AGCM: multa da 27 milioni per Corepla

Un grosso operatore presente sul mercato che fa di tutto per tagliare fuori un nuovo arrivato. A perderci ci sono la collettività e l’ambiente. E’ questo il quadro che ha portato l’Antitrust a multare per 27 milioni di euro il Corepla, il Consorzio di filiera della plastica che fa parte del sistema Conai e che secondo l’Autorità della concorrenza “ha abusato della propria posizione dominante nel mercato italiano dei servizi di avvio a riciclo e recupero degli imballaggi plastici in pet ad uso alimentare (bottiglie di plastica per acqua e bibite), che vengono offerti ai produttori chiamati a ottemperare agli obblighi ambientali”.

La decisione della multa arriva dopo che, poco più di un anno fa, l’Authority aveva “adottato misure cautelari per una tempestiva eliminazione delle pretese esclusive di Corepla sui materiali rinvenienti dalla raccolta differenziata urbana”.

Secondo la recente ricostruzione dei fatti, Corepla avrebbe violato “gravemente” il Tratto Ue con “un’articolata strategia volta a ostacolare l’operatività di Coripet, il consorzio costituito dai produttori di bottiglie in plastica per liquidi alimentari, in precedenza aderenti a Corepla, autorizzato ad operare in via provvisoria dal Ministero dell’Ambiente da aprile 2018 sulla base di un progetto innovativo di avvio a recupero e riciclo del pet”.

Coripet vuole aprire una nuova via al riciclo. Il suo progetto, ricorda sempre l’Autorità nel sintetizzare il procedimento, “prevede la gestione di materiali rinvenienti, oltre che dalla tradizionale raccolta differenziata urbana, anche dalla progressiva installazione sul territorio di raccoglitori automatici (i cosiddetti eco-compattatori), in grado di ricevere direttamente dai consumatori finali le bottiglie di plastica per liquidi vuote. In questo modo si stimola, sulla base di benefit economici incentivanti, la differenziazione nella raccolta di imballaggi plastici in pet ad uso alimentare e si consente l’attivazione del circuito “bottle to bottle“, esempio di attuazione di economia circolare”.

Il problema è che Coripet aveva due anni di tempo per trasformare la sua autorizzazione da provvisoria a definitiva: le serviva provare “la propria capacità operativa” per acquisire il diritto permanente a operare. “Ma la sua attività è stata ostacolata da una serie di condotte abusive poste in essere da Corepla”, dicono gli sceriffi della concorrenza. Quest’ultimo “ha impedito a Coripet di accedere alla gestione dei rifiuti plastici riconducibili ai propri consorziati, sia ostacolando il raggiungimento di un accordo del nuovo entrante con l’Anci (l’Associazione dei Comuni, ndr) sia rifiutandosi di stipulare con Coripet un accordo transitorio, che si era reso necessario per l’impossibilità di siglare direttamente un accordo con l’Anci”.

L’intervento dell’Autorità – rivendica la nota in chiusura – ha permesso di estendere meccanismi competitivi all’offerta di servizi di avvio a recupero e riciclo delle bottiglie in pet per uso alimentare, favorendo così le dinamiche concorrenziali previste dal Testo Unico Ambientale con vantaggi oltre che per la collettività, anche per l’ambiente.

In una nota, Corepla ha specificato che prende “atto della decisione dell’Autorità e adiremo le vie di giustizia per impugnare il provvedimento; COREPLA ritiene infatti di non aver in alcun modo ostacolato l’accesso al mercato di CORIPET e di aver sempre operato al solo fine di garantire la continuità dei servizi di raccolta differenziata e riciclo, a beneficio dei Comuni e dei Cittadini”.

Fonte. La Repubblica

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