Dal 2023 in Germania gli imballaggi riutilizzabili per cibo e bevande saranno lo standard

Dal 2023 i ristoranti, bistrot e caffetterie che offrono bevande e cibo da asporto dovranno attrezzarsi per poter vendere ai clienti i loro prodotti anche in contenitori riutilizzabili e farsi carico del loro recupero. L’obbligo, introdotto recentemente da un emendamento alla legge sugli imballaggi approvato dal Bundestag (il Parlamento federale tedesco), vale anche per le consegne a domicilio.

Questa misura è frutto di una proposta del ministro federale dell’ambiente Svenja Schulze (Spd) che ha dichiarato: “Anche quando la pandemia finirà, il cibo da asporto continuerà ad essere un’abitudine per molti. La maggior parte dei piatti e delle bevande viene servita in imballaggi usa e getta. Se l’usa e getta è ancora la norma il mio obiettivo è rendere il riutilizzabile il nuovo standard. I consumatori dovranno essere messi in grado di acquistare facilmente cibo e bevande da asporto in contenitori riutilizzabili. Stanno già emergendo molte soluzioni praticabili anche in collaborazione con i servizi di consegna. Solo così sarà possibile porre un freno al proliferare degli imballaggi nel settore ‘to-go’ “.

Sì alla cauzione ma il costo dei prodotti non deve cambiare

Questo emendamento che consente a tutti i consumatori di ricevere cibi e bevande da asporto in imballaggi riutilizzabili non deve però comportare un aggravio sul costo, che deve rimanere identico a quello del prodotto venduto in un imballaggio monouso.

I contenitori riutilizzabili, dunque, potranno anche essere consegnati ai clienti a fronte di un   deposito cauzionale che ne faciliti la restituzione al rivenditore. La norma dovrebbe spingere i rivenditori a trovare delle soluzioni riutilizzabili nei formati che meglio si adattano al prodotto da asporto che contengono, siano essi bicchieri, tazze o altre tipologie, con o senza coperchio.

Sono esentati dall’obbligo solo i piccoli punti vendita quali snack bar, negozi aperti fino a tarda notte e chioschi in cui lavorano un massimo di cinque dipendenti e con una superficie di vendita non superiore agli 80 metri quadrati. Tuttavia, tutti gli esercizi dovranno  consentire ai propri clienti di impiegare contenitori riutilizzabili portati da casa.

Con la nuova legge sugli imballaggi (VerpackG), entrata in vigore il 1° gennaio 2019, la Germania vuole aumentare le percentuali di riciclaggio dei materiali che compongono il packaging dei prodotti. I produttori vengono chiamati ad assumersi maggiori responsabilità per quanto concerne il riuso, il riciclo e lo smaltimento dei propri imballaggi.

Berlino amplia il sistema di deposito attuale

Dal 1 ° luglio 2022 la Germania estenderà l’obbligo di partecipazione al sistema di deposito su cauzione in vigore: saranno comprese   anche le categorie di bevande che finora ne erano escluse. Finora, ad esempio, bevande come i succhi di frutta erano escluse dal sistema mentre altre bevande gassate come gli spritz, che contengono percentuali di succhi, erano invece incluse. L’emendamento alla legge attuale pone pertanto fine alle precedenti esenzioni per alcune bevande , sia quando commercializzate in lattine ,che in bottiglie monouso. Per latte e prodotti lattiero-caseari si applicherà invece un periodo di transizione fino al 2024.

“L’espansione del deposito cauzionale a tutte le categorie di bevande facilita la vita ai   consumatori  – ha chiarito la ministra Svenja Schulze – , che in futuro si misureranno con un deposito di 25 centesimi da pagare su tutte le bottiglie e lattine per bevande non ricaricabili, indipendentemente dal contenuto. In questo modo ci garantiamo un minore inquinamento ambientale. Perché le bottiglie o le lattine soggette a un deposito finiscono in natura molto meno spesso di quelle senza deposito”.

Un sistema di deposito, come ha spiegato  la ministra, permette infatti un riciclaggio di alta qualità: le bottiglie di plastica si possono così trasformare più facilmente in nuove bottiglie ad uso alimentare in un processo denominato “bottle to bottle”, che comporta cicli di utilizzo efficaci e senza dispersioni (closed loop).

