Le Marche puntano sull’economia circolare

Filiera circolare, recupero e riciclo, estensione della vita dei prodotti, piattaforme di condivisione eco-sostenibile: le Marche si affidano alla sostenibilità, con il duplice obiettivo di riagganciarsi alle regioni del Nord Italia, che crescono a ritmi più sostenuti, e intercettare le risorse della prossima programmazione europea 2021-2027, che sull’obiettivo «più verde e meno emissioni di carbonio» si annunciano cospicue.
«Questo nuovo approccio può tradursi in nuove opportunità di business e coniugarsi positivamente con il percorso ineludibile della digitalizzazione dei processi produttivi», spiega Manuela Bora, assessore alle Attività produttive della Regione Marche, che ha fatto propri i principi dell’economia circolare, trasferendoli in una legge finalizzata al potenziamento e alla diffusione delle nuove tecnologie digitali. Risorse per 2,6 milioni dei fondi del Fesr, che hanno sviluppato 4,6 milioni di investimenti.
Il tema dell’economia circolare è il cuore pulsante anche dei 4 cluster regionali: manufacturing, e-living, agrifood e arredo (quest’ultimo dedicato alla valorizzazione del made-in, ndr.). «Svolgono un ruolo strategico e propulsivo per la composizione degli interessi e delle progettualità, per la valorizzazione e diffusione di processi e tecnologie pulite nel nostro sistema economico», sottolinea Rosaria Ercoli, presidente della Fondazione Cluster Marche, che aggrega pubblico e privato attorno ai temi della specializzazione intelligente.
Ieri, alla Mole Vanvitelliana, il Closing the loop, eventi nel calendario europeo di Eu Industry Day, ha aperto un dibattito pratico e concreto proprio sul tema dell’economia circolare, su policy, esperienze pilota e best practice, «un esperimento importante per mettere al centro delle Marche il tema dell’economia circolare, partendo dalla prospettiva europea per arrivare al contesto regionale», ha sottolineato Marco Cardinaletti, ceo di Eurocube, società di Ancona in prima linea sulla sostenibilità. Gli imprenditori hanno potuto lavorare su quattro tavoli, focalizzati sui quattro driver dei cluster regionali. Le traiettorie che sono emerse serviranno alla Regione Marche per l’attivazione di uno strumento di incentivo da 1,9 milioni per finanziare le imprese che investiranno nel green, «ideando e sviluppando sistemi più efficienti di rigenerazione, riuso e riparazione dei beni – conclude Bora -, facilitando la manutenzione dei prodotti e aumentandone la durata della vita».
Un progetto ambizioso, che richiede un ripensamento delle strategie e dei modelli di mercato messi in atto dalle imprese, sul quale le aziende marchigiane si sono già mosse: dallo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative per una filiera efficiente e sostenibile dei rifiuti derivanti da elettrodomestici e apparecchiature elettroniche di Green Service alle tecnologie applicate alla coffee-machine professionale brass-less di Simonelli, con caratteristiche uniche di salubrità tazzina, sostenibilità e autopulibilità; dall’idea di business presentata da Linset & Co. per una nuova resina a polimerizzazione Uva prodotta attraverso un processo di conversione di una qualsiasi resina commerciale ai progetti di Iplex, per una serie di collezioni dedicate all’arredo attraverso il recupero di materia prima seconda derivante da processi di lavorazione interna all’azienda.

Michele Romano

Fonte: Il Sole 24 Ore

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