L’usato dai risvolti ecologisti

Una nuova ricerca dimostra l’importanza dell’economia circolare per l’ambiente, specialmente nel settore automobilistico.

Il mercato dell’usato ha permesso nel 2016 di tagliare l’emissione di circa 16 milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera. Lo rivelano i risultati della ricerca Second Hand Effect, condotta dai norvegesi dello Schibsted Media Group – tra i leader mondiali nel settore dei marketplace digitali – insieme all’IVL, l’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale.

La ricerca ha avuto come campione 8 paesi della zona Europea e del Mediterraneo (Italia, Spagna, Francia, Svezia, Norvegia, Finlandia, Ungheria, Marocco) e si è basata sui dati provenienti dai relativi marketplace controllati da Schibsted.

Nel dettaglio, il report ha calcolato un risparmio totale di 16,378,725 tonnellate di CO2, ripartite in 12,667,880t per le automobili, 3,209,692t per oggetti di casa e personali, 866,034t per l’elettronica e 215,671t per sport e hobby. La categoria dei motori gioca ovviamente un ruolo determinante.

Francia e Italia guidano le statistiche e si consolidano come le nazioni di punta nella vendita dell’usato; entrambi i paesi hanno raggiunto numeri nettamente superiori ai restanti. In Francia, tramite la piattaforma Leboncoin, sono state totalizzate 7,523,733t di CO2 risparmiate, mentre nel Bel paese, l’outlet Subito.it ha misurato un totale di 6,095,827t.

Dal report fuoriescono numeri più precisi legati direttamente ai territori italiani. Per le regioni, la Lombardia si è dimostrata essere la più virtuosa, totale di CO2 risparmiata in tutto il Paese. Tra le più significative seguono poi la Campania (15,15), il Lazio (10,3%), il Veneto (9,2%) e il Piemonte (7,5%). Per quanto riguarda le province, invece, Napoli e Roma si posizionano ai vertici, risparmiando rispettivamente il 10,6% e l’8,3% di anidride carbonica; a seguire Milano (5,6%), Torino (5%) e Brescia (2,8%).

La Second Hand Economy, quindi, svolge una funzione molto importante nel nostro paese, sia in termini puramente economici – il business vale 19 miliardi di Euro, circa l’1,1% del PIL nazionale, come dimostrato nelle osservazioni di Daxo per Subito.it – che per la salvaguardia degli ecosistemi. L’economia circolare è un modello che propone anche una nuova concezione di consumismo, la quale ribalta l’attuale sistema, oramai sempre meno sostenibile: con l’obiettivo di allungare la vita degli oggetti si diminuisce la necessità di costruirne di nuovi da immettere sul mercato. E, in questo modo, viene ridotta sensibilmente la produzione di gas serra.

Con i disastri causati dal cambiamento climatico, la continua diffusione di processi sociali ed economici a ridotto impatto ambientale rappresenta un elemento di speranza per il risolvimento di questa enorme problematica.

Fonte: Regioni e Ambiente

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