Al fine di aumentare ulteriormente il riciclaggio delle bottiglie di plastica, le bottiglie per bevande in PET non ricaricabili – come prevede la direttiva SUP,  Single Use Plastics – dovranno essere costituite per almeno il 25% da plastica riciclata a partire dal 2025. Dal 2030 questa quota salirà al 30% e i produttori potranno decidere autonomamente come soddisfare questo requisito. Se quindi immettere nel mercato tutte bottiglie con tale quota minima di contenuto riciclato, oppure decidere di raggiungere gli obiettivi come quota media di contenuto riciclato  contenuto nella loro produzione annuale di bottiglie immesse al mercato. In questo secondo caso, potranno concorrere  alla media sia bottiglie che non hanno percentuali di contenuto riciclato sia bottiglie che ne contengono percentuali sino al 100%.

Nuove regole anche per gli imballaggi importati dall’estero

La norma approvata dal Parlamento federale tedesco contiene anche numerose disposizioni intese a migliorare l’attuazione della legge sugli imballaggi, in particolare per quanto riguarda gli imballaggi importati. In futuro, chi importa beni confezionati in Germania (anche gli operatori del commercio online) dovrà verificare che i produttori dei beni confezionati siano iscritti  al registro degli imballaggi “LUCID”, e che partecipino al Sistema Duale.

Il sistema che si occupa della gestione degli imballaggi in Germania viene chiamato duale perché complementare al sistema di raccolta dei rifiuti ordinari: gli operatori sono società private in concorrenza tra loro che garantiscono un servizio di raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio.

Dopo il via libera del Bundestag (il Parlamento) la nuova normativa deve essere ancora approvata dal Bundesrat (il Consiglio federale). La maggior delle misure entrerà in vigore il prossimo 3 luglio 2021.

Spunti per l’Italia da Germania e Francia

Anche nel nostro Paese, e in particolare a causa della pandemia, si è verificato un aumento nel consumo da imballaggi dovuto al settore da asporto, oltre che al  commercio online.

La legge tedesca sugli imballaggi (VerpackG) offre numerosi spunti che il legislatore italiano dovrebbe prendere in considerazione. In particolare, gli obiettivi di riuso obbligatori per legge che i produttori di bevande devono perseguire ogni anno si sono dimostrati estremamente efficaci. Questa misura ha portato la Germania ad essere il primo Paese in Europa come quota di vuoto a rendere, tra bottiglie ricaricabili in vetro e PET, sull’immesso al consumo di bevande: il 54% al 2019.

Come emerge dal recente studio What we waste i Paesi con sistemi di deposito cauzionali e con una quota di mercato di vuoto a rendere con bottiglie ricaricabili superiore al 25% sono quelli che hanno ottenuto i risultati migliori in termini di minore dispersione degli imballaggi.

Tornando al tema del riuso dei contenitori da asporto, questa proposta può avere un impatto dirompente non solamente per i benefici di ordine ambientale ed economico, ma anche a livello culturale. I cittadini vengono messi in condizione di dare un contributo alla soluzione dei problemi, evitando di alimentarli, potendo abbracciare nella vita di tutti i giorni abitudini di consumo più consone alla crisi climatica e di risorse che stiamo vivendo.

Se aggiungiamo all’implementazione di una legge ispirata a questa tedesca anche la proposta contenuta nel progetto di legge francese “clima e resilienza”i modelli di business basati sul riuso dei contenitori potrebbero subire un deciso cambio di passo e   uscire dal recinto delle sperimentazioni volontarie. Stando alla proposta di legge voluta dal presidente Macron e dalla ministra della Transizione ecologica Barbara Pompilientro il 2030 un quinto dei prodotti in vendita nei supermercati francesi potrebbe essere venduto sfuso in contenitori riutilizzabili.

Oltre le sperimentazioni

Alla politica spetta dare forma e dignità a una delle strategie chiave dei modelli di  economia circolare che è attualmente bloccata da impedimenti di ordine igienico-sanitario (vedasi il caso dei sacchetti ortofrutta riutilizzabili) o relegato a singole sperimentazioni come nel caso dei contenitori da asporto.

Quanto previsto all’art. 7 della legge n. 141/2019 ( intitolato “Misure per l’incentivazione di prodotti sfusi o alla spina”), che ha formalizzato per la prima volta la possibilità per i consumatori di usare i propri contenitori riutilizzabili per l’acquisto di prodotti alimentari, ha aperto la strada a qualche sperimentazione, ma non è sufficiente.

Servono altre specifiche misure di carattere economico e fiscale che possano favorire la nascita e il consolidamento di nuovi modelli di business ispirati al riuso e in particolare al modello “PaaS – Product as a Service” che potrebbero riguardare un’ampia gamma di imballaggi sia primari, quelli che gestiamo noi come cittadini una volta svuotati, che industriali e commerciali. I sistemi riutilizzabili sono il futuro perché convengono sia sotto l’aspetto economico che ambientale.

Fonte: Silvia Ricci per Economia Circolare

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