Cerveteri, guerra ai mozziconi

Il Comune laziale di Cerveteri, oltre ad un’azione di contrasto agli abbandoni generalizzati di rifiuti, ha messo in campo un’azione specifica contro l’abbandono dei mozziconi di sigaretta. Cultura, arte, azione contro l’inquinamento. Ne parliamo con l’Assessore Elena Gubetti.

Assessore Buongiorno. Qual era la situazione che ha portato all’intervento?

Buongiorno. Partirei facendo un excursus sul servizio di raccolta rifiuti del nostro territorio. Nel 2016 abbiamo introdotto il porta a porta e progressivamente lo abbiamo esteso a tutto il territorio. Dobbiamo tenere presente che Cerveteri ha un territorio vasto, circa 125 km quadrati, pari all’estensione di Napoli, con soli 40.000 abitanti. Un territorio complesso che parte dalla montagna e arriva al mare, con 10 frazioni alcune delle quali con importanti flussi turistici, circa 10.000 abitanti che vivono in situazioni rurali e di case sparse. Insomma, una situazione variegata, frastagliata e certamente con difficoltà particolari. Quando abbiamo iniziato eravamo al 16% di RD, oggi superiamo il 70%. È evidente che alcuni comportamenti dei cittadini si sono modificati sulla base del servizio che abbiamo proposto. Ovviamente esiste un problema di abbandoni. Esisteva però anche prima della rimozione dei cassonetti stradali, seppur di tipologia differente: per lo più rifiuti speciali, scarti di lavorazioni artigianali e di risulta edile. Ricordo che trovammo una discarica abusiva di rifiuti da carrozzeria all’interno della Necropoli Etrusca della Banditaccia. Ora il fenomeno è diverso: vediamo un abbandono anche dei rifiuti domestici. Cittadini che non si vogliono adeguare alla raccolta porta a porta, cittadini che non hanno un’iscrizione Tari, sono varie le tipologie. Alcune zone in particolare sono oggetto di abbandoni, spesso sono zone di confine con altri comuni.

Come avete fatto fronte al fenomeno?

Siamo partiti con campagne di sensibilizzazione e giornate di pulizia insieme ai volontari delle molte associazioni del territorio. Per fortuna siamo un territorio ricco di associazionismo e i volontari sono naturalmente vocati alla cura del territorio. Un territorio molto frastagliato che prevede dei comitati di zona che si occupano del coordinamento delle attività. Un territorio molto sensibile al tema ambientale anche per ragioni storiche: fra il nostro Comune e quello di Bracciano abbiamo una grossa discarica, oggi chiusa, che ha portato a manifestazioni e ha stimolato l’attenzione dei cittadini.

Oltre alle campagne informative abbiamo messo in atto un’attività di controllo e repressiva.
In primo luogo con l’utilizzo di fototrappole: nel mese di ottobre 2020, con sole 6 fototrappole attive, abbiamo rilevato 35 violazioni ed elevato 5.000€ di verbali.  È un’attività che certamente dà dei risultati: spostiamo continuamente le fototrappole nei posti a maggior rischio di abbandono e le zone monitorate restano poi pulite. In seconda battuta facciamo un lavoro di prevenzione, sorveglianza e monitoraggio con la collaborazione delle Guardie Ecologiche. Generalmente fanno attività di ispezione, aprendo i sacchi abbandonati e cercando materiale che possa identificare il proprietario, ed eventualmente elevano il verbale. Sono controlli che facciamo quotidianamente e che portano fra le 400 e le 500 sanzioni ogni anno. Sanzioni che molto spesso colpiscono nel segno: non sono pochi i cittadini che dopo una sanzione vengono in Municipio a dirci che sono gente per bene e che fanno la differenziata e che quello che ha portato alla sanzione è stato un episodio isolato.

Risulta che abbiate fatto anche campagne specifiche, è così?

Sì, certo: abbiamo fatto due campagne sull’utilizzo consapevole della plastica. Entrambe puntavano alla minimizzazione della plastica che arriva al mare.
La prima, finanziata dalla Città Metropolitana, mirava a quantificare la plastica che arriva sulle nostre spiagge non per abbandoni in loco o in mare, ma per abbandoni o errato conferimento nell’entroterra. L’obiettivo era quello di responsabilizzare i cittadini, di far comprendere che ogni nostro gesto ha una ripercussione che siamo responsabili dei nostri rifiuti!
La seconda campagna, finanziata dalla Regione Lazio, era legata agli abbandoni sulla spiaggia. Abbiamo sensibilizzato all’utilizzo di borracce riutilizzabili, abbiamo fatto una campagna di comunicazione sugli abbandoni. Ma la cosa più d’impatto è stata la realizzazione di una grande struttura a forma di pesce da parte di un fabbro di Amatrice, che abbiamo riempito della plastica abbandonata ritrovata sulla spiaggia. Abbiamo riempito la pancia del pesce di plastica, come avviene realmente, purtroppo, nei nostri mari. La struttura è stata utilizzata nelle scuole, addirittura negli stadi del rugby per il torneo internazionale “6 Nazioni”.

Oltre all’attività generale contro l’abbandono, la particolarità di Cerveteri è un’attività specifica contro l’abbandono dei mozziconi. Ce la spiega?

Grazie al finanziamento di Città Metropolitana abbiamo implementato una campagna volta a sensibilizzare i fumatori del fatto che un gesto “banale” come il gettare i mozziconi a terra, ha conseguenze enormi in tema di inquinamento ambientale. Quindi una campagna di sensibilizzazione e il posizionamento di posaceneri in punti strategici e nelle zone più frequentate: fermate degli autobus, spiagge… Inoltre la scorsa estate è stata fatta una distribuzione sulle spiagge di portacenere portatili. Distribuzione continuata dopo l’estate nelle tabaccherie.
La campagna ha avuto un grande riscontro. Stiamo quantificando i mozziconi intercettati e stiamo facendo un lavoro insieme all’Università della Sapienza di Roma per quantificare quanti metri quadrati di spiaggia abbiamo salvato con la nostra azione. I tecnici dell’Università stanno setacciando la sabbia delle nostre spiagge per capire quanti mozziconi si trovano in una determinata area. Una volta avuto questo dato, sapremo stimare quanti metri quadrati di spiaggia abbiamo “salvato” dai mozziconi.

Che consigli darebbe ad un collega amministratore che si approccia al tema della lotta agli abbandoni?

Dare consigli è molto difficile. La mia esperienza dice che è necessario studiare molto per capire il fenomeno. In termini di inquinamento, di normativa, di leggi. Ci sono una serie di temi che vanno approfonditi, a partire dalla tutela della privacy. Ed è necessario adeguare l’azione al contesto in cui si agisce, al proprio Comune. Le amministrazioni hanno oggi l’obbligo di tutelare l’ambiente, lo devono fare nella consapevolezza delle proprie azioni.

La differenza la fa la fiducia che il cittadino riversa sulla propria amministrazione. Ci deve essere collaborazione e corresponsabilità: le amministrazioni hanno degli obblighi, ma deve essere chiaro che anche il cittadino ne ha.

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