FAO e RIO 2016: il cibo in eccesso del Villaggio Olimpico diventerà pasto per i poveri

Ogni anno circa un terzo della produzione mondiale di cibo finisce sprecato o perso a livello globale, e con esso tutte le risorse necessarie per produrlo: acqua, terra, input agricoli, mangimi. L’impatto sulle risorse naturali dell’ambiente è enorme: un recente studio della FAO calcola che se gli sprechi alimentari fossero un paese, sarebbero il terzo più grande produttore di gas serra, mentre circa un terzo di tutte le terre oggi coltivate producono cibo che non verrà mai consumato.

La buona notizia è che a livello globale le iniziative per combattere questo fenomeno si stanno moltiplicando. Tra queste, il progetto “Reffetto-Rio” presentato lo scorso 8 luglio presso la sede della FAO di Roma alla presenza del direttore generale José Graziano da Silva e del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, in occasione della prossima apertura dei Giochi Olimpici 2016 di Rio de Janeiro in Brasile.

Grazie a “Reffetto-Rio”, il cibo in surplus del villaggio olimpico sarà recuperato e trasformato in pasti nutrienti da distribuire gratuitamente ai più bisognosi. Allo stesso tempo, verranno organizzati corsi di cucina e sulla nutrizione a beneficio delle persone in difficoltà e dei giovani. Volontari e 45 chef da tutto il mondo sono stati invitati a partecipare.

L’iniziativa, a cui hanno preso parte anche Pierfrancesco Sacco, ambasciatore d’Italia presso le agenzie dell’ONU a Roma, e Giovanni Malagò presidente del CONI, nasce da un’idea di Massimo Bottura, chef stellato di fama internazionale e fondatore di “Food for Soul” in collaborazione con David Hertz, a sua volta chef e fondatore dell’organizzazione no-profit “Gastromotiva”, entrambi presenti all’evento di Roma.

“Reffetto-Rio” potrà contare sull’importante esperienza raccolta in un’iniziativa simile, il Refettorio Ambrosiano, lanciata da Bottura durante Expo Milano 2015 che ha permesso di raccogliere cibo in surplus dai padiglioni dell’Esposizione Internazionale per trasformarlo in pasti nutrienti per poveri e senza tetto. Esprimendo appieno lo spirito della Carta di Milano e dell’Agenda di Sviluppo 2030, il Refettorio Ambrosiano, ancora attivo, ha coinvolto centinaia di volontari e cuochi di tutto il mondo ed ha permesso di recuperare oltre 15 tonnellate di cibo che altrimenti sarebbero andate perse.

“Quella di Milano è stata una best practice, replicabile in altri Paesi, che ora ha come seconda tappa le Olimpiadi in Brasile – ha sottolineato il ministro Martina – Quanto fatto, e si continua a fare a Milano, non è solo un dovere morale, ma un esempio che può diventare quotidianità. Un mondo a spreco zero è un mondo a fame zero. Tutti dobbiamo fare la nostra parte”.

“Il ruolo che cuochi e organizzazioni gastronomiche possono giocare – ha concluso Graziano Da Silva – assieme allo sport nel promuovere una nutrizione sana e nel creare consapevolezza per sconfiggere la fame è fondamentale. Ma ricordiamoci che ognuno di noi può contribuire ogni giorno a questa sfida”.

Fonte: Regioni e Ambiente

Condividi questo articolo

Articoli recenti

Iscriviti alla Newsletter di ESPER!

Unisciti alle persone che, come te, sono interessate a fare la differenza per l’ambiente.

Per iscriverti ti basta compilare e inviare il form qui sotto: