad affrontare le sfide per diventare più circolare, gli altri tipi di plastica potrebbero affrontare sfide ancora maggiori. Di conseguenza – aggiunge Napierska – il modo più efficace per aumentare la circolarità di questo materiale non è solo attraverso il riciclaggio, ma attraverso il suo utilizzo su applicazioni durevoli invece di quelle usa e getta”.

Il PET da riciclato copre basse quote del fabbisogno
Fonte: Zero Waste Europe – Eunomia Research & Consulting 

Fonte: Silvia Ricci per EconomiaCircolare.com

È nato PolyREC: rendiconterà la circolarità delle materie plastiche in Europa

 Recyclers Europe e VinylPlus hanno deciso di unire le forze e creare l’organizzazione PolyREC. PolyREC monitorerà, verificherà e riporterà i rispettivi dati di riciclo e utilizzo di riciclato in Europa, sulla base di un sistema comune di raccolta dati – RecoTrace. PolyREC garantirà tracciabilità, trasparenza e credibilità dei materiali riciclati lungo l’intera filiera delle plastiche. PolyREC potrà contare su 20 anni di esperienza e competenza di VinylPlus, che l’hanno portata a diventare lo standard di settore nella raccolta di dati di riciclo credibili e affidabili tramite Recovinyl®.

Le dichiarazioni
Per Brigitte Dero, Amministratore Delegato di VinylPlus, “la circolarità delle materie plastiche è un’opportunità determinante per migliorare la sostenibilità dei prodotti. Attraverso VinylPlus l’industria europea del PVC ha compreso l’importanza di monitorare e riportare i progressi compiuti. Siamo quindi lieti di condividere questa lunga esperienza e di lavorare in collaborazione con tutti i settori industriali delle plastiche per incrementare tracciabilità e trasparenza della plastica riciclata lungo la sua intera filiera”. PolyREC arriva in un momento in cui è fondamentale il monitoraggio della circolarità dei polimeri, soprattutto nel contesto della Circular Plastics Alliance (CPA). Questo sistema sarà in grado di soddisfare gli obiettivi della CPA, le richieste normative di tracciabilità e i grandi impegni di riciclo assunti dall’industria della plastica.

Il Presidente di PRE, Ton Emans, ha spiegato che “la creazione di meccanismi che dimostrino in modo trasparente i progressi nel guidare la circolarità delle plastiche è un must se vogliamo raggiungere gli obiettivi dell’UE”. Emans ha anche sottolineato che “l’annuncio di oggi da parte della filiera delle materie plastiche che comprende riciclatori, produttori di materie prime e trasformatori è un passo significativo verso un approccio credibile e sistemico per migliorare realmente produzione, raccolta e riciclo. Questo comune approccio alla raccolta dati è indispensabile per misurare il progresso del settore utilizzando criteri omogenei”.

“Dal momento che sin dagli anni ’90 Petcore Europe è stata pioniera nel monitoraggio del riciclo di PET in Europa, la sua partecipazione a un programma di monitoraggio congiunto delle materie plastiche riciclate per l’UE è sia opportuna che logica” ha commentato Christian Crépet, Amministratore Delegato di Petcore Europe. “Siamo molto lieti di unire le forze con i principali partner della filiera della plastica nella creazione di questo esclusivo sistema di monitoraggio inter-polimero traendo vantaggio dal sistema Recovinyl, collaudato e di lunga data. Sfruttando al meglio la nostra solida esperienza nel fornire dati essenziali sull’industria europea delle materie plastiche, consideriamo questo passo una pietra miliare nel nostro percorso verso la circolarità delle materie plastiche”, ha aggiunto Virginia Janssens, Amministratore Delegato di PlasticsEurope. Le organizzazioni interessate sono invitate a partecipare a questa iniziativa.

CPME: nel 2020 la raccolta europea di Pet ha superato i 2 milioni di tonnellate

CPME (Commissione Europea dei Produttori di PET) riporta che nel 2020 la raccolta europea di PET da post consumo ha superato i 2 milioni di tonnellate e che, già dal 2009, i produttori europei di questo materiale stanno usando il riciclato di PET nelle loro formulazioni.

“Il PET è una resina totalmente riciclabile comunemente usata nelle bottiglie delle acque minerali o delle bevande gassate. Una volta raccolte, le bottiglie di PET sono riciclate principalmente in nuove bottiglie o nel settore tessile ma anche in altre numerose applicazioni – ha dichiarato Antonello Ciotti, presidente di CPME -. La nostra attenzione verso il riciclo è molto alta, perché siamo consapevoli che solo così possiamo aiutare l’ambiente riducendo la quantità di rifiuti generata e la quantità di gas emessa nell’atmosfera. Nel 2020 l’insieme dei sistemi della Responsabilità Estesa del Produttore in Italia ha raccolto poco meno di 300 mila tonnellate di contenitori in PET, equivalente a circa il 69% dell’immesso al consumo, ponendo l’Italia nelle condizioni di poter raggiungere nel 2025 l’obiettivo del 77% definito dalla Direttiva Europea SUP (Single Use Plastic). La raccolta delle bottiglie di PET aumenterà, come prescritto dalle direttive EU, da 6 su 10 bottiglie nel 2020 a 9 su 10 nel 2029, attraverso un coinvolgimento sempre maggiore del consumatore finale e nuovi sistemi di raccolta. Ciò che vogliamo sottolineare è che le bottiglie attualmente in commercio sono prodotte con la plastica più riciclata in Europa e nel mondo.

Fonte: Eco dalle Città

Bottiglie in Pet 100% riciclato, via libera definitivo con la Legge di Bilancio 2021

La Legge di Bilancio 2021 approvata il 31 dicembre scorso, ha definitivamente dato il via libera all’utilizzo dell’rPet (il Pet 100% riciclato) nella produzione di bottiglie e vaschette per alimenti, con l’obbligo che il materiale provenga da altre bottiglie utilizzate per scopi alimentari.

E’ stato dunque superato il divieto assoluto di utilizzare la plastica riciclata, imposto nel 1973, e l’obbligo di utilizzare almeno il 50% di plastica vergine, introdotto nel 2010. Limiti sanciti dal legislatore italiano che non trovavano nessun riscontro a livello comunitario e che per di più non si applicavano alle bottiglie e alle vaschette fabbricate o commercializzate negli altri Stati membri dell’Unione Europea.

Del resto il punto di forza del polietilentereftalato (Pet), polimero sintetico che deriva da petrolio e gas naturale, è che può essere riciclato e reimpiegato più volte nella produzione della plastica o in altri processi industriali, favorendo uno dei tasselli dell’economia circolare in cui i rifiuti si trasformano in risorse. Ma mentre in Francia già dal 2019 è possibile acquistare nei supermercati acqua minerale in bottiglie realizzate in Pet 100% riciclato, ottenuto da altre bottiglie, in Italia il via libera è arrivato solo ora. 

Un obiettivo raggiunto anche grazie all’impegno delle associazioni ambientaliste che hanno tenuto alta l’attenzione su questo tema. Importante anche l’iniziativa imprenditoriale che ha messo a punto la tecnologia “Xtreme renew”, in grado di produrre bottiglie per l’acqua utilizzando l’ r-Pet, riducendo del 18% le emissioni rispetto al sistema tradizionale di produzione. 

Alle sollecitazioni dal basso la politica nazionale ha risposto nel 2020 dapprima approvando un emendamento al cosiddetto decreto “Agosto”, firmato dal senatore Ferrazzi e sottoscritto da tutte le forze politiche, che in via sperimentale, per tutto il 2021, consentiva la produzione di bottiglie in rPet 100%. Ora invece la legge di bilancio ha tolto ogni limite all’utilizzo del Pet riciclato, superando uno dei tanti ostacoli normativi che frenano lo sviluppo dell’economia circolare nel nostro paese.

Tra le altre misure adottate con la legge di bilancio 2021, che incidono sulla produzione della plastica e la sua gestione a fine vita, si segnala il rinvio dell’applicazione della plastic tax ai manufatti monouso, che slitta dal primo gennaio al 30 giugno 2021. Sempre nell’ottica di ridurre il consumo delle bottiglie di plastica utilizzate per l’acqua destinata all’uso potabile, è stato invece previsto, dal primo gennaio 2021 al 31 dicembre 2022, un credito d’imposta che copre il 50% delle spese sostenute (fino a mille euro per le persone fisiche e 5 mila per le attività commerciali) per l’acquisto e l’installazione di sistemi per migliorare la qualità delle acque erogate dagli acquedotti e destinate al consumo umano.

Fonte. Eco dalle Città

Accordo Comune di Bergamo-CORIPET: in città il riciclo delle bottiglie in PET diventa virtuoso

La partnership faciliterà il raggiungimento dell’obiettivo del 77% di raccolta per il riciclaggio entro il 2025 (Direttiva SUP) attraverso l’installazione di eco-compattatori in città

Il comune di Bergamo e CORIPET hanno firmato un accordo grazie al quale l’amministrazione comunale orobica potrà raggiungere la quota del 77% di raccolta per il riciclaggio entro il 2025 (90% entro il 2029). L’intesa raggiunta mira all’installazione degli eco-compattatori CORIPET in tutto il territorio urbano, garantendo al comune di implementare la raccolta delle bottiglie in PET.
 
Con circa 7 milioni di tonnellate, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa, dopo la Germania, per plastica utilizzata ogni anno; di questa, il 40% viene impiegata per imballaggi. Ma c’è plastica e plastica, come ha riconosciuto la normativa SUP, che da un lato ne mette al bando alcuni tipi ed utilizzi e dall’altro impone di valorizzare quella riciclabile come il PET, la plastica delle bottigliette. Nel 2025, infatti, le bottiglie in PET dovranno contenere almeno il 25% di PET riciclato (R-pet) e questo obiettivo potrà essere raggiunto solo se a monte la raccolta arriverà appunto al 77% di quello che si immette a consumo e se saranno attivate modalità di raccolta selettiva innovative (con un flusso “pulito” di PET post consumo food contact riciclabile per la fabbricazione di nuove bottiglie).  
 
“Con questo accordo stiamo dando un corso concreto agli impegni sul tema della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare assunti dal consiglio comunale con voto unanime, con particolare riferimento al tema della plastica, una delle questioni più importanti del mondo contemporaneo – dichiara Stefano Zenoni, assessore all’ambiente – . La plastica va usata meno in alcuni ambiti, e  meglio in altri; soprattutto, va recuperata nel miglior modo possibile, soprattutto la plastica “pregiata” e riutilizzabile come il Pet. Questa iniziativa sensibilizza all’incremento della raccolta differenziata e si unisce ai tanti progetti in corso in città a tale scopo quali Ecovan e i raccoglitori diffusi di pile, olio esausto e altri rifiuti particolari”.

“La fattiva collaborazione del territorio e delle amministrazioni locali gioca un ruolo fondamentale   – sottolinea Corrado Dentis, presidente CORIPET – , non solo per il raggiungimento degli obiettivi indicati dal legislatore, ma anche per creare nella cittadinanza quella consapevolezza e quei comportanti che fanno bene all’ambiente urbano. Senza dimenticare – prosegue Dentis – che in questo modo è possibile sensibilizzare il cittadino e fare cultura sul riciclo, creando una certa curiosità su un oggetto, la bottiglia in PET, che se adeguatamente riciclato può essere valorizzato in modo prezioso, con evidenti vantaggi per la collettività e per l’ambiente. Siamo pertanto molto soddisfatti che una città importante come Bergamo, che rappresenta una parte significativa del territorio lombardo, abbia aderito al nostro progetto”.

Fonte: E-Gazette

CORIPET entra nel circuito di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica dopo l’accordo con ANCI

Corrado Dentis, Presidente CORIPET: “L’accordo raggiunto è un importante tassello per garantire la piena operatività del consorzio e testimonia l’impegno di entrambe le parti per la transizione verso un assetto pluralistico, in linea con i principi dell’economia circolare”

CORIPET, consorzio che si è visto recentemente confermare dal Ministero dell’Ambiente il via libera a operare autonomamente nella gestione del riciclo delle bottiglie PET, ha siglato un accordo con ANCI per accedere alla raccolta differenziata dei contenitori in PET per liquidi effettuata dai Comuni o loro delegati.

L’intesa raggiunta, auspicata da più parti, rappresenta un passo significativo verso la piena apertura del mercato di settore. L’accordo, si inserisce nel solco tracciato dal Ministero dell’ambiente nel 2018 con il decreto di autorizzazione n.58 del 24 aprile e nel 2020 con la proroga del riconoscimento, con l’obiettivo di garantire maggiori risultati nella raccolta e nel riciclo del PET sull’intero territorio nazionale anche alla luce delle più recenti normative europee (cfr. in particolare la c.d. direttiva SUP – single use plastics n. 904/2019).

L’accordo ponte stipulato ha una durata di dodici mesi in vista del successivo accordo a regime tra le parti. Queste hanno stabilito di dare attuazione all’accordo attraverso la sottoscrizione, su tutto il territorio nazionale, di singole convenzioni locali (con gli enti di Governo del servizio rifiuti, con i Comuni o con enti da essi delegati) per la raccolta differenziata del PET di competenza CORIPET in proporzione all’immesso a consumo dei produttori consorziati. Accanto al sistema pubblico di raccolta differenziata, il PET potrà essere intercettato e riciclato anche mediante l’installazione di eco compattatori, funzionali al bottle to bottle. Due le modalità previste nel documento sottoscritto: i Comuni e gli enti ad essi collegati potranno acquistare e gestire autonomamente il macchinario e la raccolta del PET sino al conferimento al consorzio, oppure sarà compito di CORIPET provvedere all’intero ciclo di conduzione dell’eco compattatore, dall’acquisto sino alla sua gestione, compresa la logistica, per finire con il riciclo del PET negli impianti di ricezione.

Il Consorzio evidenzia di seguito i vantaggi per i Comuni derivanti dall’accordo CORIPET-ANCI:

  1. un corrispettivo economico per i maggiori oneri da raccolta differenziata più alto di 6 euro la tonnellata;
  2. i corrispettivi dovuti saranno liquidati a 30 giorni non a 90;
  3. trasparenza e semplificazioni operative: i corrispettivi saranno infatti sempre riconosciuti indipendentemente dalle percentuali di impurità;
  4. maggiori quantità di bottiglie avviate a riciclo e attivazione del bottle to bottle grazie alla rete di eco compattatori dedicata a raccogliere solo bottiglie di PET. Questa rete riducendo i quantitativi di bottiglie in PET presenti nella raccolta indifferenziata porterà ad un alleggerimento del sistema (compresi i costi di smaltimento) e degli impianti di smaltimento rifiuti (termovalorizzatori e discariche).

“Ringrazio il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, per l’importante contributo che ha portato a sottoscrivere questo storico accordo. L’accordo raggiunto – afferma Corrado Dentis, Presidente CORIPET – è un importante tassello per garantire la piena operatività del consorzio e testimonia l’impegno di entrambe le parti per la transizione verso un assetto pluralistico, in linea con i principi dell’economia circolare. Per la prima volta da vent’anni a questa parte vi è quindi un nuovo soggetto, CORIPET, che può interagire con le amministrazioni comunali attraverso offerte economiche vantaggiose per quanto concerne i corrispettivi riconosciuti per la raccolta del PET. Penso – prosegue Dentis – che questo accordo vada nella giusta direzione: le sfide che la direttiva SUP ci pone vanno affrontate assieme in un’ottica di sistema e siamo certi che in questo nuovo scenario ciascuno contribuirà svolgendo al meglio il proprio ruolo”.

Fonte: Eco dalle Città

PET riciclato: arriva l’enzima che scompone la plastica in poche ore

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Toulouse ha trovato un enzima batterico che accelera il processo di riciclaggio delle bottiglie di plastica. Infatti, in poche ore, l’enzima è in grado di scomporre la plastica in blocchi chimici che possono essere utilizzati per produrre bottiglie di alta qualità in PET riciclato. Il gruppo ha pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Nature.

Gli scienziati hanno analizzato circa 100.000 tipi di enzimi, individuando il migliore in un “banale” enzima che si trova nel compost. Introducendo delle mutazioni per migliorare la sua capacità di scomporre il PET, l’enzima è stato reso stabile per operare ad una temperatura di 72° C. In questo modo, il team ha utilizzato l’enzima “ottimizzato” per scomporre una tonnellata di bottiglie di plastica. Le bottiglie si sono degradate al 90% in 10 ore. Gli scienziati hanno quindi utilizzato il PET riciclato per creare nuove bottiglie per alimenti.

Tuttavia, fino ad oggi, le bottiglie devono anche essere macinate e riscaldate prima di mettere al lavoro l’enzima. Quindi, il PET riciclato risulta più costoso della plastica vergine. Ma Martin Stephan, vicedirettore generale di Carbios (società che ha finanziato la ricerca), ha affermato che il prezzo è dovuto ad un’offerta ancora ridotta, che si prevede aumenterà nel tempo. “Siamo la prima azienda a introdurre questa tecnologia sul mercato”, ha affermato Stephan, “il nostro obiettivo è essere operativi entro il 2024, 2025, su larga scala industriale.

La scoperta francese, infatti, apre alla possibilità di un riciclaggio biologico del PET su larga scala. Si tratta di un grande progresso, in termini di velocitàefficienza tolleranza al calore. Inoltre, rappresenta un significativo passo avanti per un’economia circolare del PET, avendo il potenziale per ridurre la dipendenza dal petrolio, le emissioni di carbonio e il consumo di energia. In tutto il mondo, la scienza sta facendo passi avanti nella ricerca di metodi biologici per scomporre importanti tipi di plastica. A marzo, ad esempio, un gruppo di ricercatori tedeschi ha individuato un insetto che si nutre di poliuretano tossico, e altri studi hanno dimostrato che le larve di falena possono nutrirsi di politene.

Fonte: Rinnovabili.it

Parma: parte la sperimentazione del bottle to bottle

A Parma prenderà forma la prima sperimentazione territoriale in Italia, per allinearsi alla direttiva europea (SUP) che disciplina l’utilizzo della plastica monouso e che porterà le amministrazioni pubbliche ad intercettare bottiglie e contenitori in Pet destinati al beverage, per dare vita a nuove bottiglie. Si chiama “bottle to bottle” e Parma sarà la prima città italiana ad avviarlo, con una collaborazione tra pubblico e privato.

Il progetto viene presentato cogliendo la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2019 dall’Assessore alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Parma Tiziana Benassi, da Giovanni Albetti, Direttore Consorzio Coripet e Antonio Manente Ufficio Stampa Iren Spa.

Efsa, da tempo, ha sviluppato le linee guida per tracciare la filiera di recupero di questi materiali che verranno applicate al progetto e ATERSIR ha dato parere favorevole all’avvio della sperimentazione che durerà fino alla fine del 2020. Il recupero del Pet si svolgerà in collaborazione tra Comune, Iren Ambiente e Coripet. Caratteristica principale dell’iniziativa è l’installazione di eco-compattatori posizionati in aree strategiche della città, al fine di avviare a riciclo bottiglie PET per produrre nuove bottiglie in PET riciclato.

“L’accordo che presentiamo oggi” ha sottolineato Tiziana Benassi “va a toccare una necessità stringente: quella della riduzione dei rifiuti. Ridurre rifiuti vuol dire non solo inquinare meno e salvaguardare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, ma anche diminuire i loro costi di gestione. Il progetto agisce sulla riduzione della quota di plastica. Applica una buona pratica, soluzioni concrete di economia circolare. La premialità che offre ai cittadini, insieme alle campagne educative che lo accompagneranno ne fortificherà la diffusione e la partecipazione a Parma. I cittadini e le cittadine troveranno gli eco-compattatori a portata di mano, vicini alle loro abitudini di vita e pronti a smaltire un rifiuto voluminoso, ma facilmente trasportabile, che, grazie alle nuove tecnologie arriverà ad un nuovo e completo ciclo vitale“.

I raccoglitori verranno installati a Parma in luoghi di elevato passaggio, nei pressi di centri commerciali, negli spazi di grandi aziende del territorio e presso gli uffici pubblici, al fine di intercettare le bottiglie utilizzate fuori casa. Si tratta di compattatori di ultima generazione che andranno a raccogliere agevolmente bottiglie in PET usate e a “premiare” (tramite l’utilizzo di una card ed una APP) chi le raccoglie con regolarità.

Fonte: Comuni Virtuosi