Inceneritori: anche le Marche ricorrono contro lo SbloccaItalia

La Giunta ricorre al Tar contro l’articolo 35 sugli inceneritori, il quale prevede fra l’altro la realizzazione di un impianto di incenerimento dei rifiuti nel territorio marchigiano

Dopo Veneto e Lombardia, i cui ricorsi sono stati variamente bocciati e più volte riproposti, anche la Giunta regionale delle Marche ha deciso che presenterà ricorso davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro il decreto del Governo di applicazione della legge Sblocca Italia. L’articolo 35, in particolare, prevede la realizzazione di un impianto di incenerimento dei rifiuti nel territorio marchigiano.

Ne dà notizia l’assessore all’Ambiente Angelo Sciapichetti.

Il Dpcm 10/8/2016  prevede la realizzazione nelle Marche di un inceneritore da 190mila tonnellate annue, sulla base di presupposti non condivisibili e non tenendo conto della programmazione regionale, peraltro già approvata dal Ministero dell’Ambiente, che esclude il ricorso a nuovi impianti di trattamento termico dei rifiuti nelle Marche“. Tra le ipotesi previste nelle scorse settimane sulla localizzazione dell’impianto, si era parlato anche dell’ex cementificio Sacci di Castelraimondo. L’assessore precisa: “In particolare  non sono state tenute in considerazione le previsioni virtuose del nostro Piano rifiuti: riduzione del 10,3 per cento di produzione pro capite di rifiuti urbani, riduzione del 6,2 per cento di produzione complessiva di rifiuti e raggiungimento della media regionale di raccolta differenziata al 73,2 per cento, entro il 2020. Anche a voler prescindere da considerazioni ambientali, un termovalorizzatore non è tecnicamente ed economicamente sostenibile nella nostra regione. Inoltre la procedura dovrebbe essere sottoposta a valutazione ambientale strategica, mentre il decreto non la prevede, non permettendo quindi di percorrere strade alternativa all’incenerimento, che siano meno impattanti sull’ambiente e sul paesaggio».
Non solo Marche. Le Marche vanno solo ad allungare la lista di regioni, tra cui Veneto e Lombardia, i cui ricorsi sono  stati bocciati a vario titolo e più volte riproposti, che si oppongono al decreto del Governo di applicazione della legge Sblocca Italia. In questo caso, ad essere contestato è l’articolo 35 che prevede la realizzazione di un impianto di incenerimento dei rifiuti nel territorio marchigiano. Ma la giunta regionale non ci sta: “Abbiamo deciso di ricorrere al TAR Lazio per annullare il decreto e la previsione di un inutile inceneritore nel nostro territorio. Abbiamo sempre sostenuto che faremo tutto il possibile per impedire la realizzazione dell’inceneritore nelle Marche. Utilizzeremo tutte le possibilità che ci vengono concesse dalle norme. Non lasceremo nulla di intentato. Il ricorso va in questa direzione». La procedura non tiene inoltre conto anche della possibile interferenza con le aree protette secondo la normative Ue, come i Siti Natura 2000. Il decreto quantifica in circa 524mila tonnellate il fabbisogno complessivo di incenerimento rifiuti urbani per tutta la macro area del Centro Italia, il 36 per cento del quale dovrebbe essere soddisfatto dalle Marche.

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