L’UE boccia (di nuovo) l’Italia su rifiuti e smog

Presentata la valutazione dell’attuazione ambientale (EIR), il documento che valuta come l’Italia applica le norme UE: la Commissione ci boccia su rifiuti e smog, mentre ritiene incoraggianti i passi avanti del nostro Paese per l’economia circolare

Norme ambientali europee, dove stiamo sbagliando?
Nel documento di valutazione dell’attuazione delle norme ambientali europee il nostro Paese non presenta buone performance: la Commissione UE boccia l’Italia su rifiuti e smog.

I nostri punti deboli restano la gestione dei rifiuti, la qualità dell’aria e la definizione delle aree protette, mentre Bruxelles ci incoraggia a proseguire nel percorso intrapreso su economia circolare e piani per i bacini idrografici, anche alla luce dei miglioramenti che potrebbero arrivare dall’attuazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.

Sono già 18 le procedure di infrazione che la Commissione ha aperto verso l’Italia negli anni, e la metà di queste potrebbero concretamente diventare sanzioni pecuniarie perché sono già in una fase avanzata dell’iter che può portare alla Corte di Giustizia Europea. Non sarebbe la prima volta. Ad oggi sono stati comminati milioni di euro di multe per l’emergenza rifiuti in Campania, per la presenza di discariche illegali sul territorio nazionale e per le attività di scarico di acque reflue in aree sensibili: a partire dal 2015, siamo già stati multati per più di 620 milioni di euro.

L’UE boccia l’Italia su rifiuti
Già negli anni passati la Commissione aveva invitato il nostro paese ad adeguarsi alle norme comunitarie in particolare su una serie di aspetti:

in materia di gestione dei rifiuti urbani, perché si limitasse progressivamente il conferimento in discarica a favore di uno sviluppo della raccolta differenziata, soprattutto al Sud;
nel trattamento delle acque reflue, richiedendo maggiori investimenti in strutture adibite a gestirlo in maniera efficace;
nella riduzione di particolato (PM10 e PM2,5) e di biossido di azoto, intervenendo sulla riduzione del traffico;
nel completamento dell’individuazione dei siti marini di conservazione speciale, nell’ambito del programma Natura 2000, con la designazione di obiettivi specifici di conservazione per ogni sito;
in generale, nel migliorare l’efficienza con cui vengono impiegate le risorse destinate alla protezione ambientale.
Negli ultimi anni il nostro Paese ha compiuti diversi sforzi e, per molti ambiti, ha migliorato le proprie performance ma, anche a questo esame, l’UE boccia nuovamente l’Italia proprio su rifiuti e smog. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, ci dice la Commissione, abbiamo ancora troppe carenze: gli esempi citati sono sotto gli occhi di tutti, dal numero ancora troppo elevato delle discariche alla situazione di emergenza in Campania.

Potrebbero aiutarci, in questo senso, i fondi del PNRR, che potranno supportare una nuova strategia nazionale per l’economia circolare e un programma nazionale di gestione dei rifiuti.

Male anche la qualità la protezione delle aree naturali e la qualità dell’aria
La Commissione ha inoltre segnalato che il nostro Paese è ancora indietro nella designazione delle aree marine protette per la rete Natura 2000. In generale, da Bruxelles ci giunge un monito a migliorare la conservazione degli habitat e delle specie protette dall’Unione, pianificando investimenti strategici ad hoc. Investimenti che la Commissione teme non siano all’orizzonte, sottolineando come “Nel PNRR non sono previsti fondi sufficienti a sostegno della biodiversità per finanziare queste esigenze; di conseguenza l’importo mancante deve essere compensato attingendo ad altri fondi UE e fonti nazionali”.

Ancora troppo limitati sono ritenuti i progressi effettuati per quanto riguarda la qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni. Il documento sottolinea anzi come nel 2020 siano proseguiti gli sforamenti dei valori limite di PM10 e NO2. La Commissione sollecita molto su questo punto, facendo presente che il 20% delle risorse del nostro PNRR sia destinato a energia e trasporti sostenibili e come a Bruxelles ci si aspetti che queste misure incidano sul miglioramento della qualità dell’aria. Il documento inoltre sollecita il nostro Paese a valutare ulteriori strumenti, come spostare la tassazione dal lavoro agli imponibili ambientali, ed eliminare i sussidi ambientalmente dannosi.

Male anche la gestione delle acque reflue urbane, per le quali servono maggiori investimenti per risanare molti punti critici, soprattutto al nord Italia, e per intervenire per un miglioramento delle acque potabili nel Lazio. In generale risulta scadente o molto scadente lo stato di diversi descrittori marini e molto allarmante il livello di consumo, soprattutto al Sud, di acqua in agricoltura.

Fonte: Rinnovabili.it

